E.Golinger 10 luglio 2006  - www.prensalatina.it

 

Il mondo alla rovescia

 

di Washington

 

 

L'esplicita ipocrisia del governo degli USA non smette di impressionarci. A volte, bisogna dar loro il beneficio del dubbio, come buoni esseri umani che conviviamo nella comunità mondiale. Sarà che camminano confusi o male informati? O sarà che semplicemente l'ignoranza intenzionale e l'ipocrisia sfacciata e pericolosa sono il nuovo slogan di Washington?

 

È difficile accettare che qualcuno, un governo, possa manifestare tante pessime intenzioni, mentendo apertamente, distorcendo la realtà e violando costantemente la verità, la giustizia e la sovranità dei popoli. Sfortunatamente, Washington è l'eccezione.

 

I suoi tentativi d’aggressione contro il Venezuela aumentano ogni giorno, insieme a quelli di soffocare le volontà espresse reiteratamente dalla maggioranza dei venezuelani.

 

E si sta scavando la loro tomba politica, ad ogni discorso e ad ogni dichiarazione piena di menzogne, inganni e falsità che sono facilmente smascherabili e crollano sotto i loro stessi strumenti.

 

Per esempio. Mercoledì 21 giugno, durante un'udienza nel Comitato delle Relazioni Estere della Camera dei Rappresentanti del Congresso statunitense, si fecero vari commenti che mettono in dubbio la serietà di quest’istituzione.

 

Il salone del Congresso, un luogo storico, è divenuto il set di una "Comedy Central", metaforicamente parlando, ovviamente.

 

Per primo si è alzato il Sottosegretario di Stato per l'Emisfero Occidentale, Thomas Shannon, a dichiarare, senza ridere, che il governo statunitense era disposto ad aiutare il Venezuela, a migliorare le sue istituzioni elettorali e ad appoggiarle, per elevare la fiducia nei processi e nei corpi elettorali nel paese.

 

Questa dichiarazione sarebbe un insulto alla nostra intelligenza se non fosse tanto spiritosa. Washington ha investito milioni e milioni di dollari negli sforzi per screditare il Potere Elettorale in Venezuela ed ha raccomandato di astenersi dai processi elettorali nel paese a gruppi come "Sumate" e ad altri partiti politici ed organizzazioni dell'opposizione.

 

Ha cercato di fomentare un ambiente anti-elezioni in Venezuela attraverso finanziamenti e consultazioni tra i settori violenti che usano tattiche al di fuori dalla cornice costituzionale e solo sotto la pressione di organismi ed entità internazionali, Washington ha riconosciuto i risultati degli ultimi processi elettorali nel paese.

 

Ed ora, dopo tutti quei milioni sprecati per cercare di abbattere e macchiare le istituzioni venezuelane, offre il suo "aiuto" per "ricostruirle".

 

La beffa per i servizi segreti venezuelani non ha limiti perchè sono proprio gli USA, dove la maggioranza non partecipa ai processi elettorali perché non si fidano delle istituzioni, perché vincono sempre la frode e le multinazionali e i candidati con le tasche più fornite.

 

Dovrebbero investire meglio i loro sforzi e rivedere i loro organismi elettorali, ricostruire la fiducia nel loro paese, nelle istituzioni pubbliche.

 

La seconda parte dello show del Congresso lo ha poi trasformato in un circo. Il Sottosegretario Shannon aveva cominciato a balbettare che l’appoggio di Chavez ai candidati dei paesi vicini dell'America Latina era un tentativo di comprare influenze ed un posto politico nella regione.

Una gran parte dei legislatori statunitensi che partecipava all'udienza, ha criticato Chavez perchè " si immischia nelle elezioni di paesi come Bolivia, Perù e Nicaragua". Che beffa!

 

Solamente in America Latina, il governo di Washington spende più di 810 mila milioni nella "promozione della democrazia" in distinti paesi della regione. Questa cifra non include le spese in sforzi anti narcotraffico, nell’appoggio economico e nei finanziamenti ai programmi per i bambini e le famiglie in stati di necessità.

 

La National Endowment for Democracy investe più di 6 milioni ogni anno per processi elettorali, partiti politici, sindacati, mezzi di comunicazione e movimenti sociali nella regione che promuovono l'agenda di Washington.

 

L'Agenzia Internazionale dello Sviluppo degli USA (USAID) spende più di 250 mila milioni in programmi che "appoggiano lo sviluppo della democrazia" ("democrazia" secondo Washington) nel continente.

 

Questo denaro non serve per migliorare la situazione dei poveri dell'America Latina, né per aiutare i paesi latino americani ad essere più autosufficienti, produttivi e prosperi. Serve per imporre il programma neoliberista di Washington ed assicurare il suo dominio sulle risorse naturali energetiche e strategiche nella zona.

 

Gli USA hanno una lunga storia di interventi negli affari interni della maggioranza delle nazioni in questo emisfero. Ironia vuole che il governo di George W. Bush accusi il Venezuela di ingerenza nelle elezioni in Nicaragua, quando fu proprio durante il primo governo di suo papà (Reagan-Bush) che fu investito più di un miliardo di dollari per riuscire ad abbattere il governo sandinista in questo paese.

 

Ed è sempre il governo di Washington che ha eseguito, finanziato ed appoggiato più golpe di Stato contro governi che non si sono sottomessi ai suoi interessi che qualunque altro paese della storia; vanno ricordati il golpe eseguito dalla CIA contro Jacobo Arbenz, in Guatemala; Joao Gulart, in Brasile; J.M. Velasco Ibarra, in Ecuador; Juan Bosch, in Repubblica Dominicana; Salvatore Allende, in Cile; Jean-Beltrand Aristide, ad Haiti e Hugo Chavez Frias, in Venezuela, per nominare alcuni.

 

Gli Stati Uniti preferiscono vedere la storia e l'attualità con cecità invece di cambiare le proprie malevole attuazioni ed accettare le responsabilità d’essere stati la causa di miserie nel mondo e d’avere violato la volontà dell'umanità.