Rodolfo Walsh, il leggendario giornalista che avvisò dell’invasione di Cuba

Nella storia dell’America Latina, oltre ad essere uno dei fondatori dell’agenzia di stampa Prensa Latina, Walsh è stato anche un giornalista e militante intransigente contro la dittatura militare argentina che, tornato in patria, affrontò a Buenos Aires e morì in combattimento con i militari che cercavano di rapirlo.

L’argentino Rodolfo Walsh Gil passerà alla storia cubana come il giornalista di Prensa Latina che riuscì a decifrare i messaggi segreti degli Stati Uniti per invadere Cuba attraverso Playa Girón e che, travestito da missionario religioso, dimostrò l’esistenza dei loro campi di addestramento in Guatemala.

Ma, per la storia dell’America Latina, oltre ad essere uno dei fondatori dell’Agencia Prensa Latina, Walsh fu anche un giornalista e militante intransigente con la dittatura militare argentina che, tornato in patria, affrontò a Buenos Aires e morì in combattimento con i militari che cercavano di rapirlo. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Rodolfo Walsh avrebbe compiuto 97 anni il 9 gennaio. Era nato nel 1927 a Pueblo Nuevo, nella provincia argentina di Río Negro, figlio di Miguel Esteban Walsh e Dora Gill, entrambi di origine irlandese. A 17 anni inizia a lavorare presso l’Editorial Hachette come traduttore e correttore di bozze e a 20 anni inizia a pubblicare i suoi primi testi giornalistici. Nel 1950, alla Facoltà di Filosofia e Lettere, conosce Elina Tejerina, che diventerà la madre delle sue due figlie. A La Plata scelgono di vivere e di crescere María Victoria e Patricia. Nel 1953 pubblica il suo primo libro Variaciones en rojo.

La sua vita è un chiaro esempio di evoluzione politica e umana. Questo cambiamento iniziò a verificarsi in lui nel periodo in cui stava scrivendo Operazione Massacro. Nel 1958, seguendo questa linea di lavoro, pubblica i 32 appunti che danno vita a Caso Satanowsky, in cui rivela il funzionamento dei servizi segreti militari e il loro legame con la stampa argentina tradizionale.

A metà del 1959, accompagnato da Pompeé Blanchard, suo partner dell’epoca, emigrò a Cuba, dove rimase per due anni. Lì partecipò alla fondazione dell’agenzia di stampa Prensa Latina insieme al connazionale Jorge Ricardo Masetti, “la prima agenzia latinoamericana che riuscì a scardinare i monopoli yankee”.

Di PL, come Prensa Latina è conosciuta con le sue iniziali, è stato il primo responsabile dei servizi speciali della sede centrale dell’Avana. Lì, a poco a poco, svelò al mondo la realtà latinoamericana e mise sempre più a nudo l’imperialismo che vi operava e i suoi agenti interni ed esterni.

Fu in quel periodo che il giornalista Walsh, con la sua caratteristica andatura, il modo di camminare, di parlare e la sua calma, travestito da prete biblista, riuscì a entrare nei campi allestiti dagli Stati Uniti in Guatemala per addestrare i mercenari, confermando così i preparativi per l’invasione di Cuba.

Dopo la sconfitta dell’invasione mercenaria a Cuba, nello stesso anno Walsh tornò in Argentina, dove era sempre stato un fedele sostenitore dell’esperienza rivoluzionaria cubana e con cui avrebbe continuato a collaborare attraverso PL.

In quegli anni aveva già un profilo intellettuale più definito e, tra tutte le professioni, decise che la scrittura era quella che lo soddisfaceva di più. A questo periodo risalgono le sue opere teatrali La Batalla (La battaglia) e La Granada (Il melograno). Pubblica Los oficios terrestres (1966), che comprende il racconto Esa mujer, uno dei più importanti della letteratura argentina, e Un kilo de oro. È già un acclamato scrittore di racconti e alcuni critici della regione lo considerano superiore a Jorge Luis Borges.

Nel 1967 c’è stata una rottura nella sua vita di scrittore, che lui stesso ha riassunto con le seguenti parole: “è impossibile in Argentina scrivere letteratura staccata dalla politica”, e la sua evoluzione politica lo ha portato sempre più a fondo nell’arena nazionale.

Nel 1970 aderisce al movimento peronista di base, finché nel 1973, durante il disastroso periodo della dittatura nel suo Paese, decide di unirsi alle organizzazioni guerrigliere peroniste FAP (Fuerzas Armadas Peronistas) e all’organizzazione politico-militare peronista Montoneros. In quegli anni insegnò giornalismo nei bassifondi della periferia di Buenos Aires e redasse il Semanario Villero. È stato un pioniere dei romanzi di testimonianza come Operación Masacre, considerato il primo romanzo di non-fiction, e ¿Quién mató a Rosendo?

Dopo il colpo di Stato del 24 marzo 1976, organizzò in Argentina l’ANCLA (Agencia de Noticias Clandestina) e poco dopo la Cadena Informativa, con la quale mantenne aperti canali di informazione alternativi per sostenere una più efficace resistenza popolare alla dittatura.

Si è unito ai Montoneros con il grado di secondo ufficiale e lo pseudonimo di Esteban. Fece parte del gruppo che fondò il giornale Diario de Noticias, un organo che presentava le opinioni della sua organizzazione, di cui divenne direttore. In seguito scrisse “Historia de la guerra sucia en la Argentina”, uno straziante riassunto di quanto stava accadendo nel Paese.

Il 29 settembre 1976, la figlia maggiore Vicky, anche lei militante peronista di 26 anni e madre di una bambina, muore in uno scontro.

La vita di Rodolfo stava per finire, precipitata dagli stessi errori che denunciava nella sua organizzazione, penetrata da agenti doppi dei servizi segreti argentini e dell’ambasciata statunitense, ma non fu ascoltato e morì fedele alle sue idee. Il 25 marzo 1977, due mesi dopo il suo 50° compleanno, cadde in combattimento con la stessa determinazione con cui aveva vissuto.

Come eredità ha lasciato quella che il fondatore di Prensa Latina, Gabriel García Márquez, ha chiamato La Universal, una lettera aperta di uno scrittore alla giunta militare argentina in cui denunciava i metodi e gli obiettivi della dittatura militare, l’orrore delle sparizioni, delle torture e dei campi di sterminio, e la resa del Paese da parte del governo e dell’oligarchia ai poteri finanziari internazionali, una testimonianza della genialità, del livello di impegno politico e della qualità giornalistica di un grande scrittore, ma ancor più di un grande rivoluzionario.

Fonte: Granma

Traduzione: italiacuba.it

 

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