Costruendo il nemico? Le chiavi dell’assassinio e sequestro di Ronald Ojeda 

misionverdad.com

L’ex militare venezuelano Ronald Ojeda Moreno, legato ad attività cospirative, è stato sequestrato, lo scorso mercoledì 21 febbraio, a Santiago del Cile, e il suo corpo senza vita è stato ritrovato il 1 marzo. Secondo i media cileni, è morto per asfissia meccanica posizionale e la data del decesso coincide con quella del sequestro.

Il sequestro è avvenuto nel comune di Independencia nelle prime ore del mattino, secondo il sottosegretario agli Interni del Cile, Manuel Monsalve, al momento del fatto. Ojeda Moreno sarebbe stato ingannato da individui che si sono spacciati per funzionari della Polizia Investigativa del Cile (PDI), che lo hanno portato via con la forza da casa sua.

Il funzionario ha affermato che era prematuro trarre conclusioni sulle ragioni del sequestro e che, al riguardo, si stavano valutando diverse ipotesi. Di fronte a questa situazione, il governo cileno ha chiesto rinforzi ai controlli alle frontiere e ha allertato l’Interpol.

Tuttavia, la stampa internazionale si è precipitata a speculare con teorie che additano il governo venezuelano come responsabile del crimine, collegandolo all’organizzazione criminale El Tren de Aragua. Spiccano accuse come quella del terrorista Ivan Simonovis, il quale ha affermato che agenti della Direzione Generale del Controspionaggio Militare (DGCIM) hanno effettuato una “operazione illegale” in cui si sono finti funzionari dell’immigrazione cilena e lo hanno sequestrato.

Ojeda è stato arrestato dalle autorità venezuelane, nell’aprile 2017, accusato di aver partecipato ad attività cospirative e di aver pianificato azioni terroristiche insieme ad altri militari. I crimini per i quali è stato imputato includevano ribellione, istigazione alla ribellione, ammutinamento e tradimento della Patria. Durante un trasferimento al carcere di Ramo Verde, nel novembre 2017, è riuscito a fuggire.

Nel 2019 Ojeda è stato degradato ed espulso dalla Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) insieme ad altri 24 ufficiali, ed è sfuggito alla giustizia andando in Cile. Nel novembre 2022 ha acquisito notorietà protestando davanti al Palacio de la Moneda, nella capitale del paese, dove ha chiesto il rilascio dei “prigionieri politici” e ha rifiutato il dialogo tra governo e opposizione. Nel 2023 il Cile gli ha concesso lo status di asilo politico.

Le indagini del Ministero Pubblico venezuelano hanno accertato che Ojeda ha partecipato alla cospirazione nota come Operazione Brazalete Blanco (Braccialetto Bianco – OBB), che aveva l’obiettivo di attaccare installazioni militari in Venezuela, nonché assassinare il governatore dello stato di Táchira, Freddy Bernal, ed il presidente Nicolás Maduro.

TORBIDI AFFARI DAGLI USA

 

Le indagini sul crimine hanno rivelato dettagli insoliti legati alle gestioni finanziarie di Ronald Ojeda, che hanno suscitato speculazioni sulle sue attività nel Paese australe.

Il militare venezuelano risiedeva in una lussuosa urbanizzazione in espansione in Cile, con appartamenti esclusivi che offrono servizi come piscina, sala eventi, palestra e lavanderia, i cui immobili raggiungono un valore fino a 130mila $.

Nel corso delle indagini, nelle finanze di Ojeda è stato scoperto un notevole flusso di $ provenienti dagli USA. La polizia cilena ha evidenziato che anche l’ex militare Anyelo Heredia Gervacio, coinvolto nell’OBB, gli aveva inviato, in varie occasioni, tra i 100000 e i 200000 $, inviandogli addirittura 1 milione di $ in un unico movimento.

Ojeda riceveva questi bonifici su conti bancari in Cile, e parte dei fondi venivano inviati ad un amico soprannominato “Fefo”, che si incaricava di distribuire il denaro a Caracas.

Inoltre, le autorità locali stanno indagando sull’invio di rimesse in denaro contante e in criptovalute, nonché sulla partecipazione della sorella di Ojeda in richieste di prestiti commerciali.

COSA RIVELANO LE INVESTIGAZIONI

 

Le caratteristiche atipiche del sequestro e dell’omicidio di Ojeda fanno pensare ad una possibile eliminazione per impedirgli di divulgare informazioni critiche sull’OBB e sulle persone implicate. Così lo indica il media digitale La Tabla con i dati raccolti dalle indagini sulle ipotesi del movente del delitto.

Innanzitutto dobbiamo valutare che c’è stato un grande dispiegamento logistico per la sua cattura. Il rapimento, avvenuto nella sua abitazione, ha coinvolto almeno dieci persone in uniforme e mezzi di trasporto. Poi c’è il fatto che nella residenza si trovavano anche la moglie e il figlio, che non hanno subito alcun danno.

Al rapimento non è seguita alcuna richiesta di riscatto e l’omicidio non è avvenuto nello stesso luogo. È stato prelevato dal sito e portato in un altro sito dove prima di essere ucciso è stato sottoposto a tortura – lo indicano i segni di scosse elettriche, percosse e asfissia meccanica rinvenuti sul suo corpo -.

Le autorità di polizia cilene hanno identificato Walter de Jesús Rodríguez Pérez, venezuelano, 29 anni, come principale sospettato nel caso del sequestro e omicidio dell’ex militare. Questo individuo ha precedenti penali sia in Venezuela che in Cile.

In Venezuela, Rodríguez Pérez è stato arrestato per rapina nel febbraio 2018 ad Aragua. In Cile, è stato accusato di tre capi d’imputazione: aggressione a una guardia di sicurezza, nel giugno 2020, rapimento espresso con l’uso di armi da fuoco, nel giugno 2022, e rapimento seguito da omicidio, nell’aprile 2023.

Secondo i documenti dell’Istituto Venezuelano di Previdenza Sociale (IVSS) consultati da La Tabla, il criminale ha lavorato nell’ufficio di gestione del governatorato di Aragua durante l’amministrazione di Tareck El Aissami.

Il contesto in cui si svolgono gli eventi dietro il rapimento e il successivo omicidio ci permettono di smontare la narrazione che cerca di collegare, come autori del crimine, le agenzie di sicurezza dello Stato venezuelano. Di fronte ai piani cospirativi, per le autorità venezuelane è stato essenziale approfondire le indagini interrogando i partecipanti.

L’intenzione sarebbe quella di fabbricare altre menzogne da aggiungere al dossier criminalizzante contro il Venezuela, collegarlo a strutture criminali della regione e fornire false argomentazioni ai governi vicini subordinati a Washington – come potrebbe essere il caso di Cile e Argentina – per esercitare pressione politica ed economica sul Paese; uno scenario che abbiamo già visto negli anni precedenti.

In ogni caso, l’evidenza pubblica suggerisce che tutto questo movimento e dinamismo mediatico avrebbe l’intenzione di perfezionare un dossier che cercherebbe di collegare la struttura criminale del Treno Aragua allo Stato venezuelano, presentandolo come un “Al Qaeda” caraibico e il governo bolivariano come “regime talebano”. Pertanto, in assenza di meccanismi politici diretti capaci, secondo tale logica, di sbilanciare la situazione a favore del cambio di regime, la costruzione di questo clima potrebbe portare alla convalida di un intervento, magari preventivo, per garantire la lotta alla struttura criminale che colpisca non solo il Venezuela bensì l’intero continente.


¿CONSTRUYENDO EL ENEMIGO? CLAVES DEL ASESINATO Y SECUESTRO DE RONALD OJEDA

 

El exmilitar venezolano Ronald Ojeda Moreno, relacionado con actividades conspirativas, fue secuestrado el pasado miércoles 21 de febrero en Santiago de Chile y su cuerpo sin vida fue encontrado el 1 de marzo. Según medios chilenos, murió por asfixia mecánica posicional y la fecha de su deceso coincide con la del secuestro.

El secuestro tuvo lugar en la comuna de Independencia durante la madrugada, según informó el subsecretario de Interior de Chile, Manuel Monsalve, en el momento del hecho. Ojeda Moreno habría sido engañado por individuos que se hicieron pasar por funcionarios de la Policía de Investigaciones de Chile (PDI), quienes lo llevaron de su casa por la fuerza.

El funcionario manifestó que era prematuro sacar conclusiones sobre los motivos del secuestro y que se estaban evaluando varias hipótesis al respecto. Ante esta situación, el gobierno chileno pidió refuerzos en los controles fronterizos y emitió una alerta a Interpol.

No obstante, la prensa internacional se ha precipitado a especular con teorías que señalan al gobierno de Venezuela como responsable del crimen, relacionándolo con la organización delictiva El Tren de Aragua. Destacan acusaciones como la del terrorista Iván Simonovis, quien afirmó que agentes de la Dirección General de Contrainteligencia Militar (DGCIM) llevaron a cabo una “operación ilegal” en la que se hicieron pasar por funcionarios migratorios chilenos y lo secuestraron.

Ojeda fue arrestado por las autoridades venezolanas en abril de 2017, acusado de participar en actividades conspirativas y planificación de acciones terroristas junto a otros militares. Los delitos por los que fue imputado incluyeron rebelión, instigación a la rebelión, motín y traición a la patria. Durante un traslado a la prisión de Ramo Verde en noviembre de 2017, logró fugarse.

En 2019 Ojeda fue degradado y expulsado de la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB) junto a otros 24 oficiales, y se escapó de la justicia yéndose a Chile. En noviembre de 2022 ganó notoriedad al protestar frente al Palacio de la Moneda en la capital del país, donde exigía la liberación de “presos políticos” y rechazaba el diálogo entre el gobierno y la oposición. En 2023 Chile le otorgó la condición de asilado político.

Investigaciones del Ministerio Público venezolano determinaron que Ojeda participó en la conspiración conocida como Operación Brazalete Blanco, la cual tenía como objetivo atacar instalaciones militares en Venezuela, así como asesinar al gobernador del estado Táchira, Freddy Bernal, y al presidente Nicolás Maduro.

NEGOCIOS TURBIOS DESDE ESTADOS UNIDOS

Las indagaciones sobre el crimen han revelado detalles inusuales relacionados con los manejos financieros de Ronald Ojeda, lo que ha suscitado especulaciones sobre sus actividades en el país austral.

El militar venezolano residía en una lujosa urbanización en expansión en Chile, con exclusivos departamentos que ofrecen servicios como piscina, sala de eventos, gimnasio y lavandería, cuyos inmuebles alcanzan un valor de hasta 130 mil dólares.

Durante la investigación se descubrió un notable flujo de dólares provenientes de Estados Unidos en las finanzas de Ojeda. La policía chilena ha destacado que el también exmilitar Anyelo Heredia Gervacio, implicado en la Operación Brazalete Blanco, le había enviado entre 100 mil y 200 mil dólares en diversas ocasiones, llegando incluso a enviarle 1 millón de dólares en un único movimiento.

Ojeda recibía estas transferencias en cuentas bancarias en Chile, y parte de los fondos eran enviados a un amigo apodado “Fefo”, quien se encargaba de distribuir el dinero en Caracas.

Además, las autoridades locales están investigando el envío de remesas en efectivo y criptomonedas, así como la participación de la hermana de Ojeda en solicitudes de créditos para negocios.

LO QUE REVELAN LAS INVESTIGACIONES

Las características atípicas del secuestro y asesinato de Ojeda apuntan a una posible eliminación para evitar que filtrara información crítica sobre la Operación Brazalete Blanco y sus implicados. Así lo indica el medio digital La Tabla con datos recopilados de la investigación sobre las hipótesis del móvil del crimen.

Primero hay que estimar que hubo un gran despliegue logístico para su captura. El secuestro, que se llevó a cabo en su domicilio, contó con la participación de al menos diez individuos uniformados y vehículos para el traslado. Después está el hecho de que en la residencia también se encontraban su esposa y su hijo, los cuales no recibieron ningún daño.

Al secuestro no le siguió ninguna exigencia de rescate y el asesinato no se produjo en el mismo lugar. Fue extraído del sitio y llevado a otro donde antes de ser ultimado fue objeto de torturas —las marcas de descargas eléctricas, golpes y asfixia mecánica hallados en su cuerpo así lo indican—.

Las autoridades policiales chilenas han identificado a Walter de Jesús Rodríguez Pérez, venezolano de 29 años, como el principal sospechoso en el caso de secuestro y asesinato del exmilitar. Este individuo tiene un historial delictivo tanto en Venezuela como en Chile.

En Venezuela, Rodríguez Pérez fue arrestado por robo en febrero de 2018 en Aragua. En Chile, se le han imputado tres cargos: agresión a un guardia de seguridad en junio de 2020, secuestro exprés con el uso de un arma de fuego en junio de 2022 y secuestro seguido de asesinato en abril de 2023.

Según registros del Instituto Venezolano de los Seguros Sociales (IVSS) consultados por La Tabla, el criminal trabajó en la oficina de gerencia de la gobernación de Aragua durante la gestión de Tareck El Aissami.

El contexto donde se desarrollan los hechos detrás del secuestro y el posterior asesinato permiten desmontar la narrativa que pretende vincular los organismos de seguridad del Estado venezolano como autores del mismo. Ante planes conspirativos, para las autoridades venezolanas ha sido indispensable profundizar en las investigaciones interpelando a los participantes.

La intención detrás sería la de fabricar más patrañas para agregar al expediente criminalizatorio contra Venezuela, relacionarla con estructuras criminales en la región y proporcionar argumentos falsos para que gobiernos vecinos subordinados a Washington —como podría ser el caso de Chile y Argentina— presionen política y económicamente el país, un escenario que ya hemos visto en años anteriores.

En todo caso, las evidencias públicas sugieren que todo este movimiento y dinamismo en medios de comunicación tendrían la intención de refinar un expediente que buscaría vincular la estructura criminal del Tren de Aragua con el Estado venezolano, presentarlo como un “Al Qaeda” caribeño y al gobierno bolivariano como el “régimen talibán”. Así, a falta de mecanismos políticos directos capaces de, bajo esa lógica, desequilibrar la situación a favor del cambio de régimen, la construcción de este clima podría propiciar la validación de una intervención, quizás preventiva, para garantizar el combate a la estructura criminal que afecta ya no a Venezuela sino a todo el continente.

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