La traccia degli USA nel patrocinio delle ONG internazionali

misionverdad.com

Le organizzazioni che orbitano attorno al tema dei “diritti umani” e della “democrazia”, ​​e che si autodefiniscono indipendenti, sono, in realtà, solo un altro braccio dell’imperialismo USA. È una realtà che, da questa tribuna, è stata affrontata in più occasioni, soprattutto per il ruolo che hanno giocato nei piani di intervento straniero contro il Venezuela.

Miliardari e politici del governo USA, ma anche con esborsi dell’Unione Europea (UE), si incaricano di gonfiare i conti delle organizzazioni non governative (ONG) in modo che queste  giochino il ruolo di gestori in tutti i tipi di situazioni caotiche o di destabilizzazione in paesi i cui i governi non seguano la direttrice di Washington, dalle “rivoluzioni colorate” e crisi politiche.

Ora che l’Assemblea Nazionale ha approvato, in prima discussione, un disegno di legge che cerca di “controllare e regolarizzare” le ONG, ciò che ha scatenato una campagna di relazioni pubbliche, nazionale e internazionale, per screditarlo, è importante rivedere quali siano le entità e gli attori che le strumentalizzano per i loro fini politici.

DIETRO LA CORTINA DELLA “DEMOCRAZIA” E DEI “DIRITTI UMANI”

 

ONG come Human Rights Watch (HRW) e Amnesty International (AI) affermano di non consentire a nessun governo di finanziare le loro attività. La prima ha scritto sul proprio sito web che, per garantire la sua presunta indipendenza, “non accettiamo fondi del governo né direttamente né indirettamente”, e la seconda sostiene lo stesso: “né chiediamo né accettiamo fondi da governi o partiti politici per la nostra attività di investigazione sui diritti umani”.

Per quanto riguarda il finanziamento di origine corporativo, entrambe assicurano, con parole diverse, di astenersi dal ricevere donazioni da donatori privati ​​che possano compromettere il loro lavoro di investigazione.

Possiamo verificare che le loro affermazioni sono fallaci. Sebbene ci sia una  certa discrezione che evita conoscere, in modo molto dettagliato, l’origine del denaro ricevuto da HRW e Amnesty International, continuano a trapelare informazioni che smascherano le ONG riguardo ai capi e agli ordini a cui sono subordinate.

In questo senso, esaminiamo alcuni dati pubblicati dal giornalista Benjamin Norton che dimostrano il legame tra HRW e AI con il governo USA e le grandi corporazioni.

“HRW e Amnesty sono i principali attori nell’industria occidentale dei diritti umani. Entrambi insistono sull’essere indipendenti, ma sono tutto l’opposto, con ampi legami con gli USA e altri governi occidentali”, afferma Norton.

In primo luogo, c’è la dichiarazione che una volta offrì l’ex Segretario di Stato USA, Colin Powell, nell’ottobre 2001, settimane dopo che l’amministrazione di George W. Bush diede inizio alla sua invasione dell’Afghanistan. Powell, che era a una conferenza di agenti della politica estera con dirigenti di ONG, risaltò l’importanza di garantire che il Dipartimento di Stato e gli altri rami del governo avessero “il miglior rapporto con le ONG”, perché queste “sono per noi un moltiplicatore di forze, una parte così importante della nostra squadra di combattimento”.

Successivamente, respinge l’idea che le ONG non siano un braccio politico del governo, proprio osservando che l’illusione fabbricata dell’indipendenza è “ciò che le rende così preziose” e ciò che “offre loro la flessibilità” per svolgere il proprio lavoro.

Attualmente l’amministrazione Biden lo ha ribadito. Il suo Segretario di Stato, Antony Blinken, ha incontrato, nel marzo 2022, i direttori di HRW e AI per discutere “delle sfide dei diritti umani, anche in Ucraina, Russia, Cina e Medio Oriente”. L’informazione, che è stata rilasciata sul suo account Twitter, era accompagnata da un collegamento che portava a un rapporto intitolato “Sostegno degli USA ai difensori dei diritti umani”. Norton scrive che il documento mostra come il Dipartimento di Stato utilizzi presunti difensori dei diritti umani per promuovere gli interessi di Washington all’estero.

Il rapporto fa riferimento alle organizzazioni della “società civile” che operano nei paesi del Sud Globale, ma si estende anche a HRW e AI.

I modi in cui queste ONG sono legate al governo USA non solo devono essere visti come finanziamenti diretti, di cui c’è opacità delle loro fonti e poca trasparenza al riguardo, bensì ci sono anche altri tipi di collegamenti. Norton spiega che HRW è abituata ad assumere ex funzionari della Casa Bianca, così come “agenti della CIA e criminali di guerra della NATO”.

A livello corporativo, HRW è finanziata dallo speculatore finanziario George Soros, attraverso la Open Society Foundations, che distribuisce donazioni a una vasta rete di ONG per la neoliberalizzazione delle strutture statali in tutto il mondo, sotto il concetto delle “società aperte”. Si sa, ad esempio, che nel 2010 ha donato 100 milioni di dollari a HRW.

Citiamo la descrizione che lo stesso multimilionario, di origine ungherese, ha delle società aperte: “I concetti di società aperta ed economia di mercato sono intimamente connessi, e il capitalismo globale ci ha offerto la cosa più vicina a una società globale aperta”. Secondo Soros, gli USA e l’Unione Europea si avvicinano a classificarsi come società aperte. In altri Paesi, le ONG finanziate da Open Society hanno l’obiettivo di far pressione per il cambio verso quel modello che consegna il capitalismo nella sua fase neoliberale come dogma di fede.

Per quanto riguarda AI, essa e le sue sussidiarie ricevono denaro da Open Society, ma anche dalla Ford Foundation e dalla Rockefeller Foundation. Norton cita la storica Frances Stonor Saunders, che osserva che questi gruppi sono collegati alla CIA, e li descrive come “strumenti coscienti della politica estera segreta degli USA” ​​e che sono “una componente integrante della macchina della Guerra Fredda degli USA”.

Le sue origini sono un altro fattore che permettono apprezzare come l’aspetto di organizzazione indipendente sia una facciata per nascondere il suo vero volto di agente degli USA, della UE e delle corporazioni. Uno dei co-fondatori di AI, Peter Benenson, “era un anticomunista dichiarato con stretti legami con il Ministero delle Relazioni Estere e Colonie britannico, che sosteneva il regime di apartheid del Sud Africa su richiesta del governo britannico”, scrive il giornalista Alan MacLeod di MintPress, in un lavoro di investigazione sul sostegno delle ONG al colpo di Stato in Bolivia contro l’ex presidente Evo Morales, nel 2019.

Luis Kutner, l’altro co-fondatore della ONG, era un agente del Federal Bureau of Investigation (FBI) coinvolto nell’assassinio compiuto dal governo USA contro il dirigente dell’organizzazione politica Pantere Nere. “Kutner ha formato un’organizzazione chiamata ‘Amici dell’FBI’, dedicata a contrastare e combattere le critiche al Bureau”, aggiunge MacLeod.

LA REGOLARIZZAZIONE DELLE ONG È UN ATTO RAGIONEVOLE DI UNO STATO SOVRANO

 

In America Latina, il Venezuela è un obiettivo ricorrente delle ONG, intese come strumenti per l’interventismo. Lo conferma l’ossessione della divisione delle Americhe di HRW. Per citare alcuni recenti torti, abbiamo che, in un momento in cui il piano di cambio di regime tramite “governo parallelo” ha avuto maggiore sostegno da parte dei partner degli USA, le ONG si sono incaricate di attaccare il paese con rapporti faziosi sulla situazione umanitaria, aprendo la strada per minare l’immagine di legittimità dello Stato venezuelano e del suo governo a favore dell’agenda USA (il “progetto Guaidó”, ora “Commissione delegata”).

Il programma continua attualmente. AI ha approfittato della visita dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, Volker Türk, per inviargli una lettera in cui esprime “la preoccupazione per la situazione del Venezuela in materia di diritti umani”. Si agita la nomenclatura di “crisi umanitaria” nel Paese per la firma degli accordi al Tavolo di Dialogo in Messico (con cui si chiede la revoca delle sanzioni illegali), la fine dell’ “interim” e il deterioramento delle forze politiche delle opposizioni venezuelane.

Il caso non è esclusivo nella regione. Negli ultimi cinque anni, i tentativi falliti di destabilizzare i governi di Cuba e Nicaragua, e il colpo di Stato in Bolivia, sono stati condotti in gran parte grazie agli sforzi delle ONG, contribuendo alla creazione di un contesto di violenza politica, destabilizzazione istituzionale e sociale e campagne di relazioni pubbliche antistatali.

La legge in discussione all’Assemblea Nazionale cerca di impedire che forze straniere, attraverso le ONG, interferiscano negli affari interni del Venezuela. In risposta, gli sforzi si stanno ora concentrando sulla denuncia dell’azione del governo venezuelano, definendola “un altro tentativo di limitare e controllare la società civile”, ha affermato AI in una dichiarazione pubblicata il 25 gennaio. Secondo questo ente, le ONG “sono a rischio” quando realmente si tratta  che queste siano più trasparenti rispetto ai loro canali di finanziamento, in entrata e in uscita.

In un’analisi pubblicata in questo forum sul rapporto del Wilson Center che suggerisce l’applicazione di una nuova strategia USA per il Venezuela, vengono forniti dati sul finanziamento che, con opacità, ricevono diverse organizzazioni (politiche e non governative) attraverso la National Foundation for Democracy (NED):

“Per l’USAID, che dal 2018, anno in cui sono state aperte le porte attraverso l’ONU a diverse modalità di “aiuto umanitario” come meccanismo, in primo luogo, di decompressione politica, per settembre 2022 aveva annunciato di aver stanziato 367 milioni di dollari in “assistenza umanitaria aggiuntiva”. Nello stesso senso, la NED dichiara, secondo il suo ultimo rendiconto (2021, a febbraio pubblicheranno quello del 2022) di aver stanziato pubblicamente, secondo i suoi standard, la grossa cifra di 4324 milioni 293 dollari, trattandosi di un aumento di circa un milione di dollari rispetto all’anno precedente.

Ciò che potrebbe stabilire il dilemma fin dove, in realtà, questi presunti dividendi siano effettivamente destinati ad assistere persone in estrema precarietà, indigenza o disperazione (il che ha molto a che fare con il quadro, anche noto, di depressione economica prodotto dalle “sanzioni”) e quanto, in realtà, viene destinato al “rafforzamento” di quella “società civile democratica”, “difensori dei diritti umani” o “media indipendenti”.

Nella misura in cui alcune ONG continuano a contribuire a un quadro di destabilizzazione sociale e di minamento della sicurezza nazionale del Venezuela, sottoporre le loro attività allo Stato di Diritto si converte in un requisito inevitabile e urgente per continuare a manovrare verso una governabilità con maggior stabilità.

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