Giustizia mafiosa: Posada Carriles

assolto da tutte le accuse

 

 

9 aprile 2011 - Jean-Guy Allard www.granma.cu

 

 

Un tribunale della nazione che si riserva il diritto di stabilire una lista in cui designa altri paesi come patrocinatori di terrorismo, ha dichiarato ieri, venerdì 8, che il terrorista internazionale Luis Posada Carriles è innocente di 11 accuse di spergiuro, frode e ostacolo dei procedimenti,  in un processo che si e svolto a El Paso, in Texas e la cui decisone non può avere un appello.

 

Questa giuria formata da sette donne e cinque uomini, ha emesso il verdetto in tre ore solamente, orientata precedentemente dalla giudice Kathleen Cardone, nominata da George W. Bush, che per la seconda volta ha presieduto un processo al cui termine Posada se ne va a casa sua, a Miami.

 

“Ogni volta che la giuria ha un caso, non si può prevedere quello che deciderà, quindi aspettiamo che decida”, ha detto il procuratore federale Timothy Reardon, della Sezione  Antiterrorista del Dipartimento di Giustizia, inviato incredibilmente da Washington, mentre il Governo rifiuta di riconoscere che Posada è un terrorista e che va processato come tale, in accordo con gli impegni internazionali che gli Stati Uniti hanno firmato.

 

Posada è accusato di 75 omicidi dalla giustizia venezuelana,  dalla sua apparizione a Miami nel 2005.

 

Assolvendolo, la giuria non ha riconosciuto, nonostante tutte le prove e le testimonianze presentate, la sua entrata illegale negli Stati Uniti dal fiume Miami, a bordo della nave da pesca per gamberi Santrina, ed ha preferito credere al racconto elaborato dal ‘coyote’.

 

Inoltre non ha ammesso nemmeno implicitamente il suo ruolo negli attentati con esplosivi registrati a Cuba nel 1997, che provocarono la morte di un giovane italiano, Fabio di Celmo.

 

Collaboratore della polizia di Batista, Posada fu reclutato dalla CIA alla sua entrata negli USA e integrato all’Operazione 40, disegnata per dirigere un massacro dei rivoluzionari al margine dell’invasione di Playa Girón.

 

La CIA lo incorporò nei meccanismi di repressione sia in Venezuela, dove diresse  le mortali operazioni di ‘pulizia’ della DISIP, come in El Salvador, Guatemala e Honduras, dove svolse compiti similari.

 

Fu detenuto in Venezuela come autore intellettuale dell’esplosione di un aereo civile della linea Cubana nel 1976, che uccise  73 persone, ma evase dalla prigione con l’aiuto della CIA per maneggiare l’operazione del traffico di armi e di droghe che si sviluppò dalla base aerea di Ilopango, in El Salvador.

 

Nel novembre del 2000, Posada fu arrestato a Panama in un complotto organizzato per assassinare il leader cubano Fidel Castro, durante il Vertice ispano-americano, e fu condannato a otto anni di prigione per terrorismo, ma uscì dal carcere nel 2004 grazie ad  un indulto della presidentessa mafiosa Mireya Moscoso, che aveva ricevuto pressioni dalla cupola terrorista cubano-americana e da suoi protettori, a Washington e a Miami.

 

 

María Elvira, la Diva del Pomeriggio

 

Maria Elvira il 7 marzo 2011 rilascia dichiarazioni al suo programma di Miami da El Paso, e trasmette parte dell’intervista fatta a Posada Carriles, un giorno prima di presentarsi alla corte

 

 

 

 

17 marzo 2011 - José Pertierra 08/03/2011 El Paso, TX www.resistenze.org www.cubadebate.cu

 

 

 

 

Il Dipartimento di Giustizia oggi ha presentato come testimone, la giornalista María Elvira Salazar che, nonostante tutto, ha testimoniato a favore di Luis Posada Carriles. La procura ha richiesto che la giuria vedesse un video di un'intervista che la corrispondente della televisione di Miami fece a Posada Carriles, perché presumibilmente dimostra la responsabilità attribuite all'ex agente della CIA, per la serie di bombe che esplosero a L'Avana nel 1997.

 

 

LA DIVA

 

 

María Elvira, così conosciuta a Miami, è entrata in scena con una sciarpa rossa che contrastava elegantemente il suo abito azzurro. Nonostante abbia dichiarato durante un’intervista che le sarebbe piaciuto essere una missionaria, MEGA TV di Miami la presenta come una delle " dive del pomeriggio."

 

La testimone ha raccontato di essere nata a Miami e si considera una cubanoamericana. È stata corrispondente dal 1984 ed attualmente lavora per Mega Television. Ha un programma di un'ora, su temi d’ interesse per la comunità, dal lunedì al venerdì. "Sono una corrispondente molto rispettata nell'area del sud della Florida, specialmente tra cubani, venezuelani e messicani", ha detto la Salazar.

 

L'anno scorso dichiarò al Nuovo Herald: "Sono come Oprah ( una stella della televisione statunitense ). La produzione indipendente mi permette di scegliere chi lavora con me e quanto deve guadagnare.    Dal momento che dirigo gli investimenti, posso decidere se voglio comprare un video di Fidel Castro in mutande”.

 

 

L’INTERVISTA

 

 

Oggi a El Paso ha affermato di aver conosciuto Luis Posada Carriles nel 1998, in occasione di un’intervista fatta per la catena televisiva Telemundo. L'intervista durò un giorno, ha detto la Salazar, "benché poi la trasmettemmo in tre puntate in tre giorni consecutivi."

 

Ha successivamente rivelato: "Volevo intervistare Posada Carriles per aumentare l’audience del mio programma."

 

Il Pubblico Ministero Timothy J. Reardon gli ha quindi mostrato una copia di una trascrizione ed un'altra di un video. "È la trascrizione dell'intervista, il mio nastro, la mia voce e la voce della Sig. Posada", ha riconosciuto la Salazar. La sua dichiarazione è stata pertanto sufficiente affinché il Giudice Kathleen Cardone accettasse il nastro e la trascrizione come prova in questo caso.

 

Dopo una breve riunione privata (sidebar)  tra gli avvocati, i pubblici ministeri ed il giudice, è stato deciso che il miglior modo per mettere agli atti la prova, era semplicemente quello di mostrare l'intera intervista ai monitor della corte. È sottotitolata in inglese ma ai membri della giuria è stata consegnata anche la trascrizione bilingue.

 

La registrazione è stata quindi proiettata e, per la prima volta a El Paso, abbiamo finalmente visto Luis Posada Carriles rilasciare delle dichiarazioni — anche se la sua immagine si vedeva sfocata. All'inizio del caso, avevamo ascoltato la sua voce in alcune registrazioni che aveva fatto il Dipartimento di Immigrazione durante i colloqui relazionati con i tramiti immigratori, ma quelli erano solamente nastri audio.

 

Nessuno crede che Posada Carriles si presenterà qui al processo di El Paso. Negli Stati Uniti, l'accusato non è obbligato a testimoniare e l'avvocato difensore non è disposto a correre il rischio di far incriminare il suo cliente, per accuse più gravi di quelle di frode e falsa testimonianza per le quali è accusato. Il video dell'intervista con María Salazar saranno, in questo processo, le uniche immagini che la giuria vedrà delle dichiarazioni dell'accusato.

 

 

POSADA: “NON HO RIMORSI”

 

 

L'intervista è caratterizzata da alcuni momenti chiave e la giuria ne prende nota. Uno di questi ad esempio è quando Posada dice alla Salazar, "non ho alcun rimorso, e accetto la mia responsabilità storica. L'unica possibilità che abbiamo noi cubani è combattere con la violenza, il regime violento."

 

Il Pubblico Ministero Reardon non ha fatto molte domande alla Salazar. Ha preferito che fosse il video a parlare da sé. I membri della giuria hanno potuto vedere l'intervistatrice domandare a Posada Carriles sui fatti relativi alla serie di bombe esplose a L'Avana nel 1997: “E’ stato lei a pianificare, ad organizzare e a dare ordini affinché fossero collocate ?" La risposta dell'ex agente della CIA fu: "Io mi dichiaro responsabile e colpevole di tutte le azioni intraprese contro il regime de L’Avana all’interno del territorio cubano".

 

 

VANAGLORIA O CONFESSIONE?

 

 

L'avvocato della difesa, invece di incalzare il testimone dell’accusa - come normalmente viene fatto - gli ha semplicemente chiesto se non fosse vero che Luis Posada Carriles sia ben visto a Miami. "È una persona di cui la comunità cubana dell'esilio possiede una grande stima", ha risposto la Salazar. “Ha dedicato la vita intera per eliminare Fidel Castro ed il regime che sta al potere a Cuba."

 

A questo punto l'avvocato difensore Arturo Hernández ha chiesto di proiettare nuovamente alla Corte la parte dell'intervista nella quale Posata Carriles dice che "accetta" la sua responsabilità storica per le azioni violente contro il "regime" cubano.

 

“Lei ha considerato quella affermazione come un'ammissione di carattere storico oppure pensa che si stava assumendo la diretta responsabilità per una serie di episodi specifici ? ", ha chiesto Hernández alla Salazar, che ha risposto “ La mia impressione è che stava per assumersi la responsabilità di tutti i differenti attacchi perpetrati a Cuba contro il regime. Stava vantandosi di atti che può avere - o meno - commesso”.

 

"Una sola persona non può assumere responsabilità per tutti gli atti avvenuti a Cuba durante gli ultimi 50 anni, vero ?", ha chiesto Hernández.

 

"Certamente. Si stava pavoneggiando. Non è possibile assumere le responsabilità per tutto quello che hanno fatto a Cuba ", ha dichiarato la Salazar.

 

"Posada Carriles le ha mai confessato di essere il responsabile per la serie di bombe a L'Avana?", ha chiesto ancora l'avvocato difensore.

 

"No. Le sue risposte furono ambigue", ha commentato la corrispondente della televisione di Miami.

 

L’unica cosa che deve riuscire a fare un avvocato difensore affinché non condannino il proprio cliente è generare alcuni dubbi ad uno solo degli integranti della giuria, ed Hernández, con il contenuto dell’intervista della Salazar con Posada Carriles, ha voluto crearli.

 

“Lei ha mai avuto l’impressione che qualche suo intervistato abbia voluto vantarsi ? ”, ha continuato ad indagare Hernández.

 

A quel punto la Salazar si è messa a ridere: "Certo, tutti si vantano. Per esempio, Posada mi disse che voleva ritornare a Cuba per scatenare un'azione armata. Gli hanno già rotto mezza faccia.     Se ritorna in Cuba, l'ammazzano. Durante l’ intervista con me, lui si stava glorificando. Quello è stato il momento in cui per me l’intervista ha perso ogni credibilità ", ha dichiarato la corrispondente terminando le dichiarazioni con una sonora risata.

 

“Lei è a conoscenza se il regime di Castro orchestra una campagna di disinformazione contro Posada Carriles?", ha domandato compiaciuto l'avvocato difensore, ridendo allo stesso modo.

 

Ancora con un'espressione sorridente sul suo viso, María Elvira guardando l'avvocato della difesa risponde: "Non solamente contro Posada, ma anche contro di me. Anzi, mi hanno perfino minacciato direttamente."

 

Hernández a questo punto non ha approfondito sulle presunte minacce ricevute da María Elvira Salazar, ma si è semplicemente rivolto al Giudice Kathleen Cardone annunciando che non aveva più domande per il testimone. Il Giudice ha quindi disposto una breve sospensione ed 15 minuti lasciando l’aula da una porta laterale..

 

Posada Carriles aveva beneficiato della testimonianza di María Elvira Salazar.

 

"No, no, no. E’ andata benissimo", ha detto il Giudice alla difesa durante la pausa. Aggiungendo : " Hai visto? Tu gli facevi le domande e lei rideva e rideva".

 

 

L’ACCUSA PROVA A RIFARSI

 

 

I tre pubblici ministeri Timothy Reardon, Jerome Teresinski e Bridget Behling, allontanandosi dagli altri, hanno quindi approfittato della pausa per discutere la strategia migliore per controinterrogatorio. Alla riunione estemporanea si è aggiunto anche Omar Vega, l'agente del FBI incaricato del caso.

 

Ai tre battiti del martelletto del Giudice, che annunciava il ritorno della giuria, Reardon si è avvicinato al banco dei testimoni ed ha controinterrogato María Elvira Salazar. Questa volta, il tono delle sue domande era ben diverso, come se lei fosse un testimone avverso alla procura.

 

"Quale è la sua opinione su Fidel Castro?", gli ha chiesto Reardon.

 

"Ho sentimenti anti-Castro molto forti", ha risposto Salazar.

 

"Lei appoggia l'uso della violenza contro Cuba?", ha approfondito il pubblico ministero.

 

La Salazar ha inizialmente titubato prima di rispondere con cautela: "Non necessariamente, ma penso che l'esercito cubano dovrebbe abbattere Castro dal potere."

 

"Lei ha testimoniato che Posada Carriles volle rilasciarle un'intervista per chiarire alcuni aspetti sul reportage del New York Times. Vero?", le ha invece chiesto Hernández.

 

"Alcune persone mi dissero che sapevano che io sono una corrispondente imparziale e che Bardach, ( colei che lo intervistò per il New York Times ), è una giornalista molto faziosa. Posada voleva che si sapesse la verità e non solo la versione di ciò che il New York Times riportò", ha concluso Salazar.

 

 

LUNGA VITA AMERICA

 

 

Reardon ha quindi provato a chiarire alcuni aspetti in relazione alle risposte che Posada Carriles diede alla Salazar durante l'intervista del giugno 1998 chiedendo alla corrispondente che spiegasse alla giuria, "Se lei pensava - come ha appena dichiarato all'avvocato Hernández -  che Posada aveva schivato le sue domande sulla sua responsabilità della serie di bombe a Cuba, perché lei cambiò il tema e non insistette affinchè rispondesse alle domande che gli faceva?"

 

Salazar ha replicato al pubblico ministero che "fu un'intervista per la televisione. Non qualcosa per i tribunali, dove i dettagli vengono analizzati."

 

"Dettagli? Lei non pensa senza alcun dubbio che siamo qui di fronte ad una corte per analizzare cose incongruenti ?" ha replicato il pubblico ministero infastidito.

 

La Salazar ripresa, ha ritirato l'uso della parola dettagli, sostituendola con precisazioni, ma terminando bruscamente: "Lunga vita America ed al dovuto processo della Legge" - riferendosi a quando menzionò "America" come Stati Uniti anzichè continente.

 

 

DOMANI , VERSO IL CLOU DEL PROCESSO

 

 

A conclusione della deposizione di María Salazar, i pubblici ministeri hanno annunciato che il testimone del giorno seguente, Antonio "Tony" Jorge Alvarez, era appena atterrato all'aeroporto di El Paso. Alvarez è stato il primo ad avvisare l’ FBI in Guatemala della partecipazione di Luis Posada Carriles negli attentati de L'Avana e contro la vita di Fidel Castro,allora il Presidente di Cuba.

 

Mostrando una certa impazienza con la lentezza del processo, il Giudice Cardone ha chiesto al pubblico ministero Jerome Teresinski, informazioni su Ann Louise Bardach, un'altra testimone chiave della procura.

 

"È sotto attenzione medica. Abbiamo ricevuto una e-mail del suo avvocato per richiedere l’autorizzazione a presentarsi lunedì prossimo" ha dichiarato Teresinski.

 

"Deve essere qui giovedì", ha fermamente risposto il giudice. “Non autorizzo il posticipo del suo arrivo." Anche l'avvocato Hernández si è detto contrario al rinvio della presenza di Bardach. “Ci opponiamo alla proroga“ ha dichiarato Hernández.

 

Bardach è la giornalista del New York Times alla quale Posata Carriles confessò di essere l'autore intellettuale della sequela di bombe esplose a L'Avana nel 1997. La Bardach si è mostrata restia a comparire in questo processo e la procura ha avuto una lunga e dura battaglia contro lo studio legale che la rappresenta per trascinarla a testimoniare.

 

Esprimendo magari troppa fiducia sul fatto che il processo possa procedere rapidamente nei prossimi giorni, Teresinski ha affermato al giudice Cardone che : "vogliamo terminare la presentazione del nostro caso venerdì."

 

Tuttavia, io che partecipo come osservatore, posso anticipare nuove scaramucce legali tra gli avvocati. Tony Alvarez ed Ann Louise Bardach sono i due testimoni chiave del procedimento contro Posada Carriles. Per lo meno per la parte inerente ai fatti riguardanti le esplosioni a L'Avana del 1997. L'avvocato difensore farà tutto il possibile per intorpidire le testimonianze e l'avvocato di Bardach farà altrettanto.

 

 

UNA OMISSIONE

 

 

Uno dei punti più controversi della gestione del caso Posada Carriles da parte del FBI è la distruzione dei documenti investigativi. La giornalista Ann Louise Bardach segnala che fuHector Pesquera l'addetto del Burò del FBI di Miami, Héctor Pesquera, a dare l'ordine, prima di ritirarsi, di farli distruggere dai suoi successori. Pesquera ha un lungo percorso di fraterna amicizia con i leader dei gruppi estremista di Miami.

 

Dovuto alla distruzione dei documenti relativi alle indagini, la procura, al processo di El Paso ha potuto battersi solamente con copie di alcuni documenti chiave, come i movimenti dei finanziamenti ricevuti da Posada Carriles dal New Jersey. La settimana scorsa, l'agente del FBI Omar Vega ha testimoniato che la distruzione delle prove è avvenuta a seguito della decisione della procura di Miami di non processare Posada Carriles e di archiviare il caso.

 

Vega non ha rivelato il nome del pubblico ministero di Miami che allora aveva l’incarico di seguire il caso Posada. Tuttavia, due mesi fa, a El Paso, abbiamo saputo che nel 2005 un procuratore del ministero del Dipartimento di Sicurezza chiese al suo omologo dell'ufficio del Dipartimento di Giustizia di Miami , di presentare gli atti accusatori del caso Posada , ma il procuratore di Miami si rifiutò di farlo. Il procuratore in questione è poi risultato essere Caroline Heck Miller. Lo stesso che ha ha perseguito i Cinque cubani con una crudeltà simile a quella dell’ l'Ispettore Javert contro Jean Valjean nel romanzo di Víctor Hugo.

 

Sarà stata Caroline Heck Miller colei che si precipitò a distruggere i documenti dell’ FBI ?

 

 

José Pertierra è l'avvocato che rappresenta il governo del Venezuela per l'estradizione del terrorista Luis Posada Carriles. Il suo studio legale è a Washington D.C.

 
 

La giudice nega alla giuria un

documento chiave contro Posada

 

 

11.03.2011 - www.granma.cu

 

 

La giudice Kathleen Cardone ha negato alla giuria, nel processo contro il terrorista internazionale Luis Posada Carriles a El Paso, in Texas, un documento chiave che lo incrimina per gli attentati contro le installazioni alberghiere in Cuba, nel 1997, riposta PL.

 

La magistrata ha deciso che la giuria non potrà conoscere un documento chiave che vincola Posada Carriles al finanziamento della catena di esplosioni a L’Avana, informa un articolo dell’avvocato José Pertierra, appena  pubblicato da  Cubadebate.

 

Si tratta di un fax che termina dicendo: "Come ti ho spiegato, se non c’è pubblicità il lavoro non è utile; i giornali americani non pubblicano niente che non sia stato confermato. Necessito tutti dati della discoteca per cercare di confermarlo. Se non c’è pubblicità non c’è pagamento”.

 

Il fax, si precisa, è firmato "Solo", uno dei nomi  usati dal terrorista Posada Carriles per coprire la sua identità.

 

Pertierra sottolinea inoltre che "il documento è il vincolo tra i giri monetari del New Jersey, la catena delle bombe a L’Avana e Luis Posada Carriles".

 

Un esperto cubano testimone

nel processo a Posada

 

 

11.02.2011 - www.granma.cu (AIN)

 

 

Il tenente colonnello del MININT, Roberto Hernández Caballero, che ha testimoniato di fronte alla Giuria che giudica il terrorista Luis Posada Carriles come bugiardo, ha apportato prove sul disastro provocato dalla catena di attentati nelle installazioni turistiche cubane nel 1997, di cui l’accusato è responsabile ed in uno dei quali perse la vita il giovane turista italiano Fabio Di Celmo.

 

AP e AFP hanno riferito che  Hernández Caballero, che investigò su quei fatti, ha mostrato alla giuria fotografie delle macchie di sangue nel vestibolo dell’albergo de L’Avana, dove fu ferito a morte Di Celmo, l’Hotel Copacabana, e ha parlato dei danni provocati dallo scoppio di una bomba nell’Hotel Meliá Cohíba.

 

“C’era una grande distruzione di tutta l’area del bagno della discoteca. L’esplosione aveva strappato i sanitari e i lavandini ed aveva distrutto la parete”.  ha dettagliato l’esperto cubano.

 

Sino ad ora il caso aveva toccato solo le infrazioni migratorie commesse da Posada e le sue menzogne dette alle autorità di El Paso sulla forma illegale in cui entrò negli USA, nel 2005. 

 

Nell’intervista data alla giornalista  Ann Louise Bardach e pubblicata nel The New York Times, Posada aveva riconosciuto d’essere responsabile di quegli attentati in Cuba, ma poi lo ha negato davanti ai funzionari dell’emigrazione nel 2005,  ragione per cui è accusato di spergiuro.

 

L’avvocato che rappresenta il Venezuela nella richiesta d’estradizione di Posada, José Pertierra, ha detto che le dichiarazioni di Hernández Caballero nel tribunale e di altri esperti cubani pronti a farle — il maggiore Misael Fonte, perito del Laboratorio Centrale di Criminalistica a L’Avana, e Ileana Vizcaíno, medico forense che esaminò il cadavere di Di Celmo —  permetteranno alla giuria di conoscere la campagna terroristica che tormentò l’Isola nel 1997, anche se Posada non sarà giudicato per questo. 

 

La testimonianza di Hernández Caballero è stata rimandata di un giorno per le obiezioni della difesa, che ha detto che non c’era stato il tempo d’esaminare le documentazioni presentate da Cuba ed ha anche chiesto che gli specialisti cubani non testimonino.  

 

La giudice Kathleen Cardone ha detto che deciderà più in là se permettere la testimonianza degli altri esperti dell’Isola, ha segnalato AFP.

 

Il processo di Posada Carriles

 

a 12 gradi sotto zero

 

3.02.2011 - www.granma.cu

 

 

La neve  e la temperatura molto bassa hanno obbligato alla sospensione del processo di Luis Posada Carriles a El Paso, e non è  chiaro se il caso di spergiuro contro il “militante esiliato cubano” (sic! NdT) riprenderà oggi, ha scritto il quotidiano El Nuevo Herald.

 

La nota aggiunge  che il cielo è nuvoloso e la neve al suolo non è molto alta, ma la temperatura gelida e il forte vento rendono difficile camminare e raggiungere gli edifici.

 

Un cartello sulla porta principale della Corte Federale, dove si svolge il processo a Posada, dice che il tribunale era chiuso per la giornata di mercoledì.

 

Il mal tempo a El Paso, scrive il giornale, è parte di una tormenta gigantesca che si estende dal Nuovo Messico e dal Texas sino al Vermont ed al Maine.

 

La temperatura della mattina di mercoledì a El Paso era 12 gradi sotto zero, con molte strade e ponti chiusi per il ghiaccio o per la neve  nelle montagne vicine.

 

Importante testimone nel processo

contro Posada Carriles

 

 

 25 gennaio 2011 - con informazioni da  El Paso, dell’avvocato José Pertierra  www.granma.cu

 

 

Durante il processo che si svolge contro Luis Posada Carriles,  per aver  mentito, a El Paso, in Texas, il pubblico ministero ha presentato  un importante testimone con il proposito di dimostrare che Posada ha mentito a proposito della via d’ingresso negli Stati Uniti.

 

Si tratta di Gilberto Abascal, agente segreto dell'FBI e membro dell’equipaggio della nave El Santrina, che deve testimoniare sull’entrata di Posada Carriles nel territorio nordamericano, nel marzo del 2005 con questa imbarcazione di proprietà di Santiago Álvarez Fernández Magriñá, e non come aveva dichiarato il terrorista alle autorità migratorie, quando assicurò  agli agenti d’essere entrato dalla frontiera tra Matamoros (in Messico) e Brownsville (in Texas).

 

Abascal ha detto d’aver conosciuto Posada a Panama, quando questi era recluso là per aver  organizzato un attentato - fallito - con bombe contro Fidel Castro, durante lo svolgimento  di un Vertice Ispanoamericano a Città di Panamá e che era andato là su richiesta di  Santiago Álvarez, amico di Posada.

 

Abascal lavorava a Miami per Álvarez ed aveva anche fatto dei lavori nella casa della moglie di Luis Posada Carriles, come la riparazione del bagno, e Posada lo aveva ringraziato, regalandogli un suo quadro.

 

Dopo la visita a Panamá, il terrorista aveva dato ad  Abascal del denaro da consegnare ad un’altra persona - Osvaldo Mitat, anche lui dell’equipaggio di El Santrina - che lo doveva portare alla moglie di Luis Posada Carriles.

 

Nell’interrogatorio Abascal dovrà raccontare come avvenne l’entrata negli USA a bordo di El Santrina.

 

Posada Carriles affronta 11 accuse  per presunta frode, ostruzione di processo, spergiuro e false dichiarazioni.

 

Il Venezuela ha chiesto l’estradizione del terrorista per esplosione di un aereo civile,  nel 1976, che provocò la morte di 73 persone.

 

Il Pubblico Ministero  rifiuta di presentare

accuse penali contro Posada Carriles 

 

 

 19 gennaio 2011 - www.granma.cu

 

 

Il pubblico Ministero che ha processato i Cinque patrioti cubani a Miami, Caroline Heck-Miller, si rifiuta di presentare accuse penali contro Luis Posada Carriles, nonostante  una petizione del Dipartimento di Sicurezza, come ha ammesso nella Corte un’altra Pubblico Ministero, Gina Garrett-Jackson.  

 

Rispondendo alle domande  dell’avvocato di Posada Carriles, l’avvocatessa  che ha diretto il caso d’asilo di Posada nel 2005, ha detto d’averlo chiesto a Caroline Heck-Miller prima di procedere con la richiesta d’asilo.

 

“Ho chiesto alla Heck-Miller di considerare di processare penalmente Posada.  Senza dubbio lei non è interessata a questo e quindi io ho smesso di chiederglielo”.

 

I Cinque sono stati condannati a Miami  a smisurate sentenze per cospirazione per commettere spionaggio, nonostante un’assoluta mancanza di prove. 

 

Uno di loro, Gerardo Hernández Nordelo, è stato condannato anche per cospirazione per commettere omicidio, in relazione con l’abbattimento di due piccoli aerei di Hermanos al Rescate, anche se manca  qualsiasi  prova sul fatto che lui avesse informazioni sul presunto piano d’abbattere i due velivoli, che avevano violato decine di volte lo spazio aereo cubano, quando furono abbattuti. 

 

Heck-Miller è la Pubblico Ministero che insistette per portare il caso dei Cinque a giudizio, che ha negato il trasferimento da Miami e che ha giocato un ruolo chiave per farli ingiustamente sentenziare con esorbitanti condanne.

 

È incredibile, ma è vero, che è proprio lei che prese la decisione di non presentare accuse penali nel 2005 contro  Posada Carriles,  l’uomo che ha diretto la campagna terroristica contro Cuba,  la stessa campagna che i Cinque cercavano di ostacolare per salvare vite umane  nell’Isola.

 

Queste sono alcune delle verità occulte in questo processo legale contro Posada Carriles e vanno rivelate e diffuse.

 

 

Continua la farsa a El Paso…

 

 

 

13 gennaio 2011 - www.granma.cu

 

 

 

"Questo è una caso di menzogne: come avere un beneficio per ottenere la cittadinanza”, ha affermato il pubblico ministero Timothy Reardon nel tribunale di El Paso, in Texas (EE.UU.), che giudica il noto terrorista internazionale Luis Posada Carriles per 11 accuse: presunta frode, ostruzione di processo, spergiuro e false dichiarazioni e che costituisce un’altra farsa giudiziaria, perchè Posada non è obbligato a rispondere dei crimini commessi, nemmeno di quelli che ha confessato  sotto giuramento.

 

Secondo Efe, Posada ha mentito quando ha negato  d’essere coinvolto negli attentati con bombe perpetrati contro le installazioni turistiche di Cuba, nel 1997, che provocarono la morte di un giovane turista italiano.

 

Di fatto, parlando della morte di Fabio di Celmo, Posada disse che “si trovava nel momento sbagliato e nel posto sbagliato” ed aveva dichiarato che lui “poteva dormire come un bambino piccolo”.

 

Il Pubblico Ministero vuole presentare come prova un’intervista con la giornalista del The New York Times, Ann Louis Bardach, in cui Posada Carriles aveva riconosciuto la sua partecipazione agli attentati.

 

Prensa Latina ha diffuso alcune dichiarazioni dell’avvocato José Pertierra, rappresentante del Venezuela per la domanda d’estradizione del terrorista, nelle quali il legale ha denunciato che  Sergio García, un seguace di Luis Posada Carriles, lo ha minacciato di morte e gli ha gridato improperi, chiamandolo “cane”, un insulto molto usato da Posada.  Pertierra ha ricordato un messaggio telefonico in chiave trasmesso a Posada Carriles, il 6 ottobre del 1976, da uno dei suoi complici  nell’esplosione di un aereo civile della Cubana de Aviación, con73 persone a bordo, avvenuto  nel cielo di Barbados.

 

Hernán Ricardo in quell’occasione aveva comunicato al suo capo, Posada, che “tutti i cani erano morti”, alludendo alla morte dei passeggeri dell’aereo.

 

Sergio García accompagna Posada Carriles in molte delle sue missioni ed era anche e Panama quando si  organizzò un attentato contro Fidel Castro.

 

L’Avvocato di Posada vieta giurati che

conoscono il crimine di Barbados

 

 

 

 

12 gennaio 2011 - www.granma.cu

 

 

 

 

L’avvocato del terrorista Luis Posada Carriles, Arturo Hernández, ha vietato tutti  candidati a giurato che hanno dichiarato di conoscere il caso dell’esplosione di un aereo civile della Cubana de Aviación nel 1976, che provocò la morte di 73 persone innocenti, ha informato AFP.

 

Prima di terminare la sessione di ieri, martedì 11, la giudice Kathleen Cardone ha avvertito Hernández che la sua domanda per presentare informazioni del Governo cubano come strategia per dimostrare che le accuse contro l’ex agente della CIA non sarebbero affidabili, potrebbe essere respinta.

 

Di fronte alle proteste dell’avvocato, il pubblico ministero Timothy Reardon ha commentato che “questo non è History Channel", per segnalare che l’informazione che la difesa pretende di presentare è irrilevante.

 

Durante la giornata, il pubblico ministero si è rivolto direttamente  a Posada Carriles e gli ha chiesto “se si ricordava del povero italiano”, riferendosi a Fabio di Celmo, il giovane turista morto nell’attentato all’hotel Copacabana.

 

Il terrorista si è sorpreso e ha mosso la testa in maniera incredula.

 

Con la selezione della giuria di cinque uomini e sette donne, dopo aver intervistato 130 candidati, oggi mercoledì 12, cominciano le testimonianze del processo, che si esegue solamente per frode migratoria, come ha informato il quotidiano Diario de El Paso.

 

Comincia il processo a Posada

con la selezione della giuria

 

 

 

 

10 gennaio 2011 - www.granma.cu

 

 

 

 

 

Gridano “assassino” a

Posada Carriles

 

11.1 (El Diario de El Paso) - Nell’hotel dove alloggia a El Paso, in Texas Ventidue emigrati cubani con furiose posizioni contro il governo dell’Isola hanno  manifestato il loro appoggio a Luis Posada Carriles dalla mattina presto, davanti alla Corte Federale di El Paso, mentre si selezionava la giuria che deciderà sul caso del cubano-venezuelano.

I manifestanti, quasi tutti membri di un’organizzazione denominata Giunta Patriottica Cubana, con sede nello stato della California, erano giunti a El paso alle 3 di mattina  a bordo di un autobus proveniente da  Los Angeles.

“Veniamo per difendere l’innocenza di Posada Carriles”, ha detto Yoel Borges, presidente dell’iniziativa. La comitiva di cubani “anticuba” si è piazzata a un lato dell’edificio federale che si trova nel centro di El Paso, a pochi passi dagli accusatori del cubano-venezolano.

Il gruppo che rivendica la memoria delle vittime di Posada Carriles – decisamente maggiore per la quantità di persone, come ha informato il quotidinao  El Paso - era integrato da membri della Coalizione ANSWER, dal Comitato Nazionale per la Liberazione dei Cinque Cubani, dalla Comunità Universalista Unitaria di El Paso, la Rete Nazionale su Cuba, ed altre organizzazioni.

Tra loro l’ex Procuratore degli Stati Uniti, Ramsey Clark, che ha dichiarato a questo giornale: “Posada Carriles dev’essere recluso e gli statunitensi dobbiamo metterci d’accordo e combattere per le giuste cause. I Cinque cubani devono essere liberati e meritano d’essere liberi, perchè erano venuti qui per prevenire il terrorismo contro il loro paese e perchè vogliono la pace per la loro gente”.

Clark ha ricordato che i Cinque, prigionieri da più di 12 anni: Antonio Guerrero Rodríguez, René González Sehwerert, Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar e Fernando González Llort, sentenziati con condanne tra i 15 anni e due ergastoli, non hanno mai ammazzato nessuno e al contrario hanno evitato criminali  azioni terroristiche.

Le proteste dei due gruppi hanno mostrato le loro profonde differenze, quando la statunitense Suzanne Thompson, del Comitato Internazionale per la Liberazione dei Cinque cubani, ha gridato “Assassino” a Posada Carriles, incrociandolo nel lobby dell’hotel Camino Real, dove sono ospiti tutti e due.

“Sí, questo privilegio è stato mio, e di nessun altro… quello di chiamarlo assassino”, ha detto la Thompson, in esclusiva per El Diario de El Paso, sostenendo: “Da quando sono giunta a El Paso mi stavo chiedendo quale sarebbe stata la mia reazione se lo avessi incontrato davanti a me”.

“Posada Carriles, ha riferito la donna, mi ha fatto una pernacchia per burlarsi di quello che gli avevo detto”.  Poi quattro guardie del corpo lo hanno interrotto ed hanno condotto il loro protetto all’ascensore.

Dopo vari anni d’attesa, finalmente, il terorista Luís Faustino Clemente Posada Carriles ritorna a El Paso, in Texas, per affrontare un processo per aver mentito alle  autorità migratorie, ma non per le accuse degli omicidi commessi e organizzati, ai quali ha lavorato, e dei quali il governo degli Stati Uniti ha quantità di prove inappellabili e innegabili.

 

Posada Carriles afferma che gli USA lo proteggeranno

Iniziato il processo contro il noto terrorista internazionale

 

El Paso, Texas, 10.1- Il processo contro il terrorista Luis Posada Carriles é iniziato lunedì in un tribunale di El Paso con la selezione della giuria. Minuti dopo le otto, l’ex agente CIA ha fatto ingresso alla corte federale, sotto stretta sorveglianza, tra le proteste di un  centinaio di membri del movimento di solidarietà con Cuba.

I manifestanti si sono riuniti all'esterno dell'edificio e hanno richiesto la sua estradizione in Venezuela, mentre reclamavano la liberazione dei Cinque cubani detenuti negli USA.

Anche un piccolo gruppo di cubano-americani di Los Angeles e Miami, è venuto a El Paso a sostenere il terrorista, dicendo che è un "patriota" e un "eroe".

Intervistato da AP, Posada Carriles ha detto che il governo degli Stati Uniti non cercherà di metterlo in galera per molto tempo e che "si aspetta che la sua conoscenza sugli interventi degli Stati Uniti in America Latina lo protegga".

Il giorno prima, attivisti e simpatizzanti della Rivoluzione hanno condannato il governo USA per le azioni contro Cuba, durante un tribunale del popolo in cui  è stato anche simbolicamente giudicato Luis Posada Carriles.

Nel corso della riunione, con sede nella Comunità Universalistica Unitaria di El Paso, gli oratori hanno criticato che si stia giudicando Posada per accuse minori, di falsa testimonianza e frode, e non le sue responsabilità in atti terroristici.

Inoltre la condanna di Posada Carriles per i suoi crimini è stata richiesta dai rappresentanti di organizzazioni salvadoregne presso l’Ambasciata USA in El Salvador.

I leader del Coordinamento salvadoregno di Solidarietà con Cuba sono giunti alla sede diplomatica per consegnare una lettera diretta a Obama, per chiedere che giustizia sia applicata a Posada Carriles.

Il processo al terrorista Luis Posada Carriles comincia oggi in un tribunale di El Paso (in Texas) con la selezione della giuria, nonostante i tentativi dell’avvocato difensore di ritardare questa data.

 

Posada Carriles, di 82 anni affronta 11 accuse per frode, ostruzione di processo, spergiuro e false dichiarazioni, mentendo ai funzionari degli Stati Uniti durante gli interrogatori per la petizione d’asilo politico e cittadinanza, dopo la sua entrata illegale nel paese, nel 2005.

 

Oltre alle accuse presentate contro  Posada Carriles, diversi analisti prevedono che nel processo si esporranno anche i vincoli dell’accusato a diversi attentati commessi in Cuba.

 

La giudice  Kathleen Cardone, incaricata del caso ha accettato che il Pubblico Ministero presenti le relazioni delle autorità cubane sulle investigazioni per gli attacchi con bombe perpetrati nelle installazioni turistiche di Cuba nel 1997 e 1998.

 

Tra i circa 6000 documenti del Pubblico Ministero ci sono anche quelli del Governo del Guatemala a proposito di passaporti falsi di questo paese, usati dal terrorista d’origine cubana, con nazionalità venezuelana, con il nome di Manuel Enrique Castillo López.

 

Il processo penale contro Posadas Carriles è cominciato nel 2007, quando fu accusato di spergiuro, perchè aveva assicurato che era entrato negli USA dalla frontiera tra Matamoros (Messico) e Brownsville (in Texas).

 

L’accusa sostiene d’avere le prove che  Posada Carriles è entratoPosada Carriles ed i suoi complici permangono impuniti negli USA negli Stati Uniti senza documenti legali, per la via marittima, a bordo dell’imbarcazione Santrina, che lo aveva raccolto a Quintana Roo, in Messico, e lo aveva portato sino a Miami con altri cubani che lo proteggevano.

 

Nel maggio del 2007 la giudice  Cardone aveva annullato il processo, sostenendo che  l’accusa  aveva agito con  slealtà, perché quando Posada Carriles fu interrogato dalle autorità migratorie si sapeva già che che non contava sui requisiti per diventare un cittadino statunitense. Un Tribunale d’Appello però ha annullato la sentenza della giudice ed ha stabilito che il caso si aprisse nuovamente.

 

Nel 2009, sono state aggiunte nuove accuse contro  Posada Carriles che, dagli anni sessanta ha lavorato come agente della CIA, ed è stato segnalato che nella sua richiesta di asilo politico ha mentito, negando la su partecipazione agli attentati  commessi in Cuba.

 

fabiodicelmo.jpg (7693 byte)L’accusa ha presentato come prova un’intervista a  Posada Carriles della giornalista  Ann Louise Bardach del  The New York Times, realizzata nel 1998, nella quale l’accusato riconosceva la sua partecipazione all’attentato in cui è morto il giovane turista italiano Fabio di Celmo.

 

Tra i testimoni chiamati a dichiarare ci sono la Bardach e l’agente del FBI, Kenneth Marr, specialista in registrazioni audio e si presenteranno inoltre vari testimoni sulla partecipazione di Posada Carriles agli attentati perpetrati  nell’Isola dei Carabi.

 

Oltre agli attentati contro Cuba, il governo del Venezuela accusa Posada Carriles d’aver partecipato, nel 1976,  all’esplosione di un aereo civile cubano nel quale persero la vita 73 persone.