Non viaggiare a Cuba: i comandamenti di Miami

Analizzeremo le cinque misure di blocco contro Cuba che, oggi, arrecano i maggiori danni al popolo cubano e all’economia del Paese in generale; smaschereremo le bugie e le menzogne diffuse da vari account negazionisti del blocco; e ascolteremo il presidente del Messico, AMLO, ripetere ancora una volta che “Non accettiamo il blocco (degli USA contro Cuba), è una flagrante violazione dei diritti umani.

Nessun Paese, per quanto potente possa essere, ha il diritto di bloccare un altro popolo, un altro Paese. Soprattutto quando è in gioco la sopravvivenza di milioni di persone. Dov’è la libertà?”.

La polarizzazione ha questo modo di essere: o sei con me o sei contro di me. Crea schieramenti, distanze tra le persone. Nel frattempo, tiene gli altri stretti come un cono di betulla. La polarizzazione è una perfetta arma di dominio, che ha tra i suoi scopi quello di indebolire i ranghi dell’avversario. Per questo motivo non cerca lo scontro in sé, né l’esistenza di disparità. Il suo obiettivo supremo è l’egemonia, lo sradicamento di uno degli opposti, il che rende il dialogo molto difficile, perché non si preoccupa di riconoscere un terreno comune. O tutto o niente, o tu o io!

Il cantante cubano Lenier Mesa oggi non sta né da una parte né dall’altra, galleggia in un limbo. Con sede a Miami, ha sincronizzato la sua sigla con “SOS Cuba”, una campagna diffamatoria e crudele contro il popolo cubano. Il vincitore di un Grammy, mentre chiude una porta, scivola giù per lo scivolo di Miami.

Forse pensava, o gli è stato fatto credere, che “questo fine anno mangeremo il maiale a Cuba”. Anche questa volta non c’è stato tempo per accendere la legna. Ora, Lenier e altri artisti si trovano nella tensione dei due poli. Con la famiglia e il pubblico sull’isola, il polo più radicale di Miami esige l’obbedienza del cantante. Lo censurano, lo minacciano, lo puniscono.

Dall’altra parte, si levano voci che dicono: “Abbiamo memoria, non dimentichiamo”. Questo è inevitabile, comprensibile e giusto. Il popolo cubano ha subito e subisce tuttora una vessazione economica e una guerra mediatica senza precedenti. Lenier si è alleato con il nemico; ma quando si è recato a Cuba, oggi è stato scartato dalle stesse persone.

Per l’artista non va bene avere un guardaroba con 200 scarpe, né una piscina riscaldata, né numerose automobili. Niente di tutto ciò è più potente della sua famiglia. Non importa quanti soldi abbia, non gli bastano per baciarli e amarli.

Chi sono i cattivi e chi sono i buoni? Non ho dubbi su questo, ma spetta a Lenier Mesa e ai suoi partner di genere prendere questa decisione. Forse dovrebbero considerare la ribellione o essere schiavi. Ai buoni di capire, di riaprire la porta e chiedersi se tutto questo poteva essere evitato. Per i cattivi, mordere di nuovo la polvere della sconfitta; perché non si può ottenere nulla con blocchi, sanzioni e pressioni.

Ai buoni di essere buoni, ai cattivi di continuare a svolgere il loro ruolo, perché in fondo è questo il senso della polarizzazione.

Fonte: Cubainformación

Traduzione: italiacuba.it

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