“Quello che più mi piace, parlando dei diritti politici”

Raul Castro  https://lapupilainsomne.wordpress.com

raulRaul al VII Congresso ha chiamato “a superare definitivamente la falsa unanimità, il formalismo e la simulazione”. Appoggiarsi su esso per difendere il lavoro con le istituzioni nordamericane che cercano il “transitional change”, “a favore di una Cuba multipartitica” come parte di un “nazionalismo di destra, che è contro il blocco, ma anche implicitamente o esplicitamente contro la Rivoluzione e invocando posizioni centriste” è una manipolazione molto maldestra perché il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba, ha detto queste parole nella sua Relazione Centrale al VII Congresso di tale organizzazione, sostenendo appunto il sistema del Partito unico nel nostro paese e denunciando le strategie di sovversione attuate dagli USA.

Deve essere una coincidenza che questa manipolazione è fatta dal sito ‘Carta desde Cuba’, uno degli spazi dedicati, come dice Raul, a promuovere la “divisione, apatia, scoraggiamento, sradicamento e la mancanza di fiducia nella direzione della Rivoluzione ed il Partito. “O sarà Raul, per cosi dire un ‘estremista’, di quelli che si stancano, consumano, o non si accostumano ad arrivare lontani?

Le parole di Raul:

Quello che più mi piace di, parlando dei diritti politici, è quando mi dicono che a Cuba c’è solamente un partito. E io rispondo loro: “Sì, come da voi, avete un solo partito”, ed i nordamericani mi rispondono: “No, noi ne abbiamo due”. E come se io non lo sapessi, mi dicono i loro nomi, “Democratico e repubblicano”. “Bene questo è vero, ciò che è uguale a che in Cuba avessimo due partiti, Fidel dirige uno ed io l’altro”.

Certo che Fidel dirà: “Voglio dirigire il comunista”, ed io direi, “Bene, io dirigerò l’altro, non importa il nome”.

Come abbiamo espresso, qui avevamo tre organizzazioni: 26 Luglio, il Partito Socialista Popolare ed il Direttorio Rivoluzionario 13 marzo. Avremmo potuto fare tre partiti; ma tutti fummo d’accordo sulla necessità di unirsi per fare un solo partito, e fondere i loro rispettivi organi di stampa, per essere più forti; tutti i loro dirigenti ebbero un magnifico e decisivo atteggiamento nel fare quel passo, perché dobbiamo dividerci ora? Quello che sì deve essere è un partito molto democratico, che è quello a cui aspiriamo, e che si possa discutere in modo approfondito e completa libertà qualsiasi problemi.

La stessa CTC, i lavoratori devono unirsi per essere più forti, in qualsiasi agenzia di stampa occidentale che voi leggete qualsiasi cosa che faccia riferimento alla nostra Centrale dei Lavoratori, aggiungono tra parentesi: unica, come se questo fosse un crimine.

Loro vogliono modellare il mondo – già sapete a chi mi riferisco: agli USA e a tutti quelli che l’accompagnano, regolare il mondo alle loro convenienze, è quello che vogliono fare, e perciò dobbiamo stare attenti oggi più che mai. Loro stessi hanno detto: 50 anni di blocco non ha dato risultato e non siamo riusciti a isolare Cuba, al contrario, stavamo correndo il rischio di rimanere isolati noi in America Latina. Dobbiamo cambiare questo. E perché lo cambieranno?, con altri metodi più difficile da combattere. Da qui l’importanza di queste questioni che devono essere sufficientemente chiare nelle nostri menti e nel nostro popolo.

Non è ozioso ribadire che sono concetti che non devono dar luogo a confusione, né oggi, né mai. Se riuscissero, un giorno, a frammentarci, sarebbe l’inizio della fine nella nostra Patria, della Rivoluzione, del Socialismo e dell’indipendenza nazionale, forgiata con la resistenza e il sacrificio di varie generazioni di cubani, dal 1868.

L’esistenza di un partito unico presuppone stimolare la più ampio e franco scambio di opinioni, sia all’interno dell’organizzazione di partito come nel suo legame, alla base, con i lavoratori e la popolazione. Il Partito è obbligato a potenziare e perfezionare costantemente la nostra democrazia, per cui è imprescindibile superare, definitivamente la falsa unanimità, il formalismo e la simulazione. Il Partito ha il dovere di promuovere e garantire la crescente partecipazione dei cittadini alle decisioni fondamentali della società. Non abbiamo nessuna paura di opinioni diverse né delle discrepanze, perché solo le discussione, franca ed onesta, tra i rivoluzionari ci porterà a migliori decisioni.

Sappiamo che il Partito e la Rivoluzione hanno il sostegno della maggioranza del popolo, è un fatto che nessuno può negare, tuttavia, non ignoriamo che, in determinati settori della popolazione, ci sono manifestazioni di mancanza di impegno e disinteresse per le vicende della vita politica e che si mantengono opinioni negative circa l’esemplarità di alcuni militanti e quadri, e la loro dissociazione dal nostro popolo.

Si è verificato nel periodo più recente una crescita delle azioni dirette a fomentare valori della società dei consumi; la divisione, l’apatia, lo scoraggiamento, lo sradicamento e la mancanza di fiducia nella dirigenza della Rivoluzione e del Partito, seminando una matrice di pensiero che cerca di mostrarci come una società senza futuro.

Si stimola l’emigrazione illegale e disordinata di giovani e specialisti di diversi settori sotto la Legge di Aggiustamento Cubano, la Politica dei piedi secchi-piedi bagnati ed il Programma sulla parola, cioè, il permesso di risiedere negli USA, concesso con assoluta rapidità, per i nostri medici, quelli che prestano servizi all’estero, questioni a cui mi riferirò più avanti.

In queste circostanze s’impone rafforzare un lavoro di prevenzione intelligente, fermo e sistematico e elevare le richieste ed il controllo da parte degli organi incaricati nell’ affrontare la sovversione politica-ideologica così come sollevare la combattività dei militanti, la vigilanza nei centri di lavoro ed il lavoro ideologico con le nuove generazioni, potenziando l’insostituibile ruolo della famiglia e della scuola. Ripeto: Potenziando l’insostituibile ruolo della famiglia e della scuola!

Siamo progrediti nelle azioni volte a forgiare una cultura comunicativa nel paese e diminuirono le manifestazioni di segretezza, tuttavia continuano a verificarsi lacune informative ed interpretazioni errate, perché ancora non è sufficiente la divulgazione dello stato di avanzamento del processo di aggiornamento e l’attuazione delle politiche approvate.

L’influenza, sulla nostra realtà, delle complessità del mondo in cui viviamo, la politica di ostilità e di vessazione, le azioni volte ad introdurre piattaforme di pensiero neoliberale e di restaurazione capitalista appoggiata da una perversa strategia di sovversione politica-ideologica che minaccia le essenze stesse della Rivoluzione e la cultura cubana, la storia e i valori che in essa si sono forgiati, l’innegabile esistenza di problemi accumulati nella società, a cui si somma lo stesso processo di attuazione delle Linee guida ed i profondi cambiamenti in cui siamo immersi, così come la nuova fase nelle relazioni tra Cuba e USA, sono fatti che impongono elevate sfide al lavoro ideologico. Questi programmi sono mirati verso settori che il nemico identifica come i più vulnerabili e comprende i giovani, gli intellettuali, i lavoratori associati alle forme non statali di gestione e le comunità con maggiori difficoltà materiali ed economiche.

Allo stesso tempo, che salvaguardiamo, nel popolo, la memoria storica del popolo della nazione e perfezioniamo il lavoro ideologico differenziato, con particolare attenzione verso i giovani ed i bambini, dobbiamo rafforzare tra noi la cultura anticapitalista e antimperialista, combattendo con argomenti, convinzione e fermezza la pretesa di stabilire modelli di ideologia piccola borghese caratterizzati dall’individualismo, l’egoismo, il movente del profitto, la banalità e l’esacerbazione del consumismo.

“Lo que más disfruto, hablando de los derechos políticos”

Por Raúl Castro

Raúl en el VII Congreso llamó a “superar definitivamente la falsa unanimidad, el formalismo y la simulación”. Apoyarse en ello para defender el trabajo con instituciones norteamericanas buscando el “transitional change”, “en favor de una Cuba multipartidista” como parte de “un nacionalismo de derecha, que está en contra del bloqueo pero también implícita o explícitamente en contra de la Revolución e invocando posturas centristas” es una manipulación muy torpe porque el Primer Secretario del Partido Comunista de Cuba dijo esas palabras en su Informe Central al VII Congreso de esa organización, precisamente argumentando el sistema de Partido único en nuestro país y denunciando las estrategias de subversión implementadas desde EEUU.

Debe ser casualidad que esa manipulación se haga desde el sitio Cartas desde Cuba, uno de los espacios dedicados, como dice Raúl, a fomentar “la división, la apatía, el desaliento, el desarraigo y la falta de confianza en la dirección de la Revolución y el Partido. “¿O será Raúl por decirlo un “extremista”, de esos que se cansan, se desgastan, se quedan solos, o no suelen llegar lejos?

Las palabras de Raúl:

Lo que más disfruto, hablando de los derechos políticos, es cuando me dicen que en Cuba nada más hay un partido. Y yo les contesto: “Sí, igual que ustedes, tienen un solo partido”, y los norteamericanos me contestan: “No, nosotros tenemos dos.” Y como si yo no lo supiera, me dicen sus nombres: “Demócrata y Repu­blicano.” “Correcto, eso es correcto, eso es igual que si en Cuba tuviéramos dos par­tidos, Fidel dirige uno y yo el otro”.

Seguro que Fidel va a decir: “Yo quiero dirigir el comunista”, yo diré: “Bueno, yo dirigiré el otro, no importa el nombre” (Risas).

Como expresábamos, aquí había tres organizaciones: 26 de Julio, el Partido So­cialista Popular y el Directorio Revo­lucionario 13 de Marzo. Podíamos haber hecho tres partidos; pero todos coincidieron en la necesidad de unirse para hacer un solo partido, y fusionar sus respectivos órganos de prensa, para ser más fuertes; todos sus dirigentes tuvieron una magnífica y decisiva actitud en dar ese paso, ¿por qué vamos a dividirnos ahora? Lo que sí tiene que ser es un partido muy democrático, que es a lo que aspiramos, y que se pueda discutir con profundidad y entera libertad cualquier problema.

La propia CTC, los obreros se tienen que unir para ser más fuertes, en cualquier agencia de prensa occidental que usted lea algo que haga referencia a nuestra Central de Trabajadores, añaden entre paréntesis: única, como si eso fuera un delito.

Ellos quieren modelar al mundo —ya saben a quiénes me refiero: a los Estados Unidos y a todos los que los acompañan—, ajustar al mundo a sus conveniencias, es lo que quieren hacer, y por eso debemos estar alertas hoy más que nunca. Ellos mismos han dicho: 50 años de bloqueo no dio resultado y no pudimos aislar a Cuba, por el contrario, estábamos corriendo el riesgo de quedarnos aislados nosotros en América Latina. Hay que cambiar eso. ¿Y por qué lo van a cambiar?, por otros métodos más difíciles de combatir. De ahí la im­portancia de estas cuestiones que deben estar suficientemente claras en nuestras mentes y en nuestro pueblo.

No es ocioso reiterar que son conceptos que no deben prestarse a la confusión, ni hoy ni nunca. Si lograran algún día fragmentarnos, sería el comienzo del fin en nuestra patria, de la Revolución, el Socialismo y la independencia nacional, forjados con la resistencia y el sacrificio de varias generaciones de cubanos des­de 1868.

La existencia de un partido único presupone estimular el más amplio y sincero intercambio de opiniones, tanto dentro de la organización partidista como en su vínculo en la base con los trabajadores y la población. El Partido está obligado a potenciar y perfeccionar de manera permanente nuestra democracia, para lo cual es imprescindible superar definitivamente la falsa unanimidad, el formalismo y la simulación. El Partido está en el deber de favorecer y garantizar la participación cada vez mayor de la ciudadanía en las decisiones fundamentales de la sociedad. No tenemos ningún miedo a opiniones distintas ni a las discrepancias, pues solo la discusión franca y honesta de las diferencias entre los revolucionarios nos conducirá a las mejores deci­siones.

Sabemos que el Partido y la Re­vo­lución cuentan con el apoyo mayoritario del pueblo, es un hecho que nadie puede negar, no obstante, no ignoramos que en determinados sectores de la población existen manifestaciones de falta de compromiso y desinterés por los asuntos de la vida política y que se mantienen opiniones negativas sobre la ejemplaridad de algunos militantes y cuadros, así como su desvinculación de nuestro pueblo.

Se ha verificado en el período más reciente un crecimiento de las acciones enfiladas a fomentar valores de la sociedad de consumo; la división, la apatía, el desaliento, el desarraigo y la falta de confianza en la dirección de la Revolución y el Partido, sembrando una matriz de opinión que trata de mostrarnos como una sociedad sin futuro.

Se estimula la emigración ilegal y de­sordenada de jóvenes y de especialistas de diversos sectores al amparo de la Ley de Ajuste Cubano, la Política de pies secos-pies mojados y el Programa de parole, o sea, el permiso para residir en los Estados Unidos, otorgado con absoluta rapidez, para nuestros médicos, los que prestan servicios en el exterior, cuestiones a las que me referiré más adelante.

En estas circunstancias se impone fortalecer una labor preventiva inteligente, firme y sistemática y elevar las exigencias y el control por parte de los órganos encargados del enfrentamiento a la subversión político-ideológica, así como levantar la combatividad de los militantes, la vigilancia en los centros de trabajo y la labor ideológica con las nuevas generaciones, potenciando el insustituible papel de la familia y la escuela. Repito: ¡Potenciando el insustituible papel de la familia y la escuela!

Se ha avanzado en las acciones dirigidas a forjar una cultura comunicacional en el país y disminuyeron las manifestaciones de secretismo, sin embargo continúan presentándose vacíos informativos e interpretaciones erróneas a causa de que todavía no es suficiente la divulgación de la marcha del proceso de actualización y la implementación de las políticas aprobadas.

La influencia en nuestra realidad de las complejidades del mundo en que vivimos, la política de hostilidad y acoso, las acciones dirigidas a introducir plataformas de pensamiento neoliberal y de restauración capitalista apoyadas por una perversa estrategia de subversión político-ideológica que atenta contra las esencias mismas de la Revolución y la cultura cubana, la historia y los valores que en ella se han forjado, la innegable existencia de problemas acumulados en la sociedad, a lo que se suma el propio proceso de implementación de los Li­neamientos y los profundos cambios en que nos encontramos inmersos, así como el nuevo escenario en las relaciones entre Cuba y los Estados Unidos, son hechos que imponen elevados desafíos al trabajo ideológico. Esos programas van dirigidos hacia los sectores que el enemigo identifica como los más vulnerables y abarca a los jóvenes, la intelectualidad, los trabajadores asociados a las formas no estatales de gestión y las comunidades con mayores dificultades materiales y económicas.

A la par que salvaguardamos en el pueblo la memoria histórica de la nación y perfeccionamos la labor ideológica di­ferenciada, con especial énfasis hacia a la juventud y la niñez, debemos afianzar entre nosotros la cultura anticapitalista y antiimperialista, combatiendo con argumentos, convicción y firmeza las pretensiones de establecer patrones de la ideología pequeño burguesa caracterizados por el individualismo, el egoísmo, el afán de lucro, la banalidad y la exacerbación del consumismo.

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