Repubblica: ennesima narrazione distorta sul Venezuela

Fabrizio Verde

Ormai è ben nota la perversa passione di Repubblica per i neofascisti in ogni angolo del globo. L’importante è che siano schierati a favore del morente occidente liberal/liberista. Così negli anni abbiamo visto il sostegno di questo foglio di propaganda della NATO per i fascisti in Venezuela, Nicaragua, Hong Kong, Ucraina e via discorrendo in ogni fronte di destabilizzazione di quei paesi che hanno deciso un proprio percorso di sviluppo sovrano senza sottostare ai diktat di Stati Uniti e vassalli occidentali.

Per questo il quotidiano esprime un sostegno incrollabile per l’opposizione violenta ed estremista del Venezuela che adesso, dopo aver per anni battuto la strada del golpismo nel vano tentativo di rovesciare il chavismo, ha deciso su indicazione di Washington di partecipare alla prossima tornata elettorale venezuelana, senza però smettere di invocare ulteriori sanzioni contro il proprio paese.

Dopo aver giocato la carta Maria Corina Machado pur sapendo che questa inabilitata dalle cariche pubbliche, l’opposizione estremista riunita nel PUD – quindi non tutte le forze di opposizione come afferma Repubblica – ha deciso di convergere sulla figura di Edmundo González Urrutia, un ex diplomatico tutt’altro che conosciuto o popolare come vorrebbe far credere Repubblica che nel più classico dei wishful thinking afferma: “Maduro rischia”.

Secondo le più recenti rivelazioni non è proprio così la situazione. Un sondaggio condotto da Insight del portale contrapunto.com, il presidente Nicolas Maduro rimane il candidato favorito e vincerebbe le elezioni presidenziali del 28 luglio.

La misurazione attribuisce un vantaggio di 36,31 punti percentuali al leader chavista, che ha il 52,24% delle preferenze; il 16,08% non sa o non risponde; da parte sua, il candidato Edmundo Gonzalez ha il 15. 93%; Daniel Ceballos segue con il 5,89%; Claudio Fermín con il 2,80%; Benjamin Rausseo con l’1,97%; Javier Bertucci con l’1,85%; Antonio Ecarri con l’1,55%; José Brito con lo 0,79%; Luis Eduardo Martínez con lo 0,47% ed Enrique Márquez con lo 0,43%.

Secondo Insight, il PSUV rimane la principale forza politica del Paese con il 47% dei consensi, l’opposizione detiene il 19%, seguita dal 15% che non esprime alcuna preferenza, mentre un altro 19% non sa o non risponde.

Il sondaggio ha anche misurato la partecipazione alle elezioni presidenziali del 28 luglio: il 61% ha dichiarato che parteciperà al processo elettorale, mentre il 17% non è ancora sicuro. Il 6% dichiara che non voterà e il 16% non sa o non risponde.

L’opposizione estremista e golpista del Venezuela si è finalmente unita, seppur in modo un po’ confusionario, attorno a questa figura apparentemente casuale candidata dopo il passo indietro di Manuel Rosales (Un Nuevo Tiempo).

Tuttavia, mentre Repubblica celebra questa nuova “scoperta”, sono inevitabili alcune considerazioni critiche. La popolarità di questa coalizione non è esattamente al massimo, considerando le loro richieste di sanzioni sempre più dure e persino interventi armati contro il proprio paese. Forse dovrebbero prendere lezioni di pubbliche relazioni, o probabilmente stanno solo seguendo uno script politico progettato a Washington, quindi difficilmente credibile per il popolo venezuelano.

Invece Repubblica, contro ogni evidenza, spaccia come realtà quella che è solo propaganda statunitense.

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