Parole di Evo Morales in visita a Cuba

f0011923Parole di Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, nella cerimonia di consegna dell’Ordine José Martí, a L’Avana, il 20 maggio del 2016, “58º Anno della Rivoluzione.”

Fratello Raúl, Presidente della Repubblica di Cuba;

Vicepresidenti;

Fratelli  Cancellieri;

Ministre, Ministri;

Ministri che mi accompagnano in questa cerimonia;

Comandanti delle Forze Armate;

Invitati speciali;

Amici della stampa e di tutto il popolo cubano:

Prima cosa: sono  sorpreso per questa decorazione. A nome del popolo boliviano e a nome dei nostri movimenti sociali voglio dire : Molte grazie fratello  Presidente, per questa  alta decorazione José Martí, il nostro leader per  la vita.
Sono sorpreso anche, come sempre, da tutta la solidarietà del popolo cubano.
Grazie alla sua Rivoluzione, grazie all’unità del popolo di Cuba.
Siamo dove stiamo, non tutti i paesi ma alcuni paesi, con governi  antimperialisti.
Cuba, per i movimenti sociali della Bolivia e specialmente per me, è sempre stata una fonte d’ispirazione in questa lotta per la liberazione dei nostri popoli, da dirigente sindacale lottavamo contro uno stato coloniale e adesso come presidente rappresento lo Stato Plurinazionale servendo il nostro popolo.
Cuba è esempio di unità di lotta antimperialista; Cuba per me è un modello di paese socialista per tutti i paesi del mondo.
Il patrimonio  del popolo cubano, e non solo del popolo cubano, di questa Rivoluzione, sono la salute e l’educazione.
Sono sorpreso per tutta la cooperazione che voi e il vostro popolo sviluppate con tutto il mondo.
Questo patrimonio del popolo cubano, della salute e l’educazione, è prodotto della Rivoluzione e sento che è un patrimonio modello dei servizi in tema di salute e d’ educazione per i popoli del mondo.
Il nostro rispetto e la nostra ammirazione vanno al fratello Fidel.
Sento che noi di queste generazioni siamo i figli e i nipoti dai tempi della colonia, di Tupac Katari, di Tomás Katari, di Amaru, di tanti leaders indigeni.  Ma in questi tempi della Repubblica siamo figli e nipoti di Fidel Castro. Ci ha lasciato una grande lotta.
Voi sapete il rispetto, l’affetto e l’ammirazione che proviamo per Fidel e per Lei. fratello Raúl e per tutto il popolo cubano.
Così come prima della fondazione delle Repubbliche c’erano guerriglieri per l’indipendenza e alcuni passarono forse anche alle guerriglie per la liberazione di altri popoli, io direi perlomeno che:  “Sono state le conferenze antimperialiste in Cuba, dell’ epoca dei  ‘90, le tante conferenze nella sala delle convenzioni qui in Cuba, come una grande lezione per condividere la lotta dei popoli, le dottrine anti imperialiste dei dirigenti sindacali, dei dirigenti dei movimenti sociali e anche di leaders politici e per questo, fratello Raúl, al popolo cubano vanno sempre il nostro rispetto e la nostra ammirazione”.
“Io non ho mai pensato di ricevere una decorazione, Io mi ricordo quando stavo cominciando come dirigente sindacale, che volevo tanto conoscere Cuba e  che c’erano persone che racco,mandavano :“Se vai a Cuba, non farti timbrare l’immigrazione…  se nel tuo passaporto ci sarà il timbro di Cuba, sarai escluso in tutto il mondo…  Questo è terminato e adesso è un lusso avere un timbro del popolo cubano nei nostri passaporti”.
“Un momento fa si commentava e coincido perfettamente, che gli Stati Uniti hanno cercato d’isolare Cuba, ma si sono isolati loro, perchè  tutto il mondo sta con Cuba. Come cambia la vita! Come cambiano i tempi!”
“Sono sicuro che siamo in altri tempi, e siamo anche convinti,  fratello Raúl, che ci sono temi pendenti in America al margine dei temi economici, al margine di temi culturali, sociali, ideologici, e sono temi geografici. La Bolivia ha sempre una domanda sul tema del mare, così come Cuba ha un tema pendente con gli Stati Uniti: Guantánamo. Io sono quasi convinto che presto o tardi ci sarà un presidente anticapitalista negli Stati Uniti e che, con sicurezza, Guantánamo tornerà al popolo cubano, cosi come ci sarà un presidente antimperialista in Inghilterra e anche le Malvine torneranno all’Argentina o all’America Latina.
Questi temi geografici pendenti passano da una questione politica, ideologica, programmatica e culturale, ma è anche importante riconoscere, fratello Raúl, ne sono sicuro, che questo processo d’integrazione è quello sognato da nostro fratello Fidel. Ricordo dopo la creazione della CELAC che mi telefonò per parlarmi con molta passione di questa grande integrazione della CELAC, dei presidenti di oggi e dei futuri presidenti. E che non possiamo abbandonare questa grande opera di Lula, di Kirchner, di Hugo Chávez, di Fidel, e degli  altri presidenti, e i processi d’integrazione per la liberazione dell’America Latina.
Per questo, a Fidel un saluto; a lei Raúl molte grazie per questo riconoscimento che è un riconoscimento alla lotta dei popoli della Bolivia, al movimento indigeno, operaio, contadino, di tutti i settori sociali.
Abbiamo capito quanto è importante l’unità per la liberazione dei nostri popoli.
Nuovamente grazie Raúl, molte grazie a tutti voi.
Fortuna e felicità!
Sino a che esisterà il capitalismo, la lotta continuerà verso la liberazione definitiva dei popoli di tutto il mondo.
Molte grazie.

Evo è un genuino rappresentante del suo popolo

Parole del Segretario del Consiglio di Stato, Homero Acosta Álvarez, nella cerimonia di consegna della medaglia Ordine José Martí a Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia a L’Avana.

Compagno Evo Morales Ayma, Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia;

Compagno Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri della Repubblica di Cuba;

Distinti membri della delegazione boliviana;

Compagne e compagni:

Il Coniglio di Stato della Repubblica di Cuba, su proposta del suo Presidente, ha stabilito di decorare  con la medaglia Ordine  José Martí, il compagno Evo Morales Ayma, presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, in virtù dei suoi straordinari meriti,  i suoi valori  e l’impegno con il suo popolo e con l’integrazione di Nuestra America.
D’origine molto umile , contadino, dirigente sindacale, deputato, protagonista delle lotte contro il neo liberismo e lo spoglio delle risorse naturali, nostro fratello Evo è un genuino rappresentante del suo popolo, degli indigeni, dei contadini, dei minatori, degli operai e dei movimenti sociali che promuovono e difendono gli interessi e le aspirazioni dei settori popolari.
Guida da più di dieci anni la Rivoluzione Democratica e Culturale che ha trasformato il suo paese costruendo con il suo popolo una patria più giusta e sovrana.
Lo Stato Plurinazionale della Bolivia, fondato  da Lei non è più la nazione più povera dell’America del sud, nella quale un terzo della popolazione viveva in condizioni di miseria e di abbandono.
La Bolivia mostra oggi indici di crescita e sviluppo, sostenuti e significativi passi avanti in termini di equità, salute e di educazione, ed è un esempio dell’applicazione positiva delle politiche sociali e inclusive.
Per la prima volta nella storia i diversi popoli e le culture originali che formano questa nazione vedono riconosciuti i loro diritti, partecipano attivamente alla vita politica e sono parte indissolubile della società e dello Stato.
Il presidente Evo è leader anche per la sua guida internazionale nella difesa della cultura e dei diritti dei popoli originari di tutto il mondo e della Pachamama o Madre Tierra.
Dal nostro apostolo José Martí abbiamo appreso che Nuestra america si deve salvare con i suoi indios e che “un buon governante non sarà quello che sa come si governa il tedesco o il francese, ma quello che sa di quali elementi è fatto il suo paese e come può andare avanti guidandoli insieme”.
Il presidente Evo Morales ha contribuito e contribuisce straordinariamente alla salvezza di Nuestra America, alla conquista della sua definitiva indipendenza e all’integrazione latinoamericana e caraibica.
Presidente Evo:
Cuba è onorata con la sua amicizia da quei difficili anni in cui come leader dei movimenti sociali, lei affrontava i pericoli che presentava la lotta per la giustizia e il benessere del suo nobile popolo.
La sua grande amicizia con il leader storico della Rivoluzione Cubana, il compagno Fidel Castro è espressione degli storici e indistruttibili vincoli di  fraternità e solidarietà che uniscono i nostri popoli e rendono omaggio ai boliviani e ai cubani che hanno combattuto insieme con la direzione del Comandante Ernesto Che Guevara.
Riceva fratello presidente Evo, la più alta decorazione che assegna la nostra Patria e che porta il nome dell’Eroe Nazionale di Cuba.
Serva questo riconoscimento anche come espressione del rispetto e dell‘affetto che prova il popolo cubano per il popolo boliviano, per la Bolivia e per Lei.
Molte grazie.

Evo: “Cuba è sempre stata un’ispirazione per la lotta dei nostri popoli”

f0011925“Cuba è sempre stata un’ispirazione per la lotta dei nostri popoli”, ha segnalato ieri venerdì 20, il presidente della Bolivia, Evo Morales,  ricevendo la medaglia Ordine José Martí, la più importante decorazione assegnata dal Consiglio di Stato cubano, in una cerimonia presieduta dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz.

Nel suo discorso di ringraziamento nel Palazzo della Rivoluzione, il primo  mandatario indigeno della Bolivia, ha assicurato che  Cuba è un esempio di unità e di lotta antimperialista.
Il patrimonio del popolo cubano, la salute e l’educazione sono modelli per i popoli del mondo ha detto il  Dignitario ringraziando la cooperazione che mantengono le due nazioni.
In un altro momento ha espresso il suo rispetto e l’ammirazione per suo fratello Fidel, per Raúl e il popolo cubano.
Ugualmente ha segnalato che: “Gli Stati Uniti hanno tentato d’isolare l’Isola dei Caraibi, ma sono restati isolati loro, perchè tutto il mondo sta con Cuba”.
Rispetto alla situazione regionale, ha commentato che esistono temi pendenti ed ha segnalato in questo senso la domanda storica che mantiene la Bolivia di un’uscita sovrana al mare.
Un altro tema segnalato è stata la restituzione del territorio illegalmente occupato  dagli Stati Uniti a Guantánamo.
“I processi d’integraione che consolidiamo, come la CELAC sono la grande opera di  Lula, Kirchner, Chávez e Fidel”, ha assicurato  Morales, indicando che si tratta anche  di un processo per  la liberazione dell’America Latina.
Leggendo il decreto di concessione dell’Ordine, il segretario del Consiglio di Stato, Homero Acosta, ha segnalato la traiettoria di Morales come deputato protagonista delle lotte contro il neoliberalismo.
“È un genuino rappresentante del suo popolo”,  ha segnalato  Acosta, aggiungendo che  “Evo ha contribuito straordinariamente alla salvezza di Nuestra America” e ai processi d’integrazione”.
Inoltre ha segenalato la sua grande amicizia con il leader  della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, come “espressione degli storici e indistruttibili vincoli tra le due nazioni.
“Serva questo riconoscimento come mostra di rispetto e d’affetto del popolo cubano per il popolo boliviano e per Lei”, ha concluso Acosta.
Il cancelliere della Bolivia, David Choquehuanca, e il Ministro cubano degli  Investimenti stranieri, Rodrigo Malmierca, hanno firmato prima della cerimonia un accordo per promuovere e sviluppare programmi per la cooperazione nei settori della salute, educazione, economia e cultura.
L’accordo è stato firmato in presenza dei capi di Stato della Bolivia e di  Cuba, Evo Morales e Raúl Castro, rispettivamente.

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