Che il capitalismo abbia swing: la guerra silenziosa

L’alleanza tra i servizi speciali USA e l’industria dell’intrattenimento è di vecchia data. Il cinema di Hollywood si è convertito in un efficiente strumento per “americanizzare” o semplicemente trasmettere i valori dello stile di vita USA

Raúl Antonio Capote

I servizi speciali USA e l’industria dell’intrattenimento hanno una lunga storia di alleanza. Una delle prime serie televisive create con un obiettivo diretto di guerra culturale in Europa è stata ‘Music in the Twenties’, che, secondo la CIA, doveva essere l’epitome del sogno USA per diminuire i sentimenti anti-USA negli anni ’60 nel Vecchio Continente.

La serie ‘Dallas’ è un altro buon esempio. Nell’articolo ‘How Dallas won the Cold War’ (Come Dallas ha vinto la Guerra Fredda), pubblicato da Nick Gillespie e Matt Welch su Reason Magazine, gli autori affermano: «Questa caricatura della libera impresa e dello stile di vita dei dirigenti nordamericani si sono dimostrati essere irresistibili … non era un’altra serie tv, ma una forza culturale che cambiava un’atmosfera, che aiutava a definire gli anni ’80, di ambizioni, in cui il capitalismo, nonostante le sue mancanze morali, sembrava essere un sistema con swing».

Il programma è stato presentato in anteprima il 2 aprile 1978 come una miniserie sulla rete CBS. Inizialmente i produttori non avevano piani di espansione, tuttavia, a causa della sua popolarità, lo show si è convertito, successivamente, in una serie regolare che è durata 14 stagioni, dal 23 settembre 1978 al 3 maggio 1991.

La popolarità della miniserie iniziale in paesi come Polonia, DDR e Cecoslovacchia ha avuto molto a che vedere con l’aumento del budget ai realizzatori. La CIA ha canalizzato milioni di dollari per finanziare Dallas. Molte risorse sono state utilizzate per garantire la visibilità della serie nei paesi socialisti dell’Europa orientale.

Anni dopo, documenti declassificati della CIA menzionano l’entusiasmo dei realizzatori, Dallas era riuscita a colpire i giovani dell’Europa orientale, che sognarono indossare giacche di pelle sullo stile dei protagonisti della serie, guidare auto di ultimo modello, passare le serate nei grandi club accompagnati da belle ragazze, in un mondo “divertente”, glamour, alieno da ogni responsabilità ed impegno.

La guerra “silenziosa” creatrice di stereotipi, di modelli di vita “ideali”, falsi come similoro, non ha lasciato spazi scoperti nella lotta al socialismo. Durante l’inaugurazione a Mosca dell’American National Exhibition, il 24 luglio 1959, presieduta da Nikita Jruchov e Richard Nixon, si è prodotto un dibattito sui presunti benefici del capitalismo e sulla sua presunta superiorità. Il cosiddetto Kitchen-dibattito ha avuto luogo nel mezzo di una cucina di una casa prefabbricata costruita appositamente per l’occasione da All State Properties, per mostrare ai sovietici “la cucina che ogni nordamericano può avere”. Il design corrispondeva ai famosi architetti progettisti della House of Future, Alison e Peter Smithson, i mobili ed altri oggetti sono stati forniti da Macy e gli elettrodomestici da General Electric. All’interno della cucina ideale una modella bionda, snella, sorridente, lavorava diligentemente durante la visita degli osservatori, manipolando abilmente tutte le apparecchiature elettroniche di ultima generazione. L’effetto di questa messa in scena è stato devastante.

La battaglia simbolica

 

Nella guerra simbolica tra i due sistemi, che ha caratterizzato gli anni ’60, ’70 e ’80, una visione idealizzata della vita culturale nel capitalismo stava segnando l’immaginario di molti, specialmente dei giovani.

Il cinema di Hollywood si è convertito in un efficace strumento per “americanizzare”, o semplicemente trasmettere i valori dello stile di vita USA, divulgando gli stereotipi delineati dalla psicologia nelle sue prestigiose università, verso culture e modi di essere delle persone del resto dei paesi del mondo.

La relazione degli attori di Hollywood, produttori, registi ed altri dirigenti è iniziata con il precursore della CIA, l’Ufficio dei Servizi Strategici.

Lo scrittore Tom Clancy ha mantenuto un rapporto particolarmente intenso con la CIA. Nel 1984, l’autore è stato invitato al quartier generale di Langley dopo aver scritto ‘The Hunt for Red October’, di cui, nel 1990, è stato prodotto un film frutto della collaborazione con l’Agenzia.

La CIA lo ha contattato di nuovo quando stava lavorando al libro Patriot Games e l’adattamento a film non solo ha contato sul finanziamento, ma ha avuto accesso alle installazioni ed alle informazioni della CIA. Per la realizzazione di ‘Nuclear Panic’, l’allora direttore della CIA, George Tenet, ha messo ha disposizione dei cineasti un gruppo di consulenti che hanno guidato la produzione ed hanno introdotto importanti cambamenti nel copione.

Dopo l’11 settembre, secondo lo storico del cinema Sasha Knezev, George W. Bush, Cheney e Carl Root hanno sollecitato ad Hollywood la cooperazione nella guerra contro il terrorismo e si sono riunite con il presidente della United States Film Association, Jack Valenti , con l’obiettivo che il cinema riflettesse un’immagine positiva delle azioni di guerra USA contro gli “oscuri angoli del pianeta”.

‘La notte più oscura’ e ‘Argos’ sono un esempio di come il cinema giustifica i crimini della sua macchina militare e presenta le prigioni segrete CIA e le torture dei prigionieri come un male necessario per garantire la sicurezza nazionale.

La CIA aveva urgente bisogno di cambiare l’immagine, ricostruire una “credibilità perduta”, specialmente dopo la rivelazione dei crimini di Abu Ghraib, delle menzogne ​​sull’esistenza di armi di distruzione di massa, aveva bisogno del sostegno di Hollywood e di altri media. Da quella collaborazione, che includeva un sostanzioso finanziamento, sono nate serie come ’24 ore’.

La CIA e l’industria dell’intrattenimento

 

La maggior parte dell’attuale programmazione tv è responsabilità di società mediatiche interessate a contratti con la CIA, è una programmazione dove si esalta la violenza in nome del governo USA, si venera l’uomo d’azione, assassino e torturatore, ovviamente, sempre che questi agisca a nome del governo ed in difesa degli “interessi” della sacrosanta “sicurezza nazionale” USA.

Gli USA hanno un numero sproporzionato di serie televisive dedicate alle forze di sicurezza, programmi che condizionano il pubblico affinché mantengano una buona opinione su di esse.

Non ci lasciano spazi scoperti, chi non guarda i notiziari o legge i giornali, consuma ore di connessione in Internet ed interagisce nelle reti digitali o è un seguitore di spettacoli televisivi, moda o sport transnazionali, o ascolta la radio o legge libri e riviste, tutto è collegato, una vasta rete di distribuzione di contenuti cattura e sommerge in un mondo irreale milioni di cittadini del mondo di oggi, sopraffatti da informazioni spazzatura, con pochissime valide alternative di arricchimento culturale.


Que el capitalismo tenga swing: la guerra silenciosa

La alianza entre los servicios especiales estadounidenses y la industria del entretenimiento es de vieja data. El cine de Hollywood se convirtió en una eficiente herramienta para «americanizar», o simplemente transmitir los valores del modo de vida estadounidense

Autor: Raúl Antonio Capote

Los servicios especiales estadounidenses y la industria del entretenimiento tienen una larga historia de alianza. Una de las primeras series de televisión creadas con un objetivo directo de guerra cultural en Europa fue Music in the Twenties, la que, según la CIA, debía ser epítome del sueño americano para disminuir los sentimientos antiestadounidenses en la década de los 60 en el Viejo Continente.

La serie Dallas es otro buen ejemplo. En el artículo How Dallas won the Cold War, publicado por Nick Gillespie y Matt Welch en la Razón Magazine, los autores afirman: «Esta caricatura de la libre empresa y del estilo de vida de los ejecutivos norteamericanos demostró ser irresistible… no fue una serie televisiva más, sino una fuerza cultural que cambiaba una atmósfera, que ayudaba a definir la década de 1980, de ambiciones, en la que el capitalismo, a pesar de sus fallas morales, parecía ser un sistema con swing».

El programa tuvo su premier el 2 de abril de 1978 como una miniserie en la cadena CBS. Los productores inicialmente no tenían planes de expansión, sin embargo, debido a su popularidad, el show se convirtió posteriormente en una serie regular que duró 14 temporadas, del 23 de septiembre de 1978 al 3 de mayo de 1991.

La popularidad de la miniserie inicial en países como Polonia, la RDA y Checoslovaquia tuvo mucho que ver con el aumento del presupuesto a los realizadores. La CIA canalizó millones de dólares para financiar Dallas. Cuantiosos recursos se emplearon para garantizar la visibilidad de la serie en los países socialistas de Europa del Este.

Años después, documentos desclasificados de la CIA mencionan el entusiasmo de los realizadores, Dallas había logrado impactar en los jóvenes de Europa del Este, que soñaron con usar chaquetas de cuero al estilo de los protagonistas de la serie, conducir autos de último modelo, pasar las noches en grandes discotecas acompañados de hermosas chicas, en un mundo «divertido», glamuroso, ajeno a cualquier responsabilidad y compromiso.

La guerra «silenciosa» constructora de estereotipos, de modelos de vida «ideales», falsos como oro similor, no dejó espacios por cubrir en el enfrentamiento al socialismo. Durante la inauguración en Moscú de la American National Exhibition, el 24 de julio de 1959, presidida por Nikita Jruchov y Richard Nixon, se produjo un debate sobre las supuestas bondades del capitalismo y su alegada superioridad. El llamado Kitchen-debate tuvo lugar en medio de una cocina de una casa prefabricada construida expresamente para la ocasión por All State Properties, para mostrar a los soviéticos «la cocina que todo norteamericano puede tener». El diseño correspondió a los famosos arquitectos diseñadores de las House of Future, Alison y Peter Smithson, los muebles y demás objetos fueron aportados por Macy’s y los electrodomésticos por General Electric. Dentro de la cocina ideal una modelo rubia, esbelta, sonriente, trajinaba diligente ante la vista de los observadores, manipulando con destreza todo el equipamiento electrónico de última generación. El efecto de esta puesta en escena fue devastador.

La batalla simbólica

En la guerra simbólica entre los dos sistemas que caracterizó las décadas de 1960, 1970 y 1980, una visión idealizada de la vida cultural en el capitalismo fue marcando el imaginario de muchos, especialmente de los jóvenes.

El cine de Hollywood se convirtió en una eficiente herramienta para «americanizar», o simplemente transmitir los valores del modo de vida estadounidense, divulgando los estereotipos esbozados por la sicología en sus prestigiosas universidades, hacia las culturas y forma de ser de las personas del resto de los países del mundo.

La relación de los actores de Hollywood, productores, directores y otros ejecutivos, comenzó con la precursora de la CIA, la Oficina de Servicios Estratégicos.

El escritor Tom Clancy mantuvo una relación particularmente intensa con la CIA. En 1984, el autor fue invitado al cuartel general de Langley después de escribir La caza del Octubre Rojo, de la que en 1990 se realizó una película fruto de la colaboración con la Agencia.

La CIA volvió a contactarlo cuando trabajaba en el libro Juegos de patriotas, y la adaptación al cine contó no solo con financiamiento, sino con acceso a las instalaciones de la CIA e información. Para la realización de Pánico nuclear, el entonces director de la CIA, George Tenet, puso a disposición de los cineastas un grupo de asesores que guiaron la producción e introdujeron cambios importantes en el guion.

Después del 11 de septiembre, según el historiador de cine Sasha Knezev, George W. Bush, Cheney y Carl Root solicitaron a Hollywood la cooperación en la guerra contra el terrorismo y se reunieron con el presidente de la Asociación Cinematográfica de Estados Unidos, Jack Valenti, con el objetivo de lograr que el cine reflejara una imagen positiva de las acciones de guerra de EE.UU. contra «oscuros rincones del planeta».

La noche más oscura y Argos son un ejemplo de cómo el cine justifica los crímenes de su maquinaria militar y presenta las prisiones secretas de la CIA y las torturas a los prisioneros como un mal necesario para garantizar la seguridad nacional.

La CIA necesitaba urgentemente cambiar la imagen, reconstruir una «credibilidad perdida», sobre todo después de la revelación de los crímenes de Abu Ghraib, de las mentiras sobre la existencia de armas de destrucción masiva, necesitaba el apoyo de Hollywood y de otros medios. De esa colaboración, que incluyó un cuantioso financiamiento, salieron series como 24 horas.

La CIA y la industria del entretenimiento

La mayor parte de la programación televisiva actual corre a cargo de empresas mediáticas interesadas en los contratos con la CIA, es una programación donde se exalta la violencia a nombre del gobierno estadounidense, se venera al hombre de acción, asesino y torturador, claro, siempre que este actúe a nombre del gobierno y en defensa de los «intereses» de la sacrosanta «seguridad nacional» de Estados Unidos.

EE.UU. tiene un desproporcionado número de series de televisión dedicadas a las fuerzas de seguridad, programas que condicionan al público para que mantengan una buena opinión sobre ellos.

No se dejan espacios sin cubrir, quien no ve los noticiarios o lee los periódicos, consume horas de conexión a internet e interactúa en las redes digitales o es seguidor de los espectáculos televisivos, de la moda o del deporte transnacional, o escucha la radio o lee libros y revistas, todo está conectado, una gran red de distribución de contenidos atrapa y sumerge en un mundo irreal a millones de ciudadanos del mundo de hoy, abrumados de información chatarra, con muy pocas alternativas valederas de enriquecimiento cultural.

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