19 febbraio '08 - J.L.R.Gonzalez www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

Ricardo Alarcón: mobilizzare la

 

solidarietà mondiale con i Cinque

 

 

 

 

Le strategie di lotta per la liberazione dei cinque cubani, ingiustamente detenuti nelle carceri statunitensi, vanno riformulate con carattere d’urgenza, ha dichiarato Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (Parlamento).

 

Durante una conferenza dedicata al tema, nel corso del Congresso Università 2008 che si è svolto a L’Avana, Alarcòn ha indicato che la battaglia legale per la loro liberazione è avanzata molto, però è necessario potenziare il piano della lotta solidale e la mobilitazione con il caso.

 

Dal punto di vista legale, ha evidenziato la decisione unanime dei tre giudici nordamericani che hanno annullato il processo per essere stato celebrato a Miami, città influenzata da settori della politica anticubana e dove risiedono impunemente i terroristi Posada Carriles e Orlando Bosh.

 

“Principalmente negli Stati Uniti c’è da dare battaglia per far conoscere e sensibilizzare (l’opinione pubblica) sulla causa” ha dichiarato il parlamentare cubano, spiegando che negli USA non esiste una mobilitazione sufficientemente forte, giacché la maggioranza della popolazione ignora l’ingiusto processo a causa del silenzio dei grandi mezzi di comunicazione.

 

In tal senso, i movimenti di solidarietà – ha aggiunto – devono fare pressioni su questi ultimi affinché includano nell’agenda informativa il tema dei Cinque e del terrorismo contro il nostro paese.

 

La campagna per la loro liberazione è molto importante per i cubani, soprattutto per i giovani.  Gerardo, Reni, Ramón, Antonio e Fernando devono essere considerati paradigma della gioventù cubana: si sono “giocati la vita” nella stessa “tana del terrorismo”, dando mostra di un grande altruismo che deve essere punto di riferimento per i nostri giovani e la società in generale.

 

Gli ideali e i valori che difendono questi eroi – prosegue Alarcón – non sono stati importati da nessuna parte del modo, li hanno appresi qui e sono molto importati per mantenere e far crescere il nostro popolo nel mezzo di una battaglia così seria e contro un nemico così potente.

 

Durante l’incontro sono stati resi noti i risultati del lavoro della Rete delle Università in Solidarietà con i Cinque, che conta 624 attivisti di 56 università. Gilda Veda, professore dell’Istituto Superiore Politecnico José Antonio Echeverría e una delle coordinatrici della ‘Casa dei Cinque’ – com’è conosciuta in campo internazionale la rete – ha reso noto che durante l’evento sono state presentante oltre 250 nuove domande d’iscrizione. I familiari dei Cinque sono stati presenti al dibattito dei giovani provenienti da 75 paesi.