La crisi mondiale delle droghe è una sfida per tutti

È un panorama critico e globalizzato che colpisce con particolare veemenza L’America Latina e i Caraibi, grandi produttori, con rotte, magazzini, e mercati, e nello stesso tempo vittime della violenza e della morte che genera il redditizio e sanguinoso affare.

Il Rapporto Mondiale sulle Droghe 2023, pubblicato nel mese di giugno scorso dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Delitto (UNODC), ci  pone rapidamente nel contesto sulla gravità della minaccia globale, come si legge nel sito web del Ministero degli Interni (MININT).

L’offerta di droghe illecite – che continua a registrare cifre senza precedenti -, e le reti dei trafficanti -sempre più agili-, aggravano le crisi mondiali convergenti e sono una sfida per i servizi di Salute e per le risposte delle polizie in tutte le parti del pianeta.

Anche se il mercato della cocaina si concentra nelle Americhe e in  Europa, si proietta una potenziale crescita in Africa e Asia, e il forte aumento dell’offerta (cifra record di 2000 tonnellate) è stato  accompagnato da una tendenza simile della domanda. I mezzi di distribuzione inoltre si differenziano attraverso il servizio postale e il trasporto marittimo.

La produzione economica, facile e rapida di droghe sintetiche ha trasformato radicalmente molti mercati di droghe illecite.

I gruppi di delinquenti che producono metanfetamina -la droga sintetica di fabbricazione illegale più estesa nel mondo – stanno cercando d’evadere le riposte della polizia e le regole mediante nuove rotte per le sintesi, nuove basi d¡0’operazioni e  precursori non controllati.

Il Fentanilo ha alterato drasticamente il mercato degli oppiacei in America del nord, con conseguenze catastrofiche. Nel 2021, la maggior parte dei circa 90000 morti per overdose relazionata con oppioidi, hanno implicato fentanili fabbricati illegalmente.

Intanto le reti dei trafficanti sfruttano i conflitti e le crisi mondiali per espandere la coltivazione e la produzione delle droghe illecite, specialmente le sintetiche, rifornendo i mercati illeciti e provocando maggiori danni alle persone e alle comunità.

È un panorama critico e globalizzato che colpisce con particolare veemenza l’America Latina e i Caraibi, grandi produttori, magazzini, rotte e mercati, e nello stesso tempo vittime della violenza e della morte che genera il redditizio e sanguinoso affare.

CUBA DI FRONTE ALLE MINACCE

L’incremento delle operazioni di narcotraffico internazionale per le rotte marittime vicine al nostro territorio nazionale, con l’impatto nella sostenibilità di pacchi di droga gettati, che giungono alle nostre coste; l’uso di motoscafi in operazioni doppie di traffico di persone e introduzione di queste sostanze e un maggior coinvolgimenti di cubani radicati all’estero, in affari di traffico illecito di stupefacenti e piani scoperti per cercare d’introdurli a Cuba, formano uno scenario molto complesso al quale il sistema di scontro dell’Isola dedica ingenti sforzi.

In accordo con l’informazione del Ministero degli Interni, alla fine di settembre di quest’anno sono stati sequestrati 2290.6 chilogrammi di droghe e processate per questi reati 1226 persone (1213 nazionali e 13 stranieri).

Alla maggioranza degli imputati per questi reati s’impone la misura cautelare di reclusione provvisoria sino alla realizzazione del processo orale, nel quale si chiedono pene severe in corrispondenza con la gravità dei fatti.

Il maggior impatto si registra  alla frontiera marittima con un totale di 245 pacchi di droga recuperati in mare nei primi nove mesi dell’anno, con 1756,31 chilogrammi(1052 kg di marijuana; 548,2 chilogrammi di cocaina e 155,21 chilogrammi di hashish).

A questa cifra si somma la droga sequestrata nello scontro in due operazioni di narcotraffico internazionale con l’utilizzo di motoscafi (372 chilogrammi) e la detenzione di quattro narcotrafficanti. Un altro fatto è stato ostacolato in cooperazione con il Servizio dei Guardacosta USA. Sono stati affrontati 19 casi di escamotage di pacchi di droga, con 33 detenuti e il sequestro di 32,80 chilogrammi di droghe.

Nella frontiera aerea sono stati fermati 44,96 chilogrammi di stupefacenti e sono state arrestate 91 persone.

Il MININT, assieme alla Dogana Generale della Repubblica, ha organizzato dal mese di luglio un rinforzo indirizzato ad elevare la capacità di scontro alle droghe che si genera dagli USA, Suriname, Messico e Ecuador, a partire dalle intenzioni dei cubani radicati in questi paesi, con l’utilizzo di passeggeri, carichi, invii postali e merci per contenitori.

Questo ha portato come conseguenza un incremento del fermo dell’introduzione di sigarette elettriche, con la ricarica di marijuana  e hashish; di confetture e caramelle di gomma che contengono marijuana.

La  scoperta dei detti «chimici», di facile mascheramento in alimenti, condimenti,  elettrodomestici, stati liquidi, tabacco per pipa, fogli di carta e in polvere.

Sono state identificate 40 formule, che in piccole quantità  generano un alto livello di dipendenza e inquinamento sociale soprattutto nei giovani (1 grammo equivale a cento sigarette).

Inoltre sono stati affrontati vari fatti di campi coltivati a marijuana, dove sono state trovate migliaia di piante e molta semente, soprattutto nelle case e in fattorie provate della zona orientale (Granma, Holguín e Santiago di Cuba). Sono anche state ostacolate operazioni di traffico interprovinciale nelle quali sono state arrestate 218 persone.

La battaglia di Cuba contro le droghe è avallata da una lotta prolungata, multilaterale, instancabile e di principi, da quando nella
Sierra Maestra, nell’ottobre del 1958, il nostro Comandante in Capo  Fidel Castro Ruz, stabilì la prima misura contro i produttori di marijuana nei territorio liberati dall’Esercito Ribelle.

La Rivoluzione ha dovuto affrontare molti scogli in 65 anni, per combattere a sangue e fuoco il traffico illecito delle droghe e prevenire l’uso indebito di queste sostanze, con una decisione irrinunciabile espressa dal nostro Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, e una volontà politica di tolleranza zero che si difende sino alle ultime conseguenze.

Se è stato difficile affrontare i mali e i vizi ereditati dal capitalismo nei primi anni della Rivoluzione, è stato molto difficile tenere a bada le tendenze internazionali e regionali che sono diventate sempre più sfidanti negli ultimi decenni.

Senza dubbio, né le difficoltà economiche come conseguenza delle ostilità e della politica d’asfissia del governo USA, né le dimensioni globali delle minacce, hanno potuto contrastare la decisione della direzione del paese di continuare ferma nell’impegno, cosciente dell’importanza della cooperazione internazionale.

La crisi mondiale delle droghe è una sfida per tutti e non c’è altra opzione che vincerla uniti.

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