Campagna contro il turismo a Cuba: paesi, messaggi e media

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

Il governo USA e la controrivoluzione cubana lavorano incessantemente alla distruzione di tutte le fonti di entrate di Cuba. Una di queste è il turismo (1).

Nel primo trimestre dell’anno, il numero di visitatori sull’isola, sebbene ancora molto lontano dal periodo precedente alla pandemia, è aumentato del 7,5% (2).

Obiettivo 1: turismo canadese

Il turismo russo è quello in maggiore crescita, raddoppiando le cifre in un anno (3). Nelle attuali circostanze internazionali, non sembra possibile intaccare il turismo russo. Ma quello canadese sì; principale mercato e quasi la metà del totale dei turisti sull’isola (4). Non è casuale che, ogni giorno, possiamo leggere una o più notizie su turisti canadesi insoddisfatti, generate su media digitali finanziati dal governo USA e riprodotte su media internazionali (5) (6).

Sono casi che, se accadessero in un altro paese, non andrebbero oltre una lamentela indignata sulle reti sociali. Ma che, essendo Cuba, diventano storie di “terrore” o “incubo”. “Turisti canadesi vivono una storia di terrore in un hotel di Varadero”, è uno dei tanti titoli (7). Un terrore consistente in “ascensori fuori servizio”, “un water difettoso”, “piastrelle rotte sul soffitto”, “corridoi bui” e “macchie sui muri”, che “non avevano nulla a che fare con le bellissime foto promozionali”. Cose del marketing ingannevole inventato, a quanto pare… dai comunisti!

Obiettivo 2: turismo europeo

Il turismo europeo è un altro obiettivo da abbattere del governo USA e dei suoi “collaboratori necessari”. Dal gennaio 2021, Washington esige ai cittadini europei un visto per entrare nel suo territorio se hanno precedentemente visitato Cuba (8). La conseguenza: il turismo spagnolo, ad esempio, è passato dall’essere il quinto, per portata, al nono (9).

Questa politica di ricatto mafioso nei confronti dei cittadini dell’Unione Europea, tuttavia, non riceve alcuna repulsione nei suoi mezzi di comunicazione. “Una coppia di spagnoli chiede aiuto per quello che sta loro accadendo dopo aver viaggiato a Cuba: Abbiamo un grosso problema´”, titolava il giornale ABC (10). Raccontava il caso di coloro che, dopo aver fatto turismo sull’isola, ora dovranno cancellare il loro viaggio negli USA, perché il loro appuntamento per ottenere il visto è tra… 700 giorni! (11). Ma né ABC né gli altri media spagnoli considerano questo come un taglio delle libertà. Al contrario, il tono è persino giustificativo: “Gli USA possono negarti l’ingresso nel loro paese se hai visitato” prima una di “queste destinazioni”, spiegava il suddetto giornale (12). Immaginate cosa direbbero se una misura del genere fosse adottata da Cuba? Non c’è dubbio: che “il regime castrista vieta l’ingresso a coloro che visitano il ‘nemico’”.

La campagna contro il turismo europeo a Cuba paga anche fanatici di estrema destra per sabotare le fiere di promozione del turismo cubano. Il loro racconto è che ciò che li viene “venduto su Cuba non è la realtà” (qualcosa, apparentemente, esclusivo delle fiere del turismo cubano) (13); e che gli introiti “finiscono nelle tasche dell’élite castrista” (14). È lo stesso messaggio con cui la Casa Bianca persegue e distrugge gli accordi medici internazionali di Cuba che, negli ultimi anni, hanno fornito le entrate per sostenere il sistema sanitario pubblico sull’isola: che sono un “affare” del “regime” (15). Ma, benché, al giorno d’oggi, nessuno – compresi i servizi di intelligence USA – abbia potuto presentare una sola prova, nemmeno una sola, di questo “affare”, questa narrazione bugiarda percorre la stampa internazionale.

Obiettivo 3: turismo argentino

Tra i numeri del primo trimestre si evidenzia anche la crescita del 44% nel turismo dall’Argentina, rendendolo questo un obiettivo chiave di questa campagna, alla quale collabora direttamente il governo di estrema destra e pro-yankee di Javier Milei (16).

Qualche giorno fa, Cubana de Aviación ha dovuto cancellare voli tra L’Avana e Buenos Aires perché, in Argentina, hanno rifiutato di fornirle carburante, in applicazione “delle misure di blocco USA” (17). Ma cosa leggiamo nei titoli di certa stampa? Che “Passeggeri argentini sono rimasti `bloccati´ a Cuba per mancanza di carburante per gli aerei” (18) o che “Cubana de Aviación (…) incolpa i fornitori per non aver fornito carburante” (19). Titoli che mascherano il crimine e nascondono il criminale.

Ricordiamo che dalle entrate del turismo non solo vivono le famiglie di 73 mila lavoratori/trici del settore, sia in imprese pubbliche che in attività private (20). Inoltre, profitti e tasse di hotel e ristoranti servono per importare gli alimenti di base che riceve tutta la popolazione o i materiali per la costruzione di abitazioni (21) (22) (23).

Per questo motivo, la campagna contro il turismo è, in realtà, una campagna per generare fame a Cuba, come la campagna contro la cooperazione medica mira a creare una crisi sanitaria sull’isola.

Questa è una guerra e ci sono criminali che non smetteremo di segnalare.

Campaña contra el turismo a Cuba: países, mensajes y medios

José Manzaneda, coordinador de Cubainformación

El Gobierno de EEUU y la Contrarrevolución cubana trabajan sin descanso en la destrucción de todas las fuentes de divisas de Cuba. Una de ellas, el turismo (1).

En el primer trimestre del año, el número de visitantes a la Isla, aunque aún muy lejos del anterior a la pandemia, ha crecido un 7,5 % (2).

Objetivo 1: turismo canadiense

El turismo de Rusia es el más pujante, al doblar las cifras en un año (3). En las actuales circunstancias internacionales, no parece posible mellar el turismo ruso. Pero sí el de Canadá, principal mercado y casi la mitad del total de turistas a la Isla (4). No es casualidad que, cada día, podamos leer, una o varias noticias sobre turistas canadienses insatisfechos, generadas en medios digitales financiados por el Gobierno de EEUU y reproducidas en medios internacionales (5) (6).

Son casos que, de ocurrir en otro país, no pasarían de una queja indignada en redes sociales. Pero que, al ser en Cuba, se convierten en historias de “terror” o “pesadilla”. “Turistas canadienses viven una historia de terror en un hotel de Varadero”, es uno de tantos titulares (7). Un terror consistente en que había “ascensores fuera de servicio”, un “inodoro defectuoso”, “azulejos rotos en el techo”, “pasillos oscuros” y “manchas en las paredes”, lo que “no tenían nada que ver con las hermosas fotos promocionadas”. Cosas del marketing engañoso inventado, al parecer… ¡por los comunistas!

Objetivo 2: turismo europeo

El turismo europeo es otro de los objetivos a batir por el Gobierno de EEUU y sus “cooperadores necesarios”. Desde enero de 2021, Washington exige a la ciudadanía europea una VISA para entrar a su territorio si antes ha visitado Cuba (8). La consecuencia: el turismo español, por ejemplo, ha pasado de ser el quinto emisor al noveno (9).

Esta política de chantaje mafioso a la ciudadanía de la Unión Europea, sin embargo, no recibe la menor repulsa en sus medios de comunicación. “Una pareja de españoles pide ayuda por lo que les está pasando tras viajar a Cuba: `Tenemos un problemón´”, titulaba el diario ABC (10). Narraba el caso de quienes, tras hacer turismo en la Isla, tendrán ahora que cancelar su viaje a EEUU, porque su cita para obtener la VISA es dentro de… ¡700 días! (11). Pero ni el ABC ni el resto de medios españoles plantean esto como un recorte de libertades. Al contrario, el tono es incluso justificativo: “EEUU puede prohibirte la entrada a su país si has viajado” antes a alguno de “estos destinos”, explicaba el citado diario (12). ¿Se imaginan qué dirían si una medida así fuera adoptada por Cuba? No les quepa duda: que “el régimen castrista prohíbe la entrada a quienes visiten al `enemigo´”.

La campaña contra el turismo europeo a Cuba paga también a fanáticos de ultraderecha, para reventar las ferias de promoción del turismo cubano. Su relato es que lo que allí “venden de Cuba no es la realidad” (algo, al parecer, exclusivo de las ferias de turismo cubano) (13); y que los ingresos “terminan en los bolsillos de la élite castrista” (14). Es el mismo mensaje con el que la Casa Blanca persigue y destruye los convenios médicos internacionales de Cuba que, en los últimos años, han aportado los ingresos para sostener el sistema público de salud en la Isla: que son un “negocio” del “régimen” (15). Pero, aunque, a día de hoy, nadie –incluidos los servicios de inteligencia de EEUU- ha podido presentar una sola prueba, ni una sola, de este “negocio”, esta narrativa mentirosa recorre la prensa internacional.

Objetivo 3: turismo argentino

En las cifras del primer trimestre también destaca el crecimiento del 44 % en el turismo desde Argentina, lo que convierte a este en un objetivo clave de esta campaña, en la ya colabora de manera directa el Gobierno ultraderechista y proyanqui de Javier Milei (16).

Hace unos días, Cubana de Aviación tuvo que cancelar vuelos entre La Habana y Buenos Aires porque en Argentina se negaron a suministrarle combustible, en aplicación “de las medidas de bloqueo de EEUU” (17). Pero ¿qué leemos en titulares de cierta prensa? Que “Pasajeros Argentinos se quedaron `varados´ en Cuba por falta de combustible de aviones” (18) o que “Cubana de Aviación (…) culpa a proveedores de no surtirles combustible” (19). Titulares que camuflan el crimen y esconden al criminal.

Recordemos que de los ingresos del turismo no solo comen las familias de 73 mil trabajadores y trabajadoras del sector, tanto en empresas públicas como en negocios privados (20). Además, beneficios e impuestos de hoteles y restaurantes sirven para importar los alimentos de la canasta básica que recibe toda la población o los materiales para la construcción de viviendas (21) (22) (23).

Por ello, la campaña contra el turismo es, en realidad, una campaña para generar hambre en Cuba, como la campaña contra la cooperación médica persigue crear una crisis sanitaria en la Isla.

Esto es una guerra y hay criminales a quienes no vamos a dejar de señalar.