Brasile, Lula denuncia la complicità di polizia e militari con i golpisti

lantidiplomatico.it

Chi ha provato a derubricare i fatti di Brasilia come eventi quasi folkroristici realizzati da personaggi tutto sommato un po’ fuori di testa, forse ha sbagliato il tiro. Con il passare del tempo emergono sempre più dettagli che fanno pensare a un’azione ben studiata e preparata che aveva l’obiettivo di ribaltare il risultato delle elezioni per impedire che Lula tornasse alla presidenza del Brasile.

Secondo quanto affermato da Lula ci sarebbe state complicità nelle forze dell’ordine. “Sono convinto che la porta del Palazzo del Planalto sia stata aperta per far entrare le persone, perché non ci sono porte rotte”, ha dichiarato Luiz Inácio Lula da Silva durante la sua prima colazione con i giornalisti nella capitale.

“Significa che qualcuno ha facilitato il loro ingresso qui”, ha aggiunto, e ha anticipato che condurrà un’indagine approfondita su chi sono gli uomini in uniforme che hanno facilitato le azioni violente nelle tre sedi dei poteri pubblici di Brasilia.

“Molte persone delle Forze Armate hanno cospirato qui dentro. La verità è che il palazzo era pieno di bolsonaristi, di militari, e vogliamo vedere se possiamo correggere la situazione per mettere in carriera i funzionari pubblici, preferibilmente civili, o quelli che erano qui prima o che sono stati sospesi, in modo che questo diventi un gabinetto civile”.

Ha poi affermato che l’ex presidente Jair Bolsonaro soffre di uno “squilibrio mentale”, aggiungendo: “È un genocida che, dopo aver perso le elezioni, si è chiuso in casa e ha smesso di governare”.

Nel frattempo, Lula ha rafforzato la sicurezza per fronteggiare eventuali nuovi attacchi.

Tutte le forze di sicurezza pubblica sono state mobilitate e la sorveglianza degli edifici pubblici è stata raddoppiata. Il governo di Lula ha eretto “barriere” e “posti di blocco” intorno al palazzo presidenziale.

Le autorità stanno indagando su chi ha organizzato e come sono stati finanziati i manifestanti. Hanno inoltre arrestato più di 1.500 persone dopo atti di vandalismo che hanno ricordato l’invasione del Campidoglio a Washington il 6 gennaio 2021 da parte dei sostenitori dell’allora presidente Donald Trump.

Per il leader della sinistra, c’erano “molte persone” della Polizia Militare del Distretto Federale e delle Forze Armate che erano “collusi” con i criminali.

Dopo gli attentati, Lula ha firmato un decreto che stabilisce l’intervento federale per la sicurezza pubblica nel Distretto Federale, una misura che è stata poi approvata da deputati e senatori.

In questo contesto, il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha, è stato sospeso dall’incarico per 90 giorni.

Riguardo alle prime misure da adottare, Lula ha detto che “è necessario far pagare più tasse ai più ricchi che ai più poveri”, e ha puntato il dito contro il mercato: “Non ha cuore, non ha sensibilità, non ha umanesimo”.

Identificati i presunti finanziatori dell’assalto a Brasilia

La Procura Generale del Brasile (AGU) ha presentato giovedì una richiesta al Tribunale Federale Distrettuale per congelare 6,5 milioni di reais in beni di 52 persone e sette società identificate come presunti finanziatori dell’assalto agli edifici pubblici della capitale, Brasilia, durante le manifestazioni golpiste di domenica scorsa.

L’ente governativo ha chiesto che l’importo bloccato possa essere utilizzato per compensare i danni materiali causati dai golpisti.

Il documento emesso dall’AGU afferma che questi individui ed entità avrebbero finanziato gli autobus che hanno portato gli aspiranti golpisti a Brasilia.

“L’elenco degli obiettivi del blocco – che comprende beni immobili, veicoli, attività finanziarie in conti e altri beni – è stato redatto con l’aiuto dei dati dell’Agenzia nazionale dei trasporti terrestri (ANTT) e comprende solo coloro che hanno noleggiato gli autobus sequestrati che trasportavano persone che hanno preso parte alle azioni golpiste”, ha dichiarato l’AGU in un comunicato.

I finanziatori dovranno risarcire i danni alle opere d’arte e ad altre infrastrutture edilizie, da cui la decisione di congelare i fondi.

Il querelante tiene conto di una stima fatta dal Senato e dalla Camera dei Deputati, secondo cui il danno al patrimonio di entrambi gli organi supera i tre milioni di reais ciascuno.

Tuttavia, per ora non ci sono stime sul valore della distruzione del Palácio do Planalto e della Corte Suprema Federale.

L’AGU ha inoltre assicurato che il blocco dei beni è commisurato alla gravità degli atti commessi.

Bozza di decreto per ribaltare i risultati delle elezioni brasiliane

Una prova fortissima delle intenzioni golpiste dell’estrema destra porta a casa di un ex ministro del governo Bolsonaro. La Polizia federale brasiliana ha trovato nell’abitazione di Anderson Torres, ex capo del Ministero della Giustizia e della Pubblica Sicurezza (MJSP) del governo di Jair Bolsonaro, quella che sarebbe una bozza di stato di difesa da decretare presso la sede del Tribunale Superiore Elettorale (TSE), al fine di modificare i risultati delle elezioni generali in cui ha vinto Luiz Inácio Lula da Silva.

Secondo il quotidiano Folha de Sao Paulo, il documento è stato trovato in un armadio della casa di Torres a Brasilia durante una perquisizione avvenuta martedì. Il documento afferma la necessità di indagare su presunti abusi di potere, sospetti e misure legali adottate dal presidente del TSE prima, durante o dopo il processo elettorale.

In particolare, la bozza prevede l’immediata ripetizione della contesa elettorale e la correzione delle elezioni del 2022, in cui Bolsonaro è stato sconfitto, secondo le fonti del giornale.

La Costituzione brasiliana stabilisce che il Presidente può decretare lo stato di difesa per “preservare o ripristinare prontamente, in luoghi circoscritti e determinati, l’ordine pubblico o la pace sociale minacciati da una grave e imminente instabilità istituzionale o colpiti da calamità di grande portata”.

Da parte sua, Torres ha usato il suo account Twitter per offrire una spiegazione.

“A casa mia c’era una pila di documenti da smaltire, dove molto probabilmente è stato trovato il materiale descritto nell’articolo. Tutto sarebbe stato portato al MJSP per essere distrutto a tempo debito”, ha scritto.

Ha inoltre sostenuto che la bozza è “trapelata fuori contesto”, il che “ha contribuito ad alimentare narrazioni fallaci contro di me”.

Torres era il segretario generale della Pubblica Sicurezza del Distretto Federale quando, domenica, una folla di sostenitori estremisti di Bolsonaro ha preso d’assalto e vandalizzato il Palazzo del Planalto, sede del Congresso e della Corte Suprema. La sera stessa è stato licenziato dal governatore Ibaneis Rocha.

Nel frattempo, martedì scorso, il giudice Alexandre de Moraes, del Tribunale Supremo Federale (STF), ha ordinato l’arresto di Torres per la sua negligenza e possibile complicità negli atti golpisti.


Brasile. “I fascisti si sono dati la zappa sui piedi”

 

 Miguel Enrique Stedile e Ronaldo Pagotto*

Brasile, 9 gennaio 2023

1. Bolsonaro è arrivato al potere solo perché la borghesia, disperata per la crisi capitalista, senza alternative tra le proprie fila e con la possibilità di vittoria della sinistra con Haddad, ha puntato tutte le sue fiches sul “capitano”. Nonostante conoscessero l’ideologia fascista del capitano, necessitavano scaricare tutto il peso della crisi sulla classe lavoratrice, con la riduzione dei diritti dei lavoratori, della sicurezza sociale, imponendo limiti alla spesa pubblica e depredando le casse dello stato.

2. Ed il bolsonarismo che ne scaturì rappresentava una coalizione di forze identificate con la destra e l’estrema destra, approfittando di uno spiraglio di opportunità storico. Facevano parte di questa unione il “lava-jatismo”, i mercati finanziari, gli evangelici, l’agribusiness, commercianti, ed il basso clero nel Congresso, con i politici tradizionali che avevano l’antica ARENA come referenza (PP). Durante la legislatura, alcuni di questi settori o loro rappresentanti si sono distanziati, altri sono stati definitivamente incorporati al bolsonarismo. Ed il suo nucleo centrale dirigente erano i militari (con Villas Boas, Braga Netto e Augusto Heleno, ed altri di rango inferiore, ecc.) alleati dei miliziani (famiglia Bolsonaro), che a loro volta avevano legami con la nuova destra estrema mondiale (Trump, Steve Bannon) attraverso Eduardo Bolsonaro e Olavo de Carvalho.

3. Con la pandemia, dopo le elezioni e, finalmente, con la vittoria di Lula, il bolsonarismo si è andato frammentando. Alcune frazioni di questi settori sono andati alla ricerca di sopravvivenza nel governo Lula (Centro, alcuni politici del gruppo degli evangelici, mezzi di comunicazione, capitale finanziario). Altri tentano di occupare il vuoto lasciato dalla destra, per il ridimensionamento del PSDB (Lava-Jato, Moro, PL, PSD, Unione Brasiliana) e, quindi, anche il nucleo centrale fascista sta correggendo la sua rotta a caccia della propria sopravvivenza.

4. Tuttavia, si è generata una contraddizione. Una parte del gruppo centrale sono militari, anche riformati, e quindi vincolati alle istituzioni dello Stato. La tattica di questo settore è lasciare tutto così com’è: hanno indicato il ministro della Difesa, non subirebbero rappresaglie per la politica esercitata durante la pandemia (in particolare per le accuse di genocidio contro i popoli originari, politica diretta da Pazuello e dalle forze armate), il nuovo governo non toccherebbe l’assistenza sociale ai militari o l’insegnamento presso le scuole militari. E tanto meno rischierebbero di essere puniti per i misfatti commessi da alcuni dei 6.400 militari che erano migrati verso l’esecutivo litigandosi privilegi e vantaggi.

5. Un’altra parte del comando è la famiglia Bolsonaro che ha bisogno di sopravvivere politicamente. Seguendo la strategia e i consigli di Bannon/Trump, Bolsonaro dovrebbe rimanere come grande leader della destra, per mettersi in condizioni di non essere arrestato e competere nelle elezioni del 2026. La base sociale “purosangue” bolsonarista è formata principalmente da militari (inclusa la polizia militare) e loro familiari, persone anziane, mettendo insieme tematiche morali ed economiche ultraconservatrici. Sociologicamente sono una minoranza di classe media bianca e razzista. Questa base ha bisogno di essere costantemente mobilitata, principalmente in forma polarizzata. Per questo, durante tutto il governo, poiché non avevano iniziative pratiche e concrete, Bolsonaro teneva alta la tensione permanentemente per mantenere la sua base coesa e allerta. A tale fine usa e abusa di fake news su ogni argomento, per creare uno stato di allerta.

6. Così, gli accampamenti di fronte alle caserme avevano una doppia funzione: fare pressione per le rivendicazioni politiche, dei propri valori conservatori e corporativi delle forze armate per mantenere i privilegi, e sopravvivere al governo Lula mantenendo la base bolsonarista mobilitata per sopravvivere come forza politica. In molte città, gli accampamenti erano formati dai familiari dei militari, soprattutto donne. Ma a Brasilia, era un accampamento nazionale, finanziato dall’agribusiness, dalle imprese di estrazione mineraria, compresi i sottoproletari che contribuiscono alle estrazioni minerarie illegali.

8. Anche i sassi nel Palazzo dell’Alvorada sapevano che l’azione di domenica scorsa sarebbe accaduta:

a) La sequela di “nuovi fatti” che mantenevano la base bolsonarista mobilitata si è esaurita con l’insediamento del nuovo governo e di fronte allo svuotamento degli accampamenti e dei gruppi nelle reti social dopo il primo gennaio. Serviva raggruppare e mobilitare le truppe con una novità.

b) Le relazioni tra il nuovo governo e le forze armate rimane interrotta, come si può notare dall’assenza di ufficiali al cambio di comando della Marina e dall’ingerenza di José Múcio nell’esercito.

c) C’era fedeltà e complicità da parte di diverse forze di polizia a Brasilia, specialmente della Polizia Militare del Distretto Federale (PM DF), come si è visto nella sera della diplomação [l’atto istituzionale di riconoscimento dei risultati elettorali] del 12 dicembre 2022.

d) C’era fedeltà e complicità nel governo del Distretto Federale, evidente dalla nomina di Anderson Torres, ex ministro e fedele alleato di Bolsonaro, proprio per controllare la sicurezza e le forze di polizia.

9. L’azione non fu e non aveva intenzione di essere un colpo di stato, gli obiettivi erano:

a) Indebolire il nuovo governo e creare una situazione di ingovernabilità dopo solo 8 giorni di mandato.

b) Creare le condizioni per una crisi istituzionale e di legittimità.
Ad esempio, se il Governo avesse emanato un decreto di Garanzia di Legge e Ordine (GLO) e l’esercito si fosse rifiutato di eseguire l’ordine o avesse accompagnato pacificamente i terroristi, il governo ne sarebbe uscito indebolito di fronte alla società e all’estero, dimostrando l’incapacità di governare le forze armate e di mettere mano all’apparato militare.

c) Distruggere attrezzatura e materiale del Gabinetto di Sicurezza Istituzionale, dove si trovavano armi e documenti.

d) Testare la fedeltà e depurare internamente la militanza bolsonarista, chiarendo che si tratta di loro fedeli seguaci.

e) Dimostrare forza e capacità di mobilitazione, che sarebbero risultati migliori dell’esito elettorale ottenuto da Bolsonaro. Quindi, in qualsiasi condizione, rappresenterebbe un leader di estrema destra da consultare e coinvolgere nelle decisioni politiche nazionali pur non essendo al potere (come ad esempio l’estrema destra in Francia).

10.  L’elemento centrale della tattica è poter contare sulla complicità dell’esercito. Tanto che i manifestanti sono tornati tranquillamente agli accampamenti, senza disperdersi, sapendo di essere protetti.

11.  Tuttavia:

a) Il governo ha agito con rapidità, fermezza e senza esitazioni:
ha subito dato un nome ai colpevoli (Bolsonaro, Ibaneis, Anderson Torres e l’agrobusiness) ed ha preso misure dure, costituzionali e sostenute dall’opinione pubblica.

b) È stato intelligente a non ricorrere al GLO coinvolgendo ulteriormente le forze armate. L’unico aspetto di cui si è occupato l’esercito è stato proteggere lo sgombero degli accampamenti all’alba. Successivamente, subordinandosi alle direttive governative nel Distretto Federale, contribuì alla rimozione degli accampamenti a Brasilia e all’arresto di oltre 1.500 fascisti.

12.  Come risultato dei fatti, i fascisti si sono dati la zappa sui piedi.
Di conseguenza:

a) Il nuovo governo ha incassato la solidarietà internazionale e nazionale, istituzionale e mediatica. Ora sì, è diventato un governo di unità nazionale.

b) Il bolsonarismo si è isolato come piccolo gruppo di estrema destra, deve realmente depurarsi e restringersi al 10% della popolazione. Tuttavia è un bottino che non interessa alle forze politiche istituzionali, compreso il PL

c) Il bolsonarismo dovrà vedersela con attacchi su più fronti, non solo il discorso legato all’eredità maledetta del governo, ma anche un fronte parlamentare (possibile una Commissione Parlamentare di Inchiesta), e un fronte giuridico (nelle prefetture e nei tribunali statali e federali). Non avrà la forza per affrontarli tutti insieme senza gli apparati dello stato (connivenza di [Augusto] Aras). Al massimo, solo i militari potranno scamparla. E l’ineleggibilità e l’incarcerazione di Bolsonaro non sono più solo slogan.

d) Con l’arresto dei “pesci piccoli”, abbandonati, dovranno iniziare ad uscire i nomi dei veri mandanti e finanziatori.

e) La complicità delle forze militari – e i loro servizi di intelligence – è risultata evidente e riduce le possibilità di negoziazione e l’autorità morale dei militari di fronte alla società e nel nuovo governo.

f) È possibile che ora, di fronte all’idiozia bolsonarista, la borghesia, la destra classica, tenti di costruire altri leader, più intelligenti e utili.

13.   Ora bisogna approfittare di questa vittoria politica con la società, per concludere ciò che non abbiamo portato a termine nelle urne: sconfiggere storicamente l’estrema destra come forza politica!

14.  Bisogna mobilitare i movimenti in manifestazioni di massa:
– Poche bandiere e chiare (carcere per i terroristi; Commissione Parlamentare di Inchiesta; ecc.).
– Sostenere le azioni di governo con mobilitazioni.
– Non è stato un Colpo di Stato, ma dobbiamo denunciarlo come tale.
– Denunciare i finanziatori, come gli affaristi, i circoli di tiro, e, soprattutto, la piccola borghesia dell’agribusiness, in particolare del centro-ovest del paese.
– Fare attenzione ai trucchi sui social media e agli atti disperati che la feccia fascista può ancora provocare.

*Traduzione di Aimone Spinola

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.