Voci, da Cuba, contro il bloqueo

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L’unità come scudo

Matanzas – La Federazione delle Donne  Cubane (FMC) di questo municipio e una rappresentazione della popolazione della città hanno sottolineato che il blocco ha provocato innumerevoli sofferenze ai cubani e che solo l’unità attorno alla Rivoluzione distruggerà questa sordida imposizione dell’impero per distruggere l’esempio di Cuba.

L’avvocato e professore universitario Osvaldo Álvarez Torres, nel suo intervento ha denunciato il blocco commerciale, economico e finanziario degli Stati Uniti imposto a Cuba in un incontro con la presenza di Teresa Rojas Monzón, prima segretaria del Partito nella provincia.

La manifestazione si è svolta nel Parco della Libertà, nel centro della città e lì gli oratori hanno alzato le loro voci per esporre gli effetti e i costi del blocco nella vita delle cubane, delle loro famiglie e del popolo in generale “perchè rappresentiamo un’idea e una speranza”, ha sostenuto una delle presenti.

“Il blocco non solo ci danneggia nell’ambito economico, ma è una politica contro la vita”, ha detto la federata  Margot Cairo Medero, per poi dettagliare il suo impatto nel settore dell’educazione.

Nell’incontro pubblico è stata condannata la strategia statunitense dai differenti settori ed è stato denunciato il carattere trasgressore ostile e d’ingerenza di questa pratica.

“Il blocco è l’espressione più precisa di una politica crudele e disumana, carente di legalità e legittimità, deliberatamente disegnata per provocare fame, malattie e disperazione nella popolazione cubana”, ha sostenuto Eduardo Torres, direttore della scuola municipale del Partito.

“E la miglior forma di difenderci è tener presente la nostra storia”, ha sintetizzato.

Le donne contro il blocco

Imías (Guantánamo)- Teresa Amarelle Boué, membro del Burò Politico e segretaria generale della Federazione delle Donne Cubane (FMC), ha presieduto la manifestazione nella quale le donne di questo paese hanno ratificato la loro condanna al blocco economico, commerciale e finanziario mantenuto dai Governi degli Stati Uniti da più di 50 anni.

“Noi donne di Imías esigiamo la fine di questo blocco genocida e la restituzione del territorio occupato illegalmente dalla Base Navale di Guantánamo”, ha detto Beitelvis Cantillo Moreira, che lavora nella direzione municipale della organizzazione femminile.

L’alunna delle medie, Keila Labañino Verdecia, a nome delle giovani federate ha ricordato i gravi danni che il blocco provoca al popolo cubano allo sviluppo del paese ed ha reclamato da Obama o dal presidente che gli succederà, rispetto per i figli di questa terra, perchè possano costruire il loro futuro in una patria libera e senza ingerenze.

“I guantanameri e le guantanamere sono testimoni di come l’impero e i suoi lacchè hanno tergiversato i fatti relazionati all’impatto con l’uragano Matthew, cercando di denigrare lo sforzo del Governo cubano e la presenza dei suoi principali leaders con il popolo colpito”, ha sottolineato.

Teresa Amarelle Boué,  è arrivata a Imías dopo una visita nei municipi di Maisí e Baracoa e in questi territori la segretaria generale della FMC ha parlato con la popolazione danneggiata dal ciclone e in particolare con le famiglie che hanno trasformato le loro case in centri di protezione delle persone o in scuole per appoggiare la continuità dell’anno scolastico.

“Nei luoghi visitati abbiamo visto un popolo impegnato nel recupero, con un’ assoluta fiducia nella Rivoluzione”, ha commentato la massima dirigente delle donne cubane che, in un breve scambio con la stampa, ha riconosciuto l’impegno di questo settore nella copertura del Matthew.

Hanno partecipato alla manifestazione di condanna del blocco anche Zenia Lores Méndez e Vilmaida Machado Londres, presidente in funzioni e vicepresidente del Consiglio di di Difesa Municipale, rispettivamente, con Daysi Véliz Bravo, segretaria generale della FMC nella provincia.

Non si può bloccare la resistenza

Il municipio di Centro Habana nella capitale ha espresso la sua condanna contro il blocco in una manifestazione alla quale hanno partecipato bambini e adulti della zona con i dirigente politici e studenteschi

“La controrivoluzione ha detto molte volte che il blocco viene usato come un pretesto  nel paese e dai suoi dirigente per giustificare gli errori. E niente è più lontano di questo dalla verità! Se fosse così, perchè gli Stati Uniti  non ci tolgono la giustificazione? Perchè sanno che se Cuba avanza in queste condizioni difficili, senza il blocco avanzeremmo molto di più!”, ha dichiarato a Granma  Ernesto Corvo Vizcaíno, primo segretario del Partito nel municipio ,che ha aggiunto che in questi giorni le autorità regionali hanno organizzato incontri di questo tipo in tutto il municipio, dove si dà alla gente la possibilità d’esprimere in maniera naturale i loro  sentimenti reali nei confronti di questa politica, ed è stato spiegato come sta danneggiando obiettivamente ognuno dei settori.

Abbiamo il dovere, oltre a dire *Abbasso il Blocco*, di spiegare il perché, e questa spiegazione è molto più profonda se siamo capaci d’esporre quanto realmente ci danneggia il blocco, ha sostenuto.

“Li c’è la realtà del popolo, ha detto ancora, e dobbiamo dire la verità, essere trasparenti e opportuni nell’ora di trasmettere il nostro messaggio, perchè sono tempi in cui il discorso del nemico si fa più complesso e si tende alla confusione.

Durante l’incontro,  Susana Acea Terry, deputata dell’Assemblea Nazionale per Centro Habana, ha segnalato che  *questo assedio criminale che lo stesso Obama  ha definito obsoleto, ancorato al passato, e parte della Guerra Fredda, il blocco, che va eliminato una volta per tutte, perchè danneggia il popolo di Cuba, la sua economia,  le relazioni con terzi paesi ed anche quelle che potrebbe sviluppare con gli Stati Uniti.

“Oggi, quando non pochi credono che la frutta matura deve cadere nel cesto, riaffermiamo che andremo avanti nel processo, evidentemente lungo e complesso, di normalizzazione delle relazioni con questa nazione nordamericana, sperando che primeggino la convivenza civile e il rispetto della storia, la cultura e il legato di ognuno” ha detto ancora la deputata affermando che: “Al contrario potremo restare bloccati finanziariamente e commercialmente per altri 50 anni, ma non si potranno mai bloccare la resistenza e la dignità dei cubani”.

Manifestazione contro il blocco nella Cujae

Studenti e professori si sono riuniti nell’Università Tecnologica de L’Avana José Antonio Echeverría (CUJAE) per continuare a dire No al Blocco, com’è avvenuto lo scorso 17 ottobre nell’Università de L’Avana.

Durante la manifestazione che si è svolta sulla scalinata di questa casa di alti studi, gli studenti hanno reclamato “Obama, elimina il blocco!”, “Abbasso il blocco”, accompagnati da ritmi musicali, e si sono visti cartelli pittoreschi con scritto “Divento elettrica con il blocco”.

Erano presenti i presidenti della Federazione Studentesca Universitaria – FEU -di tutte le province e i rappresentanti degli studenti dell’Istituto Superiore di Relazioni Internazionali di Cuba *Raúl Roa Kouri*, che hanno denunciato l’ingiusta politica economica, commerciale e finanziaria degli Stati Uniti contro Cuba.

“Gli studenti universitari come sempre sono al fronte ed estendono tutto l’appoggio al paese, dando un voto contrario al blocco e a tutto quello che implica un passo indietro”, ha spiegato Mariam Figueredo Rodríguez, presidente della FEU dell’Università di Cienfuegos.

Roberto Cruz, presidente della FEU dell’Università di Ciego de Ávila, ha detto che questa denuncia è un dovere, perchè da più di 50 anni questa azione genocida dei governi degli Stati Uniti danneggia il popolo di Cuba, e diverse generazioni sono nate sotto i suoi effetti.

Daniel Reina, presidente della FEU dell’Università d’Oriente, ha aggiunto che: “Siamo qui per opporci anche a tutto il contenuto d’ingerenza dell’ultimo piano di misure che ha applicato il governo degli USA attraverso la sua direttiva presidenziale”.

La giornata ha incluso una conversazione con il giornalista Oliver Zamora Oria, che ha dialogato con gli studenti.

Tra i temi principali l’analisi delle misure attuali implementate dal governo degli Stati Uniti contro Cuba.

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