Nei giorni scorsi il neoeletto presidente del Brasile, Luis Ignacio Lulada Silva, ha convocato una riunione dei presidenti sudamericani con l’obiettivo di unire i Paesi della regione per lavorare per il benessere dei popoli e della pace. Un aspetto significativo è stato l’invito al Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, per reintegrare quella grande nazione nel blocco sudamericano, esclusa dalle pressioni e dalle sanzioni di Washington, per la posizione verticale di non sottomettersi ai dettami del regime yankee.
La battuta d’arresto nella regione è stata segnata dall’ascesa al potere dei presidenti di destra di Ecuador, Argentina, Brasile, Bolivia e Uruguay, attori chiave utilizzati dagli USA per impedire l’avanzata della sinistra, che aveva assunto posizioni di unità contro la loro politica neoliberale.
La dirigenza del presidente Lula ha permesso la presenza a Brasilia di 11 presidenti, tra cui alcuni che mantengono atteggiamenti filoUSA e che evidentemente hanno partecipato con precise indicazioni USA, esposte in quel forum senza decoro.
Evidentemente, l’orientamento di Washington è stato quello di rifiutare la presenza di Nicolás Maduro e accusarlo di violare i diritti umani, cosa che hanno fatto l’uruguaiano Luis Lacalle Pou ed il cileno Gabriel Boric, quest’ultimo nonostante avesse il cartellino “di sinistra”.
La posizione filo-yankee di Lacalle Pou è ben nota e lo fa in ogni forum latinoamericano con i suoi attacchi a Cuba, secondo il copione inviatogli dal Dipartimento di Stato, attraverso la sua ambasciata a Montevideo, ma quella del “di sinistra” Boric, ha messo allo scoperto la strategia yankee usata in Cile per impedire la salita al potere del partito comunista, che ricorda quella usata in Spagna negli anni ’70 del XX secolo.
Se esaminiamo ciò che la CIA ha fatto in Spagna, durante il processo prima della morte del dittatore fascista Francisco Franco, troviamo molte somiglianze con l’ascesa del cileno Gabriel Boric.
La CIA ha organizzato l’intera transizione con l’appoggio di Franco, compresa l’accettazione della restaurazione della monarchia con Juan Carlos di Borbone, l’appoggio dell’esercito e degli organi di sicurezza, per evitare punti di opposizione ai suoi piani.
Il caso del cileno Boric ha aspetti analoghi a quelli che si sono svolti in Spagna, per impedire a tutti i costi che i dirigenti storici del Partito Comunista assumessero la guida del Paese.
Il tassello fondamentale in Spagna è stato Felipe González, il principale prodotto del processo di transizione, eletto presidente del Partito Socialista Operaio Spagnolo nel 1974, durante un incontro tenutosi in Francia, dove ha partecipato protetto da ufficiali dell’intelligence spagnola e con passaporto fornito da quel servizio.
Su istruzione della CIA, nel 1979 durante il 28° Congresso del PSOE, Felipe González ha imposto la scomparsa del termine marxista dagli statuti del partito e ha obbedientemente adempiuto all’ordine di affondare il Partito Comunista Spagnolo.
La posizione assunta dal presidente cileno a Brasilia coincide esattamente con quella del Dipartimento di Stato yankee, al fine di mantenere l’immagine che “Maduro viola i diritti umani”. Non ha però criticato le sanzioni contro il popolo venezuelano, né le azioni terroristiche, finanziate dalla CIA, alle centrali elettriche e nelle raffinerie di petrolio, il blocco delle importazioni di alimenti per sfamare la popolazione e di altri prodotti, causa dell’emigrazione.
Né si è espresso contro il riconoscimento del fantoccio Juan Guaidó e le manovre yankee per disconoscere il governo venezuelano eletto, il che dimostra la sua subordinazione alla politica interventista USA, dimostrando che sta eseguendo gli ordini di coloro che lo sostengono politicamente.
Queste aggressioni yankee contro il Venezuela non possono essere nascoste sotto il tappeto o far finta di non vedersi.
La coincidenza di posizioni politiche tra il “di sinistra” Gabriel Boric e il di destra Luis Lacalle Pou, di incolpare il chavismo per la situazione subita dai venezuelani non è un caso, è un ordine USA, che per la sua ostinazione e arroganza hanno posto in luce la collaborazione del cileno con Washington e pare con il quartier generale di Langley, come nel caso dello spagnolo Felipe González, che di socialista erano rimasti solo i bottoni della camicia.
Assume la stessa posizione per accusare Cuba e Nicaragua di violare i diritti umani, sostiene persino la marionetta yankee, Rosa María Paya Acevedo, arrivata in Cile, il 31 maggio 2023, e, come se fosse una personalità politica, ricevuta da Juan Antonio Coloma, presidente del Senato cileno, al quale ha esposto il copione yankee per cambiare il sistema socialista a Cuba ed ha esortato Gabriel Boric a pronunciarsi sulla situazione si Cuba e ad adottare misure a favore della difesa dei diritti umani nell’isola.
Boric dà seri segni della suo falso sinistrismo, in particolare con la sua svolta nel caso delle rivendicazioni delle comunità mapuche per le loro terre ancestrali, approvando lo stato di emergenza e autorizzando i militari a presidiare le autostrade nella regione di La Araucanía e nelle province limitrofe di Arauco e Biobío, epicentro delle proteste popolari, di cui, fino ad ora, era un convinto detrattore.
L’uso delle forze militari è considerato in Cile come una politica che minaccia la democrazia e il rispetto delle libertà individuali.
In varie manifestazioni internazionali ha denunciato le presunte violazioni dei diritti umani commesse a Cuba, Nicaragua e Venezuela, per ordine degli yankee.
L’accusa che, a Cuba, ci siano prigionieri per pensare in modo diverso, è stata fatta nel giugno 2022 al suo arrivo negli USA, per partecipare al Summit delle Americhe, nella città di Los Angeles, in coincidenza con le dichiarazioni di Brian Nichols, Sottosegretario di Stato per gli affari dell’emisfero occidentale.
Boric ha ottenuto il suo primo grande trionfo politico nel 2011, sconfiggendo la comunista Camila Vallejo, alle elezioni per la presidenza della Federazione degli Studenti dell’Università del Cile. In quel periodo si definiva un giovane di sinistra “con la voglia di cambiare il Paese”.
Fino al 2016, Boric non si nascondeva nell’esprimere la sua ammirazione per il governo cubano e ha persino reso omaggio a Fidel Castro in un tweet, ma un mese dopo aver assunto la presidenza, ha dichiarato che “immaginava uno spazio progressista senza Venezuela o Cuba”.
L’interrogativo delle sue vere posizioni di sinistra si trova nelle lotte studentesche e successivamente in una sinistra con un’enfasi sulle “questioni ambientali e di genere”, nonostante i gravi problemi sociali che persistono in Cile, ereditati dalla dittatura di Pinochet, imposta dagli USA.
La sua traiettoria è a zig-zag, perché nel 2009 dopo essersi iscritto alla facoltà di giurisprudenza, non si è laureato come avvocato, sospendendo l’esame di laurea nel 2011, dedicandosi alla vita politica. Nelle elezioni tenutesi il 5 e 6 dicembre 2011, il suo gruppo Creando Izquierda, ha ottenuto il 30,52% dei voti, e ha ottenuto la carica di presidente della Federazione, superando Camila Vallejo, candidata alla rielezione nella lista della Gioventù Comunista del Cile.
Nel luglio 2018, Gabriel Boric aveva detto: “Non voglio dedicarmi a fare l’avvocato, né a fare il politico, perché voglio dedicarmi, per due anni, a scrivere un romanzo di fantascienza”.
Nell’ottobre dello stesso anno si è assentato dai lavori parlamentari, entrando volontariamente, per due settimane, nell’ospedale psichiatrico dell’Università del Cile, a seguito di una crisi dovuta al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), diagnosticato all’età di dodici anni.
Nelle elezioni primarie del 18 luglio 2021 ha prevalso sul candidato del Partito Comunista Cileno, Daniel Jadue, ed è stato nominato candidato alla presidenza del Patto “Apruebo Dignidad ” per le elezioni presidenziali del novembre 2021.
Il 19 dicembre 2021 ha vinto, al secondo turno, le elezioni come presidente del Paese.
Per puntellare la sua immagine, come hanno fatto con la controrivoluzionaria cubana Yoany Sánchez, Times Magazine lo ha selezionato come una delle 100 persone più influenti del 2022 e, nel dicembre dello stesso anno, è stato riconosciuto dalla rivista Bloomberg come una delle persone più influenti nel mondo, una vecchia tattica yankee per rafforzare i propri collaboratori.
Con una manovra politica, nel marzo 2022, ha nominato la comunista Camila Vallejo, ministra del Ministero della Segreteria Generale del Governo e in questo modo ha evitato una oppositrice che ponesse in pericolo il suo governo.
Boric affronta seri problemi interni alla società che non ha risolto, come le rivendicazioni del Collegio degli Insegnanti del Cile per il pagamento del Debito Storico e del Bonus Pensione in arretrato, la modifica del sistema di finanziamento dell’istruzione e la giornata scolastica completa, nonché la cessazione dell’oppressione lavorativa e la violenza contro i maestri, tra altre questioni.
Inoltre, persiste la repressione poliziesca contro chi rivendica i propri diritti, come quello che sta accadendo con il popolo mapuche, situazioni che violano i diritti umani, cosa che dovrebbe preoccuparlo più che aderire alle campagne mediatiche ideate dai suoi amici del nord, contro Cuba, Venezuela e Nicaragua.
José Martí non si è sbagliato quando ha affermato: “In politica, ciò che è reale è quello che non si vede”.