Cile: i segreti che il governo USA continua ad occultare

Peter Kornbluh

Cinquant’anni dopo il golpe militare che rovesciò Salvador Allende e instaurò la dittatura di Pinochet, esistono ancora documenti top secret sul ruolo degli USA che devono essere declassificati.

Il 25 agosto, la CIA ha pubblicato, discretamente, sul suo sito web due documenti sul golpe militare in Cile, tenuti segreti per mezzo secolo: il President’s Daily Brief (PDB – rapporto quotidiano del presidente) della mattina dell’11 settembre 1973 (il giorno del golpe) e dell’8 settembre 1973, quando l’esercito cileno stava finalizzando i suoi piani per rovesciare il governo democraticamente eletto di Salvador Allende.

I documenti appena rilasciati si sono rivelati quasi impossibili da trovare e leggere sul sito web della CIA, sepolti tra dozzine di altri PDB precedentemente declassificati. Infine, il Dipartimento di Stato ha inviato un comunicato stampa fornendo i collegamenti. Secondo la dichiarazione, la pubblicazione del PPB “risponde al nostro impegno per una maggiore trasparenza”.

“Rimaniamo impegnati a lavorare con i nostri partner cileni per cercare di identificare ulteriori fonti di informazione per aumentare la nostra coscienza degli impattanti eventi nel corso della nostra storia condivisa”.

Con l’avvicinarsi del 50° anniversario del golpe, tale impegno sarà messo alla prova quando i cileni (e il loro governo) cerchino di ottenere documenti più riservati sul ruolo USA nell’indebolimento della democrazia e nel sostegno alla dittatura in Cile. . Questa settimana, una delegazione di deputati cileni del Partito Socialista si è incontrata con l’ambasciatrice USA Bernadette Meehan per fare pressione su di lei affinché divulgasse i rimanenti documenti segreti; all’inizio di questo mese, il Congresso ha votato quasi all’unanimità per chiedere al Ministero degli Affari Esteri di richiedere tali documenti sull’“intervento degli USA nella sovranità del Cile prima, durante e dopo il golpe del 1973”, e il governo di Gabriel Boric ha già chiesto all’amministrazione Biden uno speciale gesto diplomatico di declassificazione in occasione del 50° anniversario.

“Non sappiamo ancora cosa abbia visto, il presidente Nixon, sulla sua scrivania la mattina del golpe militare”, ha dichiarato l’ambasciatore cileno a Washington, Juan Gabriel Valdés, in un’intervista prima che si pubblicassero i PBD. “Ci sono dettagli che continuano a interessare i cileni, che sono importanti per ricostruire la nostra stessa storia”.

STORIA CENSURATA

 

Tra i documenti sulla scrivania del presidente Nixon la mattina dell’11 settembre 1973 c’era il PDB, un riassunto quotidiano dell’intelligence della CIA che conteneva tre paragrafi sulle prime salve del golpe militare in Cile. Cinquant’anni dopo la sua lettura, finalmente sappiamo cosa dice: pochissimo. Le informazioni fornite al presidente sull’inizio del golpe erano equivoche ed erronee.

“Sebbene gli ufficiali dell’esercito siano sempre più determinati a ripristinare l’ordine politico ed economico, è possibile che ancora manchino di un piano efficacemente coordinato che possa di capitalizzare la diffusa opposizione civile”, affermava, erroneamente, il PPB. “Il presidente Allende, da parte sua”, si afferma più specificatamente nel documento, “spera ancora che la riconcilizione eviti uno scontro”.

Ma Nixon aveva accesso a informazioni di intelligence molto più dettagliate e drammatiche. Uno speciale dispaccio della CIA con l’acronimo “CRITIC” (Critical Intelligence Advance Cable), che sarebbe stato distribuito, con urgenza, ai massimi livelli della Casa Bianca il 10 settembre, forniva informazioni concrete sulla data, ora e luogo del golpe pianificato; un altro memorandum segreto della CIA arrivata sulla scena la mattina successiva conteneva una richiesta urgente da parte di “un ufficiale chiave del gruppo militare che pianificava rovesciare il presidente Allende” che chiedeva “se il governo USA sarebbe venuto in aiuto dell’esercito cileno se la situazione diventava difficile”. Il modo in cui il presidente rispose a tale richiesta è uno dei dettagli della storia del golpe che permangono sconosciuti.

GLI USA CONTINUANO A CONSERVARE DOCUMENTI ALTAMENTE CONFIDENZIALI CHE RIVELEREBBERO DETTAGLI CRUCIALI SU CIÒ FECERO IN CILE

 

Quei drammatici documenti della CIA sono tra le migliaia di documenti segreti sul Cile che sono già stati declassificati. In effetti, si tratta di uno dei casi di intervento segreto per un cambio di regime meglio documentati degli USA. Dopo l’arresto di Pinochet a Londra nel 1998 per violazioni dei diritti umani, centinaia di documenti operativi della CIA furono, infine, rilasciati nell’ambito di un “Progetto di declassificazione del Cile” ordinato dal presidente Bill Clinton, insieme a circa 24000 altri documenti della CIA, del Consiglio di Sicurezza Nazionale, dell’FBI e del Dipartimento di Stato sul coinvolgimento del Paese tra il 1970 e il 1990.

Nel 2016, il presidente Obama ordinò la pubblicazione speciale di documenti segreti relativi al ruolo del generale Pinochet come autore intellettuale dell’atto terroristico che ha ucciso l’ex ambasciatore cileno Orlando Letelier e il suo giovane collega Ronni Karpen Moffitt, a Washington, D.C., nel settembre del 1976.

Tuttavia, mezzo secolo dopo, il governo USA continua a conservare documenti altamente confidenziali che rivelerebbero dettagli cruciali su ciò che fece in Cile e su ciò che si sapeva di quel paese.

COLLABORAZIONE SEGRETA DI ALTRI PAESI

 

Tra questi segreti c’è il modo in cui la CIA contattò il servizio di intelligence australiano, ASIS, alla fine degli anni ’70 e gli chiese sostegno segreto a Santiago per aiutare a dirigere i suoi agenti cileni.

La CIA non ha declassificato un solo documento su questa singolare collaborazione clandestina; di essa sappiamo solo grazie agli sforzi di un tenace professore australiano di nome Clinton Fernandes, che, diversi anni fa, ha intentato una causa per trasparenza contro l’ASIS a Canberra. La sua richiesta legale ha portato alla pubblicazione di documenti amministrativi, documenti sugli aspetti più banali della creazione di una “stazione” di spionaggio a Santiago, come contratti di affitto e acquisto di forniture per ufficio e veicoli per due agenti.

Sia la CIA che l’ASIS continuano a nascondere documenti operativi che includono numerosi rapporti di intelligence di agenti sotto copertura australiani alle loro controparti della CIA sugli incontri con elementi cileni integrati nelle forze armate, il quotidiano El Mercurio (beneficiario di fondi della CIA) e il partito Democratico Cristiano, tra  altre organizzazioni chiave legate alla CIA in Cile.

Allo stesso modo, il governo USA continua a nascondere informazioni sul ruolo fondamentale svolto dal Brasile nell’indebolimento del governo Allende e nell’instaurazione del regime di Pinochet, oggetto di un nuovo libro, Il Brasile di Pinochet, del giornalista brasiliano Roberto Simon. Dopo l’insediamento di Allende, il presidente Nixon ordinò specificatamente un approccio segreto al regime militare brasiliano per sostenere gli sforzi degli USA volti a indebolire il governo di Unità Popolare. Nessun documento USA è stato pubblicato su quelle prime comunicazioni, ma un rivelatore promemoria di un incontro nello Studio Ovale tra Nixon e il capo militare brasiliano, il generale Emílio Garrastazu Médici, nel dicembre 1971, indica che si sarebbe potuto sviluppare un certo grado di collaborazione.

Durante l’incontro, Medici disse a Nixon che Allende sarebbe stato rovesciato “per ragioni molto simili a quelle per cui Goulart era stato rovesciato in Brasile” e “chiarì che il Paese stava lavorando a questo scopo”, secondo un riassunto declassificato. Nixon rispose “che era molto importante che Brasile e USA lavorassero a stretto contatto in questo campo” e offrì “assistenza discreta” e denaro per le operazioni brasiliane contro il governo Allende. I due dirigenti concordarono di istituire un canale segreto per le comunicazioni sulle operazioni contro Allende, ma se tale canale fu utilizzato, né gli USA né il governo brasiliano hanno reso pubblici i messaggi che passavano attraverso di esso.

Il Brasile fu il primo paese a riconoscere ufficialmente la giunta militare cilena, un’orchestrazione diplomatica coordinata con l’amministrazione Nixon, che voleva evitare di accettare immediatamente il nuovo regime che aveva segretamente aiutato a salire al potere. Ma Washington non tardò ad aprire il rubinetto dell’assistenza economica, militare e politica USA, in parte segreta, per aiutare Pinochet a consolidare il suo governo violento. La CIA, ad esempio, finanziò segretamente una delegazione speciale di cristiano-democratici che fece il giro d’Europa per giustificare pubblicamente il golpe davanti alla comunità internazionale. I documenti USA su questa piccola ma importante operazione di propaganda post-golpe rimangono altamente riservati.

MANUEL CONTRERAS E LA DINA FURONO I PROMOTORI DELLA CREAZIONE DELL’OPERAZIONE CONDOR

 

LA CIA E LA DINA

 

Né sono stati mai pubblicati una moltitudine di file segreti sull’aiuto occulto della CIA allo sviluppo dell’agenzia di intelligence cilena, la DINA, sino a renderla l’apparato repressivo che è diventata. Nel febbraio 1974, Nixon e Kissinger inviarono un emissario speciale, il vicedirettore della CIA, Vernon Walters, per incontrarsi segretamente con Pinochet a Santiago e trasmettergli “la nostra amicizia e  sostegno”, così come “il nostro desiderio di essere utili in modo discreto”. Secondo un rapporto segreto inviato a Kissinger sulla loro conversazione, il generale chiese direttamente a Walters e alla CIA di assistere nel “periodo formativo” della DINA e identificò il colonnello Manuel Contreras come il suo “uomo di fiducia”.

“Gli dissi che saremmo stati felici che Contreras o qualcun altro venisse a trovarci”, informò Walters a Kissinger, “per vedere cosa potremmo fare per essere loro di aiuto”.

Tuttavia, gli archivi della CIA sulla prima visita di Contreras al quartier generale di Langley, nel 1974, e ciò che Langley accettò di fare per aiutare la formazione organizzativa e le operazioni della DINA permangono chiusi nei caveau dell’agenzia. Né ha mai declassificato una singola pagina del dossier personale che aprì su Contreras a metà del 1975, quando funzionari di alto rango decisero realmente di mettere il capo della DINA sul libro paga segreto come informatore/collaboratore. Le informazioni di intelligence e collaborazione fornite da Contreras all’agenzia rimangono ultrasegrete. Lo stesso vale per i promemoria sull’opposizione interna dentro l’agenzia all’inserimento del più noto torturatore dell’America Latina sul libro paga segreto degli USA.

Tali argomenti, ancora riservati, prevalsero; dopo solo un paio di mesi, il capo della stazione CIA a Santiago informò Contreras che, in sostanza, era licenziato! I documenti riservati di questo drammatico episodio sarebbero straordinariamente rivelatori, sia per i cileni che per gli statunitensi.

Contreras e la DINA furono  i promotori della creazione dell’Operazione Condor, uno sforzo transnazionale da parte dei regimi militari di Cile, Argentina, Uruguay e Brasile, tra altri, per coordinare il lavoro volto a localizzare ed eliminare l’opposizione civile e militante. A causa del coinvolgimento di servizi di intelligence stranieri, la CIA ha nascosto importanti documenti storici, inclusi quelli di come venne a conoscenza del Condor e quali misure adottò in risposta alle missioni degli squadroni della morte realizzate dalle agenzie poliziesche segrete dell’Operazione.

Anche i passi compiuti dalla CIA all’indomani della più infame operazione terroristica del Condor (l’attentato con autobomba del 21 settembre 1976 a Washington, DC, che costò la vita a Letelier e Moffit) rimangono segreti.

A suo merito, nel 40° anniversario dell’assassinio di Letelier-Moffit nel settembre 2016, l’agenzia finalmente declassificò una revisione completa, condotta nel 1987, delle sue prime informazioni sul caso, che citava “prove convincenti che il presidente Pinochet aveva ordinato personalmente al suo capo di intelligence di eseguire gli omicidi”. Ma la maggior parte dei documenti di intelligence su cui si basa tale valutazione rimangono segreti 47 anni dopo.

E, cosa forse più importante, anche i fascicoli probatori di un’importante indagine del Dipartimento di Giustizia, condotta durante l’ultimo anno dell’amministrazione Clinton, che ha identificato Pinochet come la mente di un atto di terrorismo internazionale a Washington DC, rimangono fuori dal controllo pubblico. Questi fascicoli includono più di 40 dichiarazioni rilasciate in Cile dagli seguaci di Pinochet, nonché un progetto di atto d’accusa che riassume le prove del suo coinvolgimento come mente del terrorismo internazionale.

Questa documentazione non è rilevante solo in Cile, dove l’estrema destra continua i suoi tentativi di insabbiare la criminalità di Pinochet, ma potrebbe contribuire agli sforzi del nostro Paese e di altri per proteggersi dalle future minacce del terrorismo internazionale sponsorizzato dallo Stato.

Infine, c’è la questione della corruzione personale di Pinochet. Un’indagine speciale del Senato sul “Riciclaggio di denaro e corruzione straniera” nel 2005 identificò documenti finanziari che rivelavano più di 100 conti bancari all’estero creati con passaporti falsi di Pinochet sotto nomi come Augusto Duarte e José Ramón Duarte, tra le altre identità inventate, per nasconderne più di 28 milioni di dollari di fondi illeciti. Le prove dei guadagni illeciti sono già schiaccianti. Ma il Dipartimento del Commercio USA continua a nascondere ancora più documenti bancari che potrebbero ricordare ai cileni, e al mondo intero, la corruzione che accompagnò la dittatura repressiva di Pinochet.

USA, BRASILE E AUSTRALIA EBBERO UN RUOLO CRUCIALE NEL GOLPE

 

IL VERDETTO DELLA STORIA

 

La declassificazione degli archivi USA “promuove la ricerca della verità e rafforza l’impegno della nostra nazione nei confronti dei valori democratici”, ha affermato Gloria de la Fuente, funzionaria del Ministero degli Esteri cileno, ringraziando l’amministrazione Biden per i suoi sforzi nel rispondere alla richiesta di documenti dal Cile.

Infatti, in un momento in cui eminenti e potenti cileni continuano a insistere sul fatto che Pinochet era “uno statista” e negano la realtà del suo regime barbaro, questi documenti hanno un ruolo immediato da svolgere nel dibattito controverso in corso sull’eredità del golpe ed il suo significato per la società moderna del Paese, nel presente e nel futuro.

Mentre il Cile valuta il suo passato in questo scioccante 50° anniversario, i suoi cittadini hanno il diritto alla rendicontazione, cosa alla quale può contribuire la pubblicazione di questa oscura storia.

Non solo gli USA dovrebbero impegnarsi a rendere pubblici i dati che ancora conservano, ma dovrebbero farlo anche i brasiliani, gli australiani e gli altri paesi che hanno avuto un ruolo nel passato violento del Cile.

Ma i cileni non sono gli unici destinatari di questa importante storia. In un momento in cui numerose nazioni, comprese gli USA, si trovano ad affrontare la grave minaccia che l’autoritarismo rappresenta per la sopravvivenza delle istituzioni democratiche, l’accesso alla documentazione storica completa di ciò che è accaduto in Cile rimane essenziale per tutti noi.

Peter Kornbluh è il direttore del Progetto di Documentazione del Cile e del Progetto di Documentazione di Cuba del National Security Archive USA. Ha condotto la campagna per la declassificazione dei documenti ufficiali sulla storia segreta del sostegno nordamericano alla dittatura di Pinochet.

Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2023 in inglese, originariamente sulla pagina The Nation e tradotto per Misión Verdad da Camila Calderón.


CHILE: LOS SECRETOS QUE EL GOBIERNO ESTADOUNIDENSE SIGUE OCULTANDO

Peter Kornbluh

 

Cincuenta años después del golpe militar que derrocó a Salvador Allende e instauró la dictadura de Pinochet, aún existen documentos top secret sobre el papel de Estados Unidos que deben ser desclasificados.

El 25 de agosto, la Agencia Central de Inteligencia (CIA, por sus siglas en inglés) publicó discretamente en su sitio web dos documentos sobre el golpe militar en Chile que se habían mantenido en secreto durante medio siglo: el informe diario del presidente (PDB, en inglés) de la mañana del 11 de septiembre de 1973 (el día del golpe) y del 8 de septiembre de 1973, cuando los militares chilenos ultimaban sus planes para derrocar al gobierno democráticamente elegido de Salvador Allende.

Los documentos recién publicados resultaron casi imposibles de encontrar y leer en el sitio web de la CIA, enterrados entre docenas de otros PDB previamente desclasificados. Finalmente, el Departamento de Estado envió un comunicado de prensa facilitando los enlaces. Según el comunicado, la publicación de los PDB “responde a nuestro compromiso de aumentar la transparencia”.

“Seguimos comprometidos a trabajar con nuestros socios chilenos para tratar de identificar fuentes adicionales de información para incrementar nuestra conciencia de los acontecimientos impactantes a lo largo de nuestra historia compartida”.

A medida que se acerca el aniversario 50 del golpe, ese compromiso se pondrá a prueba cuando los chilenos (y su gobierno) intenten obtener más documentos clasificados sobre el papel de Estados Unidos en el debilitamiento de la democracia y el apoyo a la dictadura en Chile. Esta semana, una delegación de congresistas chilenos del Partido Socialista se reunió con la embajadora estadounidense Bernadette Meehan para presionarla a fin de que divulgue los registros secretos restantes; a principios de este mes, el Congreso votó casi unánimemente a favor de solicitar al Ministerio de Asuntos Exteriores pida dichos registros sobre la “intervención de Estados Unidos en la soberanía de Chile antes, durante y después del golpe de 1973”, y el gobierno de Gabriel Boric ya pidió a la administración Biden un gesto especial de diplomacia de desclasificación con motivo del quincuagésimo aniversario.

“Todavía no sabemos qué vio el presidente Nixon en su escritorio la mañana del golpe militar”, como declaró el embajador chileno en Washington, Juan Gabriel Valdés, en una entrevista antes de que se publicaran los PBD. “Hay detalles que siguen interesando a los chilenos, que son importantes para reconstruir nuestra propia historia”.

HISTORIA CENSURADA

Entre los documentos que estaban sobre la mesa del presidente Nixon la mañana del 11 de septiembre de 1973, estaba el PDB, un sumario diario de inteligencia de la CIA que contenía tres párrafos sobre las primeras salvas del golpe militar en Chile. Cincuenta años después de que fue leído, por fin sabemos lo que dice: muy poco. La inteligencia proporcionada al presidente sobre el inicio del golpe fue equívoca y errónea.

“Aunque los oficiales del ejército están cada vez más decididos a restaurar el orden político y económico, es posible que aún carezcan de un plan efectivamente coordinado que pueda capitalizar la extendida oposición civil”, aconsejaba, incorrectamente, el PDB. “El presidente Allende, por su parte”, afirmó el documento más específicamente, “aún espera que la contemporización evite un enfrentamiento”.

Pero Nixon tenía acceso a información de inteligencia mucho más detallada y dramática. Un cable especial de la CIA bajo el acrónimo en inglés “CRITIC” (cable de adelanto de inteligencia crítica), que se habría distribuido con carácter urgente a las más altas esferas de la Casa Blanca el 10 de septiembre, proporcionaba información concreta sobre la fecha, hora y lugar del golpe planeado; otro memorando secreto de la CIA que llegó al lugar la mañana del día siguiente contenía una petición urgente de “un oficial clave del grupo militar que planeaba derrocar al presidente Allende” que preguntaba “si el gobierno de Estados Unidos acudiría en ayuda de los militares chilenos si la situación se ponía difícil”. Cómo respondió el presidente a esa petición es uno de los detalles de la historia del golpe que permanecen desconocidos.

EE.UU. SIGUE GUARDANDO DOCUMENTOS ALTAMENTE CONFIDENCIALES QUE REVELARÍAN DETALLES CRUCIALES SOBRE LO QUE HIZO EN CHILE

Esos dramáticos documentos de la CIA están entre miles de registros secretos sobre Chile que ya fueron desclasificados. De hecho, es uno de los casos de intervención encubierta para el cambio de régimen mejor documentados de Estados Unidos. Tras la detención de Pinochet en Londres en 1998 por violaciones de los derechos humanos, cientos de registros operativos de la CIA fueron finalmente liberados bajo un “Proyecto de Desclasificación de Chile” ordenado por el presidente Bill Clinton, junto con aproximadamente otros 24 mil registros de la Casa Blanca, el Consejo Nacional de Seguridad, el FBI y el Departamento de Estado sobre la implicación del país entre 1970 y 1990.

En 2016, el presidente Obama ordenó la publicación especial de documentos secretos relacionados con el papel del general Pinochet como autor intelectual del acto terrorista que acabó con la vida del exembajador chileno Orlando Letelier y su joven colega Ronni Karpen Moffitt, en Washington D.C, en septiembre de 1976.

Sin embargo, medio siglo después, el gobierno de Estados Unidos sigue guardando documentos altamente confidenciales que revelarían detalles cruciales sobre lo que hizo en Chile y lo que se sabía sobre ese país.

COLABORACIÓN ENCUBIERTA DE OTROS PAÍSES

Entre esos secretos está el de cómo la CIA se puso en contacto con el servicio de inteligencia australiano, el ASIS, a finales de 1970 y le pidió apoyo encubierto en Santiago para ayudar a dirigir a sus agentes chilenos.

La CIA no ha desclasificado ni un solo documento sobre esta singular colaboración clandestina; solo sabemos de ella por los esfuerzos de un tenaz profesor australiano llamado Clinton Fernandes, que, hace varios años, presentó una demanda de transparencia contra el ASIS en Camberra. Su petición legal dio lugar a la publicación de registros administrativos, documentos sobre el aspecto más mundano de la creación de una “estación” de espionaje en Santiago, como contratos de alquiler y la compra de material de oficina y vehículos para dos agentes.

Tanto la CIA como el ASIS siguen ocultando registros operativos que incluyen numerosos informes de inteligencia de los agentes encubiertos australianos a sus homólogos de la CIA sobre reuniones con activos chilenos integrados en las fuerzas armadas, el periódico El Mercurio (receptor de fondos de la CIA) y el partido Demócrata Cristiano, entre otras organizaciones clave relacionadas con la CIA en Chile.

Del mismo modo, el gobierno estadounidense continúa ocultando información sobre el papel fundamental que desempeñó Brasil en el debilitamiento del gobierno de Allende y en la instauración del régimen de Pinochet, tema de un nuevo libro, El Brasil de Pinochet, del periodista brasileño Roberto Simon. Tras la toma de posesión de Allende, el presidente Nixon ordenó específicamente un acercamiento secreto al régimen militar de Brasil para que apoyara los esfuerzos de Estados Unidos para socavar el gobierno de la Unidad Popular. No se ha publicado ningún documento estadounidense sobre esas primeras comunicaciones, pero un revelador memorando de una reunión en el Despacho Oval entre Nixon y el líder militar brasileño, el general Emílio Garrastazu Médici, en diciembre de 1971, indica que podría haberse desarrollado cierto grado de colaboración.

Durante la reunión, Médici le dijo a Nixon que Allende sería derrocado “por razones muy parecidas por las que Goulart lo había sido en Brasil” y “dejó claro que el país estaba trabajando con este fin”, según un resumen desclasificado. Nixon respondió “que era muy importante que Brasil y Estados Unidos trabajaran estrechamente en este campo” y ofreció “ayuda discreta” y dinero para las operaciones brasileñas contra el gobierno de Allende. Los dos líderes acordaron establecer un canal secreto para las comunicaciones sobre las operaciones contra Allende, pero si ese canal se llegó a utilizar, ni el gobierno estadounidense ni el brasileño han hecho públicos los mensajes que pasaron por él.

Brasil fue el primer país en reconocer oficialmente a la junta militar chilena, una orquestación diplomática coordinada con la administración Nixon, que quería evitar el aceptar inmediatamente al nuevo régimen al que había ayudado secretamente a llegar al poder. Pero Washington no tardó en abrir la espita de la asistencia económica, militar y política estadounidense, en parte encubierta, para ayudar a Pinochet a consolidar su gobierno violento. La CIA, por ejemplo, financió en secreto una delegación especial de democristianos que recorrió Europa para justificar públicamente el golpe ante la comunidad internacional. Los documentos estadounidenses sobre esta pequeña pero importante operación de propaganda posterior al golpe siguen siendo altamente clasificados.

MANUEL CONTRERAS Y LA DINA FUERON LOS IMPULSORES DE LA CREACIÓN DE LA OPERACIÓN CÓNDOR

LA CIA Y LA DINA

Tampoco se han publicado nunca una multitud de archivos secretos sobre la ayuda encubierta de la CIA al desarrollo de la agencia de inteligencia chilena, la DINA, hasta volverla el aparato represivo en el que se convirtió. En febrero de 1974, Nixon y Kissinger enviaron a un emisario especial, el director adjunto de la CIA, Vernon Walters, para que se reuniera en secreto con Pinochet en Santiago y le transmitiera “nuestra amistad y apoyo”, así como “nuestro deseo de ser útiles de forma discreta”. Según un informe secreto a Kissinger sobre su conversación, el general le pidió directamente a Walters y a la CIA que ayudaran en el “período formativo” de la DINA e identificó al coronel Manuel Contreras como su “hombre de confianza”.

“Le dije que estaríamos encantados de que Contreras o cualquier otro viniera a vernos”, informó Walters a Kissinger, “para ver qué podríamos hacer para serles de ayuda”.

Sin embargo, los archivos de la CIA sobre la primera visita de Contreras al cuartel general de Langley en 1974 y lo que esta acordó hacer para ayudar a la formación organizativa y las operaciones de la DINA, permanecen encerrados en las cámaras acorazadas de la agencia. Tampoco ha desclasificado nunca ni una sola página del expediente personal que abrió sobre Contreras a mediados de 1975, cuando funcionarios de alto rango de la misma decidieron realmente poner al jefe de la DINA en la nómina encubierta como informante/colaborador. La información de inteligencia y colaboración que Contreras proporcionó a la agencia sigue siendo ultrasecreta. También lo son los memorandos sobre la oposición interna dentro de la agencia a poner al torturador más notorio de Latinoamérica en la nómina secreta de Estados Unidos.

Esos argumentos, aún clasificados, prevalecieron; después de solo un par de meses, el jefe de la estación de la CIA en Santiago informó a Contreras que estaba, en esencia, ¡despedido! Los registros clasificados de este episodio dramático serían extraordinariamente reveladores, tanto para los chilenos como para los estadounidenses.

Contreras y la DINA fueron los impulsores de la creación de la Operación Cóndor, un esfuerzo transnacional de los regímenes militares de Chile, Argentina, Uruguay y Brasil, entre otros, para coordinar los trabajos destinados a localizar y eliminar a la oposición civil y militante. Debido a la participación de servicios de inteligencia extranjeros, la CIA ha ocultado documentos históricos importantes, incluidos los relativos a cómo se enteró de la existencia del Cóndor y qué medidas adoptó en respuesta a las misiones de escuadrones de la muerte llevadas a cabo por las agencias policiales secretas de la Operación.

Los pasos que dio la CIA tras la operación terrorista más infame del Cóndor (el atentado con carro bomba del 21 de septiembre de 1976 en Washington D.C, que costó las vidas de Letelier y Moffit) también permanecen en secreto.

A su favor, en el 40 aniversario del asesinato Letelier-Moffit en septiembre de 2016, la agencia finalmente desclasificó una revisión exhaustiva, realizada en 1987, de su inteligencia temprana sobe el caso, que citó “pruebas convincentes de que el presidente Pinochet ordenó personalmente a su jefe de inteligencia llevar a cabo los asesinatos”. Pero la mayor parte de los registros de inteligencia en los que se basa esa evaluación siguen siendo secretos 47 años después.

Y lo que es quizás más importante, los archivos probatorios de una importante investigación del Departamento de Justicia, llevada a cabo durante el último año de la administración Clinton, que identificaba a Pinochet como el autor intelectual de un acto de terrorismo internacional en Washington DC, también permanecen fuera del escrutinio público. Esos archivos incluyen más de 40 declaraciones tomadas en Chile a secuaces de Pinochet, así como un borrador de acusación que resume las pruebas de su participación como cerebro del terrorismo internacional.

Esta documentación no solo es relevante en Chile, donde la ultraderecha continúa sus intentos de blanquear la criminalidad de Pinochet, sino que podría contribuir a los esfuerzos de nuestro país y otros para protegerse de amenazas futuras de terrorismo internacional patrocinado por el Estado.

Por último, está la cuestión de la corrupción personal de Pinochet. Una investigación especial del Senado sobre “Blanqueo de dinero y corrupción extranjera” en 2005 identificó registros financieros que revelaban más de 100 cuentas bancarias en el extranjero, creadas con pasaportes falsos de Pinochet bajo nombres como Augusto Duarte y José Ramón Duarte, entre otras identidades inventadas, para ocultar más de 28 millones de dólares de fondos mal habidos. Las pruebas de las ganancias ilícitas son ya abrumadoras. Pero el Departamento de Comercio de Estados Unidos sigue ocultando aún más registros bancarios que podrían recordar a los chilenos, y al mundo entero, de la corrupción que acompañó a la dictadura represiva de Pinochet.

EE.UU., BRASIL Y AUSTRALIA TUVIERON UN PAPEL CRUCIAL EN EL GOLPE

EL VEREDICTO DE LA HISTORIA

La desclasificación de los archivos estadounidenses “promueve la búsqueda de la verdad y refuerza el compromiso de nuestra nación con los valores democráticos”, declaró Gloria de la Fuente, funcionaria del Ministerio de Asuntos Exteriores chileno, al agradecer a la administración Biden sus esfuerzos por responder a la petición de documentos de Chile.

De hecho, en un tiempo en que prominentes y poderosos chilenos siguen insistiendo en que Pinochet era “un estadista” y negando las realidades de su régimen bárbaro, estos documentos tienen un papel inmediato qué desempeñar en el divisivo debate en curso sobre el legado del golpe y su significado para la sociedad moderna del país, en el presente y en el futuro.

Mientras Chile evalúa su pasado en este impactante 50 aniversario, sus ciudadanos tienen derecho a una rendición de cuentas completa y a la que puede aportar la ventilación de esta oscura historia.

No solo Estados Unidos debería comprometerse a hacer públicos los registros que aún conserva, sino que también deberían hacerlo los brasileños, los australianos y los demás países que desempeñaron un papel en el pasado violento de Chile.

Pero los chilenos no son los únicos destinatarios de esta importante historia. En un momento en el que numerosas naciones, entre ellas Estados Unidos, se enfrentan a la grave amenaza que supone el autoritarismo para la supervivencia de las instituciones democráticas, el acceso al registro histórico completo de lo que ocurrió en Chile sigue siendo fundamental para todos nosotros.

Peter Kornbluh es el director del Proyecto de Documentación de Chile y del Proyecto de Documentación de Cuba del National Security Archive estadounidense. Dirigió la campaña a favor de la desclasificación de documentos oficiales sobre la historia secreta del apoyo norteamericano a la dictadura de Pinochet.

Este artículo fue publicado el 31 de agosto de 2023 en inglés, originalmente en la página The Nation y traducido para Misión Verdad por Camila Calderón.

 


Altre prove delle bugie di Henry Kissinger sul Cile

Come documentato da Seymour Hersh nel suo libro ” Il prezzo del potere: Kissinger alla Casa Bianca di Nixon”, Kissinger intendeva che all’America Latina “fosse concessa poca indipendenza” e che la regione fosse “controllata e manipolata dall’intelligence statunitense” (cioè la Central Intelligence Agency).

La nostra storia di 240 anni non ha prodotto un Segretario di Stato più controverso di Henry A. Kissinger. Ci sono enormi risultati associati a Kissinger, come il Trattato di limitazione delle armi strategiche e il Trattato sui missili antibalistici del 1972; gli accordi graduali del 1974 tra “Israele” ed Egitto e tra “Israele” e Siria; e l’apertura di un dialogo politico sostanziale con la Cina, iniziato con la sua diplomazia segreta nel 1971. Al contrario, Kissinger sarà ricordato per le intercettazioni telefoniche dei suoi più importanti collaboratori; per il bombardamento segreto della Cambogia; per la scandalosa “inclinazione” verso il Pakistan nel 1971 per proteggere la sua apertura alla Cina; per le forniture segrete di armi allo Scià dell’Iran, che sosteneva una fazione di ribelli curdi in Iraq; per le profonde menzogne associate alla guerra del Vietnam e per il ruolo degli Stati Uniti nel sanguinoso colpo di Stato militare in Cile di cinquant’anni fa. Le prove delle sue bugie sul Cile continuano ad accumularsi.

Nelle sue memorie (“Gli anni della Casa Bianca” e “Gli anni dello sconvolgimento”), Kissinger ha affermato che “l’America Latina era un’area in cui non aveva alcuna competenza” e che di conseguenza aveva prestato poca attenzione all’America centrale e meridionale. Tuttavia, come documentato da Seymour Hersh nel suo “The Price of Power: Kissinger in the Nixon White House”, Kissinger intendeva che all’America Latina “fosse concessa poca indipendenza” e che la regione fosse “controllata e manipolata dall’intelligence statunitense” (cioè la Central Intelligence Agency). In effetti, Kissinger iniziò a manipolare la politica nei confronti del leader socialista cileno Salvador Allende già nel 1970. All’epoca, egli osservò che non c’era motivo per gli Stati Uniti di “stare a guardare e lasciare che il Cile diventasse comunista semplicemente a causa della stupidità del suo stesso popolo”.

Kissinger era un maestro nel manipolare l’apparato burocratico della sicurezza nazionale. Il suo dispositivo burocratico per orchestrare il ruolo segreto della CIA in America Latina era il Comitato 40, creato da Nixon nel febbraio 1970 per esaminare e approvare i programmi di azione segreta. Kissinger presiedeva il Comitato, il cui lavoro gli permise di affermare nelle sue memorie che “non si tennero altre riunioni dell’NSC sul tema” del Cile. Aggiunse in modo fuorviante che “non ero profondamente coinvolto negli affari cileni”.

La campagna di azioni segrete della CIA contro Allende iniziò nel 1970, dopo la sua inaspettata vittoria elettorale al primo turno delle elezioni presidenziali di settembre e prima del suo insediamento. In un promemoria al Presidente Richard Nixon del novembre 1970, Kissinger sostenne fatuamente che “l’elezione di Allende a Presidente del Cile rappresenta per noi una delle più gravi sfide mai affrontate in questo emisfero”. (sottolineato nel promemoria con la dicitura “Segreto/Sensibile”)

Kissinger progettò una politica a “due binari” per il Cile; il binario I era quello diplomatico sotto l’ambasciatore Edward Korry. Il secondo binario era sconosciuto a Korry; prevedeva la destabilizzazione del Cile con il direttore della CIA Richard Helms a svolgere il ruolo principale. Nixon voleva far “urlare” l’economia cilena.

La traccia II includeva rapimenti e assassinii. Mentre lasciava la Casa Bianca con le istruzioni di Kissinger, Helms ammise che “se mai ho portato un manganello da maresciallo nel mio zaino mentre lasciavo lo Studio Ovale, è stato quel giorno”. Mentre Kissinger è sfuggito alle accuse e alle responsabilità per le sue macchinazioni, Helms è stato accusato di falsa testimonianza per aver negato che la CIA avesse passato denaro al movimento di opposizione in Cile. Alla fine si dichiarò innocente per accuse minori e fu multato di “duemila dollari e gli fu inflitta una pena sospesa di due anni”. Helms si trasferì dal tribunale al quartier generale della CIA a Langley, in Virginia, dove ricevette un’accoglienza da eroe e un regalo di duemila dollari raccolti dagli ufficiali operativi per coprire la multa.

Dopo aver fallito nel tentativo di impedire l’elezione di Allende nel 1970, Kissinger e Helms si mossero per sovvertire il suo governo, anche attraverso tangenti ai membri del Congresso cileno, propaganda segreta contro il governo Allende e persino denaro e armi ai rinnegati di destra per rapire e uccidere il generale Rene Schneider, comandante in capo dell’esercito cileno, che si opponeva all’ingerenza dei militari nel processo elettorale. Kissinger voleva la rimozione di Schneider con ogni mezzo e la CIA fornì parte dell’equipaggiamento militare utilizzato per il rapimento di Schneider.

Il colpo di Stato militare che ebbe luogo in Cile nel settembre 1973 faceva parte dell’Operazione Condor, che prevedeva una collusione segreta tra le dittature militari latinoamericane e includeva il coordinamento delle pressioni contro il Cile. La squadra Condor comprendeva rappresentanti delle forze di polizia segrete di Cile, Paraguay, Brasile, Uruguay e Argentina. Le loro attività includevano l’impianto di un’autobomba nel centro di Washington, che uccise l’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier sulla Massachusetts Avenue. La comunità dei servizi segreti statunitensi collaborò con il gruppo Condor nella sorveglianza dei dissidenti latinoamericani rifugiati negli Stati Uniti.

Kissinger, che ha nascosto le sue macchinazioni dietro il mantello della negazione plausibile, non fa alcun cenno a Letelier o all’Operazione Condor nelle sue 2.600 pagine di memorie, anche se Condor ha operato con la conoscenza e l’indulgenza degli Stati Uniti. Né viene menzionato il generale Schneider. Nelle sue memorie Kissinger conclude addirittura che “lo scivolamento nel caos [in Cile] non deve nulla all’intervento statunitense”, puntando il dito contro lo “zelo ideologico di Allende e dei suoi fanatici seguaci”.

Le ultime prove che documentano il ruolo di Nixon e Kissinger nell’organizzazione di un colpo di stato militare in Cile sono state rese disponibili la scorsa settimana, quando il “governo degli Stati Uniti ha completato una revisione di declassificazione in risposta a una richiesta del governo del Cile”. Questi documenti della CIA hanno dimostrato il sostegno all’interesse di Kissinger per un colpo di Stato militare, notando che i funzionari militari cileni erano “determinati a ripristinare l’ordine politico ed economico”, ma “potrebbero ancora mancare di un piano efficacemente coordinato che capitalizzi la diffusa opposizione civile”. I documenti non compromettevano la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e non c’era motivo di nasconderli al pubblico per mezzo secolo.

L’inganno della CIA era più evidente in un documento declassificato che informava erroneamente Nixon che non c’erano “prove di un piano di colpo di stato coordinato da tre servizi” in Cile. Un ulteriore documento riportava che i membri della nuova giunta militare erano “tutti leader rispettati ed esperti”. Nixon e Kissinger stavano sostenendo un colpo di Stato militare da tre anni quando questi documenti furono presentati alla Casa Bianca.

I documenti degli anni Settanta sono particolarmente rivelatori della mentalità di Kissinger nei confronti del Cile, e in particolare delle ragioni che lo spinsero a promuovere un colpo di Stato militare in quel Paese. Kissinger informò Nixon che era necessario rimuovere Allende dal potere “perché ciò che accadrà in Cile nei prossimi sei o dodici mesi avrà ramificazioni che vanno ben oltre le relazioni tra Stati Uniti e Cile”. Secondo Kissinger, queste ramificazioni includevano “ciò che accade nel resto dell’America Latina e nel mondo in via di sviluppo; su quale sarà la nostra posizione futura nell’emisfero; e sul quadro mondiale più ampio, comprese le nostre relazioni con l’URSS”. L’approccio a somma zero di Kissinger nei confronti di Paesi come il Cile fornisce ampie prove del suo pensiero da Guerra Fredda e del suo contributo alle tensioni internazionali che dominarono le presidenze Nixon e Ford.

Fonte: espanol.almayadeen.net

Traduzione: italiacuba.it


Cile: 11 settembre Giorno di Lutto Nazionale

 

12.09 – Il Governo cileno ha dichiarato Giorno di Lutto Nazionale il prossimo 11 settembre, quando si  compiranno 50 anni dal colpo militare del 1973, della morte del presidente Salvador Allende e dell’inizio della dittatura di Augusto Pinochet.

Il decreto esecutivo, ha pubblicato la Jornada, segnala che «è necessario onorare i morti del 11 settembre e delle date successive, come conseguenze delle stesse circostanze».

Si tratta di «un’occasione per la riflessione e l’unità nazionale, sul rispetto del valore della democrazia e l’impegno della difesa e la promozione dei diritti umani, senza anteporre alcuna ideologia al suo rispetto senza  condizioni».

La bandiera nazionale sarà issata a mezz’asta in questa giornata nelle sedi del Potere Esecutivo, Legislativo e Giudiziario; negli uffici e nelle ripartizioni pubbliche, nelle unità delle forze armate e della polizia.

L’ambiente che precede l’anniversario si è scaldato ulteriormente quando il   presidente Gabriel Boric ha rivelato come precedentemente l’opposizione della destra  di “Cile Vamos”ha scartato l’opzione che le era stata offerta per sommarsi alla commemorazione della data, si legge ancora nell’articolo.

«Voglio essere molto chiaro. Ho proposto ai presidenti di Cile Vamos, precisamente che se li disturbava partecipare alla manifestazione del 11 settembre nella Moneda per i motivi che hanno detto, si poteva realizzare un incontro costituzionale il giorno prima nel Congresso Nazionale solamente con le autorità, ma hanno scartato anche questo», ha detto.

La destra, che oltre a non partecipare alla manifestazione, ha rifiutato di firmare una dichiarazione proposta da Boric, di condanna del colpo di Stato, ha sostenuto che dall’ufficialità si vuole installare una versione unilaterale dei fatti del 1973 e posteriori.

Boric ha detto su questo che: «I fatti conosciuti da tutti, che s’iscrivono nella storia del nostro paese e sono stati ratificati dai rapporti Rettig e Valech e approvati dal Congresso Nazionale  sono indiscutibili».

Le relazioni ufficiali hanno stabilito che durante la dittatura ci sono state più di 40000 vittime dirette tra giustiziati, scomparsi e torturati.

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