La fine del blocco dev’essere un’azione unilaterale USA

bloqueo bastaL’eliminazione del blocco dev’essere un’azione unilaterale degli Stati Uniti, ha assicurato il cancelliere di Cuba, Bruno Rodríguez, in un’intervista telefonica concessa ai media pubblici dell’Ecuador.

Rodríguez ha spiegato al gruppo formato dalla Radio Pubblica dell’ Ecuador, Ecuador TV, il quotidiano  El Telégrafo e l’agenzia di notizie Andes, che la fine delle sanzioni economiche, finanziarie e commerciali che Washington applica contro L’Avana da più di cinque decenni non potrà mai essere  il risultato di un negoziato  o una risposta a concessioni fatte dal governo dell’Isola dei Caraibi.


Rodríguez ha spiegato al gruppo formato dalla Radio Pubblica dell’ Ecuador, Ecuador TV, il quotidiano  El Telégrafo e l’agenzia di notizie Andes, che la fine delle sanzioni economiche, finanziarie e commerciali che Washington applica contro L’Avana da più di cinque decenni non potrà mai essere  il risultato di un negoziato  o una risposta a concessioni fatte dal governo dell’Isola dei Caraibi.

Cuba non blocca gli Stati Uniti, nè applica misure discriminatorie contro le compagnie nordamericane, nè ai turisti statunitensi, ha ricordato il capo della diplomazia cubana, che ha avvertito che nonostante le recenti misure esecutive adottate dal presidente Barack Obama, il blocco continua ad essere una realtà asfissiante.

Al  proposito ha segnalato che la decisione del mandatario d’autorizzare l’uso del dollaro nelle transazioni con l’Isola dei Caraibi è stata solo un mero annuncio, perché le banche cubane, ha aggiunto, continuano a non poter aprire conti nel paese del nord.

“Posso affermare che in questo momento non esistono transazioni finanziarie normali”, ha assicurato.

Rodríguez ha avvertito che nonostante il processo di normalità delle relazioni bilaterali iniziato il 17 dicembre del 2014 e il cui corollario è stata la recente visita di Obama a L’Avana, non si potrà mai parlare di vincoli normali fino a che gli Stati Uniti continueranno ad usurpare il territorio cubano a Guantánamo, o finanzieranno programmi e trasmissioni radio e TV per alterare l’ordine costituito che impera nell’Isola.

Inoltre ha informato che Washington mantiene intatti i suoi obiettivi strategici di dominare Cuba economicamente e politicamente ed ha citato come esempio l’apertura nel campo delle telecomunicazioni e l’appoggio finanziario al settore non statale, che vogliono solamente, ha detto, costruire un’opposizione al governo.

A proposito dei richiami fatti dal mandatario statunitense al popolo cubano di dimenticare la storia e guardare solo al futuro, il ministro ha indicato che Cuba è disposta a costruire una relazione di dialogo e di cooperazione con gli Stati Uniti, ma senza che questo implichi la rinuncia *nemmeno di un millimetro* dei principi della Rivoluzione e della sua indipendenza.

“I discorsi possono essere gradevoli e anche sinceri, ma una frase amabile, un sorriso e nemmeno un gesto di simpatia possono far dimenticare una storia lunga e complessa che marca la vita dei cubani”, ha aggiunto il cancelliere, che ha risaltato che il 77% dei suoi compatrioti è nato sotto il blocco nordamericano.

La riflessione pubblicata ieri da Fidel Castro sulla visita di Obama nell’Isola è stata straordinariamente opportuna. Nel suo scritto il leader storico della Rivoluzione cubana ha affermato che Cuba non necessita regali di sorta dall’impero.

“Mi pare straordinariamente opportuna la riflessione del comandante Fidel Castro con la sua straordinaria autorità storica, politica ed etica nel nostro popolo e in generale nell’opinione pubblica internazionale, quando scompone questi concetti e reitera quello che è una ferma decisione delle cubane e dei cubani”, ha sottolineato ancora il ministro degli Esteri di Cuba Bruno Rodríguez.

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