S’impedisce a Cuba di partecipare alla Serie dei Caraibi

La Federación Cubana di Baseball (FCB) ha emesso  un nuovo comunicato relazionato alla prossima  Serie dei Caraibi di San Juan, a Portorico.

Il testo ricorda che, come si conosce, che il 4 gennaio la Federazione  Cubana di Baseball (FCB) aveva fissato la su posizione in relazione alla prossima Serie dei Caraibi,   che si disputerà  dal  1  al 7  febbraio a San Juan, capitale di Puerto Rico.


Si era fatto conoscere che il 31 dicembre la  Confederazione del Baseball  Professionista dei Caraibi (CBPC) aveva informato che non poteva garantire la presenza della squadra campione  della 59ª Serie Nazionale, per presunte   difficoltà con il tempo disponibile per la consegna dei visti statunitensi necessari per viaggiare a Puerto Rico.

Oltre a esporre un gruppo di considerazioni, nel comunicato la FCB aveva reclamato al Commissario della CBPC, Juan Francisco Puello Herrera, la realizzazione di tutte le documentazioni necessarie per garantire la partecipazione della squadra cubana.

Ugualmente aveva ratificato la disposizione di competere, assicurando come nelle edizioni precedenti, la facilità per farlo.

I dati apportati dalla  FCB provano che Puello Herrera mente quando afferma categoricamente che l’assenza di Cuba nella prossima Serie dei Caraibi è responsabilità di un funzionario della FCB che aveva l’impegno di occuparsi della richiesta dei visti.

Lontani dall’offrire una risposta vincolata alle gestioni che domandiamo in nome dei nostri diritti, la sola risposta del Commissario è  stata definire Cuba come unica responsabile di un’esclusione sulla quale prima aveva esposto un criterio diametralmente differente.

Al proposito, la Federazione Cubana di Baseball considera opportuno puntualizzare  nella comunicazione inviata a Cuba, che il dirigente aveva detto in maniera testuale che: «Capiva che in nessuna forma  né  il popolo cubano, le sue autorità e i suoi atleti sono la ragione di questa decisione, dato che nel contesto questo è debitamente constatato e sfugge al loro controllo».

Questa sola ragione basta per considerare almeno incoerente che Puello Herrera abbia commentato di recente in un programma radiofonico, che «il consolato nordamericano  qui in Repubblica Dominicana  ha dato tutte le facilità per far sì che la squadra cubana e i giocatori venezuelani che non avevano i visti, venissero ad ottenerli in Repubblica Domenicana, senza specificare che non avevano accettato il tempo sollecitato da Cuba».

La nuova informazione offerta dalla FCB  dettaglia anche che in dichiarazioni precedenti riprodotte da diversi media, il Commissario della CBPC ha anche detto che: «Sono due mesi che ripetiamo alla federazione cubana che doveva risolvere questo problema e che ponevamo a sua disposizione tutto il personale della confederazione per assisterla, perchè venissero a Santo Domingo in gennaio a chiedere i visti».

In questo modo dava le spalle a un panorama che prima vedeva in modo differente, erigendosi  «salvatore», elogiando la risposata offerta dalla autorità  statunitensi e dando alla  FCB un’immagine di irresponsabilità  e indolenza  che non ci ha mai caratterizzato.

Puello Herrera ha anche dimenticato di spiegare che non ha accettato di parlare personalmente di questo a L’Avana o a Santo Domingo e  ha fatto pressione attorno a una posizione definitiva fissata da loro  il 30  dicembre, pur sapendo che il nostro campionato  non aveva ancora iniziato la sua seconda stagione.

Ha persino proposto che potevamo chiedere una selezione di stelle, cosa che toglierebbe l’essenza difesa in relazione alla preservazione del nucleo della squadra titolare nazionale.

Lui sa bene quanto è difficile per la FCB qualsiasi gestione di visto per viaggiare in  territorio statunitense, i termini che questo stabilisce e le spese che origina notevolmente superiori a quelle definitive previste, com’è successo nel settembre scorso,  anche se adesso insiste a presentarsi come chi aveva una soluzione che Cuba non ha accettato.

 Non è mai stato considerato illogico, anche se in nessun caso lo si può considerare normale,  che la partecipazione a un evento sportivo esiga un viaggio in terzi paesi per richiedere documenti che altri risolvono nei loro stessi territori, senza spese economiche addizionali marcate dall’incertezza sulle concessioni o meno di questi permessi.

La FCB a proposito della nuova posizione di Juan Francisco Puello Herrera, ha chiarito  bene che suo il nuovo atteggiamento si aggiusta all’ambiguità con cui ha maneggiato la non accettazione di Cuba come membro pieno della CBPC, fatto attorno al quale sono stati espressi argomenti incerti e illegittimi.

Il sito digitale www.diariolibre.com, ha pubblicato che – questo sì che è stato accettato – assegnare questo status a Cuba danneggerebbe i vincoli della sua entità con la MLB.

«Si facciamo entrare Cuba, questo significherebbe che l’accordo con  le Grandi Leghe correrebbe  il rischio di scadere. La Confederazione non può, se vuole mantenere la sua relazione con la MLB, far entrare Cuba adesso», ha dichiarato.

Nel suo testo, la FBC considera che questa è una chiara espressione del trattamento  discriminatorio, come l’esclusione della squadra cubana dalla   Serie dei Caraibi 2020.

Toccava alla CBPC difendere quello che assumiano come un diritto, portatori di uno spirito  di sana competizione, fraternità e identità regionale che apprezziamo nell’evento al quale ora s’impedisce a Cuba di partecipare, con un argomento inaccettabile, falso e pieno di calunnie.

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