Una guerra permanente e silenziosa

che dobbiamo affrontare e sconfiggere

(1° parte)

 

Da qualche giorno sento con insistenza da parte dei sicari dei media sulle solite piattaforme digitali della latrina del sud della Florida, ancora una volta, l’annuncio degli ultimi minuti della Rivoluzione cubana.

Né brevi, né pigri, attaccano, diffondono linee di messaggio bugiarde e manipolate per seminare la disperazione, l’apatia, la frustrazione, la delusione e la resa del popolo cubano, e incitano a risolvere i problemi del Paese nelle strade, con l’esplosione sociale.

Ogni anno in questi giorni inizia una brutale valanga di manipolazioni contro il nostro Paese, le alte temperature e i problemi di produzione di energia elettrica, sono una combinazione perfetta negli ultimi tempi per scatenare e ottenere ciò che non possono ottenere in nessun altro modo.

Ora, oltre ai soliti intrighi, altri intrighi stanno arrivando con grande forza, e così è il mio appello all’attenzione:

# “Sono appena trapelate informazioni sensibili dal governo cubano”.
# “IL PAESE SI TROVA IN UNA SITUAZIONE DI EMERGENZA ENERGETICA E ALIMENTARE”.
# “Per questo motivo si è tenuta una riunione al massimo livello con i responsabili del sindacato dell’elettricità”.

Finora tutte le matrici possono contenere mezze verità. Ad esempio, è vero che:

# Il Paese si trova in una situazione energetica complessa, con problemi di manutenzione delle centrali termiche, di disponibilità di combustibile, quindi con la situazione della capacità di generazione e, di conseguenza, con i fastidiosi blackout.

# Ci sono state difficoltà con il paniere alimentare delle famiglie, ritardi dovuti alla mancanza di finanziamenti, arrivi fuori programma a causa di varie circostanze con i fornitori, ritardi nella distribuzione degli alimenti, a causa di trasporti insufficienti, il tutto sempre legato al carburante.

# Infine, il famoso “incontro ridotto”, al massimo livello con i capi dell’Unione Elettrica, immagino che nello scenario attuale, qualsiasi governo lo farebbe, ci saranno molti incontri, necessari e ricorrenti a causa della priorità che le varie questioni rappresentano per il nostro popolo e la nostra economia. Alla fine, lo “scioccante”, “sono trapelate informazioni governative sensibili”, trovo i termini utilizzati molto interessanti, poiché costituiscono un sostegno a un’azione di guerra.

Condividerò alcune teorie. Per un popolo istruito, senza ricorrere ad esso, è impossibile difendere la Rivoluzione:

Inizia il bombardamento di idee, tutto ciò che è stato concepito nel Manuale di guerra non convenzionale, il colpo di stato morbido, la guerra cognitiva, il teatro delle operazioni militari è nella mente del nemico.

Si sfrutta al massimo la guerra psicologica, la guerra senza armi, l’uso pianificato della propaganda e dell’azione psicologica per orientare il comportamento, nel perseguimento di obiettivi di controllo sociale, politico o militare, senza ricorrere all’uso delle armi.

In altre parole, in questo momento siamo nel mezzo di un attacco permanente da parte del nemico esterno, siamo vittime di un nuovo episodio che insiste nello sfruttare, degradare o addirittura distruggere il modo in cui costruiamo la nostra realtà, la fiducia mentale in noi stessi, la fiducia nei processi e negli approcci necessari per il funzionamento efficiente della diversità dei gruppi, della società e della nazione cubana.

Sono passate le 19.25, sono ancora sulla porta, il caldo è intenso come alle 12.00, ora i miei amici stanno uscendo, ora i miei amici se ne vanno, Arjona e il suo taxi attraversano l’immaginazione di tutti, qualcuno mette la musica, i vicini si muovono sul divano e guardano i loro cellulari, le donne puliscono l’ingresso, spazzano il marciapiede, io seguo le parole della canzone, penso alla mia famiglia, agli studenti e al mio eroico popolo che resiste e combatte nonostante l’odio e l’intolleranza di chi, dal brutale Nord, ci disprezza, per sempre, nella mia Cuba, “la vita continua nello stesso posto”?

Dopo poco più di 6 ore, alle 20.00 è arrivata la luce. Come tutte le cose belle che ci meritiamo, arriverà…

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

(2° parte)

 

Dopo qualche ora di cambio di attività, ho ricevuto l’impatto di un blackout elettrico, ma per un tempo molto più breve, molto presto al mattino, con la luce lavoro a casa, leggo, archivio contenuti, studio, scrivo. In questo contesto, come promesso, continuo la mia riflessione.

Uno studente mi ha chiesto se domenica avevo dimenticato un fatto di portata universale. Ho risposto che non mi era sfuggita la presenza di Martí. Oggi il richiamo alla sua immagine e alle sue parole travolge la capacità quotidiana di usare l’essenza di Martí per sfidare le realtà.

Ora, rileggendo un testo di riferimento, penso alla sua vita di servizio alla patria. Con piena autorità, l’Apostolo rivendica per noi, dall’apparente distanza temporale, con la vicinanza delle sue parole, la validità contemporanea.

Come e cosa fare per Cuba?

Nella sua fondamentale conferenza del 24 gennaio 1880 alla Steck Hall di New York, esordì dicendo:

“Il dovere deve essere fatto in modo semplice e naturale”.

L’eroe nazionale, nel 1889, durante la sua battaglia per unire le volontà per una guerra giusta, confermò un’affermazione che è stata valida in tutte le fasi della lotta del popolo cubano per la libertà e l’indipendenza:

“Noi cubani abbiamo combattuto come uomini e talvolta come giganti per essere liberi”.

Dopo il suo viaggio fondativo della coscienza, nell’invito alla guerra necessaria, nella lettera del 25 marzo 1895 a Federico Henríquez y Carvajal, ci convoca, ci richiede quella che era la regola di vita:

“Ora è necessario dare rispetto e un senso umano e gentile al sacrificio”.

In particolare, sono come Julio Antonio Mella, quando nel 1926 scrisse una profonda dichiarazione nelle sue Glosas al pensamiento de José Martí, esprimendo di aver provato “la stessa emozione, la stessa paura, che si prova davanti alle cose soprannaturali”.

Come in passato, oggi è essenziale rivolgersi alle persone umili che fanno e per le quali si fa la storia ogni giorno, difendendo il progetto di nazione scelto dalla buona maggioranza:

“Non si fa un passo a Cuba senza trovare una virtù (…) Nella mia terra ci sono tutte le virtù necessarie per renderla finalmente rispettata e felice (…) perché la maggior parte dei cubani è buona”.

Affrontare e superare l’immensa sfida posta dal potente vicino che ci odia e ci disprezza è possibile solo se non dimentichiamo la necessità di unire noi buoni cubani, come ci dice Martí:

“(…) la Patria ha oggi un grande bisogno, ed è un disertore chi oggi non va da lei… Della mia naturale inquietudine non vi dirò nulla: sappiate solo che la mia energia per agire è pari alla mia prudenza per decidere. Non sono né pazzo né perdo un minuto. È la rivoluzione che dobbiamo salvare… La rivoluzione ci salverà. La rivoluzione può essere. La rivoluzione cresce.

La rivoluzione è e sarà la condizione, la causa, il progetto di vita, il futuro come orizzonte, le schegge imperiali cadono su di esso, come forma di guerra ibrida, guerra cognitiva, che usa l’informazione come carburante, ma va ben oltre la semplice informazione, è onnipresente nelle attività della vita quotidiana.

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

(3° parte)

 

Durante la mattinata ho tenuto il corso previsto. Nel farlo, ho continuato a meditare e a interagire con le persone, ricevendo le loro percezioni del momento che stiamo vivendo. Ovviamente ci sono molte informazioni nella testa delle persone. Con coloro con cui ho parlato di ciò che sta accadendo, le loro percezioni si stanno orientando verso l’ottimismo.

In positivo, si è generata fiducia tra la gente. La gente sa che, come in passato, avremo successo. Saluto gli studenti che mi chiedono informazioni sugli ultimi eventi mondiali. Dobbiamo continuare a insistere sul saper identificare l’origine e le intenzioni di ogni matrice informativa. Nelle reti c’è un fuoco incrociato, non possiamo lasciare nessuno spazio scoperto, la nostra posizione non può essere persa.

Non è possibile sottovalutare che Internet è una “tecnologia affettiva”, nel senso che è un canale per l’espressione delle emozioni e partecipa alla costituzione della soggettività della persona, le informazioni sono caricate di un messaggio emotivo.

In tale direzione accade che il cervello non sia in grado di distinguere se una certa informazione sia giusta o sbagliata; ora nel regno digitale, ogni piattaforma di social networking, ogni sito web è progettato per creare dipendenza e scatenare esplosioni emotive, intrappolando il cervello in un ciclo di post.

Un pregiudizio cognitivo è un effetto psicologico che produce una deviazione nell’elaborazione mentale, portando a distorsioni, giudizi imprecisi, interpretazioni illogiche o a ciò che viene definito in senso lato irrazionalismo, che si verifica in base all’interpretazione delle informazioni disponibili, anche se i dati non sono logici o non correlati tra loro.

I pregiudizi sociali sono generalmente definiti pregiudizi di attribuzione e influenzano le nostre interazioni sociali quotidiane e sono presenti anche nella probabilità e nel processo decisionale.

Il bias cognitivo più comune e dannoso è il bias di conferma. È l’effetto che porta le persone a cercare prove che confermino ciò che già pensano o sospettano, a considerare i fatti e le idee che trovano come un’ulteriore conferma e a scartare o ignorare qualsiasi prova che sembri sostenere un’altra opinione.

In altre parole, l’esistenza dei fastidiosi blackout, le informazioni sulla manutenzione programmata delle centrali termiche, le limitazioni del carburante, i ritardi nella distribuzione del paniere familiare, tra le altre carenze, per ragioni più che note, ma non per questo liquidabili, sono prove che a prima vista il cervello umano elabora e presumibilmente confermano la perversa valanga di informazioni false e manipolate che i sicari dei media con obiettivi perversi al servizio dell’impero intendono seminare.

Fonte: Razones de Cuba

Trzaduzione: italiacuba.it

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