| Roma venerdì 12 Maggio 2006  | M.Matteuzzi |il Manifesto

 

La giornata del presidente venezuelano Chavez
 

L'uragano Hugo

 

Il papa poi Fassino. La lettera di Ratzinger, il «cordiale» colloquio coi Ds, gli anatemi contro Bush


 


Un colloquio di 35 minuti con il papa che non deve essere stato tutto rose e fiori; un colloquio di un'ora con il segretario dei Ds Piero Fassino che sembra aver segnato l'inizio di una fase nuova nei rapporti fra i postcomunisti italiani e la rivoluzione bolivariana; un breve colloquio che forse c'è stato o forse no con Paolo Scaroni, l'amministratore delegato dell'Eni che si è ritirato dai pozzi dell'Orinoco per non voler pagare (lui solo e i francesi della Total su 18 compagnie straniere) e non aver pagato le tasse; una telefonata di auguri con Romano Prodi. Queste in sintesi le 24 ore romane del presidente venezuelano Hugo Chavez, arrivato giovedì pomeriggio (con l'immediato incontro con il presidente della Camera Fausto Bertinotti) e ripartito ieri per Vienna dove si è aperto il summit Unione europea-America latina.
Il tutto affogato in una torrentizia conferenza stampa che sembrava un nuovo capitolo dell'ormai mitico appuntamento televesivivo Alò Presidente, anche se essendo in trasferta è durato 3 ore invece delle abituali 5 o 6.
Prima l'incontro con Ratzinger, che era la ragione ufficiale della visita romana di Chavez. Il tema era la povertà e per questo Chavez ha illustrato al papa i suoi programmi sociali che, finanziati copiosamente dai proventi petroliferi, hanno ridotto la povertà («dal 50 al 37%»). Ma al pastore tedesco interessava anche altro. I rapporti fra la rivoluzione bolivariana e la gerarchia cattolica (altro discorso è quello dei preti di base) sono stati pessimi in questi anni. Nello scambio di doni finale - in cauda venenum - il papa Benedetto ha anche accluso una letterina di una decina di punti definita poi dal portavoce vaticano Navarro-Valls, «le sollecitazioni pastorali per il bene del paese». La libertà vaticana nella nomina dei vescovi (era minacciata?), l'insegnamento religioso che «non troverebbe posto» nella riforma dell'istruzione, la protezione della vita «fin dal suo inizio» da «mantenere come punto basilare» dei programmi di salute pubblica, l'indipendenza dei media cattolici.
Acqua passata, ha poi detto Chavez, con i vescovi «la situazione sta migliorando e l'interazione è eccellente» dopo le nomine vaticane recenti: il cardinale Jorge Urosa (nominato a Ratzinger), il presidente della Conferenza episcopale Ubaldo Santana, il nunzio Giacinto Berlocco. Ma Chavez, che è un buon cristiano ma non un fesso, ha voluto ricordare come fra i golpisti del 2002 «ci fossero anche esponenti ecclesiastici di spicco». Lui non ha fatto nomi, ma le cronache rammentano bene che fra i firmatari del golpe c'era in prima fila, insieme ai leader dell'oligarchia criolla e del sindacato corrotto, il cardinale José Ignacio Velasco. Ma il cardinale è morto da poco e così Chavez spera che «una nuova era» sia cominciata in cui «la Chiesa non ha nulla di che preoccuparsi» dal momento che la rivoluzione bolivariana è «cristiana, umanista, democratica, pacifica» e ha la stessa «opzione per i poveri». Chissà se il papa si sarà convinto.
Poi Fassino. Poteva essere un altro incontro non facile per Chavez, dopo l'insensata linea di scontro assunta negli ultimi anni dai Ds contro il «caudillo populista» venezuelano. Invece stando alle parole di Luciano Vecchi, il nuovo responsabile esteri della Quercia, non è stato così. Incontro «cordiale! in cui si è parlato della «cooperazione economica« fra i due paesi e fra Ue e America latina, dell'interesse del governo Prodi per «l'intensificazione dei rapporti» e «un più attivo ruolo dell'Italia nel continente latino-americano».
La conferenza stampa del pomeriggio è stata torrentizia, nel miglio stile chavista. Poche le domande dei giornalisti, scelti con un sistema di sorteggio degno di Luciano Moggi, risposte a tutto campo. Fior da fiore: Bush «dovrebbe finire davanti a un tribunale internazionale per genocidio»; «ogni volte che parla il prezzo del greggio cresce di un dollaro»; con il Brasile «non c'è e non ci sarà rottura»; l'integrazione latino-americana «va avanti»; l'impero Usa è «il più crudele, selvaggio, assassino e immorale» della storia; il Venezuela non taglierà il petrolio agli Usa «a meno che non ci aggrediscano apertamente»; in America latina «abbiamo sconfitto il neo-liberismo»; con l'Eni «credo che ci metteremo d'accordo» e dopo che avrà accettato di pagare le tasse dovute potrebbe entrare nel progetto del mega-gasdotto che dal Venezuela raggiungerà il Brasile, l'Argentina e la Bolivia.

 

12 maggio 2006 tratto - PL -

 

 

Chávez presenta al Papa i dettagli dei

 

programmi sociali venezuelani

 

 

Il presidente venezuelano, Hugo Chávez, si é riunito per 35 minuti col Papa Benedetto XVI, al quale ha spiegato i programmi sociali applicati dal governo della nazione sud-americana.

Chavez ha dialogato nella biblioteca privata del Sommo Pontefice, nel Palazzo Apostolico, sui successi della Missione Robinson, la quale ha iniziato l'alfabetizzazione di un milione e mezzo di persone.

Il presidente ha indicato che dopo aver messo in pratica questo programma educativo, l'UNESCO ha dichiarato il suo paese libero dall' analfabetismo.

Ha sottolineato anche i piani per elevare il livello educativo dei venezuelani mediante metodi alternativi e, in questo senso, ha segnalato che più di tre milioni di suoi compatrioti usano questi programmi.

Chavez ha citato la missione "Barrio Adentro", realizzata con l'aiuto di medici cubani , che offrono il loro servizio alle comunità più bisognose che sono rimaste trascurate per anni.

Il governante ha sottolineato l'importanza della missione "Vuelven Caras" destinata a riabilitare oltre un milione di persone disoccupate in situazione di povertà nel suo paese.

Al termine Chavez ha sottolineato la nuova tappa nelle relazioni dello Stato venezuelano col Vaticano, dopo la nomina del nuovo cardinale Jorge Urosa Savino, elogiato dal vice presidente venezuelano, José Vicente Rangel.

Dopo il suo appuntamento con Benedetto XVI, il visitatore ha avuto un colloquio, quasi per un'ora, col sottosegretario Vaticano, il cardinale Angelo Sodano.

Questa è la terza occasione che lo statista latinoamericano è ricevuto in udienza nel Vaticano. Giovanni Paolo II si riunì con Chávez il 30 settembre 1999 ed il 12 ottobre 2001.

Prima del suo appuntamento nel Palazzo Apostolico, lo statista sostenne un incontro col segretario generale dei Democratici di Sinistra (DS), Piero Fassino, con cui analizzò le possibilità di cooperazione economica tra i due paesi.

Fassino il cui partito integra l'alleanza L'Unione, vincitrice delle elezioni nell' aprile scorso, analizzò col presidente venezuelano l'evoluzione della situazione politica in America Latina.

Il portavoce del segretario generale dei DS, Luciano Vecchi, ha detto che in quell'incontro si fece anche speciale riferimento al forum dell'Unione Europea ed America Latina, che si realizzerà a Vienna, dove viaggerà Chávez.

Fassino lo informò sul panorama politico italiano e le priorità che saranno al centro delle iniziative del gabinetto del leader de L'Unione, Romano Prodi, impegnato, in questi giorni, alla formazione del nuovo gabinetto.

Durante il viaggio europeo che include inoltre, Londra e Vienna, accompagnano il mandatario venezuelano 12 personalità, compreso il presidente dell'Assemblea Nazionale, Nicolás Maduro, ed il ministro della Pianificazione e Sviluppo, Jorge Giordani.

Chávez visiterà anche Libia, Algeria e Bolivia.


Ig/to
 

 

11 maggio 2006 tratto - PL -

 

 

Qualificano emblematica la prossima

 

riunione di Chávez col Papa

 

 

 

 Il vicepresidente venezuelano José Vicente Rangel ha affermato che l'incontro (giovedì 11) tra il Capo di Stato del Venezuela, Hugo Chávez, ed il Papa Benedetto XVI, può considerarsi emblematico.

"L'incontro con sua Santità è una riunione emblematica che profila e definisce chiaramente la nuova relazione dello Stato venezuelano col Vaticano".

A giudizio del vicepredidente, sarà un appuntamento molto produttivo durante il quale Chávez presenterà una serie di progetti al Sommo Pontefice. Ha scartato apprensioni in settori della Chiesa Cattolica venezuelana davanti alla riunione ed ha aggiunto: non vedo perché devono sentirsi spaventati.

Considero Benedetto XVI un uomo sommamente intelligente che non si lascia impressionare dal Presidente Chávez. Ed il Presidente Chávez, contemporaneamente, è un uomo molto intelligente che non si lascia impressionare.

Rangel ha dichiarato che, attualmente, i venezuelani vivono tempi di armonia ed intendimento, non solo nel binomio Chiesa Cattolica-Stato ma anche nella relazione statale con molti settori della società della nazione sud-americana.

Ha ricordaato che dopo il suo incontro con Sua Santità, Chávez andrà a Vienna, per partecipare alla riunione dei paesi europei e latinoamericani. "Credo che apporteremo un contributo altamente positivo per le relazioni, che è molto importanti per l'America Latina, tra questi paesi e l'Unione Europea.

Ig/wap