Isaac Christiansen, PhD – Cubainformación
Gli USA continuano nel loro intento di calunniare e screditare la rivoluzione cubana, affermando, una volta dopo l’altra, contro ogni evidenza, che le missioni mediche cubane sono una forma di “lavoro forzato.” L’espressione più recente di questa ossessione nordamericana, è stata una lettera della Commissione Interamericana dei Diritti Umani all’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), che chiede dettagli sugli accordi bilaterali tra gli stati membri dell’OSA e Cuba riguardo alle missioni cubane, cercando informazioni su eventuali reclami lavorativi in merito a queste missioni (Coto 2025).
Organizzazioni “no profit” come “Free Society Project,” noto anche come “Archivo Cuba” ma con stretti legami con i più accaniti nemici della rivoluzione cubana all’interno del governo USA (come l’ex ambasciatore USA in Venezuela Otto J. Reich, che serve da consulente per l’organizzazione), sostengono che i medici cubani siano schiavi e che l’aiuto umanitario e le missioni internazionaliste cubane costituiscano una forma di schiavitù.
La lettera della Commissione Interamericana dei Diritti Umani è seguita a un’ondata di misure coercitive unilaterali dell’amministrazione Trump e annunciate da Marco Rubio, il 25 febbraio 2025, che restringono i visti per funzionari cubani, persone coinvolte nelle missioni e persino familiari di chi è coinvolto (Yaffe 2025). L’effetto e l’obiettivo di queste misure sono indebolire la collaborazione medica cubana con paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia e, di conseguenza, sottrarre una fonte importante di ingressi all’isola. Inoltre, tali misure indeboliscono i sistemi sanitari dei paesi riceventi, che beneficiano di assistenza medica cubana in aree rurali, vulnerabili e trascurate, oltre a fornire servizi di alta qualità in aree di estrema necessità.
L’Internazionalismo Medico Cubano
Il primo programma di internazionalismo medico cubano a lungo termine iniziò in Algeria, nel 1963, sebbene Cuba avesse inviato una missione medica a breve termine dopo un terremoto devastante in Cile, nel 1960, nonostante le difficili relazioni diplomatiche tra Cuba e il governo di destra del Cile in quel periodo (Kirk 2012; Chaple 2006; Grundy e Budetti 1980). Attraverso gli anni, l’aiuto medico internazionale cubano arrivò a superare persino l’aiuto internazionale fornito dall’Organizzazione Mondiale della Salute (Yaffe 2025). Compilare e documentare la portata e l’impatto di tale aiuto ai paesi del sud globale è un serio lavoro accademico sociologico e storico, oltre a servire come prova concreta contro le accuse infondate e ipocrite di personaggi come Marco Rubio. Dal 1959, Cuba ha inviato squadre di medici internazionalisti in risposta a emergenze in molti paesi, tra cui Perù (in risposta al terremoto del 1970), Pakistan (in risposta al terremoto del 2005), Nicaragua (in risposta alle inondazioni del 1991), Indonesia e Sri Lanka (in risposta allo tsunami del 2004), Haiti (in risposta all’uragano del 2004 e di nuovo nel 2010 in risposta al terremoto devastante), Guatemala (nel 2004 in risposta all’Uragano Stan), Cina (nel 2008 in risposta al terremoto), Nepal (in risposta al terremoto del 2015) e in molti altri paesi (González et al. 2016).
La brigata medica cubana di risposta rapida alle emergenze mediche è conosciuta come la Brigata Medica Internazionale Henry Reeves. Nel 2017, le fu conferito il Premio Commemorativo Dr. Lee Jong Wook per la Salute Mondiale dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) e dall’Organizzazione Panamericana della Salute (OPS) nell’Assemblea Mondiale della Salute. Secondo l’OMS e l’OPS, entro l’anno 2017, le Brigate Henry Reeves avevano trattato più di 3,5 milioni di persone e avevano salvato circa 80000 vite. Inoltre, Cuba ha inviato medici per alleviare i focolai di malattie infettive come la dengue in Brasile (nel 1991), El Salvador (nel 2000) e Honduras (nel 2002), l’Ebola in Guinea, Liberia e Sierra Leone (nel 2014 e 2015), e in più di venti paesi in America Latina, i Caraibi, Africa ed Europa per combattere il COVID-19 nel 2020 (MINREX 2020). Questo aiuto crebbe negli anni successivi e secondo Yaffe (2023), 57 Brigate Henry Reeves fornirono aiuto a più di 40 paesi e trattarono 1,26 milioni di persone malate di COVID. Molti di questi medici unirono i loro sforzi a programmi medici internazionalisti cubani che erano già operativi in più di 66 paesi (Yaffe 2023). L’intenzione vergognosa degli USA e di Rubio è distruggere e screditare questo nobile e onorevole esempio di solidarietà internazionale, lasciando le popolazioni vulnerabili dei paesi riceventi dimenticate e prive di assistenza.
Se si quantificasse il valore dell’aiuto medico cubano, i più di 180 paesi che hanno beneficiato dell’aiuto internazionalista cubano equivalgono a 71,5 miliardi di $ tra il 1999 e il 2015, ovvero il 6,6% del PIL annuale di Cuba (Morales 2017; Yaffe 2023). In quel periodo, circa 29000 professionisti medici internazionalisti cubani effettuarono 1,395 milioni di consultazioni generali, realizzarono più di 7 milioni di operazioni chirurgiche minori e 3 milioni di operazioni chirurgiche maggiori. In aggiunta a queste cifre, laurearono più di 73000 professionisti stranieri in campo sanitario. Si stima che in quel periodo Cuba abbia salvato la vita di circa 5,8 milioni di persone (Morales 2017).
Oltre all’aiuto diretto e significativo che Cuba fornisce alle comunità vulnerabili, Cuba ha anche contribuito a costruire scuole di medicina in vari paesi e forma medici di diversi paesi alla Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM). Lungi dal cercare di creare una forma di dipendenza dai servizi medici cubani, Cuba addestra medici affinché lavorino nelle aree di maggiore necessità. Ad esempio, come afferma John Kirk (2012), Cuba “ha aiutato a fondare scuole di medicina in diversi paesi, tra cui Yemen (1976), Guyana (1984), Etiopia (1984), Uganda (1986), Ghana (1991), Gambia (2000), Guinea Equatoriale (2000), Guinea Bissau (2004) e Timor Est (2005)”. Recentemente, Cuba e Gambia hanno rinnovato il loro accordo bilaterale e, oltre a prestare servizio in diverse località del paese, collaboreranno alla formazione di giovani gambiani presso la Facoltà di Medicina di Banjul (Foroyaa 2024).
Le strategie di formazione di persone originarie di aree vulnerabili e trascurate si combinano con le norme delle borse di studio per la formazione medica cubana, che mirano a far sì che i nuovi medici, infermieri o tecnici sanitari ritornino nel loro paese per prestare servizio nei luoghi con maggiori necessità. È notevole che, nonostante l’ostilità del governo USA verso Cuba fin dagli inizi della Rivoluzione Cubana, Cuba mantenga un atteggiamento di solidarietà con il popolo USA, in particolare con i settori più vulnerabili. Ciò si è manifestato chiaramente con l’offerta di Cuba di inviare una brigata di medici Henry Reeves per aiutare le vittime dell’Uragano Katrina (sebbene l’offerta sia stata rifiutata dal Presidente Bush).
La solidarietà di Cuba con il popolo USA si manifesta anche attraverso borse di studio complete per studenti USA per studiare a Cuba, generalmente all’ELAM. Secondo quanto mi ha riferito la coordinatrice del programma di borse di studio dell’ELAM, Samira Addrey, della Fondazione Interreligiosa per l’Organizzazione Comunitaria (IFCO) con sede a Harlem, in totale, dopo la laurea di 11 statunitensi nel 2025, si sommeranno a 245 i medici statunitensi laureati all’ELAM. Dei 245 laureati, 101 prestano servizio in settori vitali per le comunità USA, molti dei quali in aree designate come zone con carenza di personale medico. Mentre i restanti 144 stanno terminando le loro specializzazioni o sono già pienamente abilitati. Purtroppo, tre dei 234 medici (precedentemente) laureati all’ELAM sono deceduti (Addrey 2025).
Inoltre, in alcuni casi, persone dall’estero arrivano a Cuba per essere trattate gratuitamente. Gli esempi dell’Operazione Miracolo, dove persone che necessitano di interventi agli occhi (spesso per cataratta) per recuperare la vista ricevono operazioni chirurgiche (che fanno anche parte delle missioni mediche cubane all’estero), e l’aiuto medico cubano a circa 26000 vittime del disastro nucleare di Chernobyl a Tarara, Cuba, sono emblematici (Yaffe 2023; Fontan 2021). È importante sottolineare che l’aiuto medico cubano è in linea con gli obiettivi e le linee guida per l’aiuto Sud-Sud delle Nazioni Unite stabiliti nel 1978, è olistico e include una sensibilità ai determinanti sociali della salute (Yaffe 2023; Christiansen 2010).
Come è ben noto, Cuba considera la salute un diritto umano e non una merce, e i servizi sanitari sono gratuiti per tutti i cubani, come garantisce la Costituzione cubana del 2019 e come garantiva la Costituzione del 1976. Allo stesso modo, i servizi che Cuba presta all’estero sono svolti con lo stesso spirito di umanismo e solidarietà, nei limiti consentiti dal sistema in cui si collabora. Tutto l’aiuto medico cubano è prestato in conformità con il diritto internazionale, lavorando insieme ai governi riceventi e spesso in collaborazione con organismi internazionali della salute come l’Organizzazione Mondiale della Salute (Marimón Torres e Martínez Cruz 2009).
Un’Esperienza Personale
Nel 2003 e 2004, ero in Gambia come volontario del Peace Corps e ebbi l’onore di conoscere diversi membri della Brigata Medica Cubana a Essau, appena a nord del fiume Gambia. Nel 2003, quando mi trovavo ad Albreda, soffrivo di forti dolori a causa di un calcolo renale. Non c’erano medici ad Albreda, né il Peace Corps aveva alcun medico in servizio nel paese, e per noi volontari c’era solo un’infermiera – ma l’ambulatorio dell’infermiera del Peace Corps si trovava a Pipeline, e il traghetto Banjul-Barra a Niumi era chiuso. Tuttavia, avevo urgentemente bisogno di aiuto.
Mentre soffrivo, la famiglia con cui stavo era molto preoccupata. Chiamai l’infermiera, che poté solo dirmi di bere più acqua, ma la situazione era grave e se fossi stato negli USA, sarei andato in ospedale e mi avrebbero operato con la litotrissia. Supplicai che mi mandassero a Samanka, che si trovava nel villaggio vicino di Pakau, per portarmi al centro medico di Essau. Alla fine venne, e fui curato dai medici cubani. Il mio dolore fu alleviato con la medicina che mi diedero, anche se non avevano l’attrezzatura per fare la litotrissia. Mesi dopo, avrei accompagnato uno dei medici cubani a visitare la signora Tumbulu Jammeh, la madre della famiglia ospitante che mi aveva accolto a Essau, Gambia.
L’Attacco Disperato e Ipocrita Contro l’Internazionalismo Medico Cubano
L’attacco contro l’internazionalismo medico cubano iniziò nel 2006 con il Programma di Libertà Vigilata per Professionisti Medici Cubani. L’obiettivo di tale programma era tentare i medici cubani con lo status di residente permanente, visti, aiuto nella ricerca di lavoro e alloggi negli USA affinché abbandonassero i loro incarichi dove servivano popolazioni vulnerabili (Latner 2020; Feinsilver 2009). Sebbene sia innegabile che le condizioni a Cuba siano economicamente difficili, in gran parte a causa della guerra USA contro l’isola protrattasi per decenni, questi tentativi ebbero un effetto negativo sulle missioni internazionaliste cubane. Tuttavia, meno del 2% dei brigatisti abbandonò la missione, arrivando a circa 1574 nel 2011 (Latner 2020). La stragrande maggioranza dei medici cubani rimase fedele alle proprie missioni internazionaliste e alla patria, smentendo con il loro esempio la nefasta narrazione della “schiavitù”.
Il fatto è che qualsiasi guadagno dei pagamenti al governo cubano che non va ai medici, è destinato ad aiutare il sistema medico cubano, un sistema che è sotto grave attacco da parte USA (Yaffe 2025; Latner 2020). Lungi dall’essere una forma di schiavitù, i medici cubani partono volontariamente per servire nel paese ricevente, continuano a ricevere il loro stipendio regolare a Cuba, ricevono una remunerazione nel paese ricevente e hanno le loro vacanze. È importante anche tenere presente che, in alcuni casi, Cuba fornisce l’aiuto gratuitamente ai paesi riceventi, in altri un terzo paese contribuisce a pagare il costo della collaborazione cubana, e nel caso di paesi con più risorse (come il Qatar), pagano direttamente Cuba (Yaffe 2023). Ad esempio, nel 2017, dei 62 paesi in cui prestavano servizio medici cubani, “27 non pagavano nulla per i servizi medici cubani e i restanti 35 pagavano su una scala mobile” (Latner 2020: 336).
Oltre a essere una beffa per coloro che realmente soffrono il problema del traffico di esseri umani, o alla memoria della schiavitù negli stessi USA, è un tentativo di danneggiare Cuba, un altro modo per intensificare la guerra economica USA contro l’isola. Gli USA hanno avuto l’ossessione di distruggere la Rivoluzione Cubana dal 1959, quando il Movimento 26 Luglio rovesciò il dittatore Fulgencio Batista. Oltre alla guerra economica universalmente condannata all’ONU, gli USA destinano fondi per screditare Cuba, e in particolare per screditare il suo internazionalismo medico che ha guadagnato simpatia quasi universale. Ad esempio, nel 2020 l’USAID aumentò di 3 milioni di $ il suo programma di propaganda anticubana per “investigare sui diritti umani dei medici cubani che lavorano all’estero” (Latner 2020).
Oltre a ciò, queste critiche ciniche provengono da un governo che mantiene relazioni con alcuni dei paesi che più violano i diritti umani nel mondo. Gli USA hanno aiutato e continuano ad aiutare Israele a commettere un genocidio a Gaza, e hanno aiutato Israele a condurre una guerra di aggressione contro l’Iran. Nel frattempo, all’interno degli USA, i diritti umani e lo stesso Bill of Rights della Costituzione USA sono sotto attacco. Basti vedere gli attacchi dell’ICE contro gli immigrati o la guerra contro le proteste studentesche contro il genocidio israeliano a Gaza. Lo stesso Marco Rubio ha ammesso che hanno privato Mahmoud Khalil del suo status di residente permanente e lo hanno tenuto detenuto per le sue opinioni politiche (Atkins e Lavietes 2025). La storia si ripete nel caso di Leqaa Kordia, che è detenuta negli USA per aver protestato contro un genocidio statunitense/israeliano che ha ucciso più di cento membri della sua famiglia a Gaza (Suleiman 2025).
L’ossessione di Rubio e del governo USA di sabotare la collaborazione medica internazionale cubana costituisce un attacco al diritto alla salute delle popolazioni più vulnerabili del pianeta, oltre a basarsi su calunnie vergognose e a essere un attacco al popolo cubano. Rubio si è mai preoccupato della salute dei popoli ghanesi, mozambicani, honduregni o haitiani? Se ai governanti USA importasse davvero dello stipendio dei medici cubani, non avrebbero destinato ingenti somme di denaro per distruggere l’economia cubana. La continua presenza di una guerra economica spietata contro l’isola smentisce totalmente il discorso di Rubio e compagni contro i medici internazionalisti cubani. Il programma di Cuba, lungi dal meritare false critiche, è degno dei più alti riconoscimenti. Dovremmo lavorare per emulare tali esempi di solidarietà, non calunniarli.
Più gli USA cercano di calunniare e danneggiare il programma di internazionalismo medico cubano, più mostrano la loro vera faccia imperialista e il loro vero disprezzo per i popoli del mondo e la loro salute. Cercano di danneggiare e punire ulteriormente il popolo cubano per aver avuto l’audacia di sfidare l’impero e di tentare di creare un sistema diverso dal capitalismo globale. Puniscono un paese che ha dimostrato un impegno fedele verso la salute come diritto internazionale. Ma l’esempio di Cuba smentisce le calunnie dell’impero USA. Mentre gli USA inviano armi a Israele affinché i soldati israeliani uccidano il popolo di Gaza affamato da una carestia orchestrata, dove usano il cibo come esca per commettere massacri quotidiani, Cuba invia medici nel mondo. Medici e non bombe.
Atacando a las Brigadas Médicas Cubanas: La Desesperación del Imperio
Isaac Christiansen, PhD.
Los Estados Unidos sigue en su empeño de calumniar y desprestigiar a la revolución cubana aseverando una y otra vez, en contra de toda evidencia, que las misiones médicas cubanas son una forma de “trabajo forzoso.” La manifestación más reciente de esta mal pensada obsesión norteamericana fue una carta por parte de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos a la Organización de Estados Americanos (OEA) que pida detalles sobre acuerdos bilaterales entre estados miembros de la OEA y Cuba sobre misiones cubanas, buscando información sobre posibles quejas laborales referente a estas misiones (Coto 2025). Organizaciones “sin fines de lucro” como “Free Society Project” también conocido como “Archivo Cuba” pero con fuertes vínculos con los enemigos más acérrimos de la Revolución Cubana del gobierno norteamericano (como el ex-embajador estadounidense a Venezuela Otto J. Reich, quien sirve como un consultante a la organización), alegan que los médicos cubanos son esclavos y que la ayuda humanitaria y misiones internacionalistas cubanas son una forma de esclavitud.
La carta de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos siguió a una ola de medidas coercitivas unilaterales de la administración Trump y anunciado por Marco Rubio el 25 de febrero de 2025 que restringen las visas de funcionarios cubanos, personas involucradas con las misiones, y hasta familiares de personas involucradas con las misiones (Yaffe 2025). El efecto y el objetivo de estas medidas son debilitar la colaboración médica cubana con países de África, América Latina y Asia y, por ende, restar una fuente importante de ingresos para la isla. En adición, estas medidas debilitan los sistemas de salud de los países receptores, países que reciban ayuda médica cubana importante que sirven en áreas rurales, vulnerables, y desatendidas en adición a proveer servicios de alta calidad en áreas de extrema necesidad.
El Internacionalismo Médico Cubano
El primer programa de internacionalismo médico cubano de largo plazo empezó en Argelia en 1963, aunque Cuba había mandado una misión médica de corto plazo después de un terremoto devastador en Chile en 1960, a pesar de las relaciones diplomáticas difíciles entre Cuba y el gobierno de derecha de Chile en aquel periodo (Kirk 2012; Chaple 2006; Grundy and Budetti 1980). A través de los años, la ayuda internacional médica cubana llegó a superar hasta la ayuda internacional provista por la Organización Mundial de Salud (Yaffe 2025). Copilar y documentar la gama y el impacto de dicha ayuda a los países del sur global es un trabajo académico sociológico e histórico serio, además de servir como evidencia dura en contra de las acusaciones sin fundamento e hipócritas de personajes como Marco Rubio. Desde 1959, Cuba ha mandado equipos internacionalistas médicos en respuesta de emergencias a muchos países incluyendo a Perú (en respuesta al terremoto de 1970), a Pakistán (respondiendo al terremoto de 2005, a Nicaragua (respondiendo a las inundaciones de 1991), a Indonesia y Sri Lanka (respondiendo al Tsunami de 2004), a Haití (respondiendo al huracán en 2004 y otra vez en 2010 en respuesta al terremoto devastador), a Guatemala (en 2004 en respuesta al Huracán Stan), a China (en 2008 en respuesta al terremoto) a Nepal (en respuesta al terremoto de 2015) y a varios otros países (González et al 2016).
La brigada médica cubana de respuesta rápida a emergencias médicas se conoce como la Brigada Médica Internacional Henry Reeves. En 2017, fue otorgado el Premio Conmemorativo Dr. Lee Jong Wook para la Salud Mundial por la Organización Mundial de Salud (OMS) y la Organización Panamericana de Salud (OPS) en la Asamblea Mundial de Salud. Según el OMS y el OPS, para el año 2017, las Brigadas Henry Reeves habían tratado a más de 3,5 millones de personas y habían salvado alrededor de 80,000 vidas. En adición, Cuba ha mandado médicos para paliar contra los brotes de enfermedades infecciosas como dengue en Brasil (en 1991), El Salvador (en 2000) y Honduras (en 2002), Ebola en Guinea, Liberia y Sierra Leone (en 2014 y 2015), y a más de veinte países en América Latina, el Caribe, África y Europa para luchar contra el COVID19 en el año 2020 (MINREX 2020). Esta ayuda creció en los próximos años y según Yaffe (2023), 57 Brigadas Henry Reeves proveyeron ayuda a más de 40 países y trataron a 1,26 millones de personas enfermas de COVID. Muchos de estos médicos unieron sus esfuerzos a programas internacionalistas médicos cubanos que ya estaban en función en más de 66 países (Yaffe 2023). La intención bochornosa de los EEUU y de Rubio es destruir y desprestigiar este noble y honorable ejemplo de solidaridad internacional, dejando a las poblaciones vulnerables de los países receptores olvidadas y desatendidas.
Si se cotizara el valor de la ayuda médica cubana, los más de 180 países que han beneficiado de la ayuda internacionalista cubana ha equivalido a $71,5 mil millones de dólares entre 1999 y 2015, o 6,6% del PIB anual de Cuba (Morales 2017; Yaffe 2023). En ese período, aproximadamente 29 mil profesionales internacionalistas médicos cubanos atendieron a 1,395 millones de consultas generales, llevaron a cabo a más de 7 millones de operaciones quirúrgicas menores, e hicieron 3 millones de operaciones quirúrgicas mayores. En adición a estas cifras graduaron a más de 73,000 profesionales extranjeros en salud. Se estima que durante ese periodo que Cuba ha salvado la vida de alrededor de 5,8 millones de personas (Morales 2017).
En adición a la ayuda directa y significante que Cuba provee a las comunidades vulnerables, Cuba también ha ayudado a construir escuelas médicas en varios países y educa a médicos de varios países en la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM). Lejos de buscar crear una forma de dependencia sobre los servicios médicos cubanos, Cuba entrena a galenos para que trabajen en las áreas de alta necesidad. Por ejemplo, como afirma John Kirk (2012) Cuba “ha ayudado en la fundación de escuelas médicas en varios países, incluyendo Yemen (1976), Guyana (1984), Etiopia (1984), Uganda (1986), Ghana (1991), Gambia (2000), Guinea Ecuatorial (2000), Guinea Bissau (2004), y Timor del Este (2005)”[1] Recientemente, Cuba y Gambia renovaron su acuerdo bilateral y en adición a servir en varias ubicaciones en el país, trabajarán educando a jóvenes gambianos en la Facultad de Medicina en Banjul (Foroyaa 2024).
Las estrategias de educar a personas oriundas de áreas vulnerables y desatendidas se combinan con las normas de las becas a la educación médica cubana que buscan que los nuevos médicos, enfermeros o técnicos de salud regresen a su país para servir en los lugares con mayor necesidad. Es notable que a pesar de la hostilidad del gobierno norteamericano hacia Cuba que fecha desde los principios de la Revolución Cubana, que Cuba mantiene una actitud de solidaridad con el pueblo norteamericano, especialmente con los sectores más vulnerables. Esto se manifestó claramente con la oferta de Cuba de mandar una brigada de médicos de Henry Reeves de ayudar a las víctimas del Huracán Katrina (aunque la oferta fue rechazada por el Presidente Bush).
La solidaridad de Cuba con el pueblo norteamericano también se manifiesta por las becas completas para estudiantes norteamericanas de estudiar en Cuba, por lo general en ELAM. Según me informa la coordinadora del programa de becas del ELAM, Samira Addrey, de la Fundación Interreligiosa para la Organización Comunitaria (IFCO) ubicado en Harlem, en total, después de que se gradúen once estadounidenses este 2025, se sumarán a 245 los médicos estadounidenses graduados de ELAM. De los 245 graduados, 101 están sirviendo en sectores vitales a comunidades estadounidenses, muchos de ellos en áreas designadas como áreas de escasez de personal médico. Mientras que los 144 restantes o están terminando sus residencias o están ya totalmente licenciadas. Desafortunadamente, tres de los 234 médicos (previamente) graduados de ELAM han fallecido (Addrey 2025).
También, en ciertos casos, personas del exterior llegan a Cuba para ser tratados gratuitamente. Los ejemplos de Operación Milagro donde personas que necesiten operaciones en los ojos (a menudo por cataratas) para restaurar su vista reciben operaciones quirúrgicas (que también forma parte de las misiones cubanas médicas en el exterior) y la ayuda médica cubana de ayudar a alrededor de 26,000 víctimas del desastre nuclear de Chernóbil en Tarará Cuba sobresalen (Yaffe 2023; Fontan 2021). Es importante subrayar que la ayuda médica cubana conforma con los objetivos y lineamientos para la ayuda sur-sur de las Naciones Unidas establecidos en 1978, es holística e incluye una sensibilidad a los determinantes sociales de salud (Yaffe 2023; Christiansen 2010).
Como es bien sabido, Cuba trata a la salud como un derecho humano y no como una mercancía, y los servicios de salud son gratuitos a todos los cubanos, así como se garantiza la constitución cubana de 2019, y como lo garantizaba la Constitución de 1976. De forma igual, los servicios que presta Cuba en el exterior se llevan a cabo con el mismo espíritu de humanismo y solidaridad, dentro de lo que se permita el sistema en que se colabore. Toda la ayuda médica cubana se presta de acuerdo con el derecho internacional, trabajando junto con los gobiernos receptores y a menudo en conjunto con organismos internacionales de salud como la Organización Mundial de la Salud (Marimón Torres y Martínes Cruz 2009).
Una Experiencia Personal
En 2003 y 2004, yo estaba en Gambia como un voluntario del Cuerpo de Paz y tuve el honor de conocer a varios miembros de la Brigada Médica Cubana en Essau, justo al norte del rio Gambia. En 2003, cuando yo estaba en Albreda, tuve dolores severos de un cálculo de riñón. No había médicos en Albreda, ni tampoco tenía el Cuerpo de Paz ningún médico sirviendo en el país, y para nosotros como voluntarios, sólo teníamos una enfermera –pero el consultorio de la enfermera del Cuerpo de Paz se ubicaba en Pipeline, y el trasbordador de Banjul-Barra en Niumi, estaba cerrada. Sin embargo, yo necesitaba ayuda urgentemente.
Mientras sufría, la familia con la cual me quedaba se estaba preocupando mucho. Llamé a la enfermera, y solo podía decirme que bebiera más agua, sin embargo, la situación era severa y si hubiese estado en los EEUU, habría ido al hospital y me habrían operado con una litotricia. Le rogaba que me mandara a Samanka que se encontraba en la aldea cercana de Pakau para que me llevara al centro médico de Essau. Al final vino, y me atendieron los médicos cubanos. Mi dolor fue aliviado con la medicina que me dieron, aunque no tuvieron el equipo para hacer una litotricia. Meses más tarde acompañaría a uno de los médicos cubanos a que dieran una consulta a la señora Tumbulu Jammeh, la madre de la familia anfitriona que me dio hospedaje en Essau, Gambia.
El Ataque Desesperado e Hipócrita Contra el Internacionalismo Médico Cubano
El ataque contra el internacionalismo médico cubano empezó en el año 2006 con el Programa de Libertad Condicional para Profesionales Médicos Cubanos. El objetivo de dicho programa fue de tentar a médicos cubanos con un estatus de residencia permanente, visas, ayuda de búsqueda de trabajo y viviendas en los EEUU a que abandonaran sus puestos dónde servían a pueblos vulnerables (Latner 2020; Feinsilver 2009). Mientras que es innegable que las condiciones en Cuba son económicamente difíciles, en gran parte por la guerra norteamericana contra la isla sostenida por décadas, estos intentos sí tuvieron un efecto negativo en las misiones internacionalistas cubanas. Sin embargo, menos del 2% de los brigadistas abandonaron su misión, llegando a unos 1,574 para el año 2011 (Latner 2020). Sin embargo, la abrumadora mayoría de médicos cubanos se mantuvieron fieles a sus misiones internacionalistas y a su patria, desmintiendo por su ejemplo el cuento nefasto de “esclavitud”.
El hecho es que cualquier ganancia de los pagos al gobierno cubano que no va a los médicos, va para ayudar al sistema médico cubano, un sistema que se encuentra bajo ataque severo por parte de los EEUU (Yaffe 2025; Latner 2020). Lejos de ser una forma de esclavitud, los médicos cubanos van voluntariamente a servir en el país receptor, siguen recibiendo su salario regular en Cuba, reciben una remuneración en el país receptor y tienen sus vacaciones. Es importante también mantener en cuenta que, en algunos casos, Cuba provee la ayuda gratuitamente a los países receptores, en otros casos un tercer país ayuda a pagar el costo de la colaboración cubana, y en el caso de países con más recursos, (como Qatar) pagan directamente a Cuba (Yaffe 2023). Por ejemplo, en 2017, de los 62 países en que servían médicos cubanos, “27 no pagaban nada por los servicios médicos de Cuba y los 35 restantes pagaban en una escala móvil” (Latner 2020: 336)[2]
Además de ser una burla a los que realmente sufren el problema de tráfico humano, o a la memoria de esclavitud en el propio EEUU, es un intento de perjudicar a Cuba, otra manera más de intensificar la guerra económica norteamericana contra la isla. Los EEUU ha tenido la obsesión de destruir a la Revolución Cubana desde 1959 cuando el Movimiento del 26 de Julio derrocó al dictador Fulgencio Batista. En adición a la guerra económica universalmente condenada en la ONU, los EEUU aporta fondos para desprestigiar a Cuba, y en espacial de desprestigiar a su internacionalismo médico que ha ganado simpatía casi universal. Por ejemplo, en el año 2020 USAID aumentó a su programa de propaganda anti-cubana por tres millones de dólares para que investigaran “los derechos humanos de los médicos cubanos que trabajan en el exterior” (Latner 2020).
Más allá aún estas críticas cínicas vienen de un gobierno que mantiene relaciones con algunos de los países que más violan a los derechos humanos en el mundo. Los Estados Unidos ha ayudado y sigue ayudando a Israel en cometer un genocidio en Gaza, y ayudó a que Israel lleve a cabo una guerra de agresión contra Irán. Mientras tanto, dentro de los Estados Unidos los derechos humanos y la propia Carta de Derechos de la Constitución de los Estados Unidos se encuentran bajo ataque. Solo hay que ver a los ataques de ICE contra los inmigrantes o la guerra contra las manifestaciones estudiantiles contra el genocidio israelí en Gaza. El propio Marco Rubio admitió que despojaron a Mahmoud Khalil de su estatus de residente permanente y que lo mantenían detenido por sus perspectivas políticas (Atkins and Lavietes 2025). La historia se repite en el caso de Leqaa Kordia, quien se encuentra detenida en los EEUU por protestar contra un genocidio norteamericano/israelí que ha matado a más de cien personas de su familia en Gaza (Suleiman 2025).
El afán de Rubio y el gobierno norteamericano de sabotear la colaboración internacional médica cubana constituye un ataque al derecho de salud de las poblaciones más vulnerables del planeta, en adición a basarse en calumnias bochornosas y ser un ataque al pueblo cubano. ¿Acaso a Rubio le ha preocupado la salud de los pueblos ghaneses, mozambiqueños, hondureños, o haitianos? Si de veras a los gobernantes de los Estados Unidos les importara el sueldo de los médicos cubanos, no habrían destinado cuantiosas sumas de dinero para destruir la economía de Cuba. La presencia continua de la guerra económica despiadada contra la isla desmiente totalmente el discurso de Rubio y compañía contra los internacionalistas médicos cubanos. El programa de Cuba, lejos de merecer falsas críticas es digno de los más altos reconocimientos. Debemos trabajar para emular tales ejemplos de solidaridad, no calumniarlos.
Mientras más los EEUU trata de calumniar y perjudicar al programa de internacionalismo médico cubano, más se expone su verdadera cara imperialista y su verdadero desdén para los pueblos del mundo y su salud. Intenta perjudicar y a castigar aún más al pueblo cubano por haber tenido la osadía de desafiar al imperio y de intentar crear a un sistema diferente al capitalismo global. Castigan a un país que ha demostrado su fiel compromiso con salud como derecho internacional. Pero, el ejemplo de Cuba desmiente las calumnias del imperio estadounidense. Mientras los EEUU manda armas a Israel para que soldados israelíes maten al pueblo de Gaza hambriento por una hambruna orquestada donde usan a la comida como carnada para cometer masacres diarias, Cuba manda médicos al mundo. Médicos y no bombas.