Il Congresso USA delinea nuovi attacchi al Nicaragua

Beb Norton, The Gray Zone 24 settembre 2021

Il Congresso USA ha invitato gli strateghi neoconservatori del cambio di regime a discutere la prossima fase della guerra ibrida al governo sandinista del Nicaragua, che probabilmente comporterà la creazione di un blocco economico, il rifiuto di riconoscere la legittimità del Presidente Daniel Ortega e le tattiche utilizzate dall’amministrazione Trump nel suo tentativo di golpe in Venezuela.

La Commissione Esteri della Camera il 21 settembre sentiva i piani per la prossima fase della guerra ibrida degli USA al Nicaragua, per destabilizzare e rovesciare il governo sandinista della nazione centroamericana. L’evento vide la partecipazione di membri neoconservatori intransigenti del Congresso, un alto funzionario del dipartimento di Stato, un importante attivista nicaraguense per il cambio di regime e l’ex-presidente del Costarica.

Lo spettacolo accuratamente messo in scena chiariva che Washington espanderà la sua brutale guerra economica al Nicaragua con l’avvicinarsi delle elezioni generali del paese a novembre. Ciò assumerà la forma di sanzioni finanziarie aggressive, attraverso una legislazione chiamata RENACER Act. Tali sanzioni potrebbero espandersi in un blocco modellato sull’embargo USA al Venezuela.

Funzionari USA dichiaravano esplicitamente che Washington rifiuterà di riconoscere la legittimità delle elezioni di novembre. I relatori suggerivano che l’amministrazione di Joe Biden potrebbe persino rifiutarsi di riconoscere la legittimità del Presidente Daniel Ortega e del governo nicaraguense, e farà pressione anche su altri paesi dell’America Latina affinché interrompano i rapporti diplomatici. L’udienza indica che l’amministrazione Biden intende riproporre le stesse tattiche impiegate dall’amministrazione Donald Trump nel tentativo golpista contro il Venezuela del 2019, come rifiutare di riconoscere il governo costituzionale del Presidente Nicolás Maduro, nominando Juan Guaidó, asset non eletto degli USA, a presunto “presidente ad interim” e ampliando le sanzioni avviate dall’amministrazione Obama al blocco economico completo.

Mentre l’amministrazione Biden continua la posizione intransigente anti-Nicaragua assunta da Trump, i funzionari del dipartimento di Stato che elaborano tali politiche sanno ben poco del paese. Mentre vomitava una retorica incendiaria che demonizzava il governo sandinista come “autoritario”, la vicesegretario nordamericano Emily Mendrala si riferiva comicamente al Nicaragua come “isola”, portando un membro del Congresso a correggerla per aver apparentemente confuso la nazione centroamericana con Haiti. Altri partecipanti fecero commenti altrettanto assurdi, dimostrando ignoranza sull’America Latina. Il membro del Congresso Juan Vargas, ad esempio, insisteva scherzosamente sul fatto che Fidel Castro, morto nel 2016, fosse ancora vivo e al potere a Cuba, e “è lì da molto tempo”.

Mentre l’evento rappresentava la ridicola dimostrazione di arroganza coloniale, le conseguenze del programma di Washington potrebbero avere gravi conseguenze per il Nicaragua e il suoi popolo. In effetti, il dipartimento di Stato sottolineava che l’amministrazione Biden lavora a stretto contatto con Unione Europea, Canada, Costa Rica e Organizzazione degli Stati Americani (OSA) per destabilizzare il governo sandinista. Insieme, progettano di espellere il Nicaragua dall’OSA e isolarlo diplomaticamente. Sperano anche di tagliare il commercio del Paese cogli USA e di affamarlo economicamente. La retorica esagerata sputata dai relatori era integrata dalla paura dell’alleanza della Russia col Nicaragua, che hanno definito con la classica cornice coloniale “soglia degli USA”. L’audizione evidenziava una crescente e sempre più influente lobby di destra nicaraguense-americana e il suo diretto coordinamento cogli estremisti cubano-americani in Florida.

Il Congresso USA promette sanzioni aggressive contro il Nicaragua

 

Questo 2021, il governo del Nicaragua arrestava una serie di attivisti dell’opposizione di destra che orchestrarono il violento tentativo di colpo di Stato che devastò l’economia e la società del paese nel 2018. Durante il fallito golpe, gli estremisti condussero una campagna di terrore in Nicaragua, dando la caccia agli attivisti sandinisti, ferendo, torturando e uccidendo centinaia di persone. Per mesi, elementi criminali eressero decine di barricate note come tranques in varie parti del Paese, mentre conducevano una guerra civile a bassa intensità contro il governo sandinista. Il Presidente Daniel Ortega riconobbe che i golpisti sostenuti dagli USA istigavano le violenze e voleva invitare la repressione del governo che utilizzassero per giustificare l’intervento internazionale, una strategia che i separatisti di Hong Kong apertamente sostennero in un’operazione di destabilizzazione sostenuta dagli USA, pure fallita. Così Ortega ordinò alla polizia di non lasciare le stazioni, il che portò i golpisti finanziati dall’estero ad assediarle cercando di uccidere quante più forze di sicurezza possibile. Le potenti figure politiche ed economiche dietro tale sanguinoso tentativo golpista finalmente affrontavano le conseguenze legali nel 2021 e furono arrestate dal governo del Nicaragua. Eppure il governo degli USA ne era furioso, perché Washington aveva coltivato, addestrato e finanziato tali golpisti per anni e milioni di dollari. L’audizione della Commissione Affari Esteri della Camera del 21 settembre, intitolata “Una risposta internazionale alla distruzione della democrazia in Nicaragua da parte di Ortega”, fu l’occasione per il governo USA di annunciare i piani per punire il governo sandinista per l’arresto dei suoi agenti nicaraguensi.

L’incontro fu ospitato dal rappresentante Albio Sires, un democratico cubano-americano di destra unitosi all’ex-deputata neoconservatrice della Florida Ileana Ros-Lehtinen per scrivere il NICA Act, legislazione che richiedeva il blocco finanziario de facto del governo sandinista. La legge NICA fu approvata nel dicembre 2018, senza alcuna opposizione al Congresso. Il disegno di legge rappresentò il primo round delle schiaccianti sanzioni statunitensi sul Nicaragua. Sires e i suoi camerati neoconservatori al Congresso, tuttavia, non sono contenti della guerra economica che Washington già conduce contro il Nicaragua. Vogliono di più.

Nell’udienza del 21 settembre, chiese al governo USA e all’Unione europea di imporre sanzioni ancora più aggressive al Nicaragua e di “iniziare a preparare una serie di gravi conseguenze diplomatiche”, inclusa la sospensione del Paese dalla Carta democratica interamericana e dall’Organizzazione degli Stati american. Sires è il co-sponsor di un derivato del NICA Act, noto come RENACER Act, che amplierà le misure coercitive unilaterali mirate all’economia del Nicaragua, aumentando le operazioni di spionaggio statunitensi nel paese.

Al Senato, la legislazione era guidata da Bob Menendez, altro democratico cubano-americano di destra che ebbe un ruolo significativo nel colpo di stato sostenuto dagli USA in Bolivia nel 2019, nonché dal senatore Marco Rubio, rappresentante repubblicano dell’estrema destra Cubano-americana di Miami.

Menendez e Rubio fecero forti pressioni per espandere le sanzioni USA e aumentare le tattiche aggressive contro il Nicaragua, usando l’OSA per punire il paese. A giugno, la commissione per le relazioni estere del Senato approvò la legge RENACER, anche se va ancora votata. L’udienza del 21 settembre chiariva che, nonostante le proteste degli attivisti per la pace a Washington, il RENACER sarà presto votato al Congresso con poca opposizione, intensificando così la guerra economica degli Stati Uniti al Nicaragua. A Sires si univa anche Mark Green, membro del comitato, un repubblicano che rappresenta il Tennessee e che è co-sponsor del RENACER Act. Anche se Green non seppe pronunciare i nomi dei golpisti nicaraguensi sostenuti dagli USA, li descrisse come “prigionieri politici”, rivelando che i membri della commissione per gli affari esteri “si incontrano regolarmente” con figure dell’opposizione anti-sandinista di destra per coordinare le tattiche.

Anche la deputata repubblicana della Florida María Elvira Salazar, rappresentante cubano-americana delle forze di estrema destra più fanatiche di Miami, si espresse all’udienza. Salazar ha insistito sul fatto che Washington deve intervenire in modo molto più aggressivo in America Latina, affermando: “Gli USA non sono presenti in questo emisfero!” Salazar mostrava le foto di Felix Maradiaga, Arturo Cruz e Juan Sebastián Chamorro, attivisti nicaraguensi per il cambio di regime sostenuti dal governo USA che ebbero un ruolo cruciale nel guidare il violento tentativo golpista del 2018. Anche i rappresentanti Joaquin Castro, democratico del Texas, e Juan Vargas, democratico della California, si univano al coro di condanna. Vargas lamentava che le operazioni statunitensi di cambio di regime contro Cuba, Venezuela e Nicaragua sono ripetutamente falliti: “Facciamo un sacco di cose per cercare di sbarazzarcene, e non abbiamo successo… Abbiamo fatto un sacco di cose di cose dannate contro tutti questi e sembrano ancora sopravvivere”. In un commento che mostrava quanto poco sappia effettivamente dell’America Latina, Vargas poi suggeriva che Fidel Castro, morto cinque anni fa, sia ancora vivo e “è lì da molto tempo. Voglio dire, volevamo liberarci di lui da molto tempo. Abbiamo fatto molte cose per cercare di sbarazzarcene, ma non possiamo liberarci di lui”.

Il dipartimento di Stato USA promette l’escalation contro il Nicaragua

La vicesegretaria aggiunta dell’Ufficio per gli affari dell’emisfero occidentale del Dipartimento di Stato, Emily Mendrala, parlava con orgoglio all’udienza del 21 settembre degli attacchi politici di Washington al governo sandinista del Nicaragua. “Continuiamo a lavorare coi governi di tutta la regione, attraverso l’OSA e in altro modo, per continuare” a fare pressione sul Nicaragua, affermava.

“Stiamo anche lavorando a stretto contatto con UE, Canada e Regno Unito per coordinare ulteriori misure mirate”. Mendrala “accolse favorevolmente il bipartitismo” nella campagna contro il Nicaragua e si vantava che il governo degli Stati Uniti manteneva il sostegno agli attivisti dell’opposizione di destra e ai media, affermando: “Attraverso l’USAID, continuiamo a sostenere la società civile nicaraguense, i media indipendenti e i difensori dei diritti”. Ed anche rivelato che il dipartimento di Stato degli Stati Uniti “lanciò una campagna sui social media ad agosto” contro il governo sandinista. Mendrala continuava a prendersi il merito di una dichiarazione di giugno dell’OAS che condannava il Nicaragua. “Attraverso la leadership degli Stati Uniti, abbiamo garantito una coalizione molto importante di 26 Stati membri” per sostenere la risoluzione dell’OAS anti-Nicaragua, affermava. Citando il Segretario di Stato Antony Blinken, Mendrala affermava che “il processo elettorale del Nicaragua, compresi i suoi eventuali risultati, ha perso ogni credibilità”, chiarendo che Washington non li riconoscerà. Leggendo attentamente le dichiarazioni scritte che accusano il Nicaragua di usare “leggi di ispirazione russa per attuare la repressione”, i commenti di Mendrala riflettono il tenore neocon del dipartimento di Stato di Biden. Il rappresentante Mark Green intervenne per castigare Mendrala per la retorica insufficientemente zelante. “Vi incoraggerei a dire ‘il regime di Ortega’, perché non sono sicuro che sia veramente legittimo”, aveva detto il repubblicano. “In effetti, penso che non lo sia, sono convinto che non sia un governo legittimo”. A un certo punto, Mendrala si è persino riferita erroneamente al Nicaragua come ‘“isola”, sollevando interrogativi sulla conoscenza della geografia più elementare della regione. “Un minuto fa ha chiamato il Nicaragua isola”, corresse il rappresentante Andy Levin. “Penso che tu ti riferisca al Paese più povero nell’atmosfera, Haiti.”

L’ex-presidentessa del Costarica chiede un’escalation della guerra ibrida in Nicaragua

L’inclusione dell’ex-presidentessa neoliberista del Costa Rica Laura Chinchilla nell’audizione del Congresso riflette lo stretto coordinamento dell’amministrazione Biden col vicino del Nicaragua sostenuto dagli Stati Uniti per destabilizzare il governo sandinista. Chinchilla fece eco al commento estremista dei suoi omologhi statunitensi, citando “la strategia militare di Ortega di aumentare la cooperazione con la Russia” per soprannominare il Nicaragua “minaccia alla sicurezza regionale”. Il capo del Costa Rica affermò che il Nicaragua va espulso dall’OSA e chiese il blocco economico di fatto, “per fermare immediatamente la fornitura estera di ossigeno finanziario al regime di Ortega”. Chiese di prendere di mira i militari, osservando che “l’esercito nicaraguense [è] un attore chiave nella resistenza del regime”. Questo era il suggerimento non così sottile che Washington dovrebbe ingraziarsi i generali nicaraguensi per cercare di rovesciare il Presidente Ortega. Basandosi sulla strategia statunitense utilizzata contro il Venezuela, Chinchilla suggeriva che Washington dovrebbe accusare i massimi funzionari del governo nicaraguense di “riciclaggio di denaro e traffico di droga”, un’accusa palesemente assurda. Ed anche suggeriva a Washington di “negare la legittimità al governo” del Nicaragua, facendo nuovamente eco alla tattica statunitense di rifiutare di riconoscere la legittimità del governo costituzionale del Venezuela. Oggi, Chinchilla è co-presidente dell’influente lobby di Washington Inter-American Dialogue. A febbraio, partecipò a un gruppo di funzionari neoliberisti centroamericani presso il think tank sostenuto dalle multinazionali. Fu raggiunta dall’inviato speciale di Biden nella regione, Ricardo Zúñiga, e convocato per consolidare la politica dell’amministrazione in America centrale.

L’evento di febbraio aveva accennato alle tattiche che Washington e i suoi clienti regionali avrebbero usato per destabilizzare il Nicaragua, incluso il riconoscimento dell’oligarca miliardaria finanziata dal governo degli Stati Uniti Cristiana Chamorro a “presidente ad interim” in stile Juan Guaidó. (Il governo sandinista sventò tali piani arrestando Chamorro con l’accusa di riciclaggio di denaro sporco).

Lobby del cambio di regime nicaraguense di destra d’élite per azioni più aggressive

Tra i protagonisti dell’udienza del Congresso c’era anche l’attivista di destra nicaraguense Berta Valle, moglie del capo golpista Felix Maradiaga, agente politico addestrato negli Stati Uniti che ebbe un ruolo importante nel fallito tentato colpo di Stato del 2018. Maradiaga, cresciuto ed educato negli Stati Uniti, fu a lungo coltivato dal governo degli Stati Uniti coll’obiettivo di destabilizzare il governo sandinista. Sebbene la sua base in patria sia minuscola e sia disprezzato dai sandinisti che lo ritengono responsabile della destabilizzazione del Paese, Maradiaga è una delle principali risorse del governo degli Stati Uniti. Incubato nelle viscere delle istituzioni neoliberali d’élite finanziate dalle aziende come il World Economic Forum, Maradiaga guidò una serie di ONG e gruppi di riflessione, come l’Institute for Strategic Studies and Public Policy (IEEPP), che utilizzano abbondanti finanziamenti dalla CIA per condurre la guerra ibrida contro il governo del Nicaragua. Come suo marito, Valle è stata addestrata dal World Economic Forum, noto simbolo dell’oligarchia finanziaria globale. Valle è parte orgogliosa della Global Shapers Community del WEF, iniziativa internazionale per creare capi neoliberisti che poi istigano politiche di destra nel mondo a beneficio delle grandi società e dei miliardari che finanziano il WEF. Membro privilegiato della minuscola élite benestante del Nicaragua, Valle si fece un nome come personalità dei media nelle principali testate di destra del Paese, come Vos TV. Nella sua testimonianza all’udienza del Congresso, Valle riconobbe che il “governo nicaraguense sostiene che Felix [Maradiaga] e altri facevano parte di una cospirazione globale per utilizzare risorse straniere, tra cui l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, l’Istituto repubblicano internazionale e il National Endowment for Democracy, per danneggiare gli interessi della nazione”. Che lo abbiano fatto è innegabile; è un fatto. I registri pubblici mostrano che le organizzazioni guidate da Maradiaga, come IEEPP, ricevettero enormi somme di denaro da queste emanazioni della CIA.

È ironico che Valle abbia menzionato queste accuse come ridicole, perché le accuse del sistema giudiziario nicaraguense contro Maradiaga e altri golpisti sostenuti dagli Stati Uniti furono confermate da ciò che la funzionaria del dipartimento di Stato, Mendrala, disse nella stessa udienza. Inoltre, lo stesso dipartimento di Stato si vantò pubblicamente il 14 settembre che “il governo degli Stati Uniti continua a sostenere le organizzazioni della società civile, i difensori dei diritti umani e i media indipendenti” in Nicaragua. Il marito di Valle, Maradiaga, fu uno dei principali destinatari di tale sostegno materiale straniero. Nelle sue osservazioni, Valle rivelò che si coordina coi capi del governo degli Stati Uniti e insisteva per una maggiore ingerenza degli Stati Uniti in Nicaragua. A luglio, Valle e altri nicaraguensi di destra si recarono a Washington per incontrare i membri del Congresso, tra cui Marco Rubio. Oggi Valle vive negli Stati Uniti e, col sostegno attivo del governo degli Stati Uniti, lavora per costruire una lobby anti-sandinista nicaraguense-americana per completare il potere della macchina politica anti-rivoluzionaria di Miami. I suoi sforzi e quelli dei suoi sostenitori a Washington danno i loro frutti, coll’escalation della guerra economica nel suo Paese di nascita.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.