Cubainformacion: fuga dal Giappone

Atleti cubani fuggono dal regime… del Giappone?

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

Il giocatore di baseball cubano Yariel Rodríguez giocava nella Lega professionale giapponese, con un contratto milionario, di cui riceveva la maggior parte e una piccola percentuale andava alla Federazione Cubana di Baseball, per lo sport di base sull’isola (1). Al giocatore è poi arrivata un’importante offerta da una squadra della Major League USA. Avrebbe avuto accesso al miglior baseball del mondo e, ovviamente, a un contratto ancora più milionario. Che potrebbe anche portare molti più soldi per gli sport di base o per il miglioramento delle strutture a Cuba.

Ah… Scusate, scusate. Mi dicono che non sia così semplice. Che negli USA è illegale per un giocatore di baseball cubano destinare anche un solo dollaro di tasse a Cuba e che, per essere tesserato nelle Major Leagues, deve rompere ogni rapporto con la Federazione Baseball del suo paese e addirittura rinunciare a risiedere in esso, anche temporaneamente (2). Si tratta di un ricatto politico in piena regola e una violazione delle libertà del giocatore, ma -curiosamente- sulla stampa sportiva internazionale c’è un assoluto silenzio sulla questione.

Conclusione: Yariel Rodríguez, per accedere al suo tanto atteso contratto nella lega professionistica USA, ha abbandonato, senza avvisare, la sua squadra giapponese, il Dragones de Chunichi, in violazione del suo contratto firmato e in vigore (3).

Ora, leggiamo titoli che dicono che Yariel Rodríguez è “fuggito”, “scappato” o “abbandonato” il Giappone (4)? NO! Sarebbe un po’ strano, perché chi fugge da un paese come il Giappone?

Tuttavia presentiamo un secondo caso, abbastanza simile al precedente: quello del giocatore di baseball, anch’egli cubano, Iván Prieto. Questi ha deciso rompere, allo stesso modo, con la Federazione Cubana di Baseball, e per gli stessi motivi: accedere a un agente certificato dalla lega professionistica USA. Tuttavia, in questo caso, poiché il giocatore di baseball non ha lasciato il Giappone per gli USA, ma piuttosto Cuba per gli USA, i titoli ci parlano di “fuga” (5) (6), “diserzione” (7), “abbandono” (8) e “scappare” (9) (10). Curioso, vero?

Sono termini che riflettano la malsana politicizzazione contro tutto ciò che procede da Cuba -in questo caso, il suo sistema sportivo-. Politicizzazione che i canali di Miami portano all’estremo del ridicolo. Iván Prieto, il presunto giocatore “fuggito”, spiegava i motivi del rimanere negli USA: “La mia decisione è stata esclusivamente per motivi sportivi e nient’altro, e per questo mi sono allontanato dalle reti sociali”. (11) “La mia decisione è stata per una questione sportiva, perché voglio migliorarmi, voglio cimentarmi in un baseball di livello leggermente superiore” (12). Ma dal momento che queste dichiarazioni non fornivano sufficiente munizione politica contro Cuba, il giornalista del canale Telemundo concludeva la sua intervista appellandosi… al Supremo: “In tutte le interviste, sia a Cuba che qui negli USA, (Iván) Prieto ha sempre ringraziato Dio e non la Rivoluzione Cubana, come altri giocatori di baseball del passato. Eduardo Yusnaby Rodríguez, Telemundo 51”.

E’ che a Miami non si rilassano… nemmeno sul baseball!

Deportistas cubanos huyen del régimen… ¿de Japón?

José Manzaneda, coordinador de Cubainformación.-

El beisbolero cubano Yariel Rodríguez jugaba en la Liga profesional de Japón, con un contrato millonario, del que él recibía la mayor parte y un pequeño porcentaje iba destinado a la Federación Cubana de Béisbol, para el deporte base en la Isla (1). Al jugador le llegó entonces una importante oferta de un equipo de las Grandes Ligas de EEUU. Sería acceder al mejor béisbol del mundo y, por supuesto, a un contrato aún más millonario. Que podría reportar, también, mucho más dinero para el deporte base o la mejora de instalaciones en Cuba.

Ah… Perdón, perdón. Que me dicen que esto no es tan sencillo. Que en EEUU es ilegal que un beisbolero cubano destine siquiera un dólar de impuestos a Cuba y que, para ser fichado en las Grandes Ligas, debe romper toda relación con la Federación de Béisbol de su país e, incluso, debe renunciar a residir en él, siquiera temporalmente (2). Es un chantaje político en toda regla y una violación de las libertades del jugador, pero –curiosamente- en la prensa deportiva internacional hay silencio absoluto sobre este asunto.

Conclusión: Yariel Rodríguez, para acceder a su ansiado contrato en la liga profesional de EEUU, ha abandonado, sin avisar, a su equipo japonés, el Dragones de Chunichi, incumpliendo su contrato firmado y en vigor (3).

Ahora, ¿leemos titulares que digan que Yariel Rodríguez “huyó”, “escapó” o se “fugó” de Japón (4)? ¡No! Quedaría un poco raro, porque ¿quién huye de un país como Japón?

Sin embargo, presentemos un segundo caso, bastante similar al anterior: el del beisbolero, también cubano, Iván Prieto. Este decidió romper, de igual manera, con la Federación Cubana de Béisbol, y por las mismas razones: acceder a un agente certificado por la liga profesional de EEUU. Sin embargo, en este caso, como el pelotero no se fue de Japón a EEUU, sino de Cuba a EEUU, los titulares sí nos hablan de “fuga” (5) (6), “deserción” (7), “huida” (8) y “escape” (9) (10). Curioso, ¿verdad?

Son términos que reflejan la politización enfermiza contra todo lo procedente de Cuba -en este caso, su sistema deportivo-. Politización que los canales de Miami lo llevan al extremo de lo ridículo. Iván Prieto, el supuesto jugador “huido”, explicaba las razones de quedarse en EEUU: “Tomé la decisión por temas completamente deportivos y por más nada, y por eso me alejé de las redes sociales”. (11) “La decisión mía fue por un tema deportivo, porque quiero superarme, quiero probarme en un béisbol de un poco más nivel” (12). Pero como estas declaraciones no daban suficiente munición política contra Cuba, el periodista del canal Telemundo despedía su entrevista recurriendo… al Supremo: “En todas las entrevistas, tanto en Cuba como aquí, en EEUU, (Iván) Prieto siempre ha agradecido a Dios y no a la Revolución cubana, como otros peloteros en el pasado. Eduardo Yusnaby Rodríguez, Telemundo 51”.

Y es que en Miami no se relajan… ¡ni en pelota!