La guerra contro la storia

Sara Rosenberg https://lapupilainsomne.wordpress.com

hebe macriSe c’è una guerra, silenziosa e costante, è la guerra contro la storia dei popoli. Già diceva Rodolfo Walsh che la borghesia cerca di cancellare la storia delle lotte del popolo, perché il sequestro della nostra storia e della nostra memoria è un modo per far sì che stiamo sempre partendo da zero, è un furto -a volte a mano armata- dell’identità del popolo, delle sue lotte e della sua capacità di organizzarsi ed apprendere per andare avanti.

Ieri, l’episodio del mandato d’arresto contro Hebe de Bonafini, ci ha riempito tutti di rabbia, impotenza, di bisogno di reagire contro questo nuovo atto di barbarie della dittatura neoliberale. La gente è scesa in strada ed il giudice del partito borghese-giudiziario, che aveva emesso l’ordine, ha dovuto fare marcia indietro. Avevano toccato profondamente non solo una persona, una Madre di Plaza de Mayo, ma un simbolo nucleare della lotta contro il terrorismo di Stato.

Macri -Orlando-Agosti-Emilio-Massera-VidelaPassata la tempesta delle reti e delle strade, vinta questa battaglia, è necessario chiedersi, con profondità, le ragioni e le non ragioni di questo mandato d’arresto. La borghesia non agisce spontaneamente, non è un caso che l’ordine si emettesse lo stesso giorno di una grande mobilitazione contro le tariffe e le politiche di fame del governo macrista, che veniva “visitato” dal segretario di Stato USA, Kerry, diretto in Brasile. E lo stesso giorno in cui si sta negando al Venezuela la legittima assunzione della presidenza del Mercosur, usando il governo fantoccio del Paraguay e l’illegittimo e provvisorio governo del Brasile.

La stampa internazionale ha riferito che Kerry aveva consegnato a Macri alcuni archivi declassificati sulla repressione in Argentina. Non disse altro, né a che scopo veniva né perché necessitava tale scalo, a parte “approfondire i buoni legami di amicizia”, vale a dire -letto dalla nostra storia- approfondire il sabotaggio delle conquiste sociali e dell’unità latinoamericana.

Durante i dodici anni di governo Kirchnerista, non si ebbe giorno che le calunnie e la manipolazione mediatica non si esercitassero contro ciascuna delle misure del governo, contro i governanti, contro tutto ciò che significava un avanzamento nelle politiche sociali. Si pervertì il discorso politico e si trasformò il dibattito in uno spettacolo, perché questa è l’unica arena in cui i politici della destra ed i loro tecnocrati avevano qualche possibilità. Avvilirono la stessa vita politica del paese. Degradarono la discussione, alterarono dati e prove. Il provvedimento di detenzione di Hebe de Bonafini è parte ed è la continuazione di questa strategia d’accusa infondata, di dittatura giudiziaria, di spazzatura mediatica.

Perciò parlo di strategia di guerra contro la nostra storia, di guerra contro la nostra memoria di lotta e resistenza. Attaccare i nostri simboli di resistenza, creando dubbi sulla loro etica ed il loro percorso di lotta è stata una costante. Disgraziatamente ci sono settori della società che si lasciano ingannare e che continuano a lasciarsi ingannare, perché sono completamente soggiogati dalla propaganda e ora sono incapaci di avere un pensiero sociale, un sano e vero sentimento d’amore per i loro simili, settori che sono stati abbruttiti con il discorso della paura, della competitività, del consumo. Il discorso del capitalismo criminale. E questi settori che tragicamente sono anche parte del popolo, sono usati contro se stessi e contro i loro simili.

Ci sono molti esempi di guerra contro la storia e tutti hanno a che fare con quello che diceva Goebels, ripeti incessantemente una menzogna e si trasformerà in verità; questa tecnica di propaganda è così ampia che oggi, se si chiede ad un giovane istruito nelle scuole d’Europa, chi sconfisse i nazisti, molti ti risponderanno gli USA. Quando sappiamo che fu l’eroico popolo russo che vinse i nazisti e che in quella guerra ci furono 26 milioni di russi che persero le loro vite. Anche parte della tragedia, in Spagna, è che si è nascosta e si è manipolata la storia della guerra civile, che le nuove generazioni non sanno neppure che ancora gli assassinati dal fascismo franchista sono in attesa di un risarcimento, rimangono nelle fosse e scomparsi senza che nessuno sia stato processato per i crimini.

La guerra, la lotta per la storia dei nostri popoli è importantissima, ed allego la lettera che Hebe de Bonafini ha scritto al giudice che ha ordinato di detenerla, come esempio di tale lotta:

Al signor Giudice della Nazione

Marcelo Martínez de Giorgi

Mi rivolgo a lei per manifestarle il motivo della risposta alla sua citazione.

Dal 1977, precisamente dal giorno 8 di febbraio di quell’anno, subisco le aggressioni della così detta giustizia, condotta dai giudici della Nazione. In quel momento è cominciato il mio calvario, ho presentato 168 denunce per mio figlio Jorge, poi quelle insieme per l’altro mio figlio Raúl, che è scomparso a dicembre dello stesso anno, con un costante pellegrinaggio per i tribunali, ho sempre sopportato le stesse ingiustizie, le stesse aggressioni. Poi, a maggio del 1978, è scomparsa anche mia nuora María Elena, niente è cambiato.

Sempre la stessa ignominia, la stessa indifferenza, io vedevo come la così detta giustizia era complice dei militari e dei marinai assassini. Una giustizia senza solidarietà, senza sentimento verso gli altri, senza sofferenza per loro.

Dopo anni, nel 2001, esattamente il 25 maggio, mia figlia María Alejandra, mentre era sola in casa e io ero in viaggio, è stata torturata fin quasi ad ucciderla. E allora di nuovo i miei pellegrinaggi sperando di trovare un giudice che ci mostrasse il valore della giustizia, che ci provasse che esisteva, ma di nuovo la burla e l’insensatezza.

Poi è arrivato il caso Schoklender, e allora noi madri, con grande sforzo abbiamo consegnato volontariamente 60 casse con le prove, insieme a 49 backup e altre prove al giudice Ovarbide e poi a lei, ma non avete letto proprio niente di quello che vi abbiamo consegnato.

Ci siamo presentate tutte le volte che ci avete chiamato a dichiarare, abbiamo fatto perizie delle firme che hanno affermato che non erano mie, sempre a disposizione della verità, addirittura qualche mese fa mi sono presentata volontariamente nel suo ufficio per avere notizie circa l’indegno progredire della causa.

Abbiamo ancora sofferto sulla nostra pelle la burla che castiga tutte noi, anziane dagli 85 ai 90 anni, e ci condanna a pagare debiti ingiusti e altrui.

Noi madri difenderemo sempre i valori della solidarietà sociale, porgeremo la mano agli offesi, ai loro sogni, in questo tempo e in quello che verrà. E lotteremo affinché venga il momento di trovarci di fronte a giudici onesti che ci aiutino a sentire sulla nostra pelle il valore della giustizia.

Hebe de Bonafini – presidentessa delle Madri di Plaza de Mayo

******************************

Approfitto di questo articolo per congratularmi, di tutto cuore e con assoluta ammirazione, per il 90° compleanno del nostro amato Comandante, storia vivente, storia umana e Uomo Nuovo, che ci ha insegnato a non vacillare mai.

Vinceremo, grazie C.te Fidel Castro, Cuba è un esempio di dignità e resistenza, è la Storia che ci spinge a continuare a lottare.

La guerra contra la historia

Sara Rosenberg

Si hay una guerra silenciosa y constante es la guerra contra la historia de los pueblos. Ya decía Rodolfo Walsh que la burguesía pretende borrar la historia de las luchas del pueblo, porque el secuestro de nuestra historia y nuestra memoria es un modo de hacer que estemos empezando siempre de cero, es un robo –a veces a mano armada- de la identidad del pueblo, de sus luchas y de su capacidad de organizarse y aprender para seguir adelante.

Ayer, el episodio de la orden de detención contra Hebe de Bonafini, nos llenó a todos de bronca, de impotencia, de necesidad de reaccionar contra este nuevo hecho de barbarie de la dictadura neoliberal. La gente salió a la calle y el juez del partido burgués-judicial que había emitido la orden tuvo que dar marcha atrás. Habían tocado profundamente no sólo a una persona, a una Madre de Plaza de Mayo, sino a un símbolo nuclear de la lucha contra el terrorismo de estado.

Pasada la tormenta de las redes y las calles, ganada esta batalla, es necesario preguntarnos con profundidad las razones y las sin razones de esta orden de detención. La burguesía no actúa espontáneamente, no fue casual que la orden se emitiera el mismo día de una gran movilización contra el tarifazo y las políticas de hambre del gobierno macrista, que estaba siendo “visitado” por el secretario de estado americano, Kerry, de paso hacia Brasil. Y el mismo día en que se está negando a Venezuela la legítima asunción de la presidencia del Mercosur, utilizando al gobierno títere de Paraguay y al ilegítimo y provisional gobierno de Brasil.

La prensa internacional informó que Kerry le había entregado a Macri algunos archivos desclasificados sobre la represión en Argentina. No dijo más, ni a qué venía ni para qué necesitaba hacer esa escala, aparte de “profundizar los buenos vínculos de amistad”, es decir -leído desde nuestra historia- profundizar el sabotaje a las conquistas sociales y a la unidad latinoamericana.

Durante los doce años de gobierno kirchnerista, no hubo día en que las calumnias y la manipulación mediática no se ejercitaran contra cada una de las medidas del gobierno, contra los gobernantes, contra todo aquello que significara un avance en políticas sociales. Se pervirtió el discurso político y se transformó el debate en un espectáculo, porque esa es la única arena donde los políticos de la derecha y sus tecnócratas tenían alguna posibilidad. Envilecieron constantemente la misma vida política del país. Degradaron la discusión, alteraron datos y pruebas. El pedido de detención de Hebe de Bonafini forma parte y es la continuación de esta estrategia de acusación infundada, de dictadura judicial, de basura mediática.

Por eso hablo de la estrategia de guerra contra nuestra historia, de guerra contra nuestra memoria de lucha y resistencia. Atacar a nuestros símbolos de resistencia, crear dudas sobre su ética y sobre su recorrido de lucha ha sido una constante. Desgraciadamente hay sectores de la sociedad que se han dejado engañar y que se siguen dejando engañar porque están completamente sometidos por la propaganda y ya son incapaces de tener un pensamiento social, un sano y verdadero sentimiento de amor a sus semejantes, sectores que han sido embrutecidos con el discurso del miedo, de la competitividad, del consumo. El discurso del capitalismo criminal. Y esos sectores que trágicamente son también parte del pueblo, son utilizados contra si mismos y contra sus semejantes.

Hay muchos ejemplos de guerra contra la historia y todos tienen que ver con aquello que decía Goebels, repite una mentira incesantemente y se volverá verdad; esa técnica de propaganda es tan amplia que hoy si preguntas a un joven educado en colegios de Europa quien derrotó a los nazis, muchos te contestarán que los Estados Unidos. Cuando sabemos que fue el heroico pueblo ruso el que venció a los nazis y que en esa guerra hubo 26 millones de rusos que perdieron su vida. También parte de la tragedia en España es que se ha escondido y se ha manipulado tanto la historia de la guerra civil, que las nuevas generaciones ni siquiera saben que todavía los asesinados por el fascismo franquista siguen esperando una reparación, siguen en las cunetas y desaparecidos sin que nadie haya sido juzgado por los crímenes.

La guerra, la lucha por la historia de nuestros pueblos es importantísima, y adjunto la carta que Hebe de Bonafini escribió al juez que mandó detenerla, como ejemplo de esa lucha:

Al Sr. Juez de la Nación

Marcelo Martínez de Giorgi

Me dirijo a Ud. Para manifestarle el motivo de la respuesta a su citación.

Que desde el año 1977, más precisamente el día 8 de Febrero de ese año, vengo padeciendo las agresiones de la mal llamada justicia, implementada por jueces de la Nación. En ese momento empezó mi calvario, hice 168 presentaciones por mi hijo Jorge, luego en conjunto reclame por mi otro hijo Raúl, que fue desaparecido en diciembre del mismo año, en una constante peregrinación por los juzgados, siempre padecí las mismas injusticias, las mismas agresiones. Luego en mayo de 1978, desapareció también mi nuera María Elena, nada cambio.

Siempre la misma ignominia, la misma indiferencia, yo sentía como la denominada justicia era cómplice de los asesinos militares y marinos. Una justicia sin solidaridad, sin sentir por los otros, sin sufrir por ellos.

Después de un tiempo en el año 2001, más precisamente un 25 de mayo, a mi hija María Alejandra que se encontraba sola en mi casa, mientras yo estaba de viaje, la torturaron casi hasta matarla. Y allí otra vez mi peregrinación para ver si encontraba algún juez que nos muestre el valor de la Justicia, y que esta existía, pero otra vez la burla y la sin razón.

Y llego el caso Schoklender, allí las madres con gran esfuerzo aportamos voluntariamente 60 cajas con pruebas, junto con 40 backup, y otros elementos más, primero a Oyarbide y después a ud. que ni siquiera leyeron algo de lo aportado.

Asistimos cuantas veces nos llamaron a declarar, hicimos pericias de las firmas que constataron que no eran mías, siempre a disposición por la verdad, incluso hace unos meses asistí voluntariamente a su despacho para informarme ante la indigna marcha de la causa.

Y otra vez sufrimos en carne propia la burla, que nos castiga a todas, ancianas de 85 a 90 años, y nos condena a pagar las deudas, injustas y ajenas.

Las madres siempre vamos a defender los valores de solidaridad social, extender las manos a los vulnerados, por sus sueños, en este tiempo y en los que vendrán. Y vamos a luchar para que alguna vez nos enfrentemos con jueces probos que nos ayuden a sentir en nuestros cuerpos el valor de la Justicia.

Hebe de Bonafini – Presidenta de la Asociación Madres de Plaza de Mayo

******************************

Aprovecho este artículo para felicitar de todo corazón y con una admiración absoluta el 90 cumpleaños de nuestro querido Comandante, historia viva, historia humana y Hombre Nuevo, que nos ha enseñado a no claudicar nunca.

Venceremos, gracias comandante Fidel Castro, Cuba es un ejemplo de dignidad y resistencia, es la Historia que nos empuja a seguir luchando.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.