Cosa propone Maduro per il Venezuela 2024

Misión Verdad 

Il presidente Nicolás Maduro ha iniziato il 2024 stabilendo bilanci, prospettive e sfide per il Venezuela, sia a livello nazionale che internazionale. In ciascuno degli interventi realizzati fino ad oggi ha evidenziato le difficoltà attraversate dal Paese e anche i progressi raggiunti in mezzo ad esse. Lo ha fatto nel corso dell’intervista realizzata dallo scrittore e giornalista Ignacio Ramonet, anche durante l’incontro con i deputati del Blocco Patria che rappresenta i partiti del Grande Polo Patriottico nell’Assemblea Nazionale (AN).

In questi e altri interventi, il presidente ha evidenziato gli elementi che hanno costituito la crisi politica in cui il governo, da lui guidato, ha evitato i diversi tentativi di cambio di regime da parte delle élite corporative transnazionali e orchestrati da un settore dell’opposizione nazionale.

Come contesto per spiegare la situazione attuale, ha dettagliato i diversi eventi politici che ancora incidono sulla realtà economica e sociale del paese. L’indipendenza politica del Paese è stata un aspetto trasversale nel suo discorso; nel suo intervento durante la cerimonia di notifica all’esecutivo nazionale del nuovo periodo legislativo 2024-2025, ha riflettuto: “Mai più dico io, mai più si utilizzi il potere politico in Venezuela, chiamasi Assemblea Nazionale, chiamasi Presidenza della Repubblica, per consegnare gli interessi nazionali allo straniero, vile, codardo, imperialista, mai più, mai più prendere a calci i diritti costituzionali del popolo, mai più”.

LA STABILITÀ POLITICA NAZIONALE COME CONQUISTA

Il presidente Maduro ha risaltato nelle varie allocuzioni come si sia ottenuto stabilizzare la dinamica politica venezuelana. Uno degli aspetti rilevanti è stata la costituzione del funzionamento dell’AN come potere pubblico dedicato a fornire un quadro giuridico che faciliti la ripresa e le istituzioni nazionali. Ha paragonato il risultato dell’attuale parlamento, che ha approvato 74 leggi, con quello eletto nel 2015, che è riuscito ad approvare una sola legge.

Ha sottolineato che il Venezuela “è come un corpo sottoposto a situazioni estreme che deve poi recuperare la muscolatura” perché il raggiungimento della stabilità politica è stato fondamentale per l’inizio di un processo di ripristino e crescita globale “dell’economia e di molti aspetti la vita sociale del nostro popolo”.

Il parlamento nazionale, tra altri risultati del 2023, ha eletto un nuovo Consiglio Elettorale Nazionale e ha indetto un referendum costituzionale per consultare la popolazione venezuelana sui “grandi temi storici” della Guayana Esequiba.

Davanti ai deputati dell’AN, il Presidente ha annunciato cinque consensi:

-Difesa della pace e dell’unità nazionale. Non consentire l’incitamento all’odio e all’intolleranza, che sono anch’essi crimini.

-Richiesta di abolizione di tutte le sanzioni contro la società e l’economia venezuelana. Ha sottolineato la necessità di elezioni libere da sanzioni contro l’economia.

-Perseveranza sulla via della diversificazione economica, della ripresa e crescita economica, della costruzione di un nuovo modello economico, non dipendente dalla rendita petrolifera.

-Recupero dello stato sociale danneggiato dalle sanzioni, il che implicherebbe il recupero degli ingressi complessivi dei lavoratori del Paese.

-Recupero dei diritti storici del Venezuela sulla Guayana Esequiba.

Inoltre, durante l’intervista con Ramonet, Maduro ha dettagliato i fatti relativi al sequestro dell’imprenditore e diplomatico venezuelano Álex Saab, rilasciato lo scorso 20 dicembre dalle autorità USA dopo aver sofferto abusi dei suoi diritti dal giorno della sua cattura a Capo Verde fino al successivo trasferimento nelle carceri USA.

Ha sottolineato il ruolo di Saab nei diversi meccanismi per eludere le sanzioni imposte al paese: ciò ha comportato sforzi per dotare i Comitati Locali per l’Alimentazione e la Produzione (CLAP) e l’acquisto di carburanti e medicinali prioritari. Tutto nel quadro del blocco dei conti e degli acquisti da parte delle banche internazionali sotto le minacce di Washington.

DAL MACRO AL MICRO: PACE E DIALOGO POLITICO

La violenza criminale, associata sia all’impoverimento sociale che a programmi politici destabilizzanti, è stata controllata. In questo senso, Maduro ha fatto riferimento alle azioni concrete attuate attraverso la Grande Missione Quadranti di Pace e ad operazioni come il Grande Cacique Guaicaipuro. Con l’intelligence della polizia e “colpi chirurgici” hanno smantellato bande criminali e le mafie carcerarie, il che ha avuto un impatto sulla riduzione della criminalità.

“I Quadranti di Pace hanno dato un contributo per liberare i territori dove c’era il più alto tasso di criminalità e per stabilire le norme di funzionamento delle comunità di pace; quadranti di pace, comunità di pace”, ha affermato il presidente.

D’altro canto, il dialogo politico ha consentito che settori dell’opposizione si siano seduti a dialogare e si avanzi nelle agende politiche. Tuttavia, ha commentato che questi gruppi “continuino a cospirare sotto sotto, continuino sempre a cospirare sotto sotto”.

Riguardo ai temi del dialogo, ha sottolineato il presunto ammorbidimento delle sanzioni da parte USA: “Ciò che gli Stati Uniti hanno dato sono delle licenze, come se il Venezuela fosse una colonia USA. Alcune licenze, come ai tempi della Compagnia Guipuzcoana, che aveva il controllo completo e concedeva licenze di esportazione e importazione”.

Un altro punto che ha a che vedere con la pace è il modo di procedere della vicina Repubblica Cooperativa della Guyana e la sua subordinazione agli USA e al Regno Unito. Il presidente ha segnalato le minacce di Londra, concretizzatesi nella presenza di una nave da guerra britannica nella Facciata Atlantica, che cerca di violare l’Accordo di Argyle, raggiunto da lui e dal presidente della Guyana, Irfaan Ali.

CRESCITA ECONOMICA ANCHE IN MEZZO ALL’ASSEDIO

Il Presidente ha offerto dati riguardanti il comportamento dell’economia venezuelana, alcuni dei quali:

Dieci trimestri di crescita economica continua iniziata nel 2021.

Crescita del 12,99% nell’attività petrolifera con investimenti propri.

Cinque trimestri consecutivi di crescita superiore al 5% dell’attività agricola.

Crescita del 4% nell’attività manifatturiera privata per 10 trimestri.

Crescita approssimativa del 4% dell’attività commerciale fino al terzo trimestre del 2023.

La produzione manifatturiera di alimenti e bevande è cresciuta di oltre l’1,6%.

Recupero della capacità di pesca del 25% nel 2023.

L’attività di acquacoltura del Venezuela è cresciuta del 20%.

Raggiungimento della stabilità cambiaria e fine dell’iperinflazione.

Aumento del portafoglio crediti del 91% rispetto al 2022.

Offerta sul mercato interno al 97%, la più alta degli ultimi 24 o 25 anni, con produzione propria.

Ha sottolineato che il Venezuela non ha ancora accesso a conti all’estero, “c’è ancora molta strada da fare, soprattutto per generare la ricchezza di cui abbiamo bisogno per incidere su salari e redditi”. Ha anche sottolineato l’attività dei settori economici privati con importazioni complementari, “con una politica molto chiara di ciò che si importa, ciò che non si importa e della protezione del produttore nazionale”.

L’AMERICA LATINA COME BLOCCO VERSO “UN UNIVERSO DI EQUILIBRIO”

Interrogato da Ramonet sulla performance del Venezuela sulla scena internazionale, Maduro ha affermato che “l’impero statunitense è in un processo di declino storico che è strutturale, definitivo”. Ha paragonato il suo divenire alla perdita del potere imperiale del Regno Unito, sottolineando che “oggi è sorto un mondo di maggiore equilibrio, come sognava il Libertador Simón Bolívar”.

Il presidente ha analizzato anche il ruolo dell’America Latina in questa nuova configurazione mondiale, evocando il Libertador Simón Bolívar, che parlava della necessità di costruire “un universo di equilibrio”. Ha paragonato questa visione alla strategia di un mondo multipolare in cui l’America Latina sia uno dei grandi blocchi.

In questo senso, ha evidenziato la partecipazione del Venezuela al rilancio dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur), al consolidamento della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac) e la sua presenza al Vertice di Palenque, convocato dal presidente messicano Andrés López Obrador, per affrontare questioni come il cambio climatico, la migrazione, lo sviluppo e l’indipendenza.

D’altra parte, il presidente ha sottolineato come il Venezuela abbia rafforzato le relazioni con paesi emergenti come Turchia, India e Russia, che sono fattori chiave nella nuova configurazione geopolitica globale. Ha fatto riferimento in particolare alle relazioni strategiche con la Cina, che sono state elevate ad un livello elevato “a tutta prova e per sempre”.

Ha manifestato la speranza che, al prossimo vertice dei paesi BRICS in Russia, il Venezuela venga accettato come membro permanente nella piattaforma. Ha anche qualificato come “una delle cose più goffe ed imbecilli” la decisione del neoeletto presidente dell’Argentina, Javier Milei, di rinunciare all’incorporazione del suo paese come membro del gruppo di paesi che è, nelle parole di Maduro, “il futuro dell’umanità”.

Interrogato sulle guerre in Ucraina e Gaza, ha detto che sono “guerre unite”, promosse dai grandi affari dell’apparato militare USA e dell’apparato militare israeliano. Ha aggiunto che: “La cosa peggiore del genocidio è il silenzio complice che esiste al riguardo. Il silenzio complice delle élite europee. L’attività complice delle élite USA che producono armi, armi e armi per bombardare e uccidere palestinesi innocenti”, ha segnalato il presidente.

Guardando al 2024, il presidente Maduro ha programmato di lavorare per raggiungere la stabilità economica e il rispetto dell’indipendenza politica del Venezuela, obiettivi con i quali si propone la ricerca e il recupero delle conquiste sociali che hanno evidenziato la Rivoluzione Bolivariana. Recuperando la sua influenza nella regione, il Venezuela si trova di fronte alla sfida di continuare a scommettere sul fatto che diventi un polo di peso geopolitico che garantisca la multipolarità come mezzo per ritornare sui propri passi rilasciare un modo imperiale di assumere il mondo.


LO QUE PLANTEA MADURO PARA VENEZUELA EN 2024

 

El presidente Nicolás Maduro ha comenzado el 2024 estableciendo balances, perspectivas y desafíos de Venezuela, tanto en el ámbito nacional como internacional. En cada una de las intervenciones que ha realizado a esta fecha ha destacado las dificultades que ha atravesado el país y también los avances logrados en medio de ellas. Así lo hizo durante la entrevista que le realizó el escritor y periodista Ignacio Ramonet, también durante la reunión con diputados y diputadas del Bloque de la Patria que representa a los partidos del Gran Polo Patriótico en la Asamblea Nacional (AN).

En estas y otras intervenciones, el primer mandatario resaltó los elementos que conformaron la crisis política en la que el gobierno que encabeza sorteó los distintos intentos de cambio de régimen por parte de las élites corporativas transnacionales e instrumentadas por un sector de la oposición nacional.

Como contexto para explicar la situación actual detalló los distintos hechos políticos que aun inciden en la realidad económica y social del país. La independencia política del país ha sido un aspecto transversal en su discurso; en su intervención durante el acto de notificación al ejecutivo nacional del nuevo período legislativo 2024-2025 reflexionó: “Nunca más digo yo, nunca más se utilice el poder político en Venezuela, llámese Asamblea Nacional, llámese Presidencia de la República, para entregar los intereses nacionales al extranjero, vil, cobarde, imperialista, nunca más, nunca más para patear los derechos constitucionales del pueblo, nunca más”.

LA ESTABILIDAD POLÍTICA NACIONAL COMO LOGRO

El presidente Maduro resaltó en las distintas alocuciones cómo se ha logrado estabilizar la dinámica política venezolana. Uno de los aspectos relevantes ha sido la constitución del funcionamiento de la AN como un poder público dedicado a aportar un marco legal que facilite la recuperación y la institucionalidad nacional. Comparó el desempeño del actual parlamento, que lleva aprobadas 74 leyes, con el del elegido en 2015 que logró aprobar solo una ley.

Destacó que Venezuela “es como un cuerpo que es sometido a situaciones extremas que después debe recuperar la musculatura” debido a que el logro de la estabilidad política ha sido fundamental para el inicio de un proceso de restauración y crecimiento integral “de la economía y de muchos aspectos de la vida social de nuestro pueblo”.

El parlamento nacional, entre otros logros de 2023, eligió un nuevo Consejo Nacional Electoral y convocó al referéndum constitucional para consultar a la población venezolana sobre “los grandes temas históricos” de la Guayana Esequiba.

Ante los diputados de la AN, el Presidente anunció cinco consensos:

Defensa de la paz y la unión nacional. No permitir discursos de odio, de intolerancia que además son delitos.

Exigencia del levantamiento de todas las sanciones contra la sociedad y la economía en Venezuela. Hizo énfasis en la necesidad de unas elecciones libres de sanciones contra la economía.

Perseverancia en el camino de la diversificación económica, de la recuperación y el crecimiento económico, de la construcción de un nuevo modelo económico, no dependiente del rentismo petrolero.

Recuperación del estado de bienestar social herido por las sanciones, lo que implicaría la recuperación de los ingresos integrales de los trabajadores y las trabajadoras del país.

Recuperación de los derechos históricos de Venezuela sobre la Guayana Esequiba.

Además, durante la entrevista con Ramonet, Maduro detalló los hechos en torno al secuestro del empresario y diplomático venezolano Álex Saab, quien fue liberado el pasado 20 de diciembre por autoridades de Estados Unidos luego de sufrir abusos a sus derechos desde el mismo día de su captura en Cabo Verde hasta su posterior traslado a cárceles estadounidenses.

Destacó el rol de Saab en los distintos mecanismos para sortear las sanciones impuestas al país: esto implicó gestiones para dotar los Comités Locales de Alimentación y Producción (CLAP) y la compra de combustibles y medicamentos prioritarios. Todo en el marco del bloqueo de cuentas y compras por parte de la banca internacional bajo amenazas de Washington.

DE LO MACRO A LO MICRO: PAZ Y DIÁLOGO POLÍTICO

La violencia criminal, asociada tanto al empobrecimiento social como a agendas políticas desestabilizadoras, ha sido controlada. En este sentido, Maduro se refirió a las acciones concretas instrumentadas mediante la Gran Misión Cuadrantes de Paz y operaciones como la Gran Cacique Guaicaipuro. Con inteligencia policial y “golpes quirúrgicos” han desarticulado bandas criminales y mafias carcelarias, lo que ha impactado en la reducción de la criminalidad.

“Los Cuadrantes de Paz han dado un aporte para ir liberando los territorios donde había mayor índice de criminalidad y para ir estableciendo las normas de funcionamiento de comunidades de paz; cuadrantes de paz, comunidades de paz”, dijo el primer mandatario.

Por otra parte, el diálogo político ha permitido que sectores de la oposición se sienten a dialogar y se avance en agendas políticas. Sin embargo, comentó que estos grupos “siguen por debajo conspirando, siempre siguen conspirando por debajo”.

Respecto a los temas del diálogo hizo énfasis en el supuesto alivio de sanciones por parte de Estados Unidos: “Estados Unidos lo que ha dado es unas licencias, como si Venezuela se tratara de una colonia estadounidense. Unas licencias, como en el tiempo de la Compañía Guipuzcoana, que tenía el control completo y daba licencias de exportación, de importación”.

Otro punto que tiene que ver con la paz es el modo de proceder de la vecina República Cooperativa de Guyana y su subordinación ante Estados Unidos y el Reino Unido. El presidente señaló las amenazas de Londres materializadas en la presencia de un buque de guerra británico en la Fachada Atlántica, que busca violar el Acuerdo de Argyle, alcanzado por él y el presidente guyanés, Irfaan Alí.

CRECIMIENTO ECONÓMICO AÚN EN MEDIO DEL ASEDIO

El Presidente ofreció datos respecto al comportamiento de la economía venezolana, algunos de ellos:

Diez trimestres de crecimiento económico continuo que empezaron en el 2021.

Crecimiento de 12,99% de la actividad petrolera con inversión propia.

Cinco trimestres consecutivos de crecimiento en más de 5% en la actividad agrícola.

Crecimiento de 4% en la actividad manufacturera privada durante 10 trimestres.

Crecimiento aproximado de 4% de la actividad comercial hasta el tercer trimestre de 2023.

La producción manufacturera de alimentos y bebidas ha crecido por encima de 1,6%.

Recuperación de la capacidad de pesca en 25% durante 2023.

En la actividad acuícola Venezuela creció 20%. .

Logro de la estabilidad cambiaria y el vencimiento de la hiperinflación.

Aumento de la cartera de crédito en 91% en comparación con el 2022.

Abastecimiento en el mercado interno en 97%, el más alto de los últimos 24 o 25 años, con producción propia.

Destacó que Venezuela sigue sin tener acceso a cuentas en el exterior, “falta mucho todavía, sobre todo para generar la riqueza que necesitamos para impactar salarios, ingresos”. Asimismo hizo énfasis en la actividad de los sectores económicos privados con importaciones complementarias, “con una política muy clara de qué se importa, qué no se importa, y de protección del productor nacional”.

LATINOAMÉRICA COMO BLOQUE HACIA “UN UNIVERSO DE EQUILIBRIO”

Al ser interrogado por Ramonet respecto al desempeño de Venezuela en el ámbito internacional, Maduro manifestó que “el imperio estadounidense está en un proceso de declive histórico que es estructural, es definitivo”. Comparó su devenir con la pérdida de poder imperial del Reino Unido, ante lo cual destacó que “hoy ha surgido un mundo de mayor equilibrio, como lo soñaba el Libertador Simón Bolívar”.

El rol de Latinoamérica en esta nueva configuración global también fue analizado por el mandatario, evocó al Libertador Simón Bolívar, quien hablaba de la necesidad de construir “un universo de equilibrio”. Comparó dicha visión con la estrategia de un mundo multipolar donde Latinoamérica fuera uno de los grandes bloques.

En este sentido destacó la participación de Venezuela en el reimpulso de la Unión de Naciones Suramericanas (Unasur), en la consolidación de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (Celac) y su presencia en la Cumbre de Palenque, convocada por el presidente mexicano Andrés López Obrador, para tratar temas como cambio climático, migración, desarrollo e independencia.

Por otra parte, el presidente destacó cómo Venezuela ha fortalecido relaciones con países emergentes como Türkiye, India y Rusia, que son factores claves en la nueva configuración geopolítica global. Hizo referencia particular a la relación estratégica con China, la cual se ha elevado a un alto nivel “a toda prueba y para todo momento”.

Manifestó el deseo de que, en la próxima cumbre de los países Brics en Rusia, Venezuela sea aceptada como miembro permanente en la plataforma. Asimismo calificó como “una de las cosas más torpes e imbéciles” la decisión del recién electo presidente de Argentina, Javier Milei, de renunciar a que su país fuera incorporado como miembro del grupo de países que es, en palabras de Maduro, “el futuro de la humanidad”.

Cuando fue consultado por las guerras desarrolladas en Ucrania y Gaza, dijo que son “guerras unidas”,  impulsadas por el gran negocio del aparato militar estadounidense y del aparato militar israelí. Agregó que: “Lo peor del genocidio es el silencio cómplice que hay al respecto. El silencio cómplice de las élites europeas. La actividad cómplice de las élites estadounidenses fabricando armas y armas y armas para bombardear y matar palestinos inocentes”, señaló el presidente.

De cara al 2024 el presidente Maduro ha proyectado trabajar para que se logre la estabilidad económica y el respeto a la independencia política de Venezuela, metas con las que se plantea la búsqueda y recuperación de los logros sociales que han destacado a la Revolución Bolivariana. Al recuperar su influencia en la región, Venezuela tiene el reto de seguir apostando a que esta se convierta en un polo de peso geopolítico que garantice la multipolaridad como medio para lograr desandar un modo imperial de asumir el mundo.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.