Cubainformacion: Venezuela e media (testo)

 cubainformacionIn Venezuela l’opposizione monopolizza i media, mentre dai media accusa il Governo

Cubainformación TV – Basato su un testo di Amaury González V. – PoderenlaRed.com / Blog “Isla mía” (Cuba).-

 – VIDEO – I grandi media internazionali ci dicono che il Governo del Venezuela controlla la stampa, la radio e la televisione del paese, esercitando l’egemonia sull’informazione. Questa è una delle grandi menzogne della permanente campagna mediatica contro il Governo bolivariano.ImmagineIn Venezuela ci sono 2896 mezzi di comunicazione, di cui 2332 sono privati​​ e all’opposizione. Dei 100 periodici, tra gli 80 e i 90 sono contro il Governo. Cioè, oltre il 65% dei mezzi di comunicazione – che, a loro volta, concentrano la più grande audience – avversano la Rivoluzione.

Questi mezzi privati ​​sono la colonna principale della destra oppositrice venezuelana. La guerra mediatica permanente contro il Governo di Nicolas Maduro si appoggia anche alle grandi corporazioni mediatiche internazionali: 7 di loro – ricordiamo – controllano il 90% della diffusione informativa e culturale nel mondo. Inoltre, tre grandi gruppi editoriali e 84 giornali latinoamericani coordinano – giornalmente – i loro attacchi contro l’Esecutivo bolivariano.

Questi mezzi distorcono, per esempio, il termine “repressione”. Colpevolizzano la Guardia Nazionale Bolivariana delle morti causate dalla stessa opposizione, ed occultano la natura violenta ed antidemocratica di questa.

In questo obiettivo, la destra usa i social networking. Lì, menzogne informative, foto manipolate o testimonianze inventate servono a fomentare l’odio nei confronti del Governo e la paura tra la popolazione, senza alcun rischio di affrontare responsabilità legali che si dovrebbero assumere se lo facessero attraverso i media convenzionali.

In questo scenario, il Governo di Washington ha approvato tra i 15 e i 18 milioni di dollari per rafforzare quella che chiama “libertà di stampa”. Vale a dire una pioggia di denaro per pagare giornalisti e media per ripetere il discorso che difende i loro interessi nel contesto di una intensa guerra politica, economica, mediatica e culturale che oggi è condotta in America Latina ed, in particolare, in Venezuela.

 En Venezuela la oposición monopoliza los medios, mientras acusa de ello al Gobierno

Los grandes medios internacionales nos dicen que el Gobierno de Venezuela controla la prensa, radio y televisión del país, ejerciendo la hegemonía sobre la información. Esa es una de las grandes mentiras de la permanente campaña mediática contra el Gobierno bolivariano.
 
 En Venezuela existen 2.896 medios de comunicación, de los cuales 2.332 son privados opositores. De los 100 periódicos, entre 80 o 90 están en contra del Gobierno. Es decir, más del 65% de los medios –que, a su vez, concentran las mayores audiencias- adversan a la Revolución.
 
 Estos medios privados son la columna principal de la derecha opositora venezolana. La guerra mediática permanente contra el Gobierno de Nicolás Maduro se apoya, además, en grandes corporaciones mediáticas internacionales: 7 de ellas –recordemos- controlan el 90% de la difusión informativa y cultural en el mundo. Además, tres grandes grupos editoriales y 84 diarios de América Latina coordinan –a diario- sus ataques contra el Ejecutivo bolivariano.
 
 Estos medios tergiversan, por ejemplo, el término “represión”. Culpabilizan a la Guardia Nacional Bolivariana de las muertes causadas por la propia oposición, y ocultan la naturaleza violenta y antidemocrática de esta.
 
 En este objetivo, la derecha utiliza las redes sociales de Internet. Allí, mentiras informativas, fotos trucadas o testimonios inventados sirven para fomentar el odio al Gobierno y el miedo entre la población, sin riesgo alguno de enfrentar responsabilidades legales que sí deberían asumir si lo hicieran a través de los medios convencionales.
 
 En este escenario, el Gobierno de Washington ha aprobado entre 15 y 18 millones de dólares para fortalecer lo que llaman “libertad de prensa”. Es decir, una lluvia de dinero para pagar a periodistas y medios que repitan el discurso que defiende sus intereses en el contexto de una intensa guerra política, económica, mediática y cultural que hoy se libra en América Latina y, en especial, en Venezuela.

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