Cuba registra un tasso di mortalità infantile del 7,6 per mille nati vivi

in un anno complesso a causa della pandemia di COVID-19

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Il contagioso virus, ha imposto, nell’anno che si è concluso, un complesso scenario epidemiologico, con un incremento accelerato nel numero di malati, che hanno anche impattato su questi gruppi di popolazioni considerati ad alto rischio.

Preservare il benessere di tutte le gestanti, puerpere e neonati del paese è stata una priorità mantenuta, per decadi, dallo Stato cubano e dal suo Sistema Nazionale di Salute, attraverso il Programma di Assistenza Materno Infantile, un programma a cui si sono consacrati, nel 2021, i nostri professionisti con l’obiettivo di strappare ogni vita al SARS-CoV-2, causante della pandemia di COVID-19.

Il contagioso virus ha imposto, nell’anno che si è concluso, un complesso scenario epidemiologico, con un incremento accelerato nel numero di malati, che hanno anche impattato su questi gruppi di popolazioni considerati ad alto rischio.

Nel 2020, quando l’agente patogeno era ancora sconosciuto, sono state curate 103 gestanti, 17 puerpere e non sono stati riportati decessi materni; mentre nel 2021, 6947 donne in gravidanza e puerpere sono state diagnosticate con la malattia e 93 di loro sono morte per complicazioni associate, il che rappresenta un tasso di sopravvivenza del 98,7%.

I cambi nel modello di contagio di queste donne sono stati dovuti all’ingresso nel territorio nazionale di varianti di SARS-CoV-2 con una maggiore carica virale. A partire da febbraio e marzo dello scorso anno, con la circolazione nel territorio della variante Beta (segnalata per la prima volta in Sudafrica), hanno cominciato a cambiare le caratteristiche della malattia.

Oltre il 70% delle gestanti hanno iniziato a manifestare sintomi -prima erano per lo più asintomatiche- inoltre presentavano una grave polmonite e insufficienza respiratoria, ha segnalato il dottore in Scienze Danilo Napoles Méndez, Capo del Gruppo Nazionale di Ginecologia e Ostetricia del Ministero della Sanità Pubblica.

Per effetto della variante Delta (isolata in India), l’evoluzione è diventata ancora più sfavorevole, con un notevole aumento delle gestanti positive che passavano allo stato critico, per cui è stato necessario ventilarle e interrompere la gravidanza e, in alcuni casi, nonostante gli sforzi, non è stato possibile salvare le loro vite.

Luglio, agosto e settembre hanno registrato i picchi più elevati di contagi nelle gestanti e, anche, di decessi: 22 a luglio, 39 ad agosto, 18 a settembre e 8 a ottobre, quando la mortalità si è arrestata, in gran parte per l’incidenza della vaccinazione.

Per quanto riguarda la popolazione in età pediatrica, si è registrato un aumento dei bambini che si sono ammalati, passando da 1308 pazienti positivi, nel 2020, a 176708, nel 2021, di cui 11692 con meno di un anno e sono avvenuti 18 decessi come conseguenza del COVID-19, associato ad altre malattie che ne hanno aggravato la prognosi, ciò che rappresenta una sopravvivenza del 99,9% in questo gruppo di popolazioni.

Perché le gestanti sono così vulnerabili al COVID-19?

 

Sebbene la gravidanza non predisponga a una maggiore frequenza di acquisire la malattia, durante la gravidanza le donne sperimentano cambi nella loro anatomia e fisiologia, che causano una diminuzione della risposta immunitaria e della capacità del sistema respiratorio a causa dell’altezza uterina, ha spiegato il Tenente Colonnello Sara Urgellés Carreras, Responsabile del Centro Materno Infantile dell’Ospedale Militare Centrale “Dottor Luis Díaz Soto”.

Più grande è la dimensione del ventre, più condiziona l’insufficienza respiratoria e in molti casi rende necessaria l’interruzione della gravidanza per poterle ventilare efficacemente, ha aggiunto la anche dottoressa in Scienze Mediche e professoressa Titolare.

A sua volta, ha spiegato che queste donne sono più proprnse alle malattie e ai processi infettivi che, in loro, sono più gravi. Ci sono anche altri fattori che le rendono più vulnerabili come il diabete scompensato, sovrappeso, obesità e disturbi metabolici, questi ultimi vengono spesso diagnosticati da test complementari quando le pazienti arrivano in terapia intensiva.

La vasculite, ha precisato, che si origina da queste condizioni può causare micro-trombi, principale complicanza a partire dall’infiammazione delle vene e delle arterie ed i polmoni si riempiono di questi coaguli che possono portare alla morte.

Il medico ha sottolineato che tra le 26 e le 32 settimane è dove sono state più rilevate queste complicanze, che sono relazionate ai cambi metabolici che si producono in gravidanza.

Infanzia e COVID-19: come si è comportata la malattia?

 

Che una gestante si ammali di SARS-CoV-2 non significa che il bambino nascerà con la malattia, poiché non si è dimostrata la trasmissione verticale del virus, ma questo sì influisce sull’evoluzione del feto e sul successivo sviluppo del neonato.

A questo proposito, la dott.ssa Elizabeth López González, funzionaria del Dipartimento Nazionale Materno Infantile e Specialista di Primo Grado in Neonatologia, ha spiegato che l’infezione da COVID-19 può causare la nascita prematura del bambino, sia perché la gestante inizia il travaglio in anticipo o perché interrompere la gravidanza sia una necessità a favore del beneficio materno.

La prematurità, indipendentemente dagli effetti della pandemia, ha un alto carico di morbilità, dovuto all’immaturità del neonato che non ha avuto il tempo di completare il suo sviluppo morfologico e funzionale. Questa condizione colpisce il suo sistema nervoso centrale, può causare emorragie, disturbi uditivi, oculari e del comportamento, nonché danni renali.

Ha aggiunto che il processo infettivo può anche causare la morte del feto e le alterazioni nella madre incidono sulla crescita del bambino (ritardata crescita intrauterina), poiché il virus riduce l’apporto nutritivo e di ossigeno alla placenta, ciò che provoca disturbi in diversi organi e che patologie tipiche dell’età adulta compaiano in tenera età.

Dalla Pediatria, la dott.ssa Lissette del Rosario López González, Responsabile del Gruppo Nazionale della specialità del MINSAP, riferisce che la pandemia ha rappresentato una sfida per il Sistema Sanitario Nazionale e per i pediatri è stata una sfida enorme.

Quando nel mondo si registravano casi e si diceva che i minori non si sarebbero ammalati né avrebbero contratto malattie gravi, il Ministero ha mantenuto la preparazione di specialisti per tutelare l’infanzia e l’adolescenza, «perché non c’è niente di più importante della vita di un bambino”, ha insistito.

Nel paese sono state segnalate tre ondate di pazienti pediatrici positivi. I primi due erano con casi lievi e in misura maggiore questa popolazione era asintomatica ma, da novembre 2020, c’è stato un aumento graduale, con i picchi di infezione più alti segnalati a luglio, agosto e settembre.

La specialista ha sottolineato che, durante questa terza ondata, aggravata dalla presenza della variante Delta, si sono ammalati bambini con patologie importanti: oncologiche, renali, trapiantati, cardiopatie e obesi, che hanno costituito una sfida per pediatri e gli specialisti in Medicina Intensiva Pediatrica.

In questo periodo la criticità era alta, sono aumentati i ricoveri in terapie intensive, soprattutto degli infanti più piccoli. Più di 100 minori erano in stato critico e più di un centinaio, gravi e a rischio.

Nonostante l’aumento esponenziale dei casi, arrivando anche a situazioni estreme con seimila pazienti attivi, la sopravvivenza mostrata, a livello nazionale, è stata molto alta, del 99,9%.

Il lavoro è stato immenso, ha commentato López González, perché ci siamo impegnati a fondo per anticipare i tempi, e dall’Assistenza Sanitaria Primaria sono stati rilevati minori positivi, molte vite sono state salvate nell’Assistenza Secondaria e poi si è ritornato all’Assistenza Primaria per identificare le sequele causate dal virus, molti delle quali presenti in pazienti asintomatici.

Vaccinazione anti-COVID-19: strategia efficace per proteggere questi gruppi di popolazioni

 

La vaccinazione contro il COVID-19 è diventata una delle azioni fondamentali per proteggere questi gruppi a rischio. Il 29 luglio è iniziato il processo di immunizzazione con Abdala nelle gestanti e puerpere, che ha incluso anche Soberana 02 e Plus, mostrando una significativa riduzione delle pazienti gravi e critiche.

Attualmente, circa 96812 gestanti e puerpere sono state immunizzate e, da ottobre, non sono stati segnalati decessi per questa causa. La vaccinazione, oltre a proteggere la madre, giova anche al bambino, poiché ella gli trasferisce gli anticorpi attraverso la barriera placentare e l’allattamento al seno.

Per quanto riguarda la vaccinazione, Cuba è stato il primo paese a sviluppare una campagna di immunizzazione in età pediatrica, tra i 2 e i 18 anni, e 1820237 bimbi/e e adolescenti, compresi i convalescenti, hanno ricevuto il programma completo di Abdala, Soberana 02 e Soberana Plus, ciò che rappresenta il 95,1% di quella popolazione.

Dato l’aumento del numero di contagi e per tutelare il programma materno-infantile, sono state intraprese una serie di azioni, sono stati aggiornati i protocolli, ampliate le capacità di ospedalizzazione e condotte oltre 30 indagini sul COVID-19 in età pediatrica e 20 relative alla malattia e alla gravidanza.

Tuttavia, a fine 2021, gli indicatori di mortalità infantile e materna che da anni hanno contraddistinto l’opera del PAMI, con dati confrontabili solo con i paesi sviluppati, non sono quelli attesi. Sebbene “includano lo sforzo di medici, infermieri e il resto degli operatori sanitari in uno scenario epidemiologico estremamente complesso che ha costretto a riorganizzare i servizi e ottimizzare le risorse”, ha affermato nei giorni scorsi José Angel Portal Miranda, Ministro della Sanità pubblica.

“Abbiamo mantenuto un tasso di mortalità infantile inferiore al cinque per mille nati vivi negli ultimi anni, ed era lo scopo proposto per questi ultimi due anni. Non rispettarlo ci fa male a causa della sensibilità che implicano i nostri bimbi”, ha detto.

A fine 2021, la Direzione Registri Medici e Statistiche del MINSAP riferisce, come dato preliminare, che nell’isola sono nati 99093 nati vivi, 5945 in meno rispetto all’anno precedente e la nazione ha registrato un tasso di mortalità infantile del 7,6 per mille nati vivi.

La provincia di Artemisa ha rispettato l’indicatore con un tasso di 3,9, mentre il resto dei territori registra risultati più alti: Ciego de Ávila con 13,6; Pinar del Río con 9.6; Santiago di Cuba con 9.3; Las Tunas con 8.7; L’Avana con 8.0; Mayabeque con 7,7; Villa Clara con 7.4; Gramna con 7.4; Guantanamo con 7.4; Matanzas con 7.1; Holguin con 6.3; Camaguey con 6.1; Cienfuegos con 6.0; Sancti Spíritus con 4.5 e il municipio speciale Isla de la Juventud con 7.6.

Non sono stati segnalati decessi al di sotto dell’anno di età in 23 comuni del paese e per province si è avuto il seguente comportamento:

Pinar del Río: Guane

Artemisa: Bahía Honda y Guanajay

Matanzas: Martí, Ciénaga de Zapata, Calimete, Los Arabos

Villa Clara: Quemado de Güines, Cifuentes

Cienfuegos: Aguada de Pasajeros

Sancti Spíritus: Taguasco, Fomento

Camagüey: Nuevitas, Vertientes, Jimaguayú, Najasa

Las Tunas: Jesús Menéndez

Holguín: Calixto García, Cueto, Sagua de Tánamo

Granma: Media Luna, Buey Arriba

Guantánamo: Niceto Pérez

Il tasso di mortalità infantile per difetti congeniti è stato di 0,9, osservando che la percentuale di decessi per questa causa, rispetto al totale dei decessi al di sotto di un anno, è in diminuzione negli ultimi quattro anni: 12,5% nel 2021, 14% nel 2020, 16% nel 2019, 18,2% nel 2018 e 20,3% nel 2017.

Allo stesso modo, la copertura in termini di assistenza del Programma Nazionale di Diagnosi, Gestione e Prevenzione delle Malattie Genetiche e Difetti Congeniti mostra indicatori superiori al 90% nella maggior parte dei sottoprogrammi:

1. Lo screening dell’alfa-fetoproteina nel siero materno raggiunge una copertura del 98,6%,

2. L’ecografia del primo trimestre di tutte le gestanti mantiene, ad oggi, una copertura del 93,8%

3. Le ecografie del secondo e del terzo trimestre, a tutte le gestanti del paese, raggiungono entrambe un indicatore del 99,2%.

4. L’indagine neonatale su tre Malattie del Metabolismo raggiunge una copertura del 99,7%, analoga a quella raggiunta nello stesso periodo del 2020, che si chiudeva con il 99,9%,

5. Il programma di diagnosi di gestanti portatrici di Sicklemia raggiunge una copertura dei mariti studiati del 94,7% e la non ripetizione dello studio sull’Elettroforesi dell’Emoglobina in gestanti con genotipo noto ha raggiunto il 35,5%, superiore allo stesso periodo del 2020 (28,7%), 2019 (26,4%), 2018 (23,3%), 2017 (24,6%) e 2016 (22,6%) significando un notevole risparmio per il paese grazie all’acquisto di un maggior numero di test diagnostici.

Le principali cause di morte nei bambini di età inferiore a un anno sono state principalmente associate a parto prematuro, basso peso alla nascita e ritardo nella crescita uterina.

Per quanto riguarda la mortalità materna, sono stati segnalati 175 decessi, per un tasso complessivo di 176,6 per 100000 nati vivi.

Non sono stati segnalati decessi materni in 81 comuni del paese e per province si è avuto il seguente comportamento:

Municipio Especial Isla de la Juventud

Pinar del Río: Guane, Sandino, San Luis, Minas de Matahambre, Viñales y Los Palacios

Artemisa: Candelaria y Guanajay

La Habana: Guanabacoa

Matanzas: Colón, Pedro Betancourt, Unión de Reyes, Ciénaga de Zapata y Calimete

Mayabeque: Bejucal, Melena del Sur, Madruga, Nueva Paz, Santa Cruz del Norte y Jaruco

Villa Clara: Corralillo, Placetas, Santo Domingo, Manicaragua, Ranchuelo, Caibarién, Remedios y Cifuentes

Cienfuegos: Aguada de Pasajeros, Cruces, Lajas y Rodas

Sancti Spíritus: Yaguajay, Fomento, Trinidad, Sancti Spíritus y La Sierpe

Ciego de Ávila: Morón, Majagua, Florencia y Venezuela

Camagüey: Carlos Manuel de Céspedes, Sierra de Cubitas, Sibanicú, Najasa, Minas y Santa Cruz del Sur

Las Tunas: Jesús Menéndez, Majibacoa, Puerto Padre, Jobabo, Colombia y Amancio Rodríguez

Holguín: Banes, Gibara, Antilla, Sagua de Tánamo, Mayarí, Cueto, Urbano Noris, Báguanos, Calixto García, Frank País y Cacocúm

Santiago de Cuba: Mella, Palma Soriano, Guamá y Tercer Frente

Granma: Cauto Cristo, Guisa, Jiguaní, Buey Arriba, Bartolomé Masó, Manzanillo, Niquero y Pilón

Guantánamo: Baracoa, Imías, Niceto Pérez y Yateras

Tra le principali cause vi sono state polmoniti associate a COVID-19, fenomeni embolici, emorragie ostetriche e malattie cerebrovascolari emorragiche dovute a ipertensione arteriale.

In questi 12 mesi non si è fermato il programma di immunizzazione, somministrando 4 milioni e 800 mila dosi di 11 vaccini per la prevenzione di 13 malattie, che rappresenta una copertura vaccinale del 95%

Allo stesso modo, è stata mantenuta l’attenzione al programma per i bambini malati di cancro e agli interventi chirurgici non rinviabili nel tempo, eseguendo nel paese 15717 interventi chirurgici in età pediatrica.

Nei Centri Specializzati in Chirurgia Neonatale sono stati operati 183 bambini con malformazioni congenite, con una sopravvivenza del 92,3%, la più significativa nella regione orientale con il 97,7%, seguita da quella occidentale con il 94,7% e al centro con l’88%. Inoltre, sono stati eseguiti 512 interventi chirurgici cardiovascolari, raggiungendo un tasso di sopravvivenza di oltre il 90%.

Nel 2021, le 143 Maternità hanno continuato a funzionare senza che si avesse eventi di trasmissione del COVID-19; nelle consultazioni di pianificazione familiare sono stati impiantati 37665 dispositivi intrauterini e sono state eseguite 27367 regolazioni mestruali.

Nell’Assistenza Sanitaria Primaria sono state effettuate 978438 visite pre-concezionali sul rischio riproduttivo, 12232095 di pediatria e 2425361 di puericultura. Le visite per malattie diarroiche acute si riducono a 9848.

Il 98,8% di tutte le gestanti ha ricevuto cure durante la prima visita stomatologica e una copertura completa è stata fornita al 93,3% delle gestanti.

Nella rete di assistenza alle Coppie Infertili è proseguita la copertura dell’assistenza globale e scaglionata alle coppie infertili. Nelle 168 consulte comunali, 15 servizi provinciali e quattro centri territoriali di riproduzione assistita ad alta tecnologia, è stato assistito per la prima volta il 99,1% delle coppie infertili e sono state ottenute 6000 gravidanze nell’anno.

La Dott.ssa Noemí Causa Palma, Responsabile Nazionale del Programma, ha evidenziato che tra le priorità del lavoro per migliorare gli indicatori, nel 2022, particolare attenzione sarà data a tutto ciò che riguarda il controllo del Rischio Riproduttivo Pre-concezionale, promuovendo che la gravidanza avvenga nel momento più idoneo per la coppia. In questo senso sarà rafforzata l’opera di promozione ed educazione alla salute, rivolta in modo particolare agli adolescenti, tenendo conto che la gravidanza a queste età è un rischio non solo per la madre, ma anche per il bambino.

Allo stesso modo, si continuerà a prestare particolare monitoraggio alla qualità dell’assistenza prenatale, dai Consultori Medici Familiari, Gruppi di Lavoro di Base, Policlinici, Ospedali e altre istituzioni della rete assistenziale; ciò consente prendersi cura in modo diverso delle gestanti con malattie associate alla gravidanza e controllare in modo tempestivo i rischi.

Le Case Maternità giocano un ruolo fondamentale nell’assistenza delle gestanti a rischio, per questo programmiamo un uso ottimale dei loro posti letto, perché lì non solo ricevono cure mediche e sorveglianza continua, ma anche la necessaria educazione su temi come l’allattamento al seno, la cura e alimentazione del loro futuro figlio.

Costituisce una priorità ridurre il numero di bambini che nascono con basso peso e fornire un controllo personalizzato a quelli in questa condizione, nelle consulte di puericultura a livello di Assistenza Sanitaria Primaria, ha spiegato.

La Responsabile Nazionale del PAMI ha affermato che daranno massima priorità alle azioni volte al controllo delle gestanti con malattie croniche prima della gravidanza, così come a quelle che compaiono durante la gravidanza, il parto o il puerperio.

(Tratto dal sito del Ministero della Salute Pubblica)


Cuba registra una tasa de mortalidad infantil de 7,6 por mil nacidos vivos, en un año complejo debido a la pandemia de la COVID-19

 

El contagioso virus, impuso en el año que concluyó un complejo escenario epidemiológico, con un incremento acelerado en la cifra de enfermos, los que también impactaron en estos grupos poblacionales considerados como de alto riesgo.

Preservar el bienestar de todas las embarazadas, puérperas e infantes del país ha sido una prioridad mantenida durante décadas por el Estado Cubano y su Sistema Nacional de Salud, mediante el Programa de Atención Materno Infantil, un programa al que se consagraron en el año 2021, nuestros profesionales con tal de arrebatarle cada vida al SARS-CoV-2, causante de la pandemia de la COVID-19.

El contagioso virus, impuso en el año que concluyó un complejo escenario epidemiológico, con un incremento acelerado en la cifra de enfermos, los que también impactaron en estos grupos poblacionales considerados como de alto riesgo.

En 2020, cuando aún el patógeno era desconocido, se atendieron 103 gestantes, 17 puérperas y no se reportaron muertes maternas; mientras que en 2021 seis mil 947 embarazadas y puérperas fueron diagnosticadas con la enfermedad y 93 de ellas murieron a causa de complicaciones asociadas, lo que representa un 98.7 % de supervivencia.

Los cambios en el patrón de contagio de estas mujeres se debieron a la entrada en el territorio nacional de variantes del SARS-CoV-2 con mayor carga viral. A partir de los meses de febrero y marzo del pasado año, con la circulación en el territorio de la variante Beta (notificada por primera vez en Sudáfrica), empezaron a cambiar las características de la enfermedad.

Más del 70 % de las gestantes pasaron a manifestar síntomas –antes eran asintomáticas en su mayoría–, además presentaban neumonía severa e insuficiencia respiratoria, señaló el Doctor en Ciencias Danilo Nápoles Méndez, Jefe del Grupo Nacional de Ginecología y Obstetricia del Ministerio de Salud Pública.

A raíz de la variante Delta (aislada en India) la evolución se tornó aún más desfavorable, con un incremento notable de embarazadas positivas que transitaban al estado crítico, por lo que fue necesario ventilarlas e interrumpirles el embarazo y en algunos casos, a pesar de los esfuerzos, no fue posible salvarles la vida.

Los meses de julio, agosto y septiembre mostraron los mayores picos de infecciones en gestantes y también de fallecimientos: 22 en julio, 39 en agosto, 18 en septiembre y ocho en octubre, cuando se detuvo la mortalidad, debido, en gran medida, a la incidencia de la vacunación.

En cuanto a la población en edad pediátrica, hubo un incremento de niños que enfermaron, pasando de mil 308 pacientes positivos en 2020 a 176 mil 708 en 2021, de ellos 11 mil 692 fueron menores de un año y ocurrieron 18 fallecidos como consecuencia de la COVID-19, asociadas a otras enfermedades que agravaron su pronóstico, lo que representa una supervivencia del 99.9 % en este grupo poblacional.

¿Por qué las embarazadas son tan vulnerables a la COVID-19?

Aunque el embarazo no predisponen a una mayor frecuencia de adquirir la enfermedad, durante la gestación las mujeres experimentan cambios en su anatomía y fisiología, los cuales provocan disminución de la respuesta inmune y de la capacidad del sistema respiratorio por la altura uterina, explicó la Teniente Coronel Sara Urgellés Carreras, Jefa del Centro Materno Infantil del Hospital Militar Central “Doctor Luis Díaz Soto”.

Mientras mayor sea el tamaño del vientre más condiciona la insuficiencia respiratoria y en muchos casos hace necesaria la interrupción del embarazo para poderlas ventilar de manera eficiente, agregó la también doctora en Ciencias Médicas y profesora Titular.

A su vez, detalló que estas mujeres son más propensas a las enfermedades y los procesos infecciosos, que en ellas son más graves. También existen otros factores que las hacen más vulnerables como la diabetes descompensada, el sobrepeso, la obesidad y los trastornos metabólicos, estos últimos muchas veces se diagnostican a partir de las pruebas complementarias cuando las pacientes llegan a la terapia intensiva.

La vasculitis, precisó, que se origina con esos padecimientos puede provocar microtrombos, principal complicación a partir de la inflamación de las venas y arterias y los pulmones se llenan de esos coágulos que pueden conducir a la muerte.

Apuntó la doctora que entre las 26 y 32 semanas es donde más han detectado estas complicaciones, lo que se relaciona con los cambios metabólicos que se producen en el embarazo.

Infancia y COVID-19: ¿cómo se comportó la enfermedad?

Que una gestante enferme con el SARS-CoV-2 no quiere decir que el bebé va a nacer con la enfermedad, pues no se ha comprobado la transmisión vertical del virus, pero este sí influye en la evolución del feto y en el posterior desarrollo del infante.

Al respecto, la doctora Elizabeth López González, funcionaria del Departamento Nacional Materno Infantil y Especialista de Primer Grado en Neonatología, explicó que la infección por la COVID-19 puede provocar que el niño nazca pretérmino, ya sea porque la gestante comienza con trabajo de parto antes de tiempo o porque interrumpir el embarazo sea una necesidad en favor del beneficio materno.

La prematuridad, independientemente de los efectos de la pandemia tiene una carga de morbilidad elevada, debido a la inmadurez del infante que no tuvo tiempo de completar su desarrollo morfológico y de funcionamiento. Esta condición afecta su sistema nervioso central, puede provocar hemorragias, trastornos auditivos, oculares y de conducta, así como afecciones renales.

Agregó que el proceso infeccioso también puede provocar la muerte del feto y las alteraciones en la madre inciden en el crecimiento del bebé (crecimiento intrauterino retardado), pues el virus disminuye el aporte nutricional y de oxígeno a la placenta, lo que ocasiona trastornos en diferentes órganos y que patologías propias de la adultez se presenten en edades tempranas.

Desde la Pediatría, la doctora Lissette del Rosario López González, Jefa del Grupo Nacional de la especialidad del MINSAP, refiere que la pandemia significó un reto para el Sistema Nacional de Salud y para los pediatras fue un desafío enorme.

Cuando en el mundo se reportaban casos y se hablaba de que los menores de edad no iban a enfermar o padecer afecciones graves, desde el Ministerio se mantuvo la preparación de los especialistas para proteger la infancia y la adolescencia, “porque no hay nada más importante que la vida de un niño”, insistió.

En el país se reportaron tres olas de pacientes positivos en edades pediátricas. Las dos primeras fueron con casos leves y en mayor medida esta población fue asintomática, pero desde noviembre de 2020 se registró un incremento paulatino, reportándose los mayores picos de infección en julio, agosto y septiembre.

Subrayó la especialista que durante esa tercera ola, agravada por la presencia de la variante Delta, se enfermaron niños con patologías importantes: afecciones oncológicas, renales, trasplantados, cardiópatas y obesos, lo que constituyó un reto para los pediatras y los especialistas en Medicina Intensiva Pediátrica.

En este tiempo la criticidad fue alta, aumentaron los ingresos en cuidados intensivos y principalmente de los infantes más pequeños. Más de 100 menores de edad estuvieron en estado crítico y más de una centena, graves y con riesgos.

A pesar del incremento exponencial de los casos, llegando incluso a situaciones límites con seis mil pacientes activos, la supervivencia que mostró la nación fue muy alta, de 99,9 %.

La labor ha sido inmensa, comentó López González, porque nos entregamos a fondo para adelantarnos a los tiempos, y desde la Atención Primaria de Salud se detectaron menores de edad positivos, en la atención secundaria se salvaron muchas vidas y luego se regresó a la Atención Primaria para identificar las secuelas causadas por el virus, muchas de ellas presentes en pacientes asintomáticos.

Vacunación anti-COVID-19: estrategia efectiva para proteger a estos grupos poblacionales

La vacunación anti-COVID-19 se convirtió en una de las acciones fundamentales para proteger a estos grupos de riesgo. El pasado 29 de julio comenzó en embarazadas y puérperas el proceso de inmunización con Abdala y que incluyó también a Soberana 02 y Plus evidenciando una significativa reducción de las pacientes graves y críticas.

Actualmente, se han inmunizado unas 96 mil 812 embarazadas y puérperas y no se reportan fallecidas por esta causa desde el mes de octubre. La vacunación además de proteger a la madre también beneficia al niño, pues ella le transfiere anticuerpos mediante la barrera placentaria y la lactancia.

En cuanto a la vacunación, Cuba fue el primer país en desarrollar una campaña de inmunización en edades pediátricas, comprendidas entre los dos y 18 años de edad, y un millón 820 mil 237 niñas, niños y adolescentes, incluidos los convalecientes, recibieron el esquema completo con Abdala, Soberana 02 y Soberana Plus, lo que representa el 95.1 % de esa población.

Ante el aumento del número de contagios y para proteger el programa materno infantil se acometió un conjunto de acciones, se actualizaron los protocolos, se ampliaron las capacidades de hospitalización y se realizaron más de 30 investigaciones sobre COVID-19 en edades pediátricas y 20 vinculadas a la enfermedad y el embarazo.

Sin embargo, al concluir 2021 los indicadores de mortalidad infantil y materna que por años han distinguido el trabajo del PAMI, con cifras solo comparables con países desarrollados, no son los esperados. Aunque “sí recogen el esfuerzo de médicos, enfermeras y el resto de los trabajadores de la salud en un escenario epidemiológico sumamente complejo que obligó a reorganizar servicios y optimizar recursos”, manifestó en días recientes José Angel Portal Miranda, Ministro de Salud Pública.

“Hemos mantenido una tasa de mortalidad infantil por debajo de cinco por cada mil nacidos vivos en los últimos años, y era el propósito propuesto para estos últimos dos años. No cumplir con ello nos duele por la sensibilidad que implican nuestros niños”, dijo.

Al cierre de 2021, la Dirección de Registros Médicos y Estadísticas del MINSAP refiere, como datos preliminares, que en la Isla nacieron 99 mil 093 nacidos vivos, cinco mil 945 menos que el año anterior y la nación registró una tasa de mortalidad infantil de 7,6 por mil nacidos vivos.

La provincia de Artemisa cumplió el indicador con una tasa de 3,9, mientras que el resto de los territorios del país registran resultados superiores: Ciego de Ávila con 13,6; Pinar del Río con 9,6; Santiago de Cuba con 9,3; Las Tunas con 8,7; La Habana con 8,0; Mayabeque con 7,7; Villa Clara con 7,4; Granma con 7,4; Guantánamo con 7,4; Matanzas con 7,1; Holguín con 6,3; Camagüey con 6,1; Cienfuegos con 6,0; Sancti Spíritus con 4,5 y el municipio especial Isla de la Juventud con 7,6.

No se reportaron fallecidos menores de un año en 23 municipios del país y por provincias tuvo el siguiente comportamiento:

Pinar del Río: Guane

Artemisa: Bahía Honda y Guanajay

Matanzas: Martí, Ciénaga de Zapata, Calimete, Los Arabos

Villa Clara: Quemado de Güines, Cifuentes

Cienfuegos: Aguada de Pasajeros

Sancti Spíritus: Taguasco, Fomento

Camagüey: Nuevitas, Vertientes, Jimaguayú, Najasa

Las Tunas: Jesús Menéndez

Holguín: Calixto García, Cueto, Sagua de Tánamo

Granma: Media Luna, Buey Arriba

Guantánamo: Niceto Pérez

La tasa de mortalidad infantil por defectos congénitos fue de 0.9, observándose que el porcentaje de defunciones por esta causa, en relación al total de fallecidos menores de un año, ha ido disminuyendo en los últimos cuatro años: 12.5 % en 2021, 14 % en 2020, 16 % en 2019, 18.2 % en 2018 y 20.3 % en 2017.

De forma similar, las coberturas en términos asistenciales del Programa Nacional de Diagnóstico, Manejo y Prevención de Enfermedades Genéticas y Defectos Congénitos muestran indicadores por encima del 90% en la mayoría de los subprogramas:

El pesquisaje de Alfafetoproteína en suero materno alcanza una cobertura de 98.6 %,

El ultrasonido del primer trimestre a todas las embarazadas mantiene una cobertura hasta la fecha de un 93.8 % 

Los ultrasonidos de segundo y tercer trimestre, a todas las gestantes del país, alcanzan ambos un indicador del 99.2 %.

La pesquisa neonatal de tres Enfermedades Metabólicas alcanza una cobertura del 99.7 %, similar a la lograda en igual período de 2020 que cerró con un 99.9 %,

El programa de diagnóstico de gestantes portadoras de Sicklemia logra una cobertura de esposos estudiados de 94.7 % y la no repetición del estudio de Electroforesis de Hemoglobina en gestantes con genotipo conocido alcanzó un 35.5%, superior al mismo período del 2020 (28.7 %), 2019 (26.4 %), 2018 (23.3 %), 2017 (24.6 %) y 2016 (22.6 %) significando un ahorro sustancial al país por concepto de compra de mayor número de test diagnósticos.

Las principales causas de muertes en los menores de un año estuvieron asociadas, fundamentalmente, con el nacimiento prematuro, el bajo peso al nacer y el retardo en el crecimiento uterino.

En cuanto a la mortalidad materna, se reportaron 175 defunciones, para una tasa total de 176,6 por 100 mil nacidos vivos.

No se reportaron muertes maternas en 81 municipios del país y por provincias tuvo el siguiente comportamiento:

Municipio Especial Isla de la Juventud

Pinar del Río: Guane, Sandino, San Luis, Minas de Matahambre, Viñales y Los Palacios

Artemisa: Candelaria y Guanajay

La Habana: Guanabacoa

Matanzas: Colón, Pedro Betancourt, Unión de Reyes, Ciénaga de Zapata y Calimete

Mayabeque: Bejucal, Melena del Sur, Madruga, Nueva Paz, Santa Cruz del Norte y Jaruco

Villa Clara: Corralillo, Placetas, Santo Domingo, Manicaragua, Ranchuelo, Caibarién, Remedios y Cifuentes

Cienfuegos: Aguada de Pasajeros, Cruces, Lajas y Rodas

Sancti Spíritus: Yaguajay, Fomento, Trinidad, Sancti Spíritus y La Sierpe

Ciego de Ávila: Morón, Majagua, Florencia y Venezuela

Camagüey: Carlos Manuel de Céspedes, Sierra de Cubitas, Sibanicú, Najasa, Minas y Santa Cruz del Sur

Las Tunas: Jesús Menéndez, Majibacoa, Puerto Padre, Jobabo, Colombia y Amancio Rodríguez

Holguín: Banes, Gibara, Antilla, Sagua de Tánamo, Mayarí, Cueto, Urbano Noris, Báguanos, Calixto García, Frank País y Cacocúm

Santiago de Cuba: Mella, Palma Soriano, Guamá y Tercer Frente

Granma: Cauto Cristo, Guisa, Jiguaní, Buey Arriba, Bartolomé Masó, Manzanillo, Niquero y Pilón

Guantánamo: Baracoa, Imías, Niceto Pérez y Yateras

Entre las principales causas estuvieron la neumonía asociada a la COVID-19, los fenómenos embólicos, las hemorragias obstétricas y la enfermedad cerebrovascular hemorrágica por hipertensión arterial.

Durante estos 12 meses no se detuvo el programa de inmunización, administrándose cuatro millones 800 mil dosis de 11 vacunas para la prevención de 13 enfermedades, lo que representa una cobertura de vacunación del 95 %.

Asimismo, se mantuvo la atención al programa de niños con cáncer y las intervenciones quirúrgicas que no podían postergarse en el tiempo, realizando en el país 15 mil 717 procederes quirúrgicos en edades pediátricas.

En los Centros Especializados para la Cirugía Neonatal se operaron 183 niños con malformaciones congénitas, logrando un 92,3 % de supervivencia, siendo más significativa esta en la región oriental con 97,7 %, seguida por occidente con 94,7 % y en el centro con 88 %. Además, se realizaron 512 cirugías cardiovasculares, alcanzándose una supervivencia superior al 90 %.

En 2021 continuaron trabajando los 143 Hogares Maternos sin que hubiese eventos de transmisión de la COVID-19; en las consultas de planificación familiar se implantaron 37 mil 665 dispositivos intrauterinos y se realizaron 27 mil 367 regulaciones menstruales.

En la Atención Primaria de Salud se llevaron a cabo 978 mil 438 consultas de riesgo reproductivo preconcepcional, 12 millones 232 mil 095 de pediatría y dos millones 425 mil 361 de puericultura. Se reducen en nueve mil 848 las consultas por enfermedades diarreicas agudas.

Recibieron asistencia en primera consulta estomatológica el 98,8 % del total de captaciones de embarazo y se brindó cobertura total al 93,3 % de las gestantes.

En la red de atención a la Pareja Infértil, se continuó garantizando la cobertura de atención integral y escalonada de las parejas infértiles. En las 168 consultas municipales, 15 servicios provinciales y cuatro centros territoriales de reproducción asistida de alta tecnología se atendieron por primera vez el 99,1 % de las parejas infértiles y se obtuvieron seis mil embarazos en el año.

La Dra. Noemí Causa Palma, Jefa Nacional del Programa, señaló que entre las prioridades de trabajo para mejorar los indicadores en el 2022, se brindará especial atención a todo lo relacionado con el control del Riesgo Reproductivo Preconcepcional, promoviendo que la gestación ocurra en el momento más adecuado para la pareja. En tal sentido se reforzará la labor de promoción y educación para la salud, dirigida de manera particular a las adolescentes, teniendo en cuenta que el embarazo en estas edades es un riesgo no solo para la madre, sino también para el bebé.

Igualmente se continuará prestando especial seguimiento a la calidad de la atención prenatal, desde los Consultorios Médicos de la Familia, Grupos Básicos de Trabajo, Policlínicos, Hospitales y otras instituciones de la red asistencial; lo cual posibilita atender diferenciadamente las gestantes con enfermedades asociadas al embarazo y controlar oportunamente los riesgos.

Los Hogares Maternos juegan un papel fundamental en la atención a las gestantes de riesgo, de ahí que proyectamos una óptima utilización de sus camas, porque allí no solo reciben atención médica y vigilancia continua, sino también la educación necesaria sobre temas como lactancia materna, cuidados y alimentación de su futuro hijo.

Constituye una prioridad lograr que se reduzcan los niños que nacen con bajo peso y brindar seguimiento individualizado a los que tienen esta condición, en las consultas de puericultura a nivel de la Atención Primaria de Salud, explicó.

La Jefa Nacional del PAMI mencionó que darán máxima prioridad a las acciones encaminadas al control de las embarazadas con enfermedades crónicas previas a la gestación, así como a las que aparezcan durante el embarazo, parto o el puerperio.

(Tomado del sitio del Ministerio de Salud Pública)

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