Un Summit contro la democrazia

Angel Guerra Cabrera – https://nostramerica.wordpress.com

Il IX Vertice (Summit of the Americas) convocato a Los Angeles per la prossima settimana è un’altra prova evidente del carattere autoritario e antidemocratico delle élite che reggono gli Stati Uniti. L’esclusione dalla riunione di Cuba, Nicaragua e Venezuela lo conferma chiaramente. Si tratta di una questione di grande gravità che ci porta ad esclusioni anch’esse molto gravi.

Gli Stati uniti hanno disprezzato il consenso di non-esclusione a cui si era giunti, per cui Cuba aveva partecipato alle edizioni VI e VIII in Panama e a Lima, obbedendo a una richiesta generale dei governi e dei popoli della regione. Ciò significa che Washington non capisce o non vuole rendersi conto del fatto che è finita quell’epoca dell’egemonia neoliberale in cui faceva e disfaceva a suo piacere. Non sopporta neppure che riprenda forza –come nel decennio fra la fine degli anni novanta e la fine del 2000- ma con maggiore profondità, il rifiuto dei popoli verso il neoliberismo e una chiara tendenza alla scelta di governi progressisti, presenti in Messico, Bolivia, Honduras, Perù, Argentina, Cile e, ormai sulla soglia, la Colombia con Petro, che ha appena vinto il primo turno, e in Brasile con Lula che tutte le statistiche danno come vincitore assoluto. Naturalmente dobbiamo aggiungerci anche Cuba, Venezuela, Nicaragua e i sei coraggiosi Stati del Caribe Orientale che fanno parte del ALBA, i quali tutti condividono non poche idee e proiezioni in politica estera con i paesi prima ricordati e che mostrano di avere un limpido e sicuro sguardo sul mondo attuale nel XXI Vertice del ALBA.

Il governo Biden ha fatto un’altra grave azione antidemocratica quando non ha chiesto ai governi dell’America Latina e del Caribe quali erano i temi di loro interesse da discutere nella riunione. Con la solita arroganza e come prova che il fantasma di James Monroe guida ancora le azioni del Dipartimento di Stato della Casa Bianca, si sono attribuiti il diritto, che nessuno gli ha concesso, di decidere i temi e al massimo hanno fatto finta di consultare i brogliacci con qualche governo a loro vicino. Oltre a non aver chiesto al momento opportuno i criteri degli altri paesi, adesso vanno di corsa, cercando di riparare all’irreparabile.

Da infiltrazioni mediatiche e da un documento pubblicato il 24 maggio dal servizio ricerche del Congresso degli Stati Uniti siamo a conoscenza di alcuni argomenti che quel paese intende trattare nella riunione. Al primo posto c’è la migrazione illegale, insieme al controllo delle frontiere, all’analisi delle cause, alle corresponsabilità sul tema, ecc. Tutto molto discutibile visto che sono le politiche statunitensi e delle sottomesse oligarchie locali le maggiori responsabili della migrazione nella regione, a cominciare dalle decine di interventi militari fin dal XIX secolo, oltre all’imposizione –a volte grazie a una previa operazione dei marines- di sanguinose dittature militari, dopo la dottrina di sicurezza nazionale e il Plan Condor, senza dimenticare le guerre centroamericane degli anni ottanta e per finire, le politiche neoliberali. Quasi tutte causanti della migrazione centroamericana.

Come può pensare Washington di discutere di migrazione illegale se al dibattito non partecipano Cuba e il Venezuela, le cui correnti migratorie sono state deliberatamente provocate dalla loro criminale politica di blocco, nel caso di Cuba per sessanta anni e ormai portata ed estremi selvaggi di crudeltà; e comunque mantenuta durante la pandemia?

Secondo gli organizzatori il Vertice si propone azioni che “drammaticamente migliorino la risposta alla pandemia e alla resilienza, promuova una politica verde ed equa, coraggiose, forti ed inclusive democrazie e affronti le cause alla radice della migrazione irregolare”. Sinceramente, fanno ridere. Da quando in qua l’impero si preoccupa di risolvere i nostri problemi? Se non fosse indignante, sarebbe da riderci su pretendere un dibattito serio sulla risposta alla pandemia che non tenga conto di Cuba, l’unico paese del terzo mondo che ha creato i suoi vaccini e che ha messo la malattia sotto totale controllo grazie al fatto di aver immunizzato il 96% della popolazione. Aggiungiamoci l’invio di 5.000 dei suoi medici per aiutare altri paesi contro il Covid.

Gli Stati Uniti non dicono chi apporterà i fondi per conseguire queste meraviglie. Bisogna ricordare che il presidente López Obrador ha ricordato che Washington non ha onorato il contributo di miserabili quattromila milioni promessi per contenere, grazie a programmi sociali, la migrazione in Centroamerica, mentre in un batter d’occhi Biden e il Congresso hanno approvato la sciocchezzuola di 40 mila milioni di dollari per l’Ucraina. Il pericolosissimo conflitto contro la Russia, la non meno pericolosa disputa egemonica con la Cina, il controllo della nostra regione con governi docili e le elezioni di novembre sembrano essere l’unica vera preoccupazione del decadente governo di Biden. Il resto: contorsioni elettorali per il loggione.

(La pupila insomne, 31 maggio 2022)

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