I documenti declassificati mostrano come Nixon e Kissinger abbiano stabilito la strategia di destabilizzazione e come l’hanno attuata

I documenti declassificati mostrano come Nixon e Kissinger abbiano stabilito la strategia di destabilizzazione e come l’hanno attuata
Le recenti sconfitte della destra continentale in Bolivia e in Cile lasciano in discussione la ripetuta ma fallace tesi della fine delle alternative progressive nella Nostra America. In un paio di settimane, i popoli della Bolivia e del Cile hanno inferto duri colpi all’offensiva conservatrice della regione, dimostrando che più che un pendolo politico o una chiusura del ciclo progressista, l’America Latina sta vivendo un crescente inasprimento della lotta politica. In questo ottobre andino del 2020, le urne hanno tradotto gli anni di lotta accumulati dai movimenti sociali di questi popoli, dimostrando l’incredibile capacità di resistenza popolare di fronte alla cruda repressione che hanno dovuto affrontare.
La Casa de la Américas si riferisce alla «vittoria ottenuta con indiscutibile vantaggio di voti, che ha fermato ogni possibilità di mettere in pratica gli abituali imbrogli delle elite», in un comunicato emesso mercoledì 28 ottobre a proposito della vittoria elettorale in Bolivia e di quella costituzionale in Cile
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Franco Vielma https://misionverdad.com
L’America Latina è ancora una volta un luogo di scossa, questa volta per lo squilibrio congiunturale che soffre l’agenda della destra regionale alla luce degli eventi che si stanno registrando in diversi paesi della regione.
Il recupero delle istituzioni democratiche per via elettorale in Bolivia, così come il saldo del plebiscito per il cambiamento della Costituzione in Cile, sono le principali tappe che dobbiamo inappellabilmente evidenziare.
Continue reading “Un bilancio degli ultimi avvenimenti in America Latina” »
Il Presidente Miguel Díaz-Canel ha definito in un messaggio nel suo account in Twitter “una storica vittoria”, il risultato della votazione del popolo cileno che con il 78,27% a favore ha approvato la redazione di una nuova Costituzione che sostituisca la vigente, del 1980, dal governo del dittatore Augusto Pinochet.
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Fabrizio Casari www.altrenotizie.org
Ci sarà una nuova Costituzione in Cile. Il 72 per cento dei cileni hanno schiacciato definitivamente la Costituzione pinochettista, approvando la proposta di nuova Costituente. Il pinochetismo diventa così orfano di sovrastruttura giuridico-costituzionale. I 155 costituenti che verranno eletti rappresenteranno l’insieme della società cilena e questo, di per sé, è un tributo in premessa alla nuova pagina della storia cilena che si è aperta da ieri. Tra i 155 vi saranno gli indios Mapuche, il che racconta l’esito valoriale, oltre che politico della vittoria ed offre una suggestione affascinante che si scaglia contro la rappresentanza di classe della minoranza bianca e ricca.
di Geraldina Colotti
Una giornata storica, quella vissuta in Cile durante il referendum costituzionale del 25 ottobre. Due i quesiti nella scheda. Il primo chiedeva ai cittadini di approvare o rifiutare una nuova costituzione. In caso affermativo, si doveva scegliere l’organo deputato a redigere la nuova Carta magna. Nel primo caso, un’Assemblea Costituente composta da 155 cittadini, eletti alle prossime amministrative dell’11 aprile 2021 in base a criteri di parità di genere e alla partecipazione di delegati delle popolazioni indigene. Nel secondo, una convenzione mista, ossia 50% di parlamentari designati dal Congresso e l’altro 50% da cittadini eletti con voto popolare, come nel primo caso.
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José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Una persona su una sedia a rotelle è stata scaraventata a terra dall’impatto del getto d’acqua della polizia antisommossa (1).
Nello stesso scenario, giorni prima, un poliziotto gettava nel fiume, da un ponte, un manifestante minorenne (2). Entrambe le immagini di repressione sarebbero state prima pagina sulla stampa di mezzo mondo, se fossero avvenute a Cuba o in Bielorussia (3). Ma poiché corrispondono al Cile, non ci sono prime pagine, né condanne da parte USA o dell’Unione Europea (4).
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Elson Concepción Pérez
Il Cile realizzerà il 25 ottobre una votazione alla quale sono chiamati a partecipare circa 14,6 milioni di persone per determinare se approvare o meno l’elaborazione di una nuova Costituzione in sostituzione di quella redatta nell’epoca della dittatura di Augusto Pinochet, che conserva molti di quei postulati.
Ho il coraggio di dire che il Cile, per quello che ha vissuto dal 11 settembre del 1973 sino a questo ottobre del 2020, è una nazione che presenta un panorama quasi unico in America Latina.
«Tre anni prima del golpe la vittoria di Allende fu anche un effetto delle divisioni nella destra. Unidad Popular, invece, era la coalizione che aveva messo insieme i due principali partiti operai (il Pc e i socialisti) con due forze borghesi (il partito radicale e una scissione della Dc, la Izquierda Cristiana) su quello che venne chiamato il “programma delle 40 misure”». L’undici settembre del 73 sorprese Erwin Ibarra, diciannovenne, all’ombra delle Ande, non lontano da Santiago. Lì, a Cañaveral, c’era una delle residenze presidenziali trasformata in scuola militare e politica del Grupo de Amigos Personales del Presidente, una sorta di scorta armata di Allende.
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Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com
In più di mezzo secolo, si conoscono molti personaggi al servizio degli interessi più sporchi degli USA, e tra questi c’è Michelle Bachelet, Alta Commissaria ONU per i Diritti Umani; sostenuta da Washington come pezzo chiave nei suoi piani contro le nazioni che non sono di suo gradimento.
Da quando ha preso posizione in quell’incarico, Bachelet ha schierato azioni per condannare il Venezuela, quando in realtà quel paese è vittima della guerra economica, commerciale e finanziaria imposta dagli USA per soffocare la sua economia ed incolpare la Rivoluzione Bolivariana di essere un fallimento.
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Angel Guerra Cabrera www.cubadebate.cu
Il 6 dicembre ci sono le elezioni in Venezuela per eleggere tutti i deputati all’Assemblea Nazionale (AN), fatto di straordinaria rilevanza politica. Ma prima di entrare in tale tema, accennerò alle elezioni che si svolgeranno in diversi paesi dell’America Latina nei prossimi mesi, tutte molto importanti nella disputa per la nostra America tra la destra e le forze popolari.
Il colpo di stato ci ricorda che laddove il socialismo ha mostrato le migliori possibilità di rendere possibile la vita per i nostri popoli, il capitalismo lo ha combattuto con soffocamento e morte.
Karima Oliva Bello www.granma.cu
Il colpo di stato in Cile ci ricorda che i criminali non furono solo quel gruppo di militari senza scrupoli né umanità. Il crimine fu economico, ebbe il suo fondamento nell’opera del Premio Nobel per l’Economia Milton Friedman: solo uccidendo il popolo cileno e annegando nel sangue la sua resistenza gli si è potuto imporre loro la nuova fase del capitalismo.
Nelle strade di Santiago del Cile, l’immagine di Salvador Allende è portata da giovani manifestanti che rivendicano il loro diritto a una vita dignitosa, anche se la maggior parte di loro ha meno di 47 anni quando il Presidente muore l’11 settembre.
Nella Plaza Italia, ribattezzata dal popolo La Dignidad, il volto di Allende è un simbolo di lotta, anche se il suo governo, iniziato nel 1970 a beneficio delle grandi maggioranze e della sovranità del suo Paese, è stato rovesciato nel 1973 dal colpo di Stato militare guidato dal generale Augusto Pinochet, con l’espresso sostegno del governo USA.
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