Tania Bruguera, una vittoria per Cuba

R. Bernal Godoy http://miradasencontradas.wordpress.com

taniaImportanti mezzi di comunicazione e altri non  così importante,  hanno dato copertura – non a livello che gli “interessati” desideravano – su un’artista cubana di nome Tania Bruguera e una fallita “performance artistica” da realizzare proprio  in Piazza della Rivoluzione, a pochi metri da edifici in cui si trovano diverse organismi dell’amministrazione centrale dello stato cubano.

prensa extranjera (1)La cosiddetta performance pretendeva dare un microfono a qualsiasi cubano volesse parlare per lo spazio di un minuto -confesso di essere un grande incolto perché questa  per me non ha nulla dell’arte – per così sentire quello che i cubani – quelli citati da lei – desideravano esporre su la Cuba che vogliono. L’ ‘attesa’ giornata è arrivata e, in questo luogo simbolico della storia di Cuba, c’erano solo i cameraman e le loro apparecchiature.

Ma, poiché stiamo vivendo in un mondo di folli e Cuba è vista da una prospettiva diversa da come si guarda il resto del mondo, i media – la maggior parte dei cui corrispondenti quel giorno rimase sotto il sole – hanno espresso “preoccupazione” ed altri, apertamente impegnati con il sistema sovversivo contro Cuba, hanno diffuso righe di messaggi che parlavano di “grande vittoria” di una “eroica” donna che “ha messo allo scoperto” i timori della “Dittatura”, incredibile!

Ricapitoliamo quello che è successo e vedremo, chiaramente, chi è il vero vincitore di questo nuovo episodio:

Un’artista di origine cubana, formata in maniera gratuita nelle nostre scuole d’arte esce legalmente, alla fine degli anni ’90, da un’isola che presumibilmente era – e ancora erroneamente dicono che è – una “prigione”; anni più tardi e dopo aver convertito una Biennale dell’Avana in una provocazione politica della ormai nota Yoani Sánchez, cerca di sfuggire dell’anonimato che le ha imposto l’esigente  vita di New York – luogo dove risiede – e in un desiderio disperato di protagonismo – suo e d’una sua sorella di nome Deborah – annuncia dall’estero che arriverà  a Cuba per materializzare la sua “performance”, il 30/12, due giorni dopo che, di nuovo, il “carcere” le aprisse le sue porte e la ricevesse gentilmente.

Le autorità culturali del “regime” interscambiano con lei e anche se non condividono la sua proposta le propongono di farla da qualche altra parte (Museo delle  Belle Arti) con ingresso libero di persone e stampa, dove solo sarebbe stato impedito l’ingresso di persone con collegamenti a organizzazioni o istituzioni responsabili di atti violenti contro Cuba o di azioni destabilizzanti (Esempio FNCA, USAID, ecc), questione questa che si adattava al presunto carattere  “spontaneo”, “neutrale” ed “apolitico”, che aveva la sua proposta.

Bruguera non ha accettato, ormai era a Cuba e non poteva tornare indietro in un progetto che era già stato assunto come suo da una controrivoluzione che proprio in quei giorni  attraversava la sua peggiore disillusione: l’annuncio della normalizzazione delle relazioni Cuba-USA. Erano già troppi gli interessi e le pressioni.

Bruguera si è rivolta ai suoi “amici”, a coloro che – senza dirlo pubblicamente – pretendeva dare il microfono nella sua clamorosa “opera d’arte”, a coloro che ricevono uno stipendio molto alto e altre prebende per dire la stessa cosa, ogni giorno, in qualsiasi parco di Cuba o anche nei forum, riunioni private ed eventi all’estero, senza che  l’ “apparato repressivo del regime” li fermi al loro ritorno. (Tania  ha contattato Rodiles, futuro presidente di Cuba – secondo le sue dichiarazioni – Yoani Sánchez, rivale di Rodiles nell’impegno futuro di questo e Eliècer Ávila, un senza bandiera-).

La “polizia politica” della “Dittatura” non l’ha detenuta  pur sapendo che i suoi più ” intimi amici” ed anche lei avevano uno scopo al di là dell’ artistico, non l’ha nemmeno neutralizzata utilizzando il vasto potere di convocazione che ha per collocare, su quella tribuna, centinaia di giovani identificati con la Storia, la Rivoluzione e l’impegno di un intero paese per migliorare le sue condizioni di vita senza rinunciare al socialismo;,  avrebbe potuto convertire quello in un circo a favore del Governo stesso, poteva sproteggere  il possibile  atto  e lasciare che le masse, spontaneamente, rispondessero a qualsiasi provocazione, avrebbe potuto fare tutto questo, ma non lo fece …

Tania Bruguera e il suo tentativo provocatorio consapevole e amplificato da terzi è stata una  clamorosa vittoria. Vittoria di un Governo che ha dimostrato la sua maturità e il rispetto per le leggi, che non si è lasciato provocare, che semplicemente ha fatto funzionare i canali ed i livelli pertinenti, che ha fatto appello  alle disposizioni del suo ordinamento giuridico come avviene ogni giorno in questo mondo, perché in nessun posto un’attività, performance  o comunque si voglia chiamare, è consentita senza un giusto iter e la dovuta  autorizzazione;  fare altrimenti è incorrere in un comportamento criminale sia all’Avana o a Washington, l’unica differenza è che a L’Avana non c’è una polizia di fronte a un movimento di “indignati”, non ci sono poliziotti armati fino ai denti che colpiscono dai loro cavalli i protestatari, non ci sono proiettili che viaggiano da una parte all’altra e molto meno persone scomparse, non ci sono, almeno a Cuba.

Manipolazione, infantilismo e stupidità. E’ immaturo e manipolatore credere che il governo dell’Avana poteva temere la collocazione di un microfono aperto, è estremamente infantile pensare in questo modo quando siamo nel XXI secolo e quando  per le strade cubane si ascolta i commenti e le opinioni di ogni tipo, quando si tratta di una società aperta dove, in questo preciso momento, c’è un risorgere del sentimento  patriottico con il ritorno di Cinque rivoluzionari cubani e quando il popolo, in maggioranza, ha applaudito lo sforzo fatto per normalizzare le relazioni con il vicino del Nord.

Spazi per il dibattito abbondano, nelle nostre università, scuole, posti di lavoro, strade,  parchi dove  si desidera, siamo aperti a questo, lo stesso tra i cubani, che con gli statunitensi o gli stranieri di qualsiasi luogo, nulla da nascondere molto da dire, ma non travisate le cose, no venite a “ballare a casa della trottola”

Concludo congratulandomi con Tania Bruguera e #YoTambiénExijo per la vittoria che ci hanno permesso (senza perdente non c’è un vincitore, o no?), ma li consiglio  di ritirare la loro tenda e spostare il loro circo perché #CubaYaesLibre e noi cubani è da tanto che diciamo quello che  vogliamo e abbiamo le redini del nostro destino politico nelle nostre proprie mani.

Così la vedo io.

Tania Bruguera, una victoria para Cuba.

Ramón Bernal Godoy

 Importantes medios de prensa y otros no tan importantes han dado cobertura –no al nivel que los “interesados” deseaban- sobre una artista cubana nombrada Tania Bruguera y un frustrado “performance artístico” a realizar justo en la Plaza de la Revolución, a unos pocos metros de edificaciones donde radican varios organismos de la administración central del estado cubano.

El denominado performance pretendía dar micrófono a cuanto cubano quisiera hablar desde él por espacio de un minuto –confieso ser un gran inculto porque esto de arte para mí no tiene nada- para así escuchar lo que los cubanos –los citados por ella- desearan exponer sobre la Cuba que desean. El “esperado” día llegó y solo estaban en ese simbólico lugar de la historia de Cuba los camarógrafos y sus equipos.

Pero como estamos viviendo un mundo de locos y Cuba es mirada por una óptica diferente a la que se mira al resto del mundo, los medios –en su mayoría cuyos corresponsales quedaron ese día bajo el sol- manifestaron “preocupación” y otros abiertamente comprometidos con el esquema subversivo contra Cuba diseminaron líneas de mensajes que hablaban de “gran victoria” de una “heroica” mujer que “puso al descubierto” los temores de la “Dictadura”, increíble!

Repasemos lo que sucedió y veremos por amplio margen quien es el verdadero ganador de este nuevo episodio:

Una artista de origen cubano, formada gratuitamente en nuestras escuelas de arte sale legalmente a finales de los 90 de una isla que supuestamente era –y todavía mal dicen que es- una “cárcel”, años después y luego de convertir una Bienal de La Habana en una provocación política de la ya conocida Yoani Sánchez, intenta escapar del anonimato que le ha impuesto la exigente vida newyorkina –lugar donde reside- y en un afán desesperado de protagonismo –de ella y una hermana llamada Deborah- anuncia desde el exterior que arribará a Cuba para materializar su “performance” el 30/12, dos días después de que nuevamente la “cárcel” le abriera sus puertas y le acogiera gentilmente.

Las autoridades culturales del “régimen” intercambian con ella y aunque no comparten su propuesta le proponen realizarla en otro sitio (Museo de Bellas Artes) con entrada libre de personal y prensa, donde solo se impediría la entrada de personas con vínculos con organizaciones o instituciones responsables de actos violentos contra Cuba o de acciones desestabilizadoras (Ejemplo FNCA, USAID, entre otros), cuestión esta que se ajustaba al supuesto carácter “espontáneo”, “neutral” y “apolítico” que tenía su propuesta.

Brugueras no aceptó, ya estaba en Cuba y no podía dar marcha atrás a un proyecto que ya había sido asumido como suyo por una contrarrevolución que justo en esos días atravesaba su peor desconsuelo: el anuncio de la normalización de las relaciones Cuba- EE.UU. Ya eran demasiados los intereses y las presiones.

Brugueras recurrió a sus “amigos”, a los que –sin decirlo públicamente- pretendía dar el micrófono en su sonada “obra de arte”, a esos que reciben un jugoso salario y otras prebendas por decir todos los días lo mismo en cualquier parque de Cuba o incluso en forums, reuniones privadas y actos en el extranjero, sin que el “aparato represor del régimen” los detenga a su regreso. (Tania contactó a Rodiles, futuro presidente de Cuba –según declaraciones suyas-, Yoani Sánchez, rival de Rodiles en el empeño futuro de este y Eliécer Ávila –un sin bandera-).

La “policía política” de la “Dictadura” no la detuvo a pesar de conocer que sus más “estrechos amigos” e incluso ella tenían un objetivo más allá de lo artístico, tampoco la neutralizó utilizando el amplio poder de convocatoria que posee para colocar en esa tribuna a centenares de jóvenes identificados con la Historia, la Revolución y el esfuerzo de todo un país por mejorar sus condiciones de vida sin renunciar al Socialismo, pudo haber convertido aquello en un circo a favor del propio Gobierno, pudo desproteger el posible acto y dejar que las propias masas espontáneamente respondieran cualquier provocación, pudo hacer de todo eso pero no lo hizo…

Tania Brugueras y su intento de provocación consciente y magnificado por terceros fue una rotunda victoria. Victoria de un Gobierno que demostró su madurez y apego a las leyes, que no se dejó provocar, que simplemente hizo funcionar los canales y niveles pertinentes, que se apegó a lo establecido en su ordenamiento jurídico como sucede a diario en este mundo, pues en ningún sitio una actividad, performance o como quiera llamarse es permitido sin el debido trámite y la debida autorización, hacer lo contrario es incurrir en una conducta delictiva ya sea en La Habana o en Washington, la única diferencia es que en La Habana no hay una policía enfrentando un movimiento de “indignados”, no hay policías artillados hasta los dientes golpeando desde sus caballos a los protestantes, no hay balas viajando de un bando a otro y mucho menos personas desaparecidas, no los hay, al menos en Cuba.

 Manipulación, infantilismo y estupidezEs inmaduro y manipulador creer que el Gobierno de La Habana pudiera temer a colocar un micrófono abierto, es sumamente infantil pensar de ese modo cuando estamos en pleno siglo XXI y cuando usted en la calles cubanas escucha comentarios y opiniones de todo tipo, cuando se trata de una sociedad abierta donde precisamente en este momento hay un resurgir del sentimiento patriótico con el regreso de cinco revolucionarios cubanos y cuando el pueblo en mayoría ha aplaudido el esfuerzo realizado por normalizar relaciones con el vecino del norte.

 Espacios para debatir sobran, en nuestras Universidades, centros de estudio, centros de trabajo, calles, parques donde se desee, estamos abiertos a eso, lo mismo entre cubanos que con estadounidenses o extranjeros de cualquier parte, nada que esconder mucho que decir, pero no nos disfracen las cosas, no vengan a “bailar a casa del trompo”

 Termino felicitando a Tania Brugueras y a #YoTambiénExijo por la victoria que nos han permitido (sin perdedor no hay ganador, o no?) pero les aconsejo que recojan su carpa y muden su circo porque #CubaYaesLibre y los cubanos desde hace mucho que decimos lo que deseamos y tenemos las riendas de nuestro destino político en nuestras propias manos.

 Así lo veo.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.