Anzoategui, Venezuela, 7 giugno 2006

Dichiarazione di Anzoátegui

 

Quando nel 1936 il colpo di Stato di Francisco Franco scatenò la guerra civile che mise fine al breve e bel sogno della II Repubblica Spagnola, le persone più lucide di tutto il mondo compresero immediatamente che la Spagna era solo la prima trincea di una guerra globale di atroci conseguenze per l'umanità. Il fascismo di Hitler e Mussolini sembrava a molti una soluzione accettabile per la crisi del capitalismo, ed incoscienti o indifferenti davanti alla grandezza della sua barbarie, le classi governanti europee tradirono la causa della dignità, sempre contagiosa e potenzialmente rivoluzionaria.

La sconfitta della Seconda Repubblica inaugurò una delle epoche più oscure della storia recente, ma la generosità ed il coraggio di chi allora diede la sua vita per difendere quel sogno c'alimenta ancora.
Formalmente sconfitto il fascismo al termine della Seconda Guerra Mondiale, le stesse forze economiche ed ideologiche che lo forgiarono hanno continuato e continuano aggredendo in tutti i modi qualunque progetto di sovranità, giustizia e resistenza alla dominazione imperiale.
Settanta anni dopo il colpo di Stato franchista, pericoli simili di carattere anche globale minacciano la sopravvivenza stessa della specie umana. Di fronte a tali rischi, con l'appoggio decisivo dei grandi mezzi di comunicazione, si giustifica la barbarie e si promuove la cecità, l'insensibilità e la selvaggia legge del più forte.

Sull'America Latina, considerata nella geopolitica coloniale come il giardino statunitense, si concentrano in modo particolare queste minacce e, allo stesso tempo, le sementi di una nuova coscienza e di una nuova speranza. Non è per questo motivo una casualità che sia lo Stato di Anzoátegui, nel Venezuela Bolivariana, dove si recupera in questi giorni il ricordo di una catastrofe umana, politica e morale che si è amato dimenticare dallo stesso Stato spagnolo e che costituisce tuttavia l'attualità permanente di tante regioni del pianeta sottomesse all'urto del terrorismo degli Stati Uniti e dei suoi complici. Il genocidio contro i popoli della Palestina, Afghanistan ed Iraq, le torture in Guantánamo e Abu Ghraib, le prigioni segrete, i voli clandestini della Cia, l'assassinio sistematico di professori iracheni, di sindacalisti e contadini latinoamericani, le leggi contro i diritti e le libertà, l'incalzare permanente contro i processi del Venezuela, Cuba ed ora Bolivia, rappresentano la forma quotidiana di agire di un capitalismo militarizzato e criminale che, invece di farlo in nome della supposta superiorità della razza, lo fa in quello della democrazia pretendendo di strapparci anche le parole.

La Rete delle Reti in Difesa dell'Umanità che riunisce, questa volta, in Anzoátegui intellettuali provenienti dal Venezuela, dallo Stato spagnolo e da Cuba, riscatta la memoria del sanguinoso colpo di Stato franchista non come un mero esercizio di rimembranza, bensì come un passo in più nella costruzione del progetto di resistenza ed offensiva dei popoli.

Settanta anni fa, grandi scrittori e poeti da uno e dall'altro lato dell'Atlantico difesero insieme, in Spagna, la causa della libertà; lì stavano, tra gli altri, César Vallejo, Pablo Neruda, Pablo della Torriente Brau, María Teresa León, Miguel Hernández, Antonio Machado, Rafael Alberti, Nicolás Guillén, Alejo Carpentier e, naturalmente, Federico García Lorca, assassinato nelle prime settimane della guerra come simbolo, che era, dell'unione della parola e della dignità. Come diceva un altro grande poeta spagnolo, la poesia non può essere concepita come "un lusso culturale da neutrali" lì dove la neutralità è complice della tirannia, l'ingiustizia e la morte. La poesia deve salvaguardare le parole minacciate e convocarci, come oggi ci convoca, alla solidarietà ed al combattimento.

Sotto i firmatari, integranti della Rete delle Reti in Difesa dell'Umanità, appoggiano gli sforzi emancipatori del popolo iracheno che sta frenando col suo sacrificio l'espansionismo degli Stati Uniti e le lotte di resistenza di altri popoli specialmente di quelli che, in America Latina, stanno in prima linea di fronte all'aggressività imperialista.

 


Belén Gopegui, Isaac Rosa, Aitana Alberti, Pablo Armando Fernández,César López, Roberto Montoya, Abel Prieto, Ángeles Maestro, Pascual Serrano, Enrique Hernández de Jesús, Roberto Hernández Montoya, Tarek William Saab, Santiago Alba, Alfredo Almeida, Javier Couso, Carlos Varea, Nicolás Hernández Guillén, Roberto Méndez, Sigfredo Ariel, Waldo Leiva, Guillermo Rodríguez Rivera, Joseba Macías, Ana Luz García Calzada, Luis Báez, Jorge Gómez, Agustina Ponce, Régulo Pérez, Norberto Codina, Constantino Bértolo, Ismael González, Carlos Noguera, José Atilio Cazal, David Acera, Tito Núñez, Francisco Amat, Carlos Polanco, Fernando Rojas, Jhon Foley, Eduardo Sosa, Néstor Martínez Caballero

 


 

Puerto la Cruz, Venezuela, 7 giugno 2006 (PL)

 

È stato riaffermato il valore della

 

cultura nella lotta all’imperialismo

 

 

Con la riaffermazione del valore della cultura per resistere alla dittatura mediatica dei grandi mass-media è terminato il IV Incontro della Rete delle reti in difesa dell’Umanità.

 

Per tre giorni circa 90 scrittori, poeti e artisti di Spagna, Cuba e Venezuela hanno sostenuto che l’impegno degli intellettuali è una fondamentale necessità del nostro tempo, ha affermato Fernando Rojas, coordinatore generale dell’evento.

 

Rojas ha spiegato che nei dibattiti dei sette gruppi di lavoro ci sono state 24 conferenze, per mezzo delle quali ci si è avvicinati in maniera attualizzata e creativa all’esperienza della Guerra Civile, alla lotta contro il fascismo e al suo significato per le sfide di oggi.

 

Argomenti sulla natura aggressiva dell’imperialismo e le sue violazioni ai diritti umani e crimini di guerra sono stati offerti dai partecipanti.

 

Secondo Rojas, durante lo svolgimento dell’iniziativa si è sviluppato un dialogo fecondo tra scrittori, saggisti, giornalisti e rappresentanti dei movimenti e delle missioni sociali.

 

E’ stato ribadito che l’internazionalismo e la solidarietà continuano ad essere valori fondamentali dei movimenti progressisti e rivoluzionari.

 

Il funzionario cubano ha annunciato che gli atti delle conferenze offerte verranno pubblicati e che prossimamente si svolgeranno incontri dedicati alla Repubblica Spagnola e alla memoria della Guerra Civile.

 

Come parte del programma dell’incontro, gli intellettuali hanno visitato le installazioni delle missioni sociali portate avanti dal Governo del presidente Chávez ad Anzoátegui.

 

"Vanno sottolineate le trasformazioni che abbiamo visto nei quartieri, dove prima mancavano i servizi sanitari ed educativi", ha dichiarato a Prensa Latina lo scrittore cubano Pablo Armando Fernández, Premio Nazionale della Letteratura, il quale ha elogiato l’opera della Rivoluzione bolivariana che "nobilmente offre gratis al popolo tutti i servizi".

 

Il percorso ha compreso i moduli Barrio Adentro I e II (programmi destinati alla salute), un centro di riabilitazione integrale, gli ospedali infantile e oncologico, quest’ultimo costruito ad un costo approssimativo di 10 milioni di dollari.

 

Durante la giornata inaugurale di domenica scorsa è stato scoperto nel Parco Andres Eloy Blanco un busto in omaggio al poeta spagnolo Federico García Lorca, il cui 70º anniversario della fucilazione (19 agosto 1936) ricorrerà prossimamente.

 

Questo martedì è stata inaugurata nel Museo José Antonio Anzoátegui l’esposizione fotografica denominata "Poeti, poeti, poeti", dello scrittore venezuelano Enrique Hernández D’Jesús.
 

 

 

M.P.Valenzuela - 5 giugno 2006 - Anzoategui, Venezuela - GI

Gli intellettuali contro

 

l’imperialismo e per la verità

 

 

Lo stato venezuelano di Anzoátegui si è trasformato domenica nella capitale del pensiero critico, riunendo circa 90 intellettuali di Cuba, Venezuela e Spagna nel IV Incontro Internazionale della Rete delle Reti in Difesa dell’Umanità.

 

L’evento è stato inaugurato nel Parco Andrés Eloy Blanco di Puerto La Cruz, dove è stato scoperto il busto del poeta spagnolo Federico García Lorca, 70 anni dopo la sua fucilazione per mano del fascismo.

 

Tarek William Saab, poeta e governatore dello stato di Anzoátegui ha segnalato, parlando in apertura dell’evento, che questa sarà la capitale del dibattito e della ricostruzione di una memoria che per i rivoluzionari costituisce un dovere ed un impegno: celebrare il 70º anniversario della Repubblica Spagnola e ricordare quei momenti di crudeltà e di violazione dei diritti umani perpetrata a livello di massa, che alcuni hanno voluto cancellare.

 

Il ministro della Cultura cubano, Abel Prieto, ha sostenuto durante l’inaugurazione dell’Incontro (dedicato al 70º anniversario della Repubblica Spagnola ed a García Lorca) che in quest’appuntamento gli intellettuali ricorderanno la storia guardandola dal punto di vista delle esigenze del presente.

 

Il ministro della Cultura del Venezuela, Francisco Sesto, ha messo in risalto la forza della parola in un momento in cui l’imperialismo non ha più argomenti e può solo ricorrere alla forza, ha detto, per invadere nazioni.

 


 

 4 giugno 2006 - Puerto La Cruz Venezuela - PL

Abel Prieto: "La parola deve sempre

 

difendere le cause giuste"

 

 

La poesia, la parola come arma d’emancipazione, deve schierarsi a fianco dei diseredati per difendere le cause giuste dell’umanità, ha affermato domenica qui il ministro cubano della Cultura, Abel Prieto.

 

"Noi artisti e combattenti sociali ci siamo nuovamente riuniti per riflettere su quanto avvenuto nella Spagna Repubblicana 70 anni fa e su quel che sta avvenendo oggi nel mondo", ha dichiarato Prieto durante la cerimonia inaugurale dell’Incontro Rete delle Reti in Difesa dell’Umanità.

 

Nell’incontro, che continuerà per quattro giorni in questa città dello stato di Anzoátegui, verranno inoltre analizzate le nuove tendenze che cercano di imporre "false gerarchie intellettuali", ha puntualizzato il dirigente cubano.

 

Ha manifestato che risulta stimolante poter contare sulla partecipazione all’iniziativa di intellettuali venezuelani, cubani e spagnoli, che esporranno il loro pensiero di sinistra autenticamente rivoluzionaria e formuleranno proposte vere e creative.

 

Il ministro venezuelano della Cultura, Francisco Sesto, ha affermato che ogni rivoluzione è un "esercizio poetico della nazione, dove la cultura fiorisce come la menta che resiste al tempo e guida la lotta dei popoli".

 

Il governatore di questa città venezuelana, Tarek Williams Saab, ha incoraggiato con toni simili i circa 90 intellettuali presenti all’appuntamento "a ricostruire il dibattito a partire dalla poesia e in onore al poeta martire Federico García Lorca".

 

Williams Saab ha menzionato in questo senso l’esempio di Cuba, che "ha seminato arte e si è resa indipendente attraverso la cultura e le idee".

 

Nelle sessioni della Rete delle Reti verranno esposte relazioni sulla tortura e i diritti umani, la responsabilità degli intellettuali nel mondo contemporaneo, l’identità e la diversità culturale della Repubblica Spagnola e dell’America Latina.

 

Verranno anche trattati aspetti dell’attualità e di interesse mondiale come il sequestro della verità nella guerra contro il terrorismo.

 

Il programma prevede per oggi (lunedì), l’inizio delle conferenze e per martedì l’inaugurazione, nel museo José Antonio Anzoátegui, dell’esposizione fotografica denominata "Poeti, poeti, poeti", dello scrittore venezuelano Enrique Hernández.

 

Il programma prevede anche attività culturali con gruppi musicali e di danze tradizionali.