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Importante rivelazione

ad El Paso

 

21 gennaio 2011 - Ricardo Alarcón www.cubadebate.cu

 

 

 

Nel processo che si sta svolgendo a El Paso contro Luis Posada Carriles per aver mentito si è avuta una rivelazione molto importante.

 

Nella sua testimonianza, sotto giuramento il 18 gennaio 2011, una funzionaria del Dipartimento di Sicurezza (Homeland Security) ha confessato che a nome del suo Dipartimento richiese al Pubblico Ministero, Caroline Heck Miller, che imputasse Posada per le sue attività criminali e che la signora Heck Miller rifiutò di farlo. Ciò avvenne nell’agosto 2005.

 

Esattamente nello stesso periodo - agosto 2005 - la Corte d'Appello di Atlanta aveva deciso di annullare il processo che aveva condannato, a Miami, i Cinque antiterroristi cubani che erano stati accusati proprio dalla signora Heck Miller. Nella sua storica sentenza, la Corte ha fatto ampiamente riferimento alla lunga lista di crimini di Posada e di altri terroristi che i Cinque hanno cercato di evitare e descrisse il processo di Miami come una "tempesta perfetta" di pregiudizi e ostilità contro gli imputati.

 

Cosa diranno i giudici di Atlanta, ora che si sa che lo stesso Pubblico Ministero che ha chiesto le peggiori condanne per Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René è la stessa che ha impedito che Posada fosse processato per i suoi veri crimini?

 

Lo stesso 18 gennaio 2011 la signora Heck Miller é riapparsa a Miami. Casualmente quel giorno la Procura ha chiesto una ulteriore proroga per rispondere all’habeas corpus a favore di Gerardo Hernandez Nordelo. La sua preoccupazione è comprensibile. L'accusa contro i cinque, arbitraria ed ingiusta, ha avuto come unico scopo difendere il terrorismo anticubano, compito favorito dai giudici di Miami, come è stato dimostrato, ancora una volta, a El Paso.

 

Lì c’erano, naturalmente, rappresentanti dei cosiddetti mezzi di "informazione". Che hanno mantenuto, come sempre, un disciplinato silenzio.

 

“Solo una giuria di milioni risolverà la situazione di  Gerardo, secondo lui stesso, ha affermato  Alarcón, ma per questo è necessario che i mezzi di diffusione di massa moltiplichino il vero messaggio e questi sono controllati in modo assoluto dagli Stati Uniti. Per questo è necessario continuare a martellare per far sapere la verità ai nordamericani.

 

Gerardo Hernández è un Eroe della Repubblica di Cuba, e il Governo di Cuba farà tutto il possibile per salvarlo”, ha sottolineato ancora  il Presidente del Parlamento, che ha affermato che il terrorismo impunito, scandalosamente mostrato alla luce del giorno, non si potrà occultare per sempre, ed ha affermato d’essere convinto che uno di questi giorni, non lontano, la verità diventerà pubblica.

 

La totale innocenza

dei nostri compagni

 

1.1.11 - Ricardo Alarcón www.granma.cu (Università Hermanos Saíz Montes de Oca, Pinar del Río - 30.10.10).

 

 

Saluto l’iniziativa di dedicare ai nostri Cinque Eroi una sessione della Terza Conferenza Ispanoamericana degli Storiografi e di Storia delle Università che si sta svolgendo in questa Università, la  Hermanos Saíz Montes de Oca.

 

Nulla di più pertinente, perchè tra le altre cose, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, Fernando González e René González, sono stati cinque universitari che hanno forgiato il loro eroismo nelle nostre aule e che, con il loro  esemplare sacrificio, hanno innalzato a cime  insuperabili la storia rivoluzionaria degli studenti cubani.

 

Loro sono Cinque fratelli che amano, come Luis e Sergio Saíz Montes de Oca, amarono la giustizia e la libertà e furono capaci di creare e coltivare l’arte, la poesia e il pensiero, di fonte alla tirannia e al terrore, illuminando le ombre della clandestinità e della reclusione.

 

Gli uni e gli altri, i martiri di San Juan y Martínez  mezzo secolo fa e i Cinque combattenti antiterroristi del Terzo Millennio, integrano una tradizione d’eroismo giovanile che ha accompagnato la Patria dal primo giorno. Le loro vite devono servire alle nuove e future generazioni di studenti cubani, per garantire lo sviluppo di una Rivoluzione che ha sempre avuto e avrà sempre nella gioventù la sua protagonista principale.

 

Studiare il caso dei Cinque, divulgarlo e promuovere una solidarietà efficace sino ad ottenere la loro immediata liberazione è inoltre un compito d’urgenza immediata. È anche d’importanza decisiva per decifrare chiavi indispensabili e scoprire il mondo di oggi.

 

Nei paesi sviluppati dell’ Occidente e soprattutto negli Stati Uniti sono pochissime le persone che conoscono la verità sull’ingiusto processo contro i nostri Cinque compagni. In realtà la stragrande maggioranza lo ignora in assoluto.

 

Si tratta di un caso che, per un’infinità di ragioni, doveva essere una notizia di copertina: il processo più lungo della storia nordamericana, il primo in cui principalmente si trattavano le azioni di terrorismo apertamente realizzate negli USA, davanti a un tribunale che ha sentito le testimonianze di generali, ammiragli e assessori della Casa Bianca, ed anche terroristi confessi, tutto in un processo che terminò poco dopo il crollo delle Torri Gemelle, quando, per i grandi mezzi di comunicazione il terrorismo era il tema che sembrava avere la massima priorità. Indubbiamente il processo ai Cinque fu completamente  censurato al di fuori di Miami e continua ancora oggi la stessa ferrea censura.

 

Questa apparente contraddizione rivela l’assenza della detta “libertà d’espressione” e della “libertà di stampa” che presumibilmente dovrebbero esistere nella società nordamericana. Le grandi corporazioni che monopolizzano l’informazione hanno taciuto il processo contro i Cinque, perchè lo ha stabilito così il governo degli Stati Uniti, e lo ha fatto perchè questo processo prova in maniera indiscutibile due cose che Washington  vuole nascondere disperatamente: l’assoluta innocenza dei nostri compagni ed il carattere terrorista della politica nordamericana.

 

Facciamo una necessaria riflessione. Questi media hanno dedicato e dedicano uno straordinario interesse per tutto quello che è vincolato con Cuba e la sua Rivoluzione.

 

Da cinquant’anni siamo oggetto di un’attenzione smisurata, non paragonabile a quella che prestano agli altri  paesi dell’America Latina.

 

Milioni di ore di radio e televisione e tonnellate di commenti e “informazioni”, nelle quali  abbondano la distorsione e la menzogna, ci hanno perseguitato sempre come un tornado  mediatico. Dei Cinque, al contrario, nemmeno  un secondo, una parola. Perchè?

 

Se i nostri compagni avessero commesso delle mancanze, se avessero fatto qualcosa a danno degli Stati Uniti o del loro popolo, qualcuno può pensare che l’enorme macchina propagandistica dell’impero non lo avrebbe sfruttato scandalosamente?

 

Questo silenzio duro e impenetrabile, è una prova addizionale della totale innocenza dei nostri compagni e della piena giustificazione dell’ eroica missione antiterrorista che hanno compiuto(…)

 

Il ruolo dei media nel caso dei Cinque, il loro utilizzo come strumento di pressione e terrore per assicurare l’irrimediabile condanna degli innocenti e nello stesso tempo, come barriera insuperabile per garantire l’impunità dei criminali e dei loro patrocinatori, dovrebbe essere oggetto d’analisi e riflessione per gli universitari. È difficile incontrare un altro esempio che offra più prove  per delucidare un aspetto della realtà che è essenziale per comprendere il mondo in cui viviamo(…) Come riconobbe Brzezinski nel 1969, la funzione principale dei media è preservare l’ordine imperiale.

 

Come promuovere la solidarietà in queste condizioni?

 

Dobbiamo valerci di tutti i medie e le vie alternative e usare le possibilità che offrono le nuove tecnologie della comunicazione. Questo è un compito dell’avanguardia più giovane, degli studenti, degli intellettuali. Affrontiamolo con spirito creativo e rinnovatore e senza lasciare spazi alla stanchezza o alla routine.

 

Il Presidente Obama può e deve ordinare che i Cinque siano posti in libertà immediatamente, senza condizioni di nessun tipo.

 

Gerardo, Ramón, Antonio, Fernando e René, tutti loro senza eccezione alcuna. Questa esigenza lo deve perseguitare giorno e notte come una maledizione gitana. Facciamo rispettando il legato del testamento di  Luis e Sergio Saíz, con la tenace fede  di coloro che si dedicano senza esitazioni alla fiducia di un’opera giusta del dovere irrinunciabile.