Marco Rubio difende le armi dopo il massacro in Florida

Con un lutto per la morte di 17 persone, per via della sparatoria di mercoledì scorso in una scuola della Florida, il senatore per questo Stato nordamericano, Marco Rubio, ha espresso una forte difesa del porto d’armi ed ha negato che l’accesso ai fucili d’assalto di categoria militare hanno a che vedere con la mortalità dell’attacco.

«La gente non sa perchè è successo. Chi è questa persona»,, ha detto riferendosi all’omicida   « Che cosa lo ha motivato?», ha chiesto  Rubio alla televisione Fox News.

«Credo  che sia importante sapere tutto questo prima di saltare alla conclusione   che esiste una legge che potremmo aver approvato per prevenirlo», ha aggiunto  il senatore d’origine cubana e radicale oppositore dei miglioramenti delle relazioni tra L’Avana e Washington.

Poi parlando nel Congresso è stato più esplicito e ha detto che le restrizioni legali al possesso delle armi non avrebbero impedito la sparatoria all’impazzata nella scuola media Stoneman Douglas della città di Parkland, in Florida.

Così come avviene con la sua posizione anti cubana, Rubio è incapace di mordere la mano di chi gli dà da mangiare e che lo ha catapultato alla posizione politica attuale. È uno dei politici più gratificati dalle donazioni dell’Associazione Nazionale del Rifle (NRA, la sigla in inglese), un conglomerato che s’incarica di evitare ad ogni costo l’approvazione di leggi contro la vendita delle armi. Sino all’ottobre scorso, in accordo con diversi siti specializzati nel seguire questi gruppi d’influenza  in Washington, aveva ricevuto un totale di 3.3 milioni di dollari per questa via.

La posizione subdola del  legislatore della Florida nel tema delle  armi non è nuova. Nel 2012, dopo il massacro nella scuola elementare di Sandy Hook, Rubio evitò di rispondere  a una domanda della stampa sul controllo delle armi e in particolare dei fucili d’assalto di categoria militare.

Quando la tragedia toccò al suo Stato nel giugno del 2016, con l’attacco di Orlando, ebbe dei problemi con l’opinione pubblica, ma nemmeno allora ha abbandonato i suoi patrocinatori.
Poche settimane dopo il senatore Rubio aveva votato contro un progetto di legge dei due partiti per proibire la vendita di armi a determinate persone incluse nelle liste della sicurezza degli Stati Uniti.

Ancora una volta Marco Rubio è al centro dell’attenzione pubblica per la sua posizione di fronte al massacro di mercoledì scorso.

Ma Rubio sembra troppo occupato nei suoi attacchi contro Cuba e il Venezuela per fare caso a questi dettagli…

La sua posizione segue lo stesso cammino del  presidente Donald Trump, che non dice nemmeno la parola «arma».

 

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