America Latina: novembre, mese di elezioni

Fernando Bossi Rojas – Giornalista argentino www.itanica.org

A novembre nella nostra regione latinoamericana avranno luogo cinque processi elettorali. Due in Centroamerica e tre in Sudamerica. Ognuno di essi riveste somma importanza non soltanto per le forze popolari e progressiste dei paesi coinvolti, ma anche per quelle di tutta la nostra America.

La prima sarà il 7 novembre in Nicaragua; verranno designati il presidente e i deputati all’Assemblea Nazionale e al Parlamento Centroamericano. Il candidato della Rivoluzione, il Comandante Daniel Ortega, si presenta in formula congiunta con la sua compagna Rosario Murillo, come nelle scorse elezioni, e si prevede che vinceranno agevolmente.

Una settimana dopo, il 14 novembre, l’appuntamento sarà in Argentina, dove si rinnoveranno 127 dei 257 seggi della Camera dei Deputati, e 24 dei 72 del Senato della Nazione. La disputa sarà tra “Frente de Todos” attualmente al governo, e “Juntos por el Cambio”, coalizione che agglutina le forze neoliberali dell’ex presidente Mauricio Macri.  Questa votazione sta creando molte aspettative, giacché il 12 settembre scorso nelle elezioni primarie, aperte, simultanee ed obbligatorie (PASO), la coalizione di destra ha ottenuto più voti di quella governativa, destando allarmi nelle forze guidate dal presidente Alberto Fernández e dalla vicepresidente Cristina Kirchner. Senza dubbio sarebbe fondamentale che il fronte delle forze progressiste ottenesse la vittoria, sbarrando il passo alla nuova offensiva reazionaria. Potrà “Frente de Todos” ribaltare i miseri risultati delle primarie del 12 settembre? Più si avvicina la data delle elezioni, più le ansie ed aspettative crescono.

Il 21 novembre tocca al Cile. Lì si elegge il presidente per il periodo 2022-2026. Si designeranno anche deputati, senatori e consiglieri regionali. L’eventuale ballottaggio è fissato per il 19 dicembre 2021.  Secondo vari sondaggi, il candidato delle forze progressiste, Gabriel Boric, avrebbe concrete possibilità di superare i candidati di destra e centro-destra. Il 21 si verificherà se le proteste portate avanti negli ultimi tempi in Cile si tradurranno in voti anti-neoliberali capitalizzabili dalla coalizione “Apruebo Dignidad” guidata dal giovane Boric.

Sempre il 21 si voterà in Venezuela. In questo caso si rinnoveranno tutte le cariche esecutive e legislative delle 23 entità federali (governatori) e dei 335 municipi del paese (sindaci). Tenendo conto del blocco e delle sanzioni cui è sottoposto il popolo venezuelano da parte dell’imperialismo yankee e dei suoi alleati, con le conseguenze che tutto ciò comporta, è probabile che il partito al governo perda alcuni spazi regionali. Ciò nonostante, come bilancio generale ci si aspetta che le forze rivoluzionarie s’impongano ancora, rispetto ad un’opposizione che nuovamente si presenta divisa e screditata dinnanzi all’opinione pubblica.

Il 28 novembre torniamo in Centroamerica, con le elezioni in Honduras. Si voterà per il Presidente e per 128 deputati al Congresso, 20 deputati al Parlamento Centroamericano, 298 sindaci e 2092 consiglieri comunali. La candidata Xiomara Castro (moglie dell’ex presidente Manuel Zelaya) con Libre (Libertad y Refundación), affronterà il candidato neoliberale del Partito Nazionale, Nasry Asfura. I sondaggi indicano che Xiomara, accompagnata nella formula presidenziale da Salvador Nasralla, sarebbe in testa. In tal modo le forze progressiste e di sinistra honduregne potrebbero tornare al potere dopo 12 anni, quando la destra, appoggiata dagli Stati Uniti, rovesciò il presidente costituzionale Manuel Zelaya.

In sintesi: cinque elezioni in cui, da questa piattaforma, appoggiamo apertamente i candidati alla presidenza nazionale Daniel Ortega, Gabriel Boric e Xiomara Castro, con le forze “Alianza Unida Nicaragua Triunfa”, guidata dal Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), “Apruebo Dignidad” in Cile e “Libre” in Honduras. Analogamente nelle regionali del Venezuela il nostro appoggio incondizionato va al “Partido Socialista Unido de Venezuela” (PSUV) e al “Polo Patriótico”, ed in Argentina ai candidati del “Frente de Todos”.

La nostra posizione è chiara e non procediamo con titubanze né ambiguità. Non si tratta di schieramenti acritici, ma nel momento in cui si dà un voto bisogna stare risolutamente a favore delle forze che assumono posizioni antimperialiste, progressiste e patriottiche.

Fonte: Portal Alba
https://portalalba.org/editorial/noviembre-mes-de-elecciones/

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