8 novembre 2006  - S.Asinelli, www.rinascita.info

 

Venezuela, ancora voci

 

di golpe filo Usa
 

 

Monta la tensione in Venezuela in vista delle elezioni presidenziali del 3 dicembre prossimo. Le ultime cronache confermano le voci di imminenti tentativi di destabilizzazione volti a rovesciare la presidenza di Hugo Chávez.


L’ultimo caso è quello del quotidiano ‘El Nuevo País’, il cui direttore Rafael Poleo, in un editoriale pubblicato in prima pagina, ha invitato la popolazione a scendere in piazza già nella prima mattina del giorno seguente il voto per invocare “una soluzione all’ucraina, una rivoluzione arancione”. Poleo, intervistato dalla rete televisiva ‘Globovisión’, ha alzato ulteriormente i toni dello scontro, per ora solamente verbale, indicando nel prossimo 4 dicembre il giorno in cui la popolazione “dovrà scendere in piazza per denunciare una frode elettorale annunciata”.


La chiamata alle armi dell’opposizione filo statunitense conferma quanto denunciato negli ultimi tempi dalla stessa presidenza, che teme ingerenze straniere - leggasi Usa - nel processo elettorale di dicembre. Un vero e proprio progetto di destabilizzazione che lo stesso presidente Chávez ha definito ‘Piano B’, che si baserebbe su pretestuose denunce di brogli atte a provocare disordini in tutto il Paese latinoamericano.


Ancor più specifica è stata la denuncia della dirigente popolare Lina Ron. La presidente della Unión Popular Venezolana (UPV), forza che appoggia la presidenza, ha parlato di un piano denominato “Minaccia rossa: occupa la tua strada”, messo a punto da alti dirigenti dell’opposizione con il fattivo contributo di militari statunitensi. “Più si avvicina l’appuntamento elettorale”, ha denunciato la Ron nel corso di un’intervista rilasciata alla rete tv ‘Venezolana de Televisión’, “più arruolano teppisti e paramilitari per infiltrarli tra la gente con l’obiettivo di alzare la tensione”.


La convocazione anti chávista del quotidiano ‘El Nuevo País’ segna le tappe di un eventuale colpo di Stato in salsa atlantica: “andare a votare il giorno 3, scendere a protestare in piazza il 4 e cacciare dal potere Chávez il 5”. La ‘chiamata alle armi’ dei filo statunitensi coincide, guarda caso, con l’appello lanciato dal sito di Coalicíon Nueva Cuba, formazione di esuli cubani negli Stati Uniti, sovvenzionata dalla Cia: “Cerca di colpire i dirigenti, e se li ferisci solamente, utilizzali come esche per colpire altri nemici quando arriveranno in suo soccorso. Ferire un chávista per ucciderne cinque”, si legge in un vademecum di addestramento virtuale in vista di possibili disordini di piazza.