20 anni fa: carattere Socialista della Rivoluzione come emendamento costitutzionale

Il 27 giugno 2002: il Parlamento approva un emendamento costituzionale che dichiara che il sistema Socialista dell’isola è irrevocabile e che Cuba non tornerà mai al capitalismo. L’emendamento è il risultato di una petizione sostenuta da 8 milioni di firme, il 99% dell’elettorato.

Discorso di Raul Castro, fatto il 10 aprile 2019, all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare

La Costituzione che oggi proclamiamo garantisce la continuità della Rivoluzione e l’irrevocabilità del nostro socialismo

Riproponiamo il discorso pronunciato dal Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, nella Seconda Sessione Straordinaria della IX Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nella cerimonia di proclamazione della Costituzione della Repubblica, nel Palazzo delle Convenzioni, il 10 aprile del 2019, “Anno 61º della Rivoluzione.

Compagno Esteban Lazo, Presidente dell’Assemblea Nazionale; Compagno Miguel Díaz-Canel, Presidente della Repubblica di Cuba –ora Presidente del Consiglio di Stato e del Governo della Repubblica di Cuba;

Compagne e compagni:

Costituisce per me un privilegio eccezionale pronunciare le parole centrali in questa sessione di proclamazione della Costituzione della Repubblica. È la seconda occasione in cui sostengo una così grande responsabilità.

Poco più di 43 anni fa, il Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana,Fidel Castro Ruz, prima di partire per l’estero per partecipare a un impegno internazionale irrinunciabile, mi aveva incaricato di sostituirlo nella cerimonia solenne celebrata il 24 febbraio del 1976, per la proclamazione della Costituzione la cu vigenza termina oggi.

La data scelta non è casuale: 150 anni fa, il 10 Aprile del 1869, I mambì riuniti nell’Assemblea Costituente a Guáimaro accordarono la nostra prima Costituzione, frutto dell’unità e istituzionalità necessarie aa nascente Repubblica in Armi.

La libertà e l’indipendenza di fronte al colonialismo spagnolo erano parte dei suoi obiettivi essenziali, uniti al riconoscimento dell’uguaglianza tra tutti i cubani senza favoritismi o privilegi.

La Costituzione che proclamiamo oggi è continuità di quella prima, salvaguardia e pilastri fondamentali della nazione e l’unità di tutti i cubani, dell’indipendenza e la sovranità della Patria.

Le costituzioni di Baraguá, Jimaguayú e La Yaya, proclámate successivamente in distinti momenti della guerra d’insurrezione, sono un’espressione continuatrice della tradizione costituzionalista della nostra storia.

Non è inutile ricordare che nonostante la campagna vittoriosa dei mambì di fronte al colonialismo spagnolo, non si raggiunsero la vera indipendenza nazionale né l’instaurazione della Repubblica Democratica e progressista alla quale aspiravano i patrioti cubani e la vittoria fu strappata al nostro popolo per l’intervento dell’imperialismo nordamericano, sul cui pericolo avevano allertato vari dei nostri eroi, e prima di tutti Martí.

Nel mezzo dell’occupazione militare nordamericana si approva la Costituzione della Repubblica del 1901, alla quale si impose come appendice l’Emendamento Platt, che subordinava la nostra sovranità agli interessi degli Stati Uniti.

Come disse Fidel nella Relazione Central del Primo Congresso del Partito, nel dicembre del 1975, dopo la Guerra d’Indipendenza a Cuba, ( e cito): «si concesse l’indipendenza formale il 20 maggio del 1902 con basi navali nordamericane e con l’emendamento costituzionale imposto cje tra le altre cose dava agli Stati Uniti il diritto d’intervenire in Cuba. S’instaura così la neocolonia yankee nella nostra patria. (Fine della citazione)

Non dimentichiamo che quella costituzione fu posta in vigore per un ordine del Governatore Militare yanquee.

Successivamente la Costituzione del 1940, risultato di un complesso processo storico avveneuto dopo il crollo della dittatura machadista, ha riflesso parte dei desideri del nostro popolo in quei tempi.

La congiuntura internazionale in cui si realizza l’Assemblea Costituente per questa Carta Magna, nella cornice della lotta mondiale contro il fascismo e l’attiva partecipazione di protagonisti con ideali progressisti e in particolare i comunisti, influirono nell’approvazione di un testo costituzionale avanzato per l’epoca, perchè stabiliva nuovi diritti sociali ed economici.

Precettava la condanna di tute le discriminazioni per ragioni di razza, colore della pelle e sesso, la giornata di lavoro di otto ore e la proibizione del latifondo.

Come si sa molti di quei postulati restarono lettera morta, in alcuni casi per non avere uno sviluppo legislativo ulteriore e in altri perchè`non era viabile la loro implementazione nelle cornici di quella società borghese.

La vigenza della Costituzione del 1940 fu interrotta con il Colpo di Stato orchestrato da Batista nel 1952 e l’instaurazione di alcuni spurii statuti costituzionali.

Questa azione divenne un catalizzatore del movimento rivoluzionario guidato dalla Generazione del Centenario, il cui

Programa Político si sintetizza nell’arringa di difesa di Fidel durante il processo per gli assalti alle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, conosciuto come /La Storia mi Assolverá/.

Il trionfo della Rivoluzione il 1º gennaio del 1959, riscattò i postulati costituzionali del 40, que furono adattati alle circostanze di un vero processo rivoluzionario. Una delle prime misure nell’ordine giuridico fu la promulgazione della Legge Fondamentale, il 7 febbraio del 1959, base costituzionale dei nuovi impegni.

Non si poteva fare diversamente o si sarebbe fermato il processo rivoluzionario per dedicarci a fare una nuova Costituzione o facevamo quello che in definitiva, si decise.

In materia di configurazione istituzionale, il cambio di maggior importanza fu definire il Consiglio dei Ministri come massimo organo legislativo, esecutivo e con facultà costituente. Era una necessità imperiosa per potere adottare le misure future con la rapidità che imponeva il momento storico.

Sotto quella protezione divennero realtà quei diritti riconosciuti nel testo del ’40 e nello stesso tempo ne sorsero altri più profondi che raggiunsero anche i più umili.

Nel primo caso fu compiere quello che era stabilito, ma alla fine come leggi complementari, abolendo il latifondo. E quelle leggi complementari passarono gli anni e nessuno si occupò che si rispettassero sino a che giunsero la Rivoluzione e Fidel e pochi mesi dopo il trionfo, il 17 maggio del 1959, si accordò, nel cuore della stessa Sierra Maestra, la Riforma Agraria della Rivoluzione Cubana.

La Rivoluzione fu fonte di diritti, fu lei che diede la terra ai contadini, che garantì l’accesso gratuito e universale all’educazione, che pose la salute pubblica al servizio dei cittadini ,che garantì l’uguaglianza dei cubani, che nazionalizzò con il supporto popolare, le grandi proprietà che erano in mano alle compagnie straniere che sfruttavano i nostri compatrioti.

Raul Castro


Fidel Castro annuncia il carattere socialista della Rivoluzione

Quì alcuni pezzi tratti da un discorso di Fidel Castro, tenuto al cimitero Cristóbal Colón dell’Avana il 16 aprile del 1961, in commemorazione delle vittime dei bombardamenti aerei statunitensi avvenuti in più punti dell’isola il giorno precedente. Di fronte all’attacco che anticipava la poi fallita invasione alla baia dei Porci, Castro annunciò solennemente il carattere socialista della Rivoluzione cubana.

Noi siamo differenti dagli Stati Uniti in quanto gli Stati Uniti sono un paese che sfrutta altri popoli, in quanto gli Stati Uniti sono un paese che si è impadronito della gran parte delle risorse naturali del mondo, e che fa lavorare a beneficio della propria casta di milionari decine e decine di milioni di lavoratori in tutto il mondo. Al contrario, noi non siamo un paese che sfrutta gli altri popoli; noi non siamo un paese che si è impadronito o che sta lottando per impadronirsi delle risorse naturali degli altri popoli; noi non siamo un paese che sta cercando di far lavorare i lavoratori di altri popoli a nostro vantaggio.

Noi siamo l’esatto opposto: un paese che sta combattendo affinché i suoi lavoratori non debbano lavorare per la casta dei milionari nordamericani (applausi); noi siamo un paese che sta lottando per riscattare le nostre risorse naturali, e abbiamo riscattato le nostre risorse naturali dalle mani della casta milionaria nordamericana.

Noi non siamo un paese dove a causa del proprio sistema la maggioranza della popolazione, la maggioranza di lavoratori, delle masse del paese costituita dai lavoratori e dai contadini, lavora per una minoranza sfruttatrice e privilegiata di milionari; noi non costituiamo un paese dove a causa del proprio sistema le grandi masse di popolazione sono discriminate ed escluse, come lo sono le masse della popolazione nera negli Stati Uniti; noi non costituiamo un paese dove a causa del proprio sistema una parte minoritaria della popolazione vive da parassita, a spese del lavoro e del sudore della maggioranza del popolo. […]

Per questa ragione, il conflitto tra il Giappone e gli Stati Uniti era un conflitto tra sistemi simili; la lotta tra Stati Uniti e Cuba è una lotta fra principi diversi, cioè è un conflitto tra coloro che son privi di qualsiasi principio umano e quelli che hanno sollevato la difesa dei principi umani.

Questo è ciò che non possono perdonarci, che siamo sotto il loro naso e che abbiamo fatto una Rivoluzione Socialista proprio sotto il naso degli Stati Uniti! […]

E questa rivoluzione socialista la difendiamo con questi fucili! E questa Rivoluzione Socialista la difendiamo con il coraggio con cui la nostra batteria antiaerea ieri ha crivellato di proiettili gli aerei aggressori! E questa Rivoluzione, questa Rivoluzione, questa Rivoluzione non la difendiamo con mercenari; questa Rivoluzione la difendiamo con gli uomini e le donne del popolo.

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