La migrazione come scena nelle negoziazioni USA-Venezuela

misionverdad.com

Con rispettive dichiarazioni, i governi del Venezuela e USA forniscono all’opinione pubblica nazionale e internazionale chiare prove che, dietro le quinte, esiste un processo di negoziazione tra i due paesi. Questa volta hanno raggiunto un accordo sul tema migratorio, una delle questioni che genera più titoli e disinformazione in tutto il mondo.

Il ministro degli Esteri Yván Gil ha confermato che sono in corso colloqui tra le autorità dei due paesi, che hanno portato alla firma di un accordo che prevede il rimpatrio diretto dei cittadini venezuelani che hanno attraversato illegalmente la frontiera USA e che non dispongano di una base legale per rimanere nel Nord America. paese, seguita dalla decisione del Governo bolivariano di accettare il ritorno dei cittadini venezuelani.

Secondo il testo diplomatico, il rimpatrio si effettuerà in “modo ordinato, sicuro e legale dei cittadini venezuelani dagli USA”, sottolineando che “l’emigrazione venezuelana degli ultimi anni è una conseguenza diretta dell’applicazione di misure coercitive unilaterali” e del blocco della nostra economia che ci è stato imposto illegalmente, illegittimamente e in contrasto con il diritto internazionale e con i postulati delle relazioni armoniose tra le nazioni sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite”.

Allo stesso modo, il governo del presidente Nicolás Maduro ha informato che il ritorno dei migranti avverrà attraverso il programma “Ritorno in Patria”, poiché fornisce “le risorse necessarie per l’assistenza integrale ai nostri connazionali rimpatriati, per il rigoroso rispetto della protezione che la Costituzione e le leggi del Paese gli consacrano».

Da parte sua, il Dipartimento di Stato ha annunciato che “da oggi riprenderanno i rimpatri diretti dei cittadini venezuelani che attraversano illegalmente la nostra frontiera e non dispongano di una base legale per restare”.

Il governo USA ha affermato che l’accordo è il risultato di “discussioni ad alto livello tenutesi ieri [mercoledì 4 ottobre] a Città del Messico tra USA, Messico, Colombia e Panama, dove il Segretario di Stato Antony Blinken, il Segretario per la Sicurezza Interna, Alejandro N. Mayorkas e la consigliera per la Sicurezza Nazionale, Liz Sherwood-Randall, hanno discusso degli sforzi coordinati in corso per affrontare la migrazione irregolare nell’emisfero occidentale”.

Con ciò Washington mette in luce che il dialogo e i negoziati venezuelani-statunitensi vedono paesi terzi come accompagnanti delle misure che si realizzano nel quadro dei colloqui binazionali, ufficiali tra le autorità.

Il Messico è stato sede e garante del Tavolo di Dialogo tra il Governo Bolivariano e la Piattaforma Unitaria Democratica, il presidente panamense Laurentino Cortizo si è offerto come “facilitatore” di quanto sopra e l’amministrazione Gustavo Petro ha svolto il ruolo di attore di collegamento regionale tra Washington e Caracas; sia AMLO che Petro hanno espresso il loro rifiuto delle sanzioni USA contro il Venezuela e ne hanno chiesto la revoca.

La chiave sta nel coordinamento che si sta realizzando a livello regionale tra diversi paesi, con gli USA in prima linea, nel senso che la Casa Bianca mantiene un contatto diretto e costante con Bogotà, Città del Messico e Città di Panama e la rotta della migrazione venezuelana passa attraverso questi punti geografici fino alla frontiera USA, con la Selva del Darién come asse dello spettacolo negativo sul tema della criminalizzazione del Venezuela.

Così come è aumentato, quest’anno, il numero degli emigranti venezuelani che attraversano il Darien, è aumentato anche lo stanziamento di fondi da parte dell’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) alla “Complessa Emergenza Umanitaria” del Venezuela. Finora quest’anno ha sborsato, nel territorio nazionale, 94 milioni di $ degli oltre 140 milioni che gestisce nel quadro del cosiddetto Piano di Risposta Umanitaria (HRP) 2023 dell’ONU per il Venezuela.

L’USAID ha erogato fondi milionari rifugiandosi nel fatto che “l’afflusso di venezuelani continua a sovraccaricare i servizi sociali, soprattutto nelle zone di confine di Brasile, Colombia, Ecuador e Perù”, come espediente narrativo.

La gestione di tali soldi è stata criticata dalla stessa amministrazione Biden per la discrezionalità politica rivelata dalle verifiche. Questa strategia è stata superata dalla realtà: i fondi, né l’approccio sperimentato finora, non sono sufficienti per risolvere il problema migratorio.

Per questo motivo cambia l’approccio USA verso un coordinamento multinazionale con il Venezuela al centro della scena.

NUOVO PASSO NELLE NEGOZIAZIONI

L’annuncio dell’accordo migratorio è stato fatto il 5 ottobre 2023; tuttavia, per quanto riguarda la sua attuazione, in nessuna dei comunicati è specificata una data precisa, ma resta inteso che l’accordo sul rimpatrio verrà attuato a partire da ora. Si applicherà nei paesi coinvolti nell’accordo.

Sia il governo USA che gli altri paesi coinvolti nell’accordo comprendono che la migrazione irregolare sta portando effetti dannosi nei loro contesti, per questo motivo hanno intensificato la cooperazione con le autorità venezuelane per il rimpatrio attraverso “Vuelta a la Patria” e allo stesso modop si sono  estesi i processi di regolarizzazione dei venezuelani negli USA (politica democratica che il Partito repubblicano rifiuta) e nelle altre nazioni citate.

USA, Colombia, Messico e Panama sono firmatari della Dichiarazione di Los Angeles, firmata nel giugno 2022, con la quale hanno deciso di “prendere misure coordinate per stabilizzare i flussi, espandere i canali legali e gestire umanamente i propri confini”. In questo senso, afferma il Dipartimento di Stato nel suddetto comunicato, “la realizzazione dei rimpatri è un elemento chiave di questo approccio equilibrato”.

Così, i governi di Nicolás Maduro e Joe Biden hanno concordato il rimpatrio ordinato, sicuro e legale dei cittadini venezuelani che hanno attraversato illegalmente la frontiera USA, facendo un altro passo nei negoziati, dietro le quinte, che già accumulano accordi nel settore energetico (petrolio e gas) e del commercio (esportazione di energia venezuelana).


LA MIGRACIÓN COMO TRAMA EN LAS NEGOCIACIONES EE.UU.-VENEZUELA

 

Con sendos comunicados, los gobiernos de Venezuela y Estados Unidos brindan a la opinión pública nacional e internacional evidencias claras de que existe un proceso de negociaciones entre ambos países detrás del telón. Esta vez llegaron a un convenio en torno al tema migratorio, uno de los asuntos que más titulares y desinformación origina en todo el mundo.

El canciller Yván Gil confirmó que hay conversaciones entre autoridades de ambos países, de las cuales se desprendió un acuerdo suscrito que comprende la repatriación directa de connacionales venezolanos que han cruzado la frontera de Estados Unidos de manera ilegal y no establezcan un base legal para permanecer en el país norteamericano, seguida de la decisión del Gobierno Bolivariano de aceptar el regreso de ciudadanos venezolanos.

De acuerdo con el texto diplomático, la repatriación se hará de manera “ordenada, segura, y legal de ciudadanos venezolanos desde los Estados Unidos”, recalcando que “la migración venezolana de los últimos años es consecuencia directa de la aplicación de las medidas coercitivas unilaterales y el bloqueo a nuestra economía que se nos ha infringido de manera ilegal, ilegitima y reñida con el Derecho internacional y los postulados de las relaciones armónicas entre las naciones consagrados en la Carta de las Naciones Unidas”.

Asimismo, el gobierno del presidente Nicolás Maduro informó que la vuelta de migrantes será a través del programa “Vuelta a la Patria”, ya que provee “los recursos necesarios para la atención integral de nuestros connacionales repatriados, para la observación estricta de la protección que la Constitución y las leyes del país, les consagran”.

Por su parte, el Departamento de Estado anunció que a partir de “hoy se reanudará las repatriaciones directas de ciudadanos venezolanos que crucen nuestra frontera ilegalmente y no establezcan una base legal para quedarse”.

El gobierno estadounidense dijo que el acuerdo fue resultado de “las discusiones de alto nivel celebradas ayer [miércoles 4 de octubre] en la Ciudad de México entre Estados Unidos, México, Colombia y Panamá, donde el secretario de Estado, Antony Blinken, el secretario de Seguridad Nacional, Alejandro N. Mayorkas, y la asesora de Seguridad Nacional, Liz Sherwood-Randall, discutieron los esfuerzos coordinados en curso para abordar la migración irregular en el hemisferio occidental”.

Con ello, Washington da luces de que el diálogo y las negociaciones venezolanas-estadounidenses están teniendo terceros países como acompañantes de las medidas que en el marco de las conversaciones binacionales, oficiales entre autoridades, se están llevando a término.

México ha sido sede y garante de la Mesa de Diálogo entre el Gobierno Bolivariano y la Plataforma Unitaria Democrática, el presidente panameño Laurentino Cortizo se ha ofrecido como “facilitador” de lo anterior y la administración de Gustavo Petro ha fungido como un actor regional de enlace entre Washington y Caracas; tanto AMLO como Petro han expresado su rechazo a las sanciones estadounidenses contra Venezuela y clamado por su levantamiento.

La clave aquí se encuentra en la coordinación que se está llevando a cabo a nivel regional entre varios países, con Estados Unidos a la cabeza, en el entendido de que la Casa Blanca mantiene contacto directo y constante con Bogotá, Ciudad de México y Ciudad de Panamá y el trazo de la migración venezolana pasa por esos puntos geográficos hasta la frontera estadounidense, con la Selva del Darién como eje del espectáctulo negativo sobre el tema para la criminalización de Venezuela.

Así como han aumentado las cifras de emigrantes venezolanos que atraviesan el Darién en el transcurso del presente año, lo ha hecho la asignación de fondos de la Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (Usaid, sus siglas en inglés) a la “Emergencia Humanitaria Compleja” de Venezuela. En lo que va de año, ha desembolsado 94 millones de dólares en el territorio nacional de los más de 140 millones que maneja en el marco del llamado Plan de Respuesta Humanitaria (HRP, por sus siglas en inglés) 2023 de la ONU para Venezuela.

La Usaid ha dispensado fondos millonarios refugiándose en que “la afluencia de venezolanos continúa sobrecargando los servicios sociales, especialmente en las zonas fronterizas de Brasil, Colombia, Ecuador y Perú”, como dispositivo narrativo.

La administración de dicho dinero ha sido criticada por la misma administración Biden debido a la discrecionalidad política que han revelado las auditorías. Esta estrategia se ha visto rebasada por la realidad: los fondos, ni el enfoque hasta ahora experimentado, no son suficientes para solucionar el problema migratorio.

Por ello, cambia el planteamiento estadounidense hacia una coordinación multinacional con Venezuela en el centro de la trama.

NUEVO PASO EN LAS NEGOCIACIONES

El anuncio del acuerdo migratorio fue hecho el 5 de octubre de 2023; sin embargo, respecto a su implementación, no se especifica una fecha exacta en ninguno de los comunicados, pero se entiende que el acuerdo de repatriación se implementará a partir de ahora. Se aplicará en los países involucrados en el acuerdo.

Tanto el gobierno estadounidense como los demás países involucrados en el acuerdo comprenden que la migración irregular está trayendo efectos perjuiciosos para sus propios contextos, por lo que ha aumentado la cooperación con las autoridades venezolanas para la repatriación a través de “Vuelta a la Patria” y asimismo se han extendido los marcos para los procesos de regularización de venezolanos en Estados Unidos (política demócrata que el Partido Republicano rechaza) y en las otras naciones mencionadas.

Estados Unidos, Colombia, México y Panamá son signatarios de la Declaración de Los Ángeles, rubricada en junio de 2022, con la que decidieron “tomar medidas coordinadas para estabilizar los flujos, ampliar las vías legales y gestionar humanamente sus fronteras”. En ese sentido, afirma el Departamento de Estado en el citado comunicado, “la realización de las repatriaciones es una pieza clave de este enfoque equilibrado”.

Así, los gobiernos de Nicolás Maduro y Joe Biden se han puesto de acuerdo para la repatriación ordenada, segura y legal de ciudadanos venezolanos que han cruzado ilegalmente la frontera de Estados Unidos, dando un paso más en las negociaciones tras bastidores que ya acumulan convenios en el sector de energía (petróleo y gas) y de comercio (exportación venezolana de energía).

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