Almeida è oggi più vivo che mai

Ho avuto il privilegio di conoscerlo: giovane negro, operaio, combattente, divenne capo di una cellula rivoluzionaria, combattente della Moncada, compagno di prigione, capitano del plotone sbarcato dal Granma, ufficiale dell’Esercito Ribelle, paralizzato nell’avanzata da uno sparo nel petto durante il violento Combattimento del Uvero–, Comandante di Colonna, marciando per creare il Terzo Fronte Orientale, compagno che ha condiviso la direzione delle nostre forze nelle ultime battaglie vittoriose che hanno sbaragliato la tirannia.

Sono stato privilegiato testimone della sua condotta esemplare durante più di mezzo secolo di resistenza eroica e vittoriosa, nella lotta contro i banditi, nel contraccolpo di Gíron, la Crisi d’Ottobre, le missioni internazionaliste e la resistenza al blocco imperialista.

Ascoltavo con piacere alcune delle sue canzoni e soprattutto quella appassionata ed emozionante che di fronte al richiamo della Patria “A Vincere o morire” si commiata dai sogni umani.

Ignoravo che aveva scritto più di 330 canzoni alle quali si somma la sua opera letteraria, fonte di lettura amena e di fatti storici. Ha difeso quei principi di giustizia che saranno difesi in qualsiasi tempo e in qualsiasi epoca, sino a che gli esseri umani respireranno sulla Terra.

«Non diciamo che Almeida è morto! Oggi è vivo più che mai!»

Fonte: Riflessione pubblicata dal Comandante in Capo il 13 settembre del 2009.

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