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Un dibattito sul

futuro di Cuba

 

22 novembre 2010 - F.Lopez www.granma.cu

 

La prima difficoltà che ha davanti a sé Cuba è che ne sappiamo poco di processi economici.

 

Ma confesso che durante gli ultimi tre anni mi ha angustiato molto l’attesa. Mi sembrava che le risposte a tutte le richieste, opinioni, domande e proposte dei nostri compatrioti durante il dibattito che si convocò nel 2007 fosse troppo.

 

In ognuno dei suoi interventi posteriori a tale processo, Raúl si è incaricato di spiegarci che i tempi reali e i tempi politici non sempre sono uguali. Ricordo il discorso del 20 dicembre 2009, quando assicurò che si stava camminando verso il futuro “con passo fermo e sicuro, senza diritto a sbagliarci”, parole che ha riassunto in un’orazione martiana “Si deve fare spazio a quello che deve durare molto”.

 

Abbiamo recentemente scoperto altri motivi per i quali le risposte non potevano apparire con la velocità che molti si aspettavano. Nel singolare esercizio di partecipazione popolare che si realizzò in settembre e ottobre del 2007, donne e uomini del popolo realizzarono 1301203 richieste, il 48,8% delle quali furono critiche. In esse, senza alcun dubbio, si riassumevano la saggezza, l’onestà e il desiderio dei cubani per rafforzare la propria economia e società verso un socialismo più efficiente e più giusto.

 

Condurre la nazione in un porto salvo, nel mezzo della tormenta della crisi economica mondiale, con la saga di mezzo secolo di blocco e le terribili scie lasciate dai 16 uragani in un decennio (20564 milioni di dollari perduti), tre anni di siccità e una lista non meno costosa di inefficienze economiche, imprenditoriali, negli investimenti, nella sostituzione di importazioni e nell’uso della terra, acqua e degli uomini per produrre gli alimenti di cui il paese ha bisogno… hanno creato un difficile scenario, che non si risolverà con la leggerezza delle misure cosmetiche o congiunturali. Lo studio e l’analisi di ognuno dei temi, inclusa la loro dissezione critica, erano necessari.

 

Lo scorso 8 novembre, Raúl ha convocato il Partito e il Popolo alla partecipazione al processo preparatorio del VI Congresso dei Comunisti cubani, e ha annunciato che il Progetto di Lineamenti della Politica Economica e Sociale sarebbe stato pubblicato il 9. Un giorno dopo, mercoledì 10 è cominciato il seminario nazionale con i dirigenti e specialisti che condurranno il processo di discussione del documento.

 

Verrà posto un nuovo esercizio di democrazia: la lettura e la discussione del “Progetto di Lineamenti della Politica Economica e Sociale del Partito e la Rivoluzione”. Tale documento, a semplice vista, contiene le basi per arrivare alle soluzioni che renderanno possibile il programma economico dei prossimi cinque anni.

 

Adesso si è alla seconda parte del dibattito sul futuro di Cuba. Io direi che lo stesso spirito del contenuto del Progetto richiede un cambio di mentalità a tutti i livelli, dai dirigenti politici, e quadri amministrativi, fino al popolo lavoratore. Ciò che è già scritto, non porterà da solo alla nazione prospera di cui si ha bisogno, e che si vuole. Bisogna raggiungere la realizzazione di queste politiche con molto lavoro, con coraggio.

 

Sarà sicuramente un dibattito di ampio respiro, ma se si vuole che non si rovini, e che si possa arrivare fino al VI Congresso del Partito il sentire e l’opinione del popolo, allora si deve immunizzare il processo contro i meeting formali e le consegne; riuscire a far sì che i più preparati estirpino l’ignoranza e l’indifferenza di molti sui temi economici e mettere sul tavolo tutta l’informazione e gli argomenti possibili.

 

La comprensione passa per la conoscenza, il livello di informazione e la fiducia nel popolo. L’analisi e la discussione del Progetto in tutto il paese, secondo lo stesso Raúl, è l’inizio stesso del VI Congresso. La direzione della Rivoluzione assume che dalla qualità del dibattito popolare dipenda anche il successo dell’attuazione del modello economico cubano. Essa darà l’opportunità di partecipare ed aiutare a perfezionare le decisioni cruciali che ci conducono al futuro di Cuba. E questo, come ben si sa, non è poca cosa.