Cuba reclama la fine del blocco USA nell’Unione Interparlamentare

La vice presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba, Ana María Mari, ha denunciato giovedì 26, il blocco economico USA come principale ostacolo per o sviluppo del suo paese e ha reclamato la sua eliminazione.

Il maggior ostacolo per ottenere il benessere dei cubani e ridurre le brecce attorno alle mete dell’Agenda 2030 è l’assedio economico, commerciale e finanziario che Washington impone all’Isola in maniera unilaterale, illegittima, extra territoriale, da più di sei decenni, ha affermato la deputata.

Durante il suo intervento nel dibattito generale della 147ª Assemblea  dell’Unione Interparlamentare (UIP), Mari ha precisato che a questa politica d’aggressione si sommano 243 misure coercitive e l’inclusione nella spuria lista dei paesi che si presume, patrocinano il terrorismo.

Questo colpisce negativamente l’economia nazionale, danneggia il progresso del paese, la salute e il benessere della popolazione.

«Nonostante questo, Cuba è riuscita ad avanzare nell’implementazione e nel compimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile», ha sottolineato la

Vicepresidente del Parlamento, e ha ratificato la volontà e la capacità dell’Isola di continuare cooperando con altre nazioni.

Per questo proposito ha detto che: «I grandi problemi che affronta l’Umanità si possono risolvere solo per la via della cooperazione e la solidarietà, non della forza e il confronto».

Poi ha aggiunto che il diritto di vivere in pace, con giustizia e libertà, è attualmente minacciato dagli effetti delle crisi globali multi dimensionali e inter-vincolate, accresciute dalla recente pandemia, e questo domanda dai  governi una maggior efficacia, intesa e unità.

In questo scenario e come rappresentante degli interessi e le aspirazioni del popolo cubano, ha ratificato l’impegno con la difesa del multilateralismo; la condanna di tutte le guerre, includendo quelle non convenzionali, i tentativi di porre nuovamente un ordine internazionale unipolare e contro il saccheggio delle risorse naturali.

Inoltre ha condannato l’imposizione di misure coercitive unilaterali, delle pressioni di ogni tipo e di tutte quelle aggressioni che vanno contro la pace e la stabilità internazionali e non rispettano le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite.

A proposito del suo paese, ha commentato che il popolo, attraverso le sue istituzioni politiche e le organizzazioni della società civile, nella cornice delle sue disposizioni legali, partecipa all’esercizio e controllo attivo del Governo.

A questo si unisce un permanente perfezionamento della sua istituzionalità, mediante politiche, leggi e programmi di natura popolare e partecipativa.

La parlamentare ha dedicato anche parole d’affetto all’Angola, sede della riunione della UIP, e al continente africano.

«L’Africa è umanità. Per le vene del popolo di Cuba scorre sangue africano e nel suolo africano c’è sangue cubano.

L’Africa fa parte della nostra identità e cultura. Per questo ci congratuliamo per stare a Luanda e far parte di quest’Assemblea», ha sottolineato.

VEDI QUI IL RAPPORTO CHE CUBA PRESENTA OGGI ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU (in spagnolo)

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