Gli interessi di Ros-Lehtinen

 

 

4.09.2013 - Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com/

 

 

La Congressista Ileana Ros-Lehtinen, attuale capo della Sottocommissione del Medio Oriente e del Nord Africa, ha mostrato, recentemente,  un forte interesse per l'arresto, a Cuba, di uno dei salariati di Washington, quelli a cui paga un mensile per eseguire atti provocatori diretti dagli USA con parte dei 20 milioni di dollari che il presidente Barack Obama approva per la sovversione contro la Rivoluzione.
 

Secondo quanto afferma la sua preoccupazione è basata sull'informazione che il salariato è in sciopero della fame e teme per la sua salute.


La cosa che richiama prepotentemente l'attenzione è che la signora Ros-Lehtinen è rappresentante dei cittadini nordamericani e deve preoccuparsi, prima di tutto, per quello che succede nel suo paese; tuttavia è ossessionata da ciò che fanno i suoi vicini soprattutto se si tratta di Cuba, che ha lasciato nel 1959 insieme con i compagni di
suo padre, leggasi gli assassini e le marionette del regime del dittatore Fulgencio Batista Zaldivar, cercando rifugio negli Stati Uniti con la speranza di ritornare in sei mesi e sono già 53 anni senza poter realizzare il suo sogno.
 

Tuttavia la Congressista non si pronuncia né le causa preoccupazione che il suo governo mantenga in carcere, da più di 10 anni nella Base Navale, situata in territorio cubano della provincia di Guantanamo, 166 prigionieri arabi e di essi circa 70 di loro permangono, da 6 mesi, in sciopero della fame, dove quasi una ventina sono alimentati artificialmente, a forza, con tubi nell'esofago, ciò che viola tutte le norme internazionali per tali casi.
 

La posizione di questi prigionieri è per protestare contro la mancanza di definizione giuridica in cui sono immersi da più di un decennio, senza il diritto ad un processo equo, non hanno un'accusa formale e neppure possono ricevere la visita dei loro familiari e avvocati, in crudele violazione dei diritti umani.


Ma benché questi scioperanti sono nel territorio occupato di Cuba, non sono di suo interesse perché non servono alla signora Ros-Lehtinen per orchestrare campagne contro il regime socialista, che lei tanto odia e sono vittime del governo degli Stati Uniti, quello che si dichiara campione universale dei diritti umani.
 

Per riaffermare la sua vera natura inumana Ileana Ros non ha neppure condannato la morte del giovane colombiano Israel Hernandez-Llach  per mano della polizia di Miami, morto qualche giorno fa vittima di attacco cardiaco, dopo essere stato colpito con una pistola elettronica utilizzata dai militari. Nemmeno l'essere avvenuto nel suo feudo elettorale l'ha fatta reagire, non è cubano e ancor meno un sostenitore dei fratelli Castro, quindi, per lei, è di 2° categoria.

Così sono i suoi veri sentimenti e il rispetto per i diritti umani dell'Impero.

 

 

Los intereses de Ros-Lehtinen

Arthur Gónzalez

La Congresista Ileana Ros-Lehtinen, actual jefa del Subcomité del Medio Oriente y África del Norte, recientemente mostró un marcado interés por la detención en Cuba de uno de los asalariados de Washington, esos a los que se les paga una mensualidad por ejecutar actos provocativos orientados desde los EE.UU. con parte de los 20 millones que el presidente Barack Obama aprueba para la subversión contra la Revolución.
Según ella, su preocupación se basa en que le han informado que el asalariado está en huelga de hambre y teme por su salud.
Lo que llama poderosamente la atención es que la Sra. Ros-Lehtinen es representante de los ciudadanos norteamericanos y debe preocuparse ante todo por lo que sucede en su país, sin embargo se obsesiona con lo que hacen sus vecinos y sobre todo si se trata de Cuba, de donde salió en 1959 junto con los compañeros de su padre, léase los asesinos y testaferros del régimen del dictador Fulgencio Batista Zaldívar, refugiándose en los Estados Unidos con la esperanza de regresar en no menos de 6 meses y ya lleva 53 años sin poder cumplir su sueño.

Sin embargo, la Congresista no se pronuncia ni le causa preocupación que su gobierno mantenga encarcelados desde hace más de 10 años en la Base Naval ubicada en territorio cubano de la provincia de Guantánamo, a 166 presos árabes y de ellos cerca de 70 permanecen desde hace 6 meses en huelga de hambre, donde casi una veintena son alimentados artificialmente a la fuerza con tubos en el esófago, situación que viola todas las normas internacionales para tales casos.

La posición de estos reclusos es en protesta por la indefinición en la que llevan sumidos hace más de un década sin derecho a un juicio justo, no tienen formulada una acusación formal y tampoco pueden recibir la visita de sus familiares y abogados, en cruel violación de los derechos humanos.
Pero aunque esos huelguistas están en el territorio ocupado de Cuba, no son de su interés porque no le sirven a la Sra. Ros-Lehtinen para orquestar campañas contra el régimen socialista, al que tanto ella aborrece y son víctimas del gobierno norteamericano, ese que se declara campeón universal de los derechos humanos.
Para reafirmar su verdadera naturaliza inhumana, Ileana Ros tampoco ha condenado la muerte del joven colombiano Israel Hernández-Llach a manos de la policía de Miami, quien falleciera hace unos días víctima de un ataque cardiaco, después de haber recibido disparos con una pistola electrónica empleada por los uniformados. Ni siquiera por haber ocurrido en sus predios electorales ha reaccionado, total ni es cubano y menos aun partidario de los hermanos Castro, por tanto para ella es de 2da categoría.
Así son sus verdaderos sentimientos y el respeto por los derechos humanos del Imperio.

 

 

 

La speranza di morte della destra

cubano americana di Miami

 

 

14.04.2013 - Edmundo Garcia www.latardesemueve.com

 

 

 

E' appena deceduto, a Miami, Enrique Ros, padre della congressista cubano americana Ileana Ros-Lehtinen. Tutti sanno come pensava e si proponeva in vita Enrique Ros. E tutti sanno quello che io pensavo del suo agire, perché l'ho segnalato in ogni momento. E' anche noto ciò che in materia di politica anticubana significa l'agire della congressista Ileana Ros-Lehtinen e quanto deve quella proiezione negativa all'influenza di suo padre come mentore.

Nonostante tutte le critiche che ho fatto a Enrique Ros in vita, io alla persona che muore auguro, sinceramente, di riposare in pace. Sono incapace di esprimere critiche che non conducono a nulla, se non in casi molto estremi o come riferimento storico, come ho fatto dopo la morte del terrorista
Orlando Bosch. So lasciarle lì.

 

Enrique Ros é stato, per tutta la sua vita (morì a 89 anni), un uomo che ha costantemente attaccato la nazione cubana, che è stato dietro le politiche più ferree contro il governo e il popolo di Cuba, che si relazionava e teneva amicizie con noti terroristi (sia lui che sua figlia); nonostante tutto questo, io vi invito a controllare la stampa cubana, sia giornali che blog e siti web per vedere se trovate un minimo festeggiamento per la sua morte. Semplicemente non esiste.

Quello che ho detto in precedenza sulla non celebrazione della morte di qualcuno tra i cubani buoni é avvenuto anche alla morte di Rafael Diaz-Balart, che è stata una persona altamente negativa per quanto riguarda la rivoluzione e il suo popolo; e di Jorge Mas Canosa, creatore della
Fondazione Nazionale Cubano Americana, lobbista per la firma della legge Helms-Burton e la creazione delle mal chiamate Radio e TV Martí, e finanziatore di terroristi come Luis Posada Carriles. Nonostante tutto questo, non c'é stata a Cuba festeggiamento per le morti di Diaz-Balart o di Mas Canosa.

Nel momento fatale non si é avuta nella stampa né in dichiarazioni di funzionari cubani nessuna espressione fuori luogo. Solo silenzio e discrezione per il dolore degli altri; come sta accadendo oggi a Cuba nel caso della morte di Enrique Ros. Sapendo, ripeto, che per decenni Enrique Ros é stato un nemico non esattamente onorevole (perché ci sono nemici onorevoli) della rivoluzione, essendo autore di truculenti libri  sulla nostra storia. Più di due dozzine di titoli pubblicati gli riconoscono i suoi accoliti; migliaia di pagine falsando la verità della patria cubana, mancando di obiettività, equilibrio e rimanendo nella pura propaganda.

Nei suoi libri Enrique Ros ha diffamato la memoria del Comandante Ernesto Che Guevara, ha calunniato il comportamento delle truppe cubane nella guerra in Angola, ha elogiato gli eccessi della controrivoluzione nell'Escambray, non ha saputo o non ha potuto capire l'eroismo del popolo nella crisi di ottobre dove tutta Cuba era disposta ad arrivare al massimo per la difesa della propria sovranità, ha screditato la vittoria rivoluzionaria contro le truppe mercenarie che invasero per la Baia dei Porci, ha elogiato la preparazione da Miami di atti terroristici contro Cuba, e molto altro.

 

Eppure, nessuno ha fatto una festa a Cuba per la sua morte, come si é fatta a Miami il 31 luglio 2006, quando venne reso noto che Fidel soffriva una malattia che lo costringeva ad allontanarsi temporaneamente dalle sue responsabilità; o quando recentemente si é saputo della morte del Presidente Hugo Chavez, che venne celebrata in alcuni circoli di Miami con champagne, qualificando pubblicamente la perdita come "un miracolo divino per la democrazia". In programmi televisivi di Miami si sono festeggiate queste notizie negative; in particolare mi ricordo che nel programma ormai scomparso "A Mano Limpia" del Canale 41, il conduttore Oscar Haza giocava all'assassinio del Presidente chiamando irresponsabilmente  la morte "cambiamento della salute".

 

La stessa Ileana Ros-Lehtinen è giunta a confessare che non aveva obiezioni di fronte all'eliminazione fisica di Fidel, cosa che ho poi dovuto ritrattare per la più semplice norma di etica pubblica, essendo un legislatrice federale.

 

Gli immigrati cubani residenti a Miami, patrioti e amanti del loro paese, hanno espresso rifiuto del comportamento di questi estremisti cubano americani di fronte a fenomeni tanto rispettabilmente umani come la morte e le malattie.

 

E' scandaloso che la destra cubano-americana che gode alla disgrazia degli altri si ritenga cattolica. Cattolici molto singolari, questi personaggi, che solo credono in Dio le domeniche quando partecipano alla messa, soprattutto se vi è qualche telecamera tv presente.
 

Il vero popolo cubano, sia nell'isola come a Miami, ha un comportamento rispettoso.

 

Si tratta di una linea di condotta mantenuta in ogni momento ed insegnata da Fidel.

Per queste persone il popolo cubano non sente odio; disprezzo sì, ma non odio.

 

Rallegrarsi della morte di un nemico politico ignorando il dolore degli esseri intorno a lui, come fanno a Miami, non é nell'etica della nazione cubana. Che differenza! Che differenza, e lo rimarco, tra il popolo cubano e questa gente che si eccita di fronte agli uragani che affliggono Cuba!  Che differenza tra i giornalisti responsabili ed i calunniatori che da Miami danno notizie sul colera a Bayamo e Manzanillo con morbosità irrefrenabile, che sono felici per incidenti e tragedie occorse ai loro connazionali! Un'enorme e a volte penso insormontabile differenza.

 

Gli sconfitti e fuggitivi da Cuba sono sempre in attesa che forze maggiori come la natura e il governo degli Stati Uniti li aiutino a risolvere ciò che essi non sono in grado di ottenere. Gli va bene tanto la morte di un leader che un ciclone per sognare la fine della rivoluzione cubana. Questa fine che hanno aspettato per più di mezzo secolo non sta per arrivare. E se succedesse, non succederà, ma se succedesse, dovremmo ritornare alle colline d'oriente, perché un paese come Cuba non può cadere nelle mani di gente come questa.

 

 

La esperanza de muerte de la derecha cubanoamericana de Miami

Por Edmundo García www.latardesemueve.com

Acaba de fallecer en Miami Enrique Ros, padre de la congresista cubanoamericana Ileana Ros-Lehtinen. Todo el mundo sabe cómo pensaba y se proyectaba en la vida Enrique Ros. Y todo el mundo sabe lo que yo pensaba de su actitud porque lo señalé en cada momento. Se conoce también todo lo que en materia de política anticubana significa la actuación de la congresista Ileana Ros-Lehtinen y cuánto debe esa proyección negativa a la influencia de su padre como mentor.
A pesar de todas las críticas que le hice a Enrique Ros en vida, yo a la persona cuando fallece le deseo honestamente que descanse en paz. Soy incapaz de verter críticas que ya no proceden, a no ser en casos muy extremos o como referencia histórica, como hice tras la muerte del terrorista Orlando Bosch. Yo lo sé dejar ahí.

Enrique Ros fue a lo largo de su vida (murió de 89 años) un hombre que atacó permanentemente a la nación cubana, que estuvo detrás de las políticas más férreas contra el gobierno y el pueblo de Cuba, que se codeaba y tenía amistad con terroristas connotados (tanto él como su hija); a pesar de todo esto, yo les invito a que revisen la prensa cubana, tanto periódicos como blogs y páginas electrónicas, a ver si encuentran un mínimo festejo por su muerte. Simplemente no existe.
Lo que he dicho anteriormente sobre la no celebración de la muerte ajena entre buenos cubanos también ocurrió cuando el fallecimiento de Rafael Díaz-Balart, que fue una persona altamente tóxica con respecto a la revolución y su pueblo; y de Jorge Mas Canosa, creador de la Fundación Nacional Cubano Americana, cabildero por la firma de la Ley Helms-Burton y la creación de las mal llamadas Radio y Televisión Martí, así como financiero de terroristas como Luis Posada Carriles. A pesar de todo esto, tampoco hubo en Cuba un jolgorio por las muertes de Díaz-Balart o Mas Canosa.
En el momento fatal no hubo en la prensa ni en declaraciones de funcionarios cubanos ninguna expresión fuera de lugar. Solo silencio y discreción ante el dolor ajeno; como está ocurriendo hoy en Cuba con el caso de la muerte de Enrique Ros. Sabiendo, repito, que durante décadas Enrique Ros fue un enemigo no precisamente honorable (porque hay enemigos honorables) de la revolución, siendo autor de libros truculentos sobre nuestra historia. Más de dos decenas de títulos publicados le reconocen sus acólitos; miles de páginas tergiversando la verdad de la patria cubana, faltando a la objetivad, al balance y quedándose en pura propaganda.
En sus libros Enrique Ros difamó la memoria del Comandante Ernesto Che Guevara, calumnió el comportamiento de las tropas cubanas en la guerra de Angola, hizo el elogio de los desmanes de la contrarrevolución en el Escambray, no supo o no pudo entender el heroísmo del pueblo en la crisis de octubre donde toda Cuba estuvo dispuesta a llegar a lo máximo por la defensa de su soberanía, menoscabó el triunfo revolucionario frente a las tropas mercenarias que invadieron por Playa Girón, elogió la preparación desde Miami de actos terroristas contra Cuba, y mucho más.

Así y todo, nadie ha hecho una fiesta en Cuba por su muerte, como sí hicieron en Miami el 31 de julio del año 2006, cuando se informó que Fidel sufría una enfermedad que le obligaba a distanciarse temporalmente de sus responsabilidades; o cuando recientemente se dio a conocer la muerte del Presidente Hugo Chávez, que se celebró en algunos círculos de Miami con champán, calificándose públicamente la pérdida como “un milagro divino para la democracia”. En programas de televisión de Miami se festejaron estas noticias adversas; en particular recuerdo que en el ya desaparecido programa “A Mano Limpia” del canal 41, su conductor Oscar Haza jugaba al magnicidio llamando irresponsablemente a la muerte “modificación de la salud”.

La propia Ileana Ros-Lehtinen llegó a confesar que no tenía objeciones ante la eliminación física de Fidel, cosa de la que después se tuvo que retractar por la más simple norma de ética pública, tratándose de una legisladora federal. Los emigrantes cubanos residentes en Miami, patriotas y amantes de su país, expresaron rechazo al comportamiento de estos extremistas cubanoamericanos ante fenómenos tan respetablemente humanos como la muerte y las enfermedades. Resulta escandaloso que esa derecha cubanoamericana que goza con la desgracia de los otros se tenga a sí misma como católica. Católicos muy singulares esos personajes que solo creen en Dios los domingos cuando asisten a misa; sobre todo si hay alguna cámara de televisión presente.
El verdadero pueblo cubano, tanto en la isla como en Miami, tiene un comportamiento respetuoso. Es una línea de conducta mantenida durante todo el tiempo y enseñada por Fidel.
Por esas personas el pueblo cubano no siente odio; desprecio sí, pero no odio. Alegrarse de la muerte del enemigo político ignorando el dolor de los seres que le rodean, como se suele hacer en Miami, no está en la ética de la nación cubana. ¡Qué diferencia! ¡Qué diferencia, y lo remarco, entre el pueblo cubano y esta gente que se excita ante los huracanes que azotan a Cuba!  ¡Qué diferencia entre los periodistas responsables y los difamadores que desde Miami reportan sobre el cólera en Bayamo o Manzanillo con morbo incontenible, que se sienten felices por accidentes y tragedias ocurridas a sus compatriotas! Una enorme y a veces creo que insuperable diferencia.

Los vencidos y huidos de Cuba siempre están esperando que fuerzas mayores como la naturaleza y el gobierno norteamericano les ayuden a resolver lo que ellos son incapaces de lograr. Les viene bien lo mismo la muerte de un dirigente que un ciclón para soñar con el fin de la revolución cubana. Ese fin que han esperado por más de medio siglo no va a llegar. Y si sucediera, no va a suceder pero si sucediera, habría que ir de nuevo para las lomas de oriente porque un país como Cuba no puede caer en manos de gente como esa.