Tag Archives: golpe

Cile: i segreti che il governo USA continua ad occultare

Peter Kornbluh

Cinquant’anni dopo il golpe militare che rovesciò Salvador Allende e instaurò la dittatura di Pinochet, esistono ancora documenti top secret sul ruolo degli USA che devono essere declassificati.

Il 25 agosto, la CIA ha pubblicato, discretamente, sul suo sito web due documenti sul golpe militare in Cile, tenuti segreti per mezzo secolo: il President’s Daily Brief (PDB – rapporto quotidiano del presidente) della mattina dell’11 settembre 1973 (il giorno del golpe) e dell’8 settembre 1973, quando l’esercito cileno stava finalizzando i suoi piani per rovesciare il governo democraticamente eletto di Salvador Allende.

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Cile: 11 settembre 1973

11 settembre 1973, discorso del Presidente Salvador Allende alla radio

 

7.55 A.M., Radio Corporación

Parla il Presidente della Repubblica da La Moneda, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica del Cile.

“Viene segnalato da informazioni certe che un settore della Marina avrebbe isolato Valparaiso e che la città sarebbe stata occupata. Ciò rappresenta una sollevazione contro il Governo, Governo legittimamente costituito, Governo sostenuto dalla legge e dalla volontà del cittadino.

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Cile, 50 anni dopo. Francisco Marín: “Così hanno ammazzato Allende

di Geraldina Colotti*

Per i cinquant’anni dal golpe in Cile contro l’allora presidente, Salvador Allende, l’11 settembre 1973, fioriscono analisi e pubblicazioni. Tra queste, l’inchiesta giornalistica di Francisco Marín Castro (sociologo, scrittore e direttore del quotidiano El Ciudadano) e Luis Ravanal Zepeda (medico forense), Allende, autopsia de un crimen, appena pubblicata in Cile da Ceibo. Un lavoro rigoroso, dal punto di vista storico e simbolico, sugli ultimi momenti di Allende e del governo di Unidad Popular. Ne abbiamo parlato con Francisco Marín Castro.

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I tre golpe contro Salvador Allende

Nei giorni scorsi è circolata la notizia della parziale declassificazione da parte della Central Intelligence Agency (CIA) statunitense di due Presidential Daily Briefings (PDB), preparati per essere letti da Richard Nixon. Il primo è datato 8 settembre e il secondo 11 settembre, durante il colpo di Stato del 1973 contro il presidente cileno Salvador Allende.

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Dina: NO al popolo, SI all’Impero

Il sindaco di Lima non ha esitato a sostenere Dina Boluarte e ha assicurato che il suo gabinetto è “uno dei migliori che abbia mai visto”.

La crisi politica e sociale del Perù continua ad aggravarsi con un presidente imposto e sostenuto finora dall’oligarchia locale e dall’imperialismo, con un Congresso screditato e controllato dalla destra, riluttante ad anticipare le elezioni che lo farebbero sparire, pur di mantenere il suo mandato fino al 2026.

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Brasile: la lotta della memoria contro l’oblio

Emir Sader

La lotta politica è anche la lotta della verità contro la menzogna, la lotta della memoria contro l’oblio. La disputa per l’interpretazione predominante in una società passa attraverso la visione della storia, la selezione del fondamentale e l’eliminazione del negativo.

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Irriducibile nella sopravvivenza

Dall’11 aprile 2002, il Venezuela sa che Chavez torna sempre, ora reincarnato nel suo popolo

 

«Chávez, amigo, el pueblo está contigo». È lo stesso se è una pianura, una collina, un luogo selvatico, se è una piccola o un’affollata città.

Quando percorrendo il Venezuela, forestieri e abitanti si fissano nell’espressione, scoprono tra tanti sguardi l’immagine di due occhi all’erta in guerra contro la dimenticanza. La frase e l’immagine riportano ricordi: l’ira popolare di un 11 aprile che ebbe il suo 13.

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Intervista a Luis Alejandro Bazalar, il prete che vuole diventare presidente

Geraldina Colotti

Il regime di Dina Boluarte, che sta insanguinando il Perù dopo il golpe istituzionale contro il presidente Pedro Castillo, avrebbe potuto aggiungere una vittima in più a quelle (oltre 60) che sono cadute sotto i colpi della repressione: il sacerdote diocesano Luis Alejandro Bazalar Garcia, sceso in piazza a manifestare, a fianco delle comunità indigene che protestano da tre mesi, e che ha dovuto lasciare il paese. Ora si trova in Venezuela, dove lo abbiamo incontrato.

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Colpi di Stato nel XXI secolo, il putsch dei conglomerati mediatici

I colpi di stato del XXI secolo fanno appello al caos, ad applicare terapie d’urto mediante la guerra economica, psicologica, culturale e, se necessario, le forze armate vengono a svolgere il loro ruolo, sempre come liberatrici o dietro il mantello dell'”aiuto umanitario”.

Raúl Antonio Capote

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Cubainformacion: HRW

Human Rights Watch: difendere la repressione in nome dei diritti umani

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

Il silenzio mediatico sulla repressione poliziesca e militare in Perù, che ha già causato, in due mesi di crisi politica, più di 65 morti è scandaloso.

Se passiamo in rassegna i titoli della stampa aziendale (El País, Le Monde, CNN, Miami Herald, El Comercio, El Mundo, ecc., ecc.) difficilmente leggeremo parole come “repressione”, “regime” o “diritti umani (1) (2). Tutto si riduce a “disturbi e alterchi” dopo il “fallito autogolpe di stato” dell’ex presidente Pedro Castillo (3).

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Intervista al presidente peruviano Pedro Castillo

lantidiplomatico.it

Intervista realizzata dal giornalista Julio Zamarrón al presidente peruviano Pedro Castillo, detenuto in un carcere di massima sicurezza.

 

Nei giorni scorsi, il Presidente Castillo ha ricevuto la visita di Eugenio Zaffaroni, giudice della Corte interamericana dei diritti umani, e di Guido Croxatto, direttore della Scuola dell’Avvocatura dello Stato argentina. Entrambi faranno parte del team di difesa di Castillo. Zaffaroni e Croxatto erano accompagnati dai legali del presidente, l’avvocato Indira Rodríguez Paredes e l’avvocato Wilfredo Robles.

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Cina, Perù e la “sicurezza nazionale” degli USA

Carlos Fazio

Nel quadro dei riassetti geopolitici mondiali, l’ordine, del 4 febbraio, del Presidente USA, Joe Biden, di abbattere un pallone cinese di spionaggio o sorveglianza –definito da Pechino di natura civile e per finalità investigative principalmente meteorologiche− , potrebbe iniziare una nuova fase della guerra diffusa o senza restrizioni di Washington contro il colosso asiatico, con ripercussioni emisferiche. Secondo il capo del Pentagono Lloyd Austin, il volo dell’aerostato rispondeva a un tentativo da parte della Cina di monitorare strutture strategiche sulla terraferma degli USA, in particolare la base aerea di Malmstrom nel Montana, che ospita uno dei tre campi di silos di  missili nucleari intercontinentale Minuteman III.

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Repressione, controllo del pensiero e omicidi nel Perù di Dina Boluarte

Julio Zamarròn

Con le stazioni di polizia del Paese sovraffollate di detenuti, oltre 65 morti a causa della repressione, decine di dispersi e più di mezzo migliaio di feriti gravi, la situazione in Perù si fa sempre più incandescente.  Nel contesto dei cortei che si stanno svolgendo giorno dopo giorno in tutto il Paese (soprattutto nella capitale e nel sud), la polizia carica e risponde alle proteste con grande durezza. I manifestanti chiedono le dimissioni di Dina Boluarte e una nuova assemblea costituente.

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Democrazia a rischio

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Frei Betto

Non sbagliamoci ancora: la nostra fragile democrazia continua da essere a rischio. Ricordo il governo di João Goulart nei primi anni ’60 e le sue dichiarazioni che avrebbe attuato riforme fondamentali. Le leghe Contadine sollevavano i nord-orientali. I sindacati  difendevano con ardore i diritti acquisiti durante la presidenza Vargas. L’Unione Nazionale degli Studenti era temuta per il suo potere di mobilitazione della gioventù.

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Repressione senza fine in Perù

lantidiplomatico.it

Continuano senza sosta le proteste in Perù contro il governo di Dina Boluarte, per la liberazione del presidente destituito Pedro Castillo e per la convocazione tempestiva di nuove elezioni.

Tuttavia le forti proteste popolari sino a questo momento come risposta hanno ricevuto solo repressione. Nella sola giornata di venerdì vengono segnalate decine di persone rimaste ferite a seguito di un’altra giornata di manifestazioni in Perù contro la presidente ad interim Dina Boluarte.

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