Sólo faltan horas. No olviden nuestra cita al amanecer en las plazas cubanas, para celebrar el Día de los trabajadores y los 205 años de Karl Marx. #ALaPatriaManosYCorazon pic.twitter.com/r4YkAivQDR
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) May 4, 2023
I cubani domani festeggeranno il Giorno Internazionale dei Lavoratori ponendo le mani – che edificano e producono la ricchezza – e i cuori – che infondono respiro e vita –. Continueremo aprendo il cammino all’andare.
I problemi che affrontiamo ogni giorno sono enormi e per risolverli il paese necessita fatti e realizzazioni concrete.
Dobbiamo agire rapidamente in quello che è urgente, e che non si tralasci nessun problema – soprattutto un problema che danneggia la nostra gente – e le convinzioni devono continuare ad essere la colona vertebrale della resistenza della nazione.
La Rivoluzione si sostiene con l’appoggio popolare. Questo è indiscutibilmente evidente da quasi 65 anni, da quando è stato determinante per il trionfo del gennaio del 1959, per la sua permanenza, e ora pilastro della continuità attuale.
Il 5 maggio la Patria contemplerà nuovamente come i suoi figli difendono «la grande unità (…) che dobbiamo sempre proteggere come la bambina dei nostri occhi » – come ha detto il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz–.
Strade e piazze di tutto il paese daranno fede che noi dobbiamo quello che siamo all’unità.
La data offre vari motivi d’alto valore: l’impeto della riunione che, a La Mejorana, realizzarono Martí, Gómez e Maceo, per fissare le rotte di una Guerra Necessaria; e il postulato concettuale del Comandante in Capo che 23 anni fa, proprio il 1º Maggio definì le dimensioni di quello che significa la Rivoluzione.
Il principio martiano che «la Patria è ara e non piedestallo» riflette il cammino angusto per il quale andiamo sempre, dallo stesso giorno in cui i barbudos scesero vittoriosi dalla Sierra e si fusero con il popolo del quale, disse allora Fidel: «ora deve lottare per salvare che ha fatto, ora deve lottare per sopravvivere come Rivoluzione».
Cuba necessita che noi cubani si pongano le mani – che edificano e producono la ricchezza – e i cuori – che infondono respiro e vita –.
Continueremo aprendo il cammino all’andare.