| Caracas 21 dicembre 2006 | www.granma.cu |

 

Correa si dichiara a favore

di un’America Latina socialista

 

 

Il presidente eletto dell’Ecuador, Rafael Correa, ha assicurato giovedì nella capitale venezuelana che il 15 gennaio prossimo il suo paese si unirà all’opera di costruzione di “un’America Latina socialista, degna e giusta”.

 

Correa, al termine di una visita al nucleo di sviluppo endogeno Fabricio Ojeda (un programma integrale di sviluppo comunitario), ha indicato che i risultati di cui è stato testimone stanno lì a dimostrare la possibilità dei latinoamericani di progredire, ha reso noto Prensa Latina.

 

Dimostrano, ha aggiunto, che assieme possiamo costruire queste patrie orgogliose, sovrane e giuste che tutti sogniamo e meritiamo.

 

Dopo aver puntualizzato che il Venezuela sta edificando questo futuro da otto anni, ha assicurato che l’Ecuador inizierà il 15 gennaio quando il nuovo presidente si insedierà alla guida del nuovo Governo di Alianza País.

 

“Costruiremo l’America Latina socialista, l’America Latina degna e giusta, assieme a Venezuela, Ecuador, Brasile, Argentina, Bolivia, Uruguay e Cile. Fino alla vittoria sempre, compagne e compagni”, ha sottolineato Correa.

 

Il presidente eletto ha messo in risalto, durante la sua visita in Venezuela iniziata mercoledì, il progressivo concretizzarsi del concetto d’integrazione assieme a temi bilaterali di grande importanza come la cooperazione energetica.

 

Il presidente eletto dell’Ecuador si è pronunciato in questo senso per mettere da parte la logica mercantile che vede i popoli come mercati e passare alla politica dello sviluppo, della complementarietà e della solidarietà.

 

 

| Caracas 20 dicembre 2006 | www.granma.cu |

Chávez e Correa convergono sulla

 

prospettiva dell’integrazione regionale

 

Il presidente del Venezuela Hugo Chávez e il presidente eletto dell’Ecuador Rafael Correa, si sono pronunciati mercoledì per l’avanzamento di un progetto d’integrazione regionale che vada al di là della sfera commerciale. Il Venezuela sostiene la posizione ecuadoriana e critica il Governo degli Stati Uniti.

 

I due politici hanno espresso le loro posizioni convergenti dopo la cerimonia di ricevimento di Correa nell’aeroporto internazionale di Maiquietía, per effettuare una visita di due giorni in Venezuela.

 

Correa, che si insedierà a gennaio, ha indicato che è giunta l’ora di riconoscere il passato e il destino comune della regione, come parte di un’agenda d’integrazione che non deve limitarsi all’ambito commerciale.

 

Quest’integrazione dev’essere di un nuovo tipo, basata sulla logica della complementarietà, superando l’imposizione assurda del nord di farci concorrenza, ha sottolineato.

 

Il presidente eletto ecuadoriano ha sottolineato che esistono possibilità di complementazione in campo energetico e finanziario, poichè la regione ha una capacità di autofinanziamento.

 

Correa, ha riproposto al Venezuela di reintegrarsi alla Comunità Andina delle Nazioni (CAN) ed ha indicato come una delle prospettive la fusione con il Mercato Comune del Sud (MERCOSUR).

 

Questa prospettiva, ha detto, sarà una priorità ecuadoriana durante il suo mandato.

 

Chávez, rispondendo ai giornalisti, ha specificato che l’integrazione regionale farà parte delle conversazioni bilaterali, così come la richiesta di rientro nella CAN formulato da Correa e dal presidente della Bolivia Evo Morales.

 

Ha tuttavia insistito sul fatto che l’uscita dal blocco andino (composto da Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia) e l’incorporazione nel MERCOSUR (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) si è realizzata dopo otto anni di analisi.

 

La CAN sarà uno dei temi, visto che Evo (Morales) ha insistito e Rafael (Correa) insiste, adesso io sono costretto a dibattere e conversare sul tema, ha detto.

 

L’ho detto, ha sottolineato, guardiamo avanti, comprendendo la fusione di tutte le istanze. Ciò di cui abbiamo bisogno è un blocco di forze politiche, ha precisato.

 

Chávez, nelle sue dichiarazioni ai giornalisti, ha espresso anche il suo sostegno alla protesta ecuadoriana contro le fumigazioni colombiane lungo la frontiera tra i due paesi e ha accusato gli USA di essere i veri colpevoli del narcotraffico.

 

Il Capo dello Stato ha criticato la spruzzatura di glisofato sui campi seminati con la coca perchè, ha detto, danneggia l’ecosistema e si è pronunciato a favore di una politica congiunta sudamericana per affrontare il traffico di droghe, senza imposizioni dal Nord.

 

Ha anche accusato l’ambasciatore statunitense in Venezuela, William Brownfield, di dire “una grande menzogna” quando afferma che il traffico di droga in Venezuela è aumentato dopo l’interruzione di un accordo di cooperazione con l’agenzia antinarcotici di questo paese.

 

Brownfield deve ritrattare le sue affermazioni se davvero vogliono buone relazioni, come hanno dichiarato funzionari nordamericani, ha detto alludendo alle espressioni di avvicinamento del sottosegretario di Stato USA Thomas Shannon.