Alcuni dubitano che siamo nell’epicentro di una “guerra mediatica” ibrida. Non vedono che tutte le armi ideologiche, finanziarie e militari del capitalismo sono dispiegate. Alcuni non si rendono conto che parliamo i linguaggi colonizzanti che ci impongono; che acquistiamo compulsivamente le sue tecnologie; che raccontiamo la storia con le sue premesse logiche; che finanziamo i suoi monopoli mediatici; che governiamo le nostre vite con “valori” e “cultura” che ci infiltrano. Pensano che sia cospiranoia. In quale guerra le vittime finanziano i loro carnefici?
Tag Archives: guerra mediatica
Polis digitale
La tecnologia, come tutta l’opera umano, ha un lato chiaro e un rovescio oscuro. Allo stesso modo in cui la scissione degli atomi può fornire l’energia necessaria a tutta l’umanità, una reazione a catena a livello atomico può anche innescare la forza cosmica di una stella morente e causare un genocidio, come a Hiroshima e Nagasaki.
Cubainformacion: CIA ed opinione pubblica
La CIA e l’opinione pubblica interna di Cuba
La guerra mediatica contro Cuba, fino a poco tempo fa, colpiva menti e cuori nell’opinione pubblica internazionale. Con quasi nessuna influenza nell’opinione interna dell’isola.
Negli ultimi anni, con lo sviluppo di Internet e delle reti sociali, un processo rallentato – di certo – dal blocco tecnologico di Washington, la situazione è cambiata.
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Cubainformacion: prevalga il silenzio
Che prevalga il silenzio davanti al piano dell’impero contro Cuba?
Sì, i media internazionali vogliono che prevalga il silenzio di fronte al piano dell’impero di piegare Cuba per fame, insalubrità, carenza energetica e mancanza di rifornimenti.
Il piano dell’impero è soffocare la sua economia e provocare enormi sofferenze alla sua popolazione. Con un obiettivo: che, sull’Isola, da alcune occasionali proteste per i blackout, si passi ad uno scenario insurrezionale contro il Governo Rivoluzionario.
Chi è il giovane “protetto” della Casa Bianca che attacca Cuba dalla Bolivia?
Helena Paz www.cubadebate.cu
Lunedì scorso, 11 luglio, il giornalista Gustavo Veiga ha pubblicato sul quotidiano argentino Pagina 12 l’articolo: “La campagna 2.0 per l’11 luglio raggiungerà le strade di Cuba?” Lì ha fatto una rassegna delle ultime aggressioni USA contro Cuba, dedicando un buon spazio al ruolo preminente giocato dalle reti sociali in quella strategia destabilizzante e sovversiva. E qualcosa di importante: ha scritto i nomi di alcune persone che sono pagate – immagino non poco – per un lavoro così triste.
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Gli USA e le proteste dell’11 luglio a Cuba
Testo pubblicato nel libro: ¿Qué ha pasado en Cuba? Jóvenes de la Isla opinan a partir de los sucesos del 11 y 12 de julio de 2021, (Cosa è successo a Cuba? Giovani dell’isola esprimono la loro opinione a partire dagli eventi dell’11 e 12 luglio 2021), Ocean Sur, 2021.
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#ConFilo100
Michel E Torres Corona
C’è un detto che dice: “La carta supporta tutto ciò che ci metti sopra”. È un detto analogico, naturalmente, perché nel mondo moderno la carta è stata di gran lunga superata. Oggi le reti digitali sono il luogo ideale per dire qualsiasi cosa, senza apparenti conseguenze. Questa condizione, estremamente libera, propizia negli utenti una sensazione di impunità che, a sua volta, determina, in gran parte, che si esasperino i peggiori istinti e comportamenti degli esseri umani.
Cubainformacion: reportage e labirinto
Reportage di viaggi e il labirinto di una Cuba indecifrabile
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Vada alla sezione viaggi di un giornale. Di “El País”, per esempio (1). Scoprirà le “spiagge caraibiche, gastronomia e patrimonio” dello Yucatan (2). Il “Porto Rico più musicale” (3). La “fucina culturale ed etnica” di Trebisonda, Turchia (4). Le “otto ragioni per cui Chicago merita un viaggio”, tra esse vedere “la prigione più curiosa”, perché ha “le finestre così strette che non hanno bisogno di sbarre” (5). Prigione “curiosa” tranne per i detenuti che la abitano, immaginiamo. E sulla Colombia, scopriremo Cali, “la capitale della salsa”, tra molti altri materiali (6).
La guerra delle fake news non è cambiata
Ci provarono allora e ci provano oggi!
Una simultanea e infruttuosa crociata mediatica fu lanciata dalla CIA contro il paese, che, dopo aver sconfitto l’invasione mercenaria in sole 66 ore, tornò alla normalità e, senza abbassare la guardia, si mise a celebrare un Primo Maggio socialista.
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Munizione semiotica
Nella società dello spettacolo, come l’avrebbe chiamata Guy Debord, le relazioni sociali sono mediatizzate da un insieme infinito di immagini e percezioni spesso manipolate o falsificate.
Michel E. Torres Corona www.granma.cu
Come opera la guerra mediatica?
Patrizia Villegas www.cubadebate.cu
Convertiti in esperti di una cosa e dell’altra, a causa del sovraccarico di informazioni, che ci dà quella sensazione di sazietà, ma che in pratica costituisce un meccanismo efficace per farci avere la posizione che l’egemone ha costruito per essere consumata da milioni di persone.
Cuba: lezioni da una guerra incompiuta
A Cuba, la transizione socialista, contro quell’egemonia capitalista, affronta grandi sfide e svantaggi molto particolari, rispetto ad altri paesi che, come noi, non condividono il permissivismo verso il dominio USA e/o sviluppano progetti socialisti
Iroel Sanchez www.granma.cu
Cubainformacion: donne e dignità
Donna e dignità con bandiera cubana
Se la stampa corporativa ha utilizzato, sistematicamente, dagli eventi dell’11 luglio a Cuba, un trucco di manipolazione, è quello del furto d’identità.
Abbiamo visto numerose notizie sulle proteste, illustrate cinicamente con immagini di persone scese in strada per difendere il governo cubano.
La battaglia della comunicazione
Un messaggio mira a produrre determinati effetti, ma può scontrarsi con situazioni locali, con diverse disposizioni psicologiche e desideri, e produrre un effetto boomerang, si chiude sempre sul ricevente ed è lì dove si decide la battaglia
Ernesto Estevez Rams www.granma.cu
Cambiare l’opinione pubblica verso Cuba, vecchio scopo yankee
Arthur Gonzalez https://heraldocubano.wordpress.com
Le azioni che oggi il governo USA sviluppa contro Cuba sono riciclaggi di altre avviate dal 1959 e, pur non ottenendo i risultati ambiti, insistono perché l’odio della Rivoluzione li acceca.
Uno sguardo a vecchi documenti del Dipartimento di Stato e della CIA permettono affermarlo, come il memorandum presentato l’8 maggio 1961 da Arthur Schlesinger, assistente speciale del presidente J.F. Kennedy, al sottocomitato di azione politica della task force cubana, archiviato nella biblioteca Kennedy, Cuba 1961, cassa 31, in cui si afferma: “La nostra missione è ridefinire il conflitto a Cuba, in modo che faccia cambiare l’opinione pubblica, non solo in questo emisfero, bensì anche in Europa, Africa e Asia”.
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