Colpo di Stato in Bolivia

Colonel Cassad, http://aurorasito.altervista.org

In Bolivia si è verificato un colpo di Stato militare che ha portato al rovesciamento del Presidente Evo Morales, che si è dimesso. Le cose si sono sviluppate come non molto tempo prima si vide in Venezuela. Le elezioni locali furono usate come innesco e l’opposizione di destra ne furono lo strumento. Gli Stati Uniti, i loro satelliti in America Latina e i Paesi dell’UE non riconobbero i risultati elettorali in Bolivia, dopo di che iniziarono le proteste di massa.

Evo Morales aveva vinto le elezioni davanti al candidato di destra col 10% dei voti. Il trucco è che se ottieni un punteggio superiore al 10% rispetto all’avversario, non è necessario il secondo turno. Se era inferiore al 10%, era necessario. Poiché la cifra era vicina (mentre Morales contava più 600000 voti), questo fu usato per organizzare il colpo di Stato, condannato da Cuba, Nicaragua e Venezuela.

Gli eventi in realtà seguono quelli nel Venezuela: proteste di piazza nelle grandi città da parte della destra, attacchi agli attivisti del partito al potere, negazione della legittimità da Stati Uniti e UE, pressioni sull’esercito affinché negasse il supporto a Morales. Usando l’OAS per bloccare Morales, suggerimenti per andare in Messico. Di conseguenza, ciò che non funzionò in Venezuela, dove tutta questa parata, incluso il presidente nominato da Washington, era volta a rovesciare Maduro, in Bolivia, funzionava, permettendo al presidente di essere rovesciato, che aveva ottenuto 600000 voti in più nelle elezioni democratiche. Di fatto, questo è un banale golpe colore, come in Ucraina.

Le principali differenze tra le situazioni in Venezuela e Bolivia sono le seguenti:

1. Il partito di Morales non è così profondamente radicato nella società come il Chavismo in Venezuela, il che ha reso la capacità di Morales di mobilitare i sostenitori molto più modesta di quella di Maduro.

2. La Bolivia, in virtù della posizione geografica, ha avuto molte meno opportunità di ricevere aiuti da Cina, Russia e Cuba. Il Paese è strategicamente isolato e i suoi vicini sono per lo più filo-USA, in particolare Cile e Brasile.

3. Morales commise un grave errore quando affrontò la questione della valutazione dell’elezione all’OAS, l’organizzazione che dichiarò Maduro illegittimo e sostenne Guaidó. È difficile dire quale verdetto si aspettasse dall’OAS, che nel caso di Maduro aveva ballato completamente sulla melodia di Washington.

4. Contro Morales, anche il fatto di aver tenuto un referendum nel Paese, dove era interessato alla domanda se fosse possibile concorrere ad un altro mandato, vi ha anche giocato. Ricevette una risposta negativa, ma comunque si presentò al voto, dando ai suoi avversari altre carte vincenti, non avendone abbastanza per vincere le elezioni, ma abbastanza per un colpo di Stato.

5. L’economia della Bolivia, che dipende dalle esportazioni di minerali, negli ultimi anni mostrava rallentamento o stagnazione. Si può notare che dopo la crescita dei primi 10 anni, l’economia della Bolivia di Morales iniziò a rallentare e la crescita del PIL rimase al 4%. Allo stesso tempo, le riserve di oro e valuta estera erano leggermente diminuite e furono osservati problemi nel settore energetico. Tuttavia, rispetto al Venezuela, la situazione economica della Bolivia era incomparabilmente più forte, il che alla fine non aiutava Morales, come la forte situazione economica della Libia non aiutò proprio Gheddafi.

6. E forse soprattutto a differenza del Venezuela, dove il Ministro della Difesa non fu comprato dgli ambasciatori statunitensi e sostenne Maduro, in Bolivia l’élite dell’esercito fece ciò che gli Stati Uniti non poterono ottenere dai militari del Venezuela. Assieme alla mancanza di supporto estero, ciò comportava la perdita esplosiva del supporto interno.

7. Tutto ciò logicamente portava alle dimissioni di Morales e alla sua partenza dalla capitale, dopo aver annunciato che si sarebbero tenute nuove elezioni e che aveva avuto luogo un golpe nel Paese.

8. L’opposizione chiede già che Morales non sia ammesso alle nuove elezioni, anche se inizialmente si trattava di stabilire se Morales avesse ottenuto più o meno del 10% rispetto all’avversario. Ma l’opposizione e gli Stati Uniti si preoccupano delle opinioni di chi ha votato per Morales? Beh, certo che no. Più o meno come nessuno si preoccupava di chi votò per Maduro nel 2018 o Janukovich nel 2004 e 2014.

In generale, se Morales viene completamente escluso dal processo politico e non partecipa alle prossime elezioni, il colpo di Stato può essere considerato riuscito. Pertanto, gli Stati Uniti rispondono alle sconfitte in Argentina e Venezuela con un colpo di Stato in Bolivia, il che suggerisce che la lotta tra “svolta a destra” e “marea rosa” continuerà incessante.

La Bolivia un po’ dispiace: Morales ha fatto molto per innalzare il tenore di vita nella colonia neoliberista impoverita, a cui tornerà del tutto se la destra metterà radici al potere, pronta a riorientarsi completamente a Washington nelle direttive militare-politiche ed economiche, con le ovvie conseguenze per la popolazione.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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