L’Isola grande delle Antille ha incitato gli organi incaricati di combattere l’impunità di fronte ai crimini che colpiscono la comunità internazionale, ad agire in modo trasparente e indipendente.
In una riunione dell’Assemblea dedicata alla presentazione della relazione annuale della Corte Penale Internazionale (CPI), la direttrice di Diritto Internazionale della Cancelleria dell’Isola, Anet Pino, ha riferito l’impegno dell’Isola nella lotta contro l’impunità ed ha avvertito sui pericoli che questa sia politicizzata.
“Gli avvenimenti degli ultimi anni dimostrano in maniera più che evidente la necessità di un’istituzione con una Giurisdizione Internazionale con autonomia, che porti avanti questa battaglia per punire i crimini più gravi”, ha detto alludendo agli attacchi contro i paesi del sud in nome di questi sforzi.
La diplomatica ha parlato in particolare delle remissioni alla CPI dei casi per il Consiglio di Sicurezza, partendo da quanto regola lo Statuto di Roma, un documento della Corte fondata nel 2002.
“Abbiamo visto nella realtà la violazione del principio dell’indipendenza degli organi di giurisdizione e della trasparenza e l’imparzialità nelle amministrazioni della giustizia”, ha denunciato.
In accordo con Anet Pino, le remissioni realizzate alla CPI da parte del Consiglio di Sicurezza, confermano la negativa tendenza che Cuba aveva allertato.
“È per questo che ratifichiamo la nostra posizione a favore dello stabilimento di una Giurisdizione Penale Internazionale imparziale, non selettiva, efficace, giusta complementare dei sistemi nazionali di giustizia, veramente indipendente e quindi esente da subordinazioni e interessi politici che possano alterare la sue essenza”, ha precisato, come informa PL.
La funzionaria ha lamentato che questi temi non sono stati superati con i risultati ottenuti nella conferenza di revisione dello Statuto, realizzata a Kampala, Uganda, nel 2010.