Venezuela, mandato di arresto per Guaidó: quali sono i reati?

lantidiplomatico.it

Ormai è in piena caduta la parabola politica del golpista venezuelano Juan Guaidò. Il Procuratore Generale del Venezuela, Tarek William Saab, ha annunciato la nomina dei Procuratori 77, 73 e 74 con giurisdizione nazionale, per emettere mandati di arresto e il rispettivo allarme rosso all’Interpol contro il latitante Juan Guaidó, dopo che una Corte Federale USA ha rilasciato un documento ufficiale, in cui sono registrati i crimini dell’ex deputato venezuelano contro gli interessi della Repubblica Bolivariana del Venezuela e con la sottrazione di beni della PDVSA, per 19 miliardi di dollari.

Quindi Saab, ha annunciato che la Procura ha richiesto un mandato di arresto contro l’ex deputato Juan Guaidó.

“Alla luce delle rivelazioni, fornite da un tribunale degli Stati Uniti, abbiamo designato i procuratori 67°, 73° e 74° con giurisdizione nazionale per emettere un mandato di arresto contro di lui e richiedere un allarme rosso all’Interpol affinché questo soggetto paghi per i crimini noti alla giustizia degli Stati Uniti”.

“È stato per noi un compito immediato diffondere qualcosa che confermasse ciò che la Procura stava avanzando nelle sue indagini; l’entità del danno causato all’erario nazionale nelle sue azioni di criminale internazionale e capo di una banda criminale strutturata simile a quelle guidate da personaggi della malavita disprezzati dal popolo venezuelano”, ha affermato Saab.

Secondo i documenti del Tribunale del Delaware (USA), Guaidó ha utilizzato le risorse di PDVSA per finanziare se stesso, pagare spese private e “legali” e costringere la filiale dell’azienda petrolifera venezuelana ad accettare condizioni di rifinanziamento che hanno causato perdite alla nazione bolivariana per 19 miliardi di dollari e hanno portato alla perdita quasi definitiva di Citgo.

Ha inoltre aggiunto che i reati per cui Guaidó è indagato sono: presunto tradimento; usurpazione di funzioni; profitto o distrazione di denaro, titoli o beni pubblici; riciclaggio di denaro e associazione.

Tale affermazione da parte del titolare dell’azione penale è supportata dalle dichiarazioni del giudice Leonard Phillip Stark, della Corte del Delaware, che in una sentenza che illustra le sue argomentazioni a favore della vendita all’asta di Citgo, afferma: “Il governo Guaidó ha avuto accesso agli asset delle filiali statunitensi di PDVSA negli Stati Uniti e li ha utilizzati per finanziare la vendita di Citgo. Ha anche utilizzato gli asset di PDVSA per finanziare la difesa legale del Venezuela”, ha dichiarato Saab.

Saab ha evidenziato che, secondo un’analisi di esperti, “Pdvsa è passata dall’avere un debito esigibile legato ai suoi asset negli Stati Uniti di 3,4 miliardi di dollari, che veniva pagato dal governo legittimo del presidente Nicolás Maduro; ad avere un debito di 23,6 miliardi di dollari dovuto alle decisioni prese dal falso governo provvisorio, a partire dal 2019, che ha dato luogo alla vendita all’asta di Citgo”.

A sua volta, il procuratore generale ha denunciato le azioni negative del presunto procuratore generale del governo fittizio di Guaidó, José Ignacio Hernández, che avrebbe dovuto difendere gli interessi del Paese e invece ha fornito ai creditori di PDVSA gli argomenti che hanno portato al sequestro di Citgo negli USA.

Dagli Stati Uniti, il latitante golpista Juan Guaidó, in una diretta Instagram ha affermato che si tratta di una “falsa accusa” e, a corto di argomenti solidi, si è scagliato contro il Presidente della Repubblica, Nicolas Maduro. Ormai però la ‘stella’ del golpista venezuelano viziato e coccolato dai paesi occidentali si è da tempo eclissata e i suoi ex alleati l’hanno ormai scaricato senza troppi complimenti.

Restano però le ruberie e i gravi danni provocati al popolo venezuelano a cui adesso è chiamato a rispondere.

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