Il petrolio del Venezuela ed

 

 

i camini del Massachussets

 

 

 N.Chomsky| 4 giugno 2006 |PL

 

 

 

In che maniera il Venezuela mantiene accesi i camini in Massachussets? è la frase che si può leggere in un avviso a tutta pagina in un importante quotidiano degli Stati Uniti. L'annuncio é stato pubblicato da PDVSA, la compagnia di petrolio statale del Venezuela, e per CITGO, la sua dipendenza stabilita a Houston.

L'avviso descrive un programma, incoraggiato dal presidente del Venezuela, Hugo Chávez, per vendere combustibile di riscaldamento scontato alle comunità di scarse risorse di Boston, il sud del Bronx e qualunque altra parte degli Stati Uniti, uno dei gesti più ironici mai registrati nel dialogo nord-meridionale.

L'accordo si concretò dopo che un gruppo di senatori statunitensi inviò una lettera alle nove industrie petrolifere più importanti chiedendogli che donassero una porzione dei loro recenti guadagni record per aiutare i residenti poveri a coprire le loro spese di riscaldamento. L'unica risposta fu quella di CITGO.

Negli Stati Uniti, i commenti dell'accordo si formulano malvolentieri. Alcuni dicono che Chavez, che ha accusato l'amministrazione di George W. Bush di cercare di abbattere il suo governo, è animato da fini politici a differenza, per esempio, dei programmi di puro aiuto umanitario dell'Agenzia Internazionale di Sviluppo degli Stati Uniti.

Il combustibile per riscaldamento offerto da Chávez è una delle molte sfide ai programmi della gran strategia di Washington che stanno sorgendo in America Latina. Le rumorose proteste durante il viaggio di Bush in novembre del 2005 al Forum delle Americhe, in Argentina, mostrano l'ampiezza del dilemma.

Dal Venezuela fino all'Argentina, l'emisfero sud americano sta andando via completamente fuori di controllo, con governi di centro-sinistra. Compreso in America Centrale che ancora soffre gli effetti della guerra del terrore del presidente Ronald Reagan, appena si può mantenere sotto controllo.

Nel Cono Meridionale, le popolazioni indigene sono diventate molto più attive ed influenti, particolarmente in Bolivia ed Ecuador, entrambi i produttori importanti di energia, già sia opponendosi alla produzione di petrolio e gas o sostenendo che deve essere controllato a scala locale. Alcuni stanno perfino stimolando una nazione indigena in America del Sud.

Nel frattempo l'integrazione economica interna si sta rafforzando, investendo l'isolamento relativo che incominciò con la conquista spagnola. Ed ancora di più, l'interazione sud-meridionale sta crescendo, con le principali potenze (Brasile, Africa del Sud, India) al comando, specialmente in temi economici.

L'America Latina nella sua totalità sta incrementando il commercio ed altre relazioni con l'Unione Europea e con la Cina. E benché si siano registrati alcune retrocessioni, è possibile un'espansione, specialmente per gli esportatori di materie prime, come Brasile e Cile. Di tutti i paesi latinoamericani, il Venezuela è probabilmente quello che ha forgiato relazioni più strette con la Cina. Attualmente progetta di vendere crescenti quantità di petrolio a Pechino come parte di un sforzo per ridurre la sua dipendenza da un governo statunitense ostile.

Per certo, il problema più spinoso nella regione per Washington è il Venezuela che provvede quasi ad un 15% dell'importazione di petrolio agli Stati Uniti. Chavez, eletto nel 1998, esibisce il tipo di indipendenza che gli Stati Uniti traducono come sfida con l'alleato di Chávez: Fidel Castro.

Nel 2002, Washington abbracciò la visione di democrazia del presidente Bush appoggiando un colpo militare che abbatté brevemente il governo di Chavez. L'amministrazione di Bush, tuttavia, dovette fare una retromarcia dovuto all'opposizione al golpe in Venezuela ed in tutta l'America Latina. Accentuando le afflizioni di Washington, le relazioni tra Cuba e Venezuela sono molto vicine: Il petrolio del Venezuela ed i camini di Massachussets. Questi governi praticano il sistema del baratto, ognuno appoggiandosi sui suoi punti forti. Il Venezuela vende petrolio a sotto prezzo mentre Cuba organizza programmi di alfabetizzazione e salute, ed invia migliaia di maestri e medici che, come in altre parti, lavorano nelle aree più povere, che erano state previamente trascurate.

I progetti uniti di Cuba e Venezuela stanno avendo anche un impatto considerabile in altri paesi dei Caraibi, dove, sotto un programma chiamato Operazione Miracolo, medici cubani provvedono attenzione a persone che non avevano speranze di riceverla, con fondi proporzionati dal Venezuela. Chavez ha guadagnato più di una volta le elezioni e referendum monitorati da organizzazioni internazionali, a dispetto dell'opprimente ed infiammata ostilità dei mezzi di comunicazione.

L'appoggio al governo eletto è aumentato durante gli anni di Chavez. Il veterano giornalista Hugh O'Shaughnessy, in una relazione dell'Irish Times, spiega: In Venezuela, dove l'economia del petrolio ha prodotto una rutilante élite di supermilionari, una quarta parte di coloro che hanno meno di 15 anni sono affamati, per esempio, e il 60% della gente al di sopra dei 59 anni di età non ha nessuna entrata.

Meno del 5% della popolazione gode della previdenza sociale. Solamente ora col presidente Chavez... la medicina ha cominciato ad essere qualcosa di tangibile per una maggioranza povera nella ricca ma profondamente divisa società venezuelana (...) da quando arrivò al potere in elezioni democratiche ed incominciò a trasformare il settore della salute e dell'assistenza sociale che ha soddisfatto in malo modo la popolazione in massa, il progresso è stato lento, ma percettibile... il Venezuela si sta unendo ora al Mercosur, il blocco leader di commercio dell'America del Sud che include già l'Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay e presenta un'alternativa al chiamato Trattato Libero di Commercio delle Americhe (ALCA), patrocinato dagli Stati Uniti.

Quello che sta in gioco nella regione, come in tutte le altre parti del mondo, sono modelli sociali ed economici alternativi. Movimenti popolari enormi e senza precedenti si sono sviluppati per espandere l'integrazione attraverso le frontiere andando oltre i programmi economici per abbracciare i diritti umani, le inquietudini sull'ecosistema, l'indipendenza culturale ed i contatti da popolo a popolo. Sono chiamati ridicolamente "antiglobalizzazione" perché favoriscono una globalizzazione diretta in favore degli interessi dei popoli, non a quelli degli investitori o a quelli delle istituzioni finanziarie.

I problemi degli Stati Uniti nelle Americhe si estendono tanto al nord come al sud. Per ragioni ovvie, Washington ha cercato di fidarsi più del Canada, del Venezuela e di altre fonti di petrolio che non corrispondano al Medio Oriente. Ma le relazioni del Canada con gli Stati Uniti sono più tese e combattive come mai prima come risultato, tra altri temi, del rifiuto di Washington alle decisioni del NAFTA che favoriscono il Canada.

Come Joel Brinkley informa nel The New York Times, parzialmente come risultato, il Canada sta lavorando molto forte per costruire la sua relazione con la Cina e alcuni funzionari dicono che il Canada deve passare una porzione significativa del suo commercio, particolarmente il petrolio, dagli Stati Uniti verso la Cina. Gli Stati Uniti hanno bisogno di vero talento per alienare perfino il Canada.

Tuttavia, solamente la politica di Washington in America Latina sta incrementando l'isolamento degli Stati Uniti. Un esempio recente: per 14 anni seguiti, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite votò contro il bloqueo commerciale degli Stati Uniti contro Cuba. Nella più recente votazione, l'8 novembre 2005, la risoluzione fu approvata da 182 paesi. Quattro votarono contro: Stati Uniti, Israele, Isole Marshall e Palau. Micronesia si astenne.


 


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L'autore è professore di linguistica nell'Istituto di Tecnologia del Massachusetts. Intellettuale compromesso, ha preso da tempo posizione contro l'imperialismo statunitense. Il presente articolo é tratto da Redvoltaire.